• Non ci sono risultati.

Il Podestà chiede di aggregare la frazione fanese

Le difficoltà degli anni ’30, oltre a riflettersi sulle famiglie aveva-no anche limitato l’azione delle istituzioni pubbliche nella gestione delle problematiche sociali ed economiche. Con l’emanazione della Legge n.237 del 4 febbraio 1926 e del R.D. 1910 del 3 settembre 1926, gli organi comunali erano stati soppressi e tutte le funzioni svolte in precedenza dal Sindaco, dalla Giunta Comunale e dal Con-siglio Comunale erano assegnate al Podestà che veniva nominato dal Prefetto, in sostanza a quel tempo i comuni erano divenuti enti ausiliari dello Stato e avevano perso l’autonomia.

Marotta era nata sulla terra di confine tra Fano e Mondolfo, e la divisione generava nella popolazione disagi sociali ed amministra-tivi che emergevano con maggiore evidenza con l’espandersi della borgata, e anche se gli organi istituzionali del comune erano stati soppressi, non potevano essere disattesi gli appelli che provenivano dai marottesi in particolare dai residenti nella frazione di Fano, so-stenuti anche dal Direttore della Colonia Santa Lucia di Gubbio102. A questo si aggiungeva un problema di gestione economica, poiché Marotta si era sviluppata e con essa erano cresciute le spese sostenute dal comune per assicurare i servizi ai residenti della frazione di Fano, pertanto si rendeva necessario per le casse comunali compensare le spese effettuate per i cittadini d’oltre confine.

102 Archivio Comunale Mondolfo.

Nonostante che la democrazia comunale fosse venuta meno, IL PODESTÀ di Mondolfo Giuseppe Bettini103, il 15 ottobre 1935 con la Delibera n.65, assume una decisione di rilievo: “Ampliamen-to terri“Ampliamen-toriale del Comune. Aggregazione della borgata della frazione di Marotta”.

Il Podestà

Ritenuto che quella parte della frazione di Marotta appartenente giurisdizionalmente al Comune di Fano dista dal capoluogo di que-sto Comune appena 5 chilometri mentre la distanza che intercede da quello di Fano è di oltre 12 chilometri;

Tenuto presente che gli abitanti della borgata stessa è da circa un trentennio che esprimono il desiderio di essere aggregati al Comune di Mondolfo usufruendo da questo di tutti i servizi più importanti, quali il medico, la farmacia, le scuole, l’acquedotto, l’ufficio postale telegrafico e telefonico, le fiere ed i mercati settimanali, ecc.;

Attesoché in conformità del parere del Consiglio di Stato Sez.Int.

in data 26 marzo 1935 condizione essenziale di un Comune per-ché possa ottenere l’ampliamento territoriale è precisamente quel-la di dimostrare quel-la impossibilità di provvedere, anche in prosieguo di tempo per mancanza di superficie, all’impianto di nuovi servizi Municipali e dell’ampliamento di quelli esistenti, nonché alla esecu-zione di opere da cui dipende lo sviluppo delle attività economiche del Comune – come opere portuali – canali di navigazione, lavori di bonifica, ecc.;

Attesoché più che ingrandimento territoriale lo scopo cui mira que-sto Comune è precisamente quello di poter mettere in attuazione il suo programma di lavoro quale la costruzione di un molo di appro-do indispensabile per l’incremento dell’industria peschereccia e per il notevole commercio marittimo interessante tutti i Comuni della vallata del Cesano: progetto che già trovasi presso il competente Ministero dei Lavori Pubblici per la superiore approvazione e per

103 Mondolfo 4 maggio 1898 – Pesaro 29 gennaio 1961. Maestro Elementare, Podestà di Mondolfo dal 1933 al 1939.

la concessione del relativo contributo, nonché quello di ampliare l’edificio scolastico ridotto insufficiente ai bisogni della crescente popolazione scolastica;

Ritenuto inoltre che l’attuale mancanza di unicità di indirizzo am-ministrativo per detta frazione, pone le Amministrazioni Comunali interessate nella impossibilità di curare i vitali problemi della im-portante borgata che, come sopra si è detto, per essere il naturale scalo del commercio della ubertosa valle del Cesano e stazione bal-neare dell’Adriatico in continuo sviluppo, hanno urgente bisogno di essere curati e risolti;

Tenuto presente infine che col provvedimento invocato si verrebbe a correggere l’anomalia del confine attualmente esistente in detta frazione con l’appartenere la borgata stessa a due comuni e cioè a quello di Fano per circa un terzo ed a quello di Mondolfo il rima-nente;

Attesoché la richiesta oltre che a trovare l’appoggio nelle vigenti di-sposizioni di legge trova il suo giusto fondamento dalla forza e la bontà delle ragioni esposte;

Vista altresì la relazione integrativa allegata alla presente DELIBERA

Di chiedere al competente Ministero che quella parte della frazione di Marotta appartenente attualmente alla giurisdizione territoriale del comune di Fano unitamente ad una congrua parte di territorio, venga aggregata al comune di Mondolfo104.

La richiesta poggiava su ragioni oggettive ed interveniva dopo i numerosi provvedimenti di riordino operati dal governo che a par-tire dal 1927 aveva apportato rilevanti modifiche alle circoscrizioni comunali; nella sola provincia di Pesaro Urbino, in considerazione della ridotta estensione territoriale e della scarsa consistenza della popolazione erano stati soppressi 17 comuni: Fratte Rosa, Serra

104 Archivio Comunale Mondolfo. Atti del Podestà anno 1935.

Sant’Abbondio, Sorbolongo, Pozzo Alto, Novilara, Ginestreto, Can-delara, Fiorenzuola di Focara, Maiolo, Talamello, Sassofeltrio, Mon-tecerignone, Pietrarubbia, Frontino, Peglio, Petriano, Scavolino, ed i rispettivi territori erano stati annessi ai comuni limitrofi funzional-mente più organizzati105.

Marotta anni ’40 piazza Roma e viale Carducci. Archivio Mario Ercolani Marotta.

L’aggregazione a Mondolfo della frazione di Marotta di Fano ri-entrava nel contesto delle politiche del governo che aveva ridotto sensibilmente il numero dei comuni ed intendeva rendere più fun-zionali le conformazioni dei territori per conferire maggiore organi-cità alle circoscrizioni comunali. Esistevano dunque fondate ragioni per confidare sull’esito positivo dell’iniziativa, ma ormai tutte le at-tenzioni degli organi di governo erano concentrate nel sostegno alla

105 Stefano Lancioni – Maria Chiara Marcucci, Storia della Provincia di Pesaro Urbino 2000/2003, Cap.XXVIII Sotto il regime fascista La fine delle Libertà.

guerra per la conquista dell’Etiopia e nella circostanza la deliberazio-ne di riordino territoriale assunta dal Podestà non vendeliberazio-ne approvata dal Prefetto e il tentativo si concluse in maniera infruttuosa.

Nella seconda metà degli anni ‘30, il regime fascista in previsione di un nuovo conflitto decise di favorire l’industria degli armamen-ti, provocando restrizioni economiche e l’aumento del costo della vita; nel territorio provinciale le attività edilizie furono sospese per la mancanza di cemento e dei laterizi che non venivano più prodot-ti dalle fornaci per la penuria di carburante, con lo scoppio della 2a guerra mondiale anche la pesca di mare venne abbandonata e le uniche risorse economiche del territorio provenivano dalle attività agricole106.

Alla vigilia della guerra l’agricoltura costituiva l’attività trainante dell’economia della provincia di Pesaro Urbino dove il 68% della po-polazione attiva si dedicava alla lavorazione dei campi. Nel territorio di Mondolfo la principale coltura seminata era il grano, accompa-gnato da granoturco, avena e fave, diffuse anche le piante della vite e dell’olivo. Un posto ragguardevole nell’economia agricola del co-mune aveva l’allevamento del bestiame che garantiva la produzione di circa 1500 ettolitri di latte all’anno107.

Con l’inizio del conflitto mondiale molti pescatori di Marotta dovettero andare in guerra e l’attività della pesca, effettuata dagli abitanti con piccole barche a vela di tipo familiare, nonostante la pe-nuria di carburante per le “lampare”108, continuò ad essere praticata seppure con una ridotta quantità del pescato. Il 18 ottobre 1941 il Commissario Prefettizio di Nocera Umbra, rivolgendosi al Podestà

106 ANPI Pesaro, Fondo Antifascismo nella Provincia di Pesaro Urbino in copia dall’Ar-chivio Centrale di Stato, Serie “Relazioni trimestrali del Questore anni 1937- 1941”.

107 Alessandro Berluti. Mondolfo e Marotta nella seconda guerra mondiale. L’economia del territorio comunale. 2002.

108 Grossi lumi ad acetilene che si appendevano alla prua delle barche per la pesca not-turna.

di Mondolfo per avere indicazioni sull’approvvigionamento del pe-sce, riceve una secca risposta: “La produzione del pesce in questo comune non è sufficiente per i bisogni della popolazione”109.

109 Alessandro Berluti. Mondolfo e Marotta nella seconda guerra mondiale. La situazio-ne della pesca. 2002.