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Il campanilismo degli anni ottanta

Gli anni ’80 vedono in Italia una notevole ripresa degli investimenti, nel secondo quinquennio l’inflazione scende al 7% e l’ingresso della lira nello SME (Sistema Monetario Europeo) porta ad una mag-giore stabilità dei cambi. Nelle grandi aziende vengono introdotte tecnologie informatiche e robotiche che riducono la manodopera e aumentano il ricorso alla cassa integrazione, determinando maggiori oneri a carico dello Stato. La disoccupazione resta elevata al 12% e nel sud Italia supera il 20%, anche se nelle regioni meridionali le dif-ficoltà non sono più riconducibili alla miseria grazie ai finanziamenti pubblici e alla rimesse dei numerosi emigrati259.

Il settore dei servizi supera quello dell’industria per numero di ad-detti ed assorbe il 60% degli occupati, accanto al terziario avanzato dei servizi legati all’istruzione, all’informazione, alla ricerca scientifi-ca e tecnologiscientifi-ca, cresce il terziario povero fatto di servizi alle persone, di lavori domestici, di manutenzione e di ristorazione collettiva. Au-mentano però anche i “cattivi lavori” mal pagati e senza tutela, nei quali trovano occupazione le persone più deboli della forza lavoro che gradualmente cederanno il posto agli immigrati dall’Africa e dai pae-si del terzo mondo, questo fenomeno pae-si manifesta a causa della note-vole caduta della natalità, con una situazione demografica di “cresci-ta zero” l’I“cresci-talia si trasforma in paese impor“cresci-tatore di manodopera260.

259 Diario d’Italia, 1981-1990. Osservatorio economico demografico. Istituto Geografi-co De Agostini Novara 1994.

260 Diario d’Italia, 1981-1990. Osservatorio economico demografico. Istituto Geografi-co De Agostini Novara 1994.

Nel territorio comunale le trasformazioni sociali avevano mo-dellato una multiforme realtà economica, risultavano discretamente sviluppate le attività artigianali, della piccola industria e del turismo, ma nonostante la positività di una economia sviluppata e diversifi-cata, nel mondo del lavoro erano cresciute le corporazioni, gli estre-mismi, la contrapposizione ai partiti ed ai sindacati, e la vita politica locale risentiva fortemente dei contrasti che si erano aperti tra Mon-dolfo e Marotta261.

Questa divisione al di la delle differenze di aspetto fisico del terri-torio, riguardava la diversità storica, culturale ed economica tra i due centri, differenze che influivano in modo trasversale nella politica dei partiti ed alimentavano fenomeni “degenerativi” come lo spirito di reciproca rivalsa, il vittimismo e in una sola parola: “il campanili-smo”. Anche se poteva sembrare normale che in un territorio di oltre 10.000 persone esistessero esigenze e peculiarità diverse, appariva incomprensibile in un’epoca definita moderna, l’emergere di questi aspetti degradanti della vita sociale e politica tra due centri urbani complementari262.

Le distanze tra Mondolfo e Marotta si erano allungate a metà degli anni settanta, in conseguenza della recessione economica che aveva investito i due centri, Mondolfo aveva patito la chiusura del-le fabbriche con la perdita di quasi 800 posti di lavoro dipendente e una difficile conversione occupazionale dei disoccupati, Marotta soffriva la consistente riduzione del flusso turistico, il ristagno delle attività commerciali e non riusciva a rispondere adeguatamente alle richieste di abitazioni anche a causa della modesta qualità del patri-monio immobiliare disponibile263.

261 Sergio Anniballi. Relazione introduttiva alla Conferenza programmatica del P.C.I.

La realtà territoriale. Mondolfo Hotel Principi 26 marzo 1988 con Paolo Volponi.

262 Sergio Anniballi. Relazione introduttiva alla Conferenza programmatica del P.C.I.

La realtà territoriale. Mondolfo Hotel Principi 26 marzo 1988 con Paolo Volponi.

263 Sergio Anniballi. Relazione introduttiva alla Conferenza programmatica del P.C.I.

Manifestazione degli operai della fabbrica Cassese di Mondolfo. Ancona 1974.

Archivio comunale Mondolfo.

In tale contesto economico, le forze politiche degli anni ottanta, invece di riaffermare la positività, l’ordine sociale e uno sviluppo equilibrato, si erano poste talvolta a rimorchio delle disparate vel-leità paesane alimentando la divisione territoriale, facendo ricorso alla logica degli investimenti adottati con il “bilancino” per evitare le recriminazioni tra le due realtà sulla realizzazione dei servizi e delle strutture pubbliche, limitando le potenzialità e le specificità dei due centri le cui caratteristiche andavano invece sviluppate e valorizzate attraverso interventi sostanzialmente differenziati.

