Nel 1958 entrano in vigore i trattati di Roma per la costituzione del Mercato Comune Europeo e l’Italia acquista competitività nel mercato continentale, il quotidiano londinese “Daily Mail” del 25 maggio 1959 pubblica un articolo nel quale si afferma che il livello di prosperità e il potenziale produttivo dell’Italia costituisce uno dei miracoli economici del continente europeo. Con un tasso di crescita medio del 6,3% si produsse un incremento senza precedenti delle esportazioni di beni consumo durevoli. Il boom economico investì soprattutto le regioni dell’Italia settentrionale, dove erano concen-trati i capitali e l’imprenditoria, di conseguenza milioni di contadini meridionali abbandonarono le loro terre e i loro paesi per trasferirsi nelle fabbriche dell’Italia settentrionale e dell’Europa del nord, dove le industrie trainanti richiedevano massa operaia, nel quinquennio tra il 1958 e il 1962 la disoccupazione conobbe le quote più basse di tutta la storia italiana169.
Il miracolo economico consentì l’esplosione dei consumi priva-ti, gli italiani iniziarono ad acquistare in massa automobili, elettro-domestici e tutti i prodotti ampiamente pubblicizzati da Carosello, un originale programma televisivo trasmesso dalla RAI a partire dal 1957 nell’ora di maggiore ascolto. La televisione si diffonde e divie-ne uno strumento di unificaziodivie-ne linguistica e culturale, divie-nel quin-quennio le famiglie italiane che possedevano un televisore passarono dal 12% al 49%; quelle che acquistarono un frigorifero dal 13% al
169 Diario d’Italia, 1959. Il boom. Istituto Geografico De Agostini Novara 1994.
55%, una lavatrice dal 3% al 23%; dal 1954 al 1964 le automobili in circolazione passarono da 342.000 a 4.670.000170.
L’aumento della prosperità evidenzia con maggior forza la con-traddizione fra l’abbondanza dei consumi privati e l’inefficienza dei servizi pubblici; l’ascesa delle classi lavoratrici e il mutamento della condizione femminile affermano invece il cambiamento dei modelli di vita, la donna inizia a godere di maggiore tempo libero e della possibilità di svolgere un’attività all’esterno della famiglia, si modi-ficano i rapporti tra uomo e donna, tra madre e figli, i giovani assu-mono un ruolo di primo piano nelle manifestazioni di protesta per affermare il diritto ad esprimersi liberamente.
Marotta 1960 via Litoranea bivio con via Pergolese. Archivio Mario Ercolani Ma-rotta.
170 Diario d’Italia, 1959. Il boom. Istituto Geografico De Agostini Novara 1994.
Il telefono si diffonde rapidamente e da misurato strumento di lavoro si trasforma in mezzo di comunicazione quotidiano tra le fa-miglie e tra i giovani. Le fafa-miglie accarezzano il sogno della proprietà della casa e cresce il numero delle abitazioni acquistate a rate o a riscatto. Il diffuso miglioramento delle condizioni sociali si riflette sull’alimentazione, sulla cura della persona e sulla possibilità di go-dere delle ferie e delle vacanze al mare.
Marotta trae grandi benefici dal boom economico in particolare dalla diffusione dell’industria del turismo, e in quella atmosfera di trasformazioni sociali culturali e politiche, nella località costiera si afferma la volontà di riprendere l’azione per promuovere l’autono-mia del centro urbano, ancora i marottesi Ermes Piccioli, Vincenzo Pieretti e Pierino Grilli dopo appena quattro anni dalla negata ri-chiesta di costituire il comune, danno vita al “COMITATO PER LA COSTITUZIONE DEL COMUNE AUTONOMO DI MA-ROTTA”, il quale considerando che l’autonomia di Marotta non era consentita per la mancanza dei requisiti previsti dalla legge, avevano pensato bene che “una legge bisognava farla”.
I propositi degli autonomisti vennero ispirati e sostenuti da Enzo Grazzini171 autorevole redattore capo del Corriere della Sera, il quale nel 1958 pur avendo scelto Senigallia per le sue vacanze, preferì sog-giornare nell’hotel Holiday di Marotta appena inaugurato per salva-guardare la propria riservatezza. Da un incontro casuale egli instaurò rapporti amichevoli con i componenti del Comitato e calandosi ide-almente nelle aspirazioni autonomistiche, suggerì loro di intrapren-dere una serie di azioni eclatanti per sollevare una forte risonanza nella opinione pubblica sulla condizione di Marotta, da parte sua il giornalista avrebbe garantito la copertura mediatica delle iniziative
171 Firenze 1902 - Milano 21 marzo 1963. Scrittore e giornalista del Corriere della Sera. I suoi pezzi erano definiti le cronache delle ballate romantiche, apprezzato per la ricerca delle singolarità umane e marginali degli avvenimenti, in ogni angolo d’Italia scopriva l’interessante anche dove non c’era nulla d’importante. Insignito del Premio Saint-Vincent per il giornalismo nel 1949 e 1952.
marottesi, e raccomandato anche ad altri colleghi di sua conoscenza di dare ampio rilievo alle azioni del Comitato172.
L’obiettivo non era dei più facili, occorreva preparare il terreno e soprattutto sviluppare le condizioni ambientali per calamitare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle rivendicazioni di Marotta.
Dopo aver elaborato un piano d’azione, l’anno seguente furono in-traprese una serie d’iniziative che sostenute dalla propaganda giorna-listica, sollevarono un forte clamore: in occasione della tradizionale
“Festa dei garagoi” il 12 aprile 1959 alcuni esponenti del comitato, di fronte ad una vasta platea di gente e sotto i riflettori della stam-pa, avanzarono pubblicamente la richiesta del comune autonomo, lamentando il disagio dei Marottesi a dover dipendere da tre Sindaci (Fano, Mondolfo e San Costanzo), due Vescovi (Fano e Senigallia), ad avere due uffici del “Dazio” e non disporre di un cimitero per seppellire i defunti, sostenendo inoltre che il flusso turistico sarebbe stato in grado di garantire a Marotta l’autosufficienza finanziaria173.
Nella circostanza venne effettuato un lancio aereo di volantini su Mondolfo e Marotta che rivendicavano l’autonomia, in piazza Fiume174 sul confine comunale tra Fano e Mondolfo venne allestito uno sbarramento formato da strisce di tela con la scritta “Porta di Brandeburgo”175, sulla Via Pergolese venne posto un cartello che an-nunciava ai passanti l’ingresso nel “comune di Marotta!”, e in occa-sione del passaggio della carovana del giro d’Italia, venne ugualmente affisso su un fabbricato in via Litoranea un cartello con l’iscrizione:
“Amici del giro state entrando in Marotta la Berlino dell’Adriatico”.
172 Racconto di Alberto Sartini, Marotta.
173 Archivio Comunale Mondolfo.
174 Ora Piazza dell’Unificazione.
175 Famoso monumento della città di Berlino, nel 1959 porta di confine tra l’Est e l’O-vest della città.
Fabbricato in via Litoranea con il cartello: Marotta la Berlino dell’Adriatico. Da “Le vecchie foto di Mondolfo Marotta, vol.II 2018.
La stampa diede forte risalto all’evento descrivendo Marotta come la “Berlino dell’Adriatico”, all’epoca la capitale tedesca era ancora divisa in due settori: Berlino Est controllato dall’Unione Sovietica e l’enclave di Berlino Ovest vigilata dalle potenze occidentali degli Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, con un confine che tagliava la città in due realtà urbane.
Alle clamorose iniziative del Comitato veniva accostato anche un intendimento di natura politica, il comune di Mondolfo era dal do-poguerra saldamente amministrato da una coalizione formata dai partiti di sinistra e secondo alcuni benpensanti gli autonomisti ma-rottesi miravano alla costituzione del comune anche per affermare a Marotta una amministrazione espressione della Democrazia Cristia-na che a quel tempo goverCristia-nava la Repubblica.
Gli esponenti del comitato per dare attuazione al progetto
au-tonomistico avevano sollecitato l’intervento dell’onorevole Mario Giuseppe Boidi176 di Senigallia, il quale il 16 aprile 1959 presentò alla Camera dei deputati la proposta di legge n.1066 per la costi-tuzione del comune di Marotta, sottoscritta dallo stesso on.Boidi quale primo firmatario e da altri 56 deputati appartenenti al gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana tra i quali curiosamente l’onorevole … Michele Marotta177.
Per caldeggiare la proposta di legge, il 2 maggio 1959 i membri del Comitato costituirono un Consiglio Comunale straordinario, nominando Ermes Piccioli Sindaco provvisorio, e fissando la sede delle riunioni in … esilio nella vicina Senigallia presso la sede dell’A-zienda Autonoma di Soggiorno, nella cui cassaforte venne anche de-positata la bandiera del Garagolo assunta ad emblema della lotta per l’autonomia178.
Il Comitato inoltre, per alimentare la propaganda giornalistica, scrisse una lettera al Sindaco di Berlino invitandolo al battesimo del figlio primogenito del Sindaco provvisorio di Marotta la cui nascita avrebbe portato gli abitanti del futuro comune già tracciato sulla carta, da quattromila a quattromilauno179!
La situazione politico-amministrativa di Marotta venne ampli-ficata da “Settimana Incom” del 15 maggio 1959, il cinegiornale dell’Istituto Luce che veniva proiettato nelle sale cinematografiche italiane prima dell’inizio dei film, la proiezione del filmato sulla ri-vendicazione dell’autonomia di Marotta, opportunamente enfatiz-zato, generò una clamorosa risonanza nell’opinione pubblica180.
176 Senigallia 20 novembre 1893 - 16 ottobre 1982. Avvocato, politico, Deputato dal 1948-1963 eletto nel collegio di Ancona nelle liste DC.
177 Dal Portale storia.camera.it
178 Racconto di Alberto Sartini, Marotta.
179 Archivio Comunale Mondolfo.
180 Archivio Gabriele Vitali, Marotta.
A seguire l’azione più clamorosa, ancora ispirata dal giornalista Enzo Grazzini, nei giorni 27, 28 e 29 settembre il Comitato organiz-zò la “staffetta della libertà”, una staffetta di oltre 300 Km in direzione della capitale per consegnare una petizione al Presidente del Consiglio recante la volontà autonomistica di Marotta. Venti giovani marottesi:
Mario Pieretti, Alberto Cardinali, Alberto Sartini, Maurizio Polve-rari, Telesforo Vitali, Vivaldo Ciaschini, Salvatore Bertani, Sandrino Caraffa, Gianfranco Polverari, Gianni Sordoni, Gianni Campanelli, Ennio Tarini, Venanzio Alessandri, Aldo Pascucci, Doris Governato-ri, Tiziano Volpini, Giuliano Del Moro, Vittorio Giambartolomei, Gianfranco Furlani, Augusto Marinelli, si alternarono percorrendo un Km ciascuno, scortati da un pullman con Ermes Piccioli e Pie-rino Grilli rispettivamente nei ruoli di accompagnatore e cronista.
I giovani di Marotta che parteciparono alla staffetta verso Roma. 1959. Pro Marotta Unita facebook.com
Nella campagna mediatica venne coinvolto anche il Sindaco di Mondolfo Bruno Cimarelli181, a lui e alle vicende marottesi si inte-ressò il programma radiofonico “Documentari all’Italiana” condotto da Sergio Zavoli182, la trasmissione si caratterizzava per le storie regi-strate nel loro ambiente sonoro, e il servizio con l’intervista effettuata al sindaco nella sua bottega di calzolaio si apriva con il riecheggiare delle percussioni del martello sulla calzatura che stava lavorando183.
181 Mondolfo 22 dicembre 1903 - 13 luglio 1988. Calzolaio, Sindaco di Mondolfo dal 1948 al 1960.
182 Ravenna 21 settembre 1923 - Roma 4 agosto 2020. Scrittore e giornalista radiofonico televisivo di grande successo. Presidente RAI nel 1980/1984, Presidente della Com-missione di Vigilanza RAI nel 2009/2013. Senatore della Repubblica nel 2004/2018.
183 Racconto di Alberto Sartini, Marotta.