Gli anni novanta segnano la fine del bipolarismo tra URSS e USA, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica e il tramonto dei regimi comunisti dell’est europeo, si ha una forte accelerazione del processo di liberalizzazione dell’economia mondiale e si afferma la globaliz-zazione commerciale; la concentrazione del potere economico nelle imprese multinazionali quotate in borsa comporterà la progressiva perdita di controllo delle politiche economiche da parte dei singo-li Stati. Si costituiscono organismi mondiasingo-li per la “governance”
del commercio e delle finanze, e lo strumento forte dell’economia globale diviene la rete informatica, che aveva rivoluzionato le co-municazioni, avvolgeva tutto il mondo e rendeva possibile in tempi immediati, avere informazioni, stabilire legami, muovere capitali, emettere direttive e comandi, abbattendo gli ostacoli di spazio e di tempo dell’interscambio globale.
In questa nuova realtà il benessere era affidato allo sviluppo spon-taneo del mercato, e per affrontare con maggiore forza le distorsioni che emergevano con la “new economy”, nel febbraio 1992 i paesi della Comunità Europea sottoscrissero il trattato di Maastricht, che apriva il percorso verso la moneta unica europea e stabiliva forme avanzate di unione economica e politica con maggiori vincoli per le imprese e per le politiche degli stati membri. Negli anni a segui-re vengono sottoscritti dai governi dell’Unione Europea il trattato di Amsterdam per l’attuazione del “patto di stabilità e di crescita”, viene avviato il percorso di allargamento dell’Unione con l’ingresso di Austria, Finlandia, Svezia, e nell’aprile 1998 il processo di
inte-grazione compie un ulteriore passo in avanti con l’entrata in vigore degli accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone fra i paesi dell’Unione.
I processi di rapido cambiamento si sviluppano nel contesto di una recessione internazionale e in Italia la crisi è resa difficile a causa della crescita incontrollata del debito pubblico e dalle contrapposi-zioni sociali alimentate dalle misure governative dei tagli alla spesa pubblica. La minaccia mafiosa raggiunge il suo culmine con l’assassi-nio di due grandi protagonisti della lotta alla criminalità organizzata, il magistrato Giovanni Falcone266 e il giudice Paolo Borsellino267. Sulle persistenti difficoltà italiane giungono dirompenti le iniziative della magistratura che aprono la stagione di “Tangentopoli”, il fe-nomeno di corruzione politica scoperto dal “pool mani pulite” della Procura di Milano che travolgerà i partiti di Governo della DC e del PSI e metterà in luce il diffuso sistema di tangenti negli appalti pub-blici. Nel dicembre 1993 emergeranno dalle indagini 620 miliardi di tangenti pagate, per il 91% corrisposte a 70 parlamentari della DC e 51 del PSI268.
A causa del deficit pubblico la posizione della lira all’interno del
“serpente” monetario europeo diventa insostenibile e dopo diversi dispendiosi tentativi di riallineamento l’Italia deve sganciarsi dal Si-stema Monetario Europeo, la tempesta monetaria causerà una
svalu-266 Palermo 18 maggio 1939 – 23 maggio 1992. Magistrato tra i più importanti e pre-stigiosi nella lotta alla mafia. Componente del pool antimafia, coordina con successo numerose indagini contro le associazioni mafiose e le collusioni con la politica. Di-rettore Affari Penali del Ministero della Giustizia. Assassinato nella strage di Capaci insieme alla moglie e agli agenti di scorta.
267 Palermo 19 gennaio 1940 – 19 luglio 1992. Magistrato ritenuto con Giovanni Falco-ne tra i più importanti Falco-nella lotta alla mafia. Membro del pool antimafia. Procuratore della Repubblica di Marsala nel 1986 e di Palermo nel 1992. Assassinato nella strage di via D’Amelio con 5 agenti di scorta mentre si recava in visita alla madre.
268 Diario d’Italia, 1991-1994. Osservatorio economico demografico. Istituto Geografi-co De Agostini Novara 1994.
tazione della lira del 30% nei confronti delle principali valute estere.