La realtà territoriale. Mondolfo Hotel Principi 26 marzo 1988 con Paolo Volponi.

La disgregazione sociale restava il problema irrisolto di Marotta, la cui identità richiedeva comunque la realizzazione di un centro di direzione e di distribuzione dei servizi legati all’attività economi-ca principale: il turismo. Per affermare una solida crescita Marot-ta aveva inoltre la necessità di declinare la propensione residenziale derivante dal patrimonio edilizio per lasciare il posto alla vocazione commerciale e turistica264.

Il proposito di conferire a Marotta una propria identità passava anche attraverso l’unità territoriale con l’aggregazione al comune di Mondolfo del quartiere amministrato da Fano, questo aspetto che poteva sembrare esteriore, conferiva maggiore dignità e forza ad ogni tipo di progetto economico e sociale. Il processo unitario appariva allora come un momento conclusivo di azioni ed interventi concer-tati tra le amministrazioni di Fano e Mondolfo sulla realtà di Ma-rotta, relativamente alle opere pubbliche, ai servizi ed allo sviluppo economico ed urbanistico.

Molti posti di lavoro erano andati perduti, era aumentata forte-mente la disoccupazione femminile e giovanile, ed erano ricomparsi i fenomeni della sottoccupazione e del lavoro nero. Si avvertiva la ne-cessità di un forte impulso, uno scossone straordinario all’economia locale per generare un processo di ampliamento dell’occupazione, attraverso dei progetti di intervento per l’incentivazione delle attività artigianali ed industriali, quali l’acquisizione da parte del Comune delle zone di insediamento produttivo, la realizzazione delle opere di urbanizzazione e la cessione agevolata alle imprese, ovvero la pro-gettazione “tipo” degli impianti produttivi in favore di cooperative e artigiani che intendevano avviare una attività o ampliare il numero degli occupati265.

264 Sergio Anniballi. Relazione introduttiva alla Conferenza programmatica del P.C.I.

La realtà territoriale. Mondolfo Hotel Principi 26 marzo 1988 con Paolo Volponi.

265 Sergio Anniballi. Relazione introduttiva alla Conferenza programmatica del P.C.I.

con Paolo Volponi. La realtà territoriale. Mondolfo Hotel Principi 26 marzo 1988.

Marotta viale Carducci. Scavi per la realizzazione della rete del gas metano.

Archivio comunale Mondolfo.

La dinamicità dell’azione amministrativa del comune di Mondol-fo, aveva consentito la realizzazione di un complesso di infrastrut-ture che avevano dotato Marotta di servizi funzionali alla stazione balneare ed alla popolazione abitante. Erano state realizzate la rete per la distribuzione del gas metano, il sottopassaggio carrabile di via Togliatti, l’impianto per la depurazione delle acque reflue, erano sorti il centro socio-sportivo nella zona Campus con il Palazzetto dello sport, il Bocciodromo, le nuove scuole primarie e dell’infanzia, e seguirono nei primi anni novanta il centro direzionale turistico di Villa Valentina, le scogliere realizzate a difesa del litorale, l’ammo-dernamento della spiaggia, il Casello Autostradale, la ristrutturazio-ne della Stazioristrutturazio-ne Ferroviaria.

Alla realizzazione delle infrastrutture facevano da complemento l’espansione dei servizi pubblici e la crescita spontanea delle Asso-ciazioni sportive, culturali e sociali; fra tutte la locale Croce Rossa Italiana, che su iniziativa e impulso di Marcello Seri e del figlio Lu-ciano, sviluppa in pochi anni una serie di servizi di soccorso comple-mentari alla sanità pubblica, con sede provvisoria a Villa Valentina.

Nel 1995 la sede sarà trasferita in viale Europa dove verrà realizzato un maestoso e funzionale centro operativo che consentirà una note-vole implementazione dei servizi.

Nonostante il dinamismo del comune e l’emergente vivacità delle associazioni, non si è mai sviluppato un parallelo progetto di unità territoriale di Marotta per la permanente contrarietà delle am-ministrazioni fanesi che si sono succedute, tacitamente manifestata mediante il disinteresse all’apertura di relazioni di cooperazione con il comune di Mondolfo.