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Le nuove pulsioni di autonomia

A partire dai primi anni ‘50 l’Italia cambia volto e da paese preva-lentemente agricolo si trasforma in paese industriale, grazie ad un intenso sviluppo economico, il prodotto interno lordo cresce ad un tasso annuo superiore al 5%, la crescita della produzione industriale sfiora il 10% annuo cambiando l’equilibrio tra i settori economici:

l’industria supera l’agricoltura per numero di addetti e il prodotto industriale supera il 40% della produzione nazionale. Sono questi gli anni del “miracolo economico” grazie a una favorevole congiuntura internazionale. Il progresso ancora concentrato nel “triangolo indu-striale” formato dalle città di Torino-Milano-Genova, fa da traino allo sviluppo delle attività complementari in tutto il paese, e nei centri costieri assume rilevanza l’attività del turismo balneare che diviene gradualmente un fenomeno di massa158.

Lo sviluppo produttivo è accompagnato dalla rivoluzione dei consumi e da una forte espansione degli acquisti di beni durevo-li facidurevo-litati dal diffondersi del sistema di vendita a rate, entrano in molte case elettrodomestici come il frigorifero e la lavatrice, men-tre sulle strade si realizza la motorizzazione di massa con gli scooter della Piaggio e le automobili Fiat 600 che diverranno i simboli di un’epoca; il 21 maggio 1955 con la Legge 463 venne approvato il piano per la costruzione della rete autostradale che modificò radical-mente la viabilità della penisola. Nello stesso tempo ebbero inizio le trasformazioni sociali, lo stile di vita ancora fortemente legato alla

158 Diario d’Italia, 1951-1960. Osservatorio economico demografico. Istituto Geografi-co De Agostini Novara 1994.

campagna, alla centralità della famiglia patriarcale e all’autorità del-la chiesa, iniziò lentamente a modificarsi mutando del-la mentalità e i comportamenti sociali degli italiani. Nello stesso anno la RAI iniziò la diffusione del programma a quiz “Lascia o raddoppia” condotto dall’italo-americano Mike Bongiorno, e molti bar e locali pubblici istallarono il televisore per ricevere la trasmissione e richiamare il pub-blico che già affollava le case dei pochi possessori dell’apparecchio159.

Marotta area della stazione 1955. Archivio Mario Ercolani Marotta.

In questo contesto economico e sociale, Marotta diviene un cen-tro di espansione dell’industria turistica, nascono e si sviluppano gli esercizi commerciali: Bar ristorante dancing Arcobaleno, vini e terraglie Ghetti Annunziata, Forno e alimentari Ghetti Giulio, vini liquori carburanti Bramucci Maria, forno pasticceria Giovannelli Mario, sartoria per uomo e signora Caraffa Nazzareno, autofficina

159 Diario d’Italia, 1955. Istituto Geografico De Agostini Novara 1994.

noleggio rimessa Longhini Emilio, cinema arena Carducci Fratti-ni ArmeFratti-nio, parrucchiera per signora Manna Emma, gelati assortiti Marinelli, privative e generi diversi Merloni Maddalena, ristorante caffè albergo Galluzzi, manufatti in cemento trivellazione pozzi Fra-telli Piccioli, vini FraFra-telli Polverari, vivai cav.Armando Sartini, pe-sce frutta verdura Fratelli Rossi, commercio uova e pollame Fratelli Sgammini, pensione trattoria vini liquori caffè Rossi Olga, cicli e cucine economiche Spadoni Oscar, radio riparazioni riavvolgimen-ti amplificazioni Rossini Ottorino, impianriavvolgimen-ti idraulici e riparazione motori marini Talamelli Tonino, armi munizioni carburanti Rossini Teiro, generi alimentari e frutta Santinelli Giulio160.

Spiaggia di Marotta 1955. Archivio Mario Ercolani Marotta.

L’emergere di Marotta come località turistica viene “certificata”

nella metà degli anni ‘50 dalla pubblicazione Touring - club Italiano sulla rubrica Marine d’Italia:

160 Adalgiso Ricci. Marotta appunti di storia e di cronaca. 1948. Pag.58.

Marotta è una piccola borgata raccolta presso la stazione di Mondol-fo-Marotta a nord-ovest di Senigallia, case modeste, qualche villino, disposti fra la linea ferroviaria e la spiaggia; un viale alberato punta dalla stazione verso il mare; la piana retrostante si alza dolcemente a collina, spiaggia sassosa con barche da pesca tirate a secco e a dolce declivio, conta due stabilimenti balneari e numerose capanne alline-ate sulla riva. Clientela modesta. Frazione del comune di Mondolfo.

Abitanti n. 915161.

Il paese costiero acquisisce una struttura socio-economica, nasce la nuova parrocchia di San Giuseppe e con la contemporanea or-ganizzazione dei servizi pubblici, si intensificano anche le relazioni sociali tra gli abitanti, tra i quali fermenta nuovamente il desiderio di identità e di autonomia. Il fallimento dell’iniziativa del primo do-poguerra non aveva generato rassegnazione nei marottesi, anzi aveva fortificato il proposito di autonomia amministrativa, tanto che nella seconda metà del 1954 dopo otto anni dalla prima istanza, i ma-rottesi fautori dell’autonomia: Ermes Piccioli162, Otello Loccarini, Rodolfo Ridolfi163, Enzo Pieretti164 e Pierino Grilli165, costituirono il COMITATO PRO AUTONOMIA COMUNALE.

Gli incontri del Comitato si tenevano abitualmente nel caffè ri-storante Galluzzi, centro di ritrovo marottese presso la stazione fer-roviaria, le riunioni richiamarono l’attenzione dei Carabinieri locali pronti a riferire alle autorità di governo ogni incontro paesano; per

161 Archivio Comunale Mondolfo.

162 Fano 5 dicembre 1926 - 22 giugno 2001. Artigiano produttore di manufatti in ce-mento.

163 Fratte Rosa 10 ottobre 1910 – Mondolfo 14 luglio 1983. Impiegato Ufficio del Re-gistro e gestore Albergo Metropolitan di Marotta (Dal 1958 Hotel Holiday).

164 Vincenzo Pieretti. Fano 1 ottobre 1922 – Pesaro 24 gennaio 1996. Impiegato postale, vice Sindaco di Mondolfo dal 1979 al 1983.

165 Chiaravalle 9 luglio 1923 – Fano 10 giugno 1996. Insegnante, giornalista corrispon-dente.

evitare gli occhi indiscreti dell’Arma era stato adottato un accorgi-mento: i componenti del Comitato venivano avvisati della riunione serale con il sistema del “cavallino zoppo”, ovvero l’esposizione sul banco del caffè di un gingillo a forma di cavallo privo di una gamba166.

L’8 novembre 1954 ritenendo mature le condizioni socio eco-nomiche per la formazione di un comune autonomo, il Comitato presentò un esposto al Ministero dell’Interno per la costituzione del comune autonomo di Marotta167, la richiesta prevedeva che entras-sero a far parte del nuovo comune i territori e le popolazioni: della frazione di Marotta di Mondolfo con l’intera pianura costiera, della frazione di Marotta di Fano e della fascia costiera sino alla strada della “Croce bianca” presso Torrette e il lembo collinare di San Co-stanzo geograficamente situato a monte della costa.

L’iniziativa venne condotta in sordina per non generare allarmi-smi tra la numerosa popolazione delle campagne, ma anche senza una preparazione adeguata, cioè in assenza totale di supporti di na-tura giuridico-amministrativa. Le norme di legge erano ancora le stesse e la costituzione di un nuovo comune richiedeva una popola-zione minima di 3.000 abitanti, mentre all’epoca la popolapopola-zione del-la pianura di Marotta in territorio di Mondolfo contava circa 1.600 abitanti e la frazione fanese insieme alla lunga costa ancora poco sviluppata, si ritiene che fosse popolata da un numero di abitanti decisamente inferiore (forse 600), la piccola fascia di territorio del comune San Costanzo risultava invece scarsamente popolata.

Nella fase istruttoria dell’atto risultò subito chiaro che la richie-sta era sprovvirichie-sta dei requisiti previsti dalla legge, e senza nemme-no dare prosecuzione al procedimento amministrativo, dopo pochi mesi esattamente il 28 marzo 1955 il Ministero dell’Interno per il tramite della Prefettura di Pesaro Urbino, comunicò che l’istanza

166 Racconto di Alberto Sartini, Marotta.

167 Archivio Comunale Mondolfo.

del Comitato non poteva avere nessun seguito per il difetto del mi-nimo di abitanti richiesto dall’art.33 del R.D. 3 marzo 1934, n.383 recante il Testo Unico della Legge Comunale, e per la mancanza della maggioranza qualificata di contribuenti prescritta dalla stessa disposizione di legge168.

Complessivamente la popolazione risultava ancora notevolmente al di sotto dei 3.000 abitanti, a questo fatto si aggiunse che i con-tribuenti firmatari dell’istanza non rappresentavano la maggioranza numerica della popolazione, e soprattutto non sostenevano la metà del carico dei tributi applicati alla frazione di Marotta. Nonostante le forti pulsioni di autonomia e di unità amministrativa degli abi-tanti, la richiesta aveva avuto nuovamente esito negativo a causa es-senzialmente della popolazione ancora insufficiente rispetto al limite posto dalla legge; al comitato promotore sembrava paradossale che centri abitati dell’entroterra di ben più ridotta consistenza vantasse-ro la lovantasse-ro autonomia comunale, mentre Mavantasse-rotta non poteva legitti-mamente acquisirla; con riluttanza il comitato dovette piegarsi alla legge.

168 Archivio comunale Mondolfo.