La spesa per gli interessi sul debito pubblico, la debolezza del sistema fiscale e i problemi strutturali del sistema pensionistico divengono pesanti macigni per il sistema economico e sociale italiano. Diminu-isce il potere di acquisto delle retribuzioni dei dipendenti pubblici in conseguenza dell’abolizione della scala mobile, e nel lavoro autono-mo cresce il fenomeno dell’evasione fiscale diffusa, il sistema politico è ormai delegittimato e i partiti non riescono più a canalizzare il consenso popolare269.
Nel panorama fosco di quel periodo balenano lampi di speran-za: nonostante lo stato disastroso della finanza pubblica italiana nel 1996 il Governo guidato da Romano Prodi270, con una rigorosa ge-stione di risanamento finanziario, ottiene l’idoneità dell’Italia a far parte della moneta unica europea, conferendo una iniezione di sere-nità all’economia del paese.
L’accesa conflittualità tra le categorie sociali e la perdita di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, avevano reso difficile sia la governabilità del paese sia l’amministrazione dei comuni ormai soggetti a continue crisi amministrative. La situazione politica in-dusse il Parlamento ad approvare le leggi 4 agosto 1993, n.276 e 277 di riforma del sistema elettorale per l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, che stabilivano il passaggio dal sistema proporzionale ad un sistema elettorale misto (Mattarel-lum271), per scoraggiare l’eccessiva frammentazione delle forze
poli-269 Diario d’Italia, 1991-1994. Osservatorio economico demografico. Istituto Geografi-co De Agostini Novara 1994.
270 Scandiano (RE) 9 agosto 1939. Politico, economista, accademico, dirigente d’azien-da. Fondatore del raggruppamento progressista dell’Ulivo. Ministro dell’Industria nel 1978/1979. Presidente dell’IRI nel 1982/1989 e nel 1993/1994. Presidente del Consiglio nel 1996/1998. Presidente della Commissione Europea nel 1999/2004.
Presidente del Consiglio nel 2006/2008.
271 Con riferimento al nome del relatore Sergio Mattarella attuale Presidente della Re-pubblica.
tiche. Con l’identico scopo di restituire ai comuni la stabilità di go-verno, nei mesi precedenti era stata emanata la legge 25 marzo 1993, n.81 che introduceva il sistema maggioritario nella elezione dei Con-sigli comunali e l’elezione diretta dei Sindaci da parte dei cittadini.
Il 6 giugno 1993 si svolsero nel comune di Mondolfo le prime elezioni con il nuovo sistema elettorale, il commercialista marottese Sergio Sgammini venne eletto alla carica di Sindaco direttamente dai cittadini sostenuto da una coalizione di centro sinistra, e sarà rielet-to Primo Cittadino nelle successive consultazioni eletrielet-torali del 27 aprile 1997 alla guida della coalizione dell’Ulivo, restando in carica complessivamente otto anni.
Marotta veduta panoramica 1992.
In un periodo di forte cambiamento della società e dei partiti, di lacerazioni e di forti contrapposizioni, il sindaco Sgammini è stato l’elemento catalizzatore di una fase politica di transizione, svolgen-do l’incarico con equilibrio, armonizzansvolgen-do le tensioni con la tenace riproposizione del dialogo e facendo del costante buonsenso la sua arte politica.
Durante il suo mandato viene realizzata un’opera di importanza vitale per Marotta, frutto maturo dell’impegno politico-amministra-tivo di oltre vent’anni: per proteggere la riva soggetta all’erosione della corrente del mare, nelle acque prospicienti vengono realizzate le “scogliere soffolte”: barriere di rocce immerse sino al livello dell’ac-qua della lunghezza di 255 metri ciascuna, poste a circa 230 metri di distanza dalla costa, costruite in forma piramidale larghe 8 metri in testa e 21 metri alla base. Le scogliere fanno da argine alla corrente del mare senza affiorare in superficie e offrono la vista dell’orizzonte marino libero da scogli emersi, rendendo così l’impatto dell’opera compatibile con l’ambiente sotto l’aspetto della visibilità.