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• Nuove forme di mercato, lavoro

E non sono solo esigenze delle persone e dei cittadini, ma anche ma società e la comunità richiedono per food security, accessibilità a cibi sani, soluzioni per le città, soluzioni per i mercati nuovi e forme di business nuove in risposta alla crisi, e richiedono Smart city.

L’architetto deve trovare gli spazi, le forme , le tecnologie , i modi, per rispondere, guidando i processi di agricoltura urbana a una integrazione a scala urbana e di edificio.

L’agricoltura urbana infatti, diviene una potenziale risposta a molte delle domande sia dei cittadini che

delle istituzioni, grazie alla multifunzionalità cui si compone e i servizi ecosistemici cui si lega

.

I concorsi stessi di progettazione possono essere considerati segnale di un interesse al tema progettuale. Vediamo come l’interesse dell’ architetto nei confronti di questi temi si sta diffondendo anche in Italia, ed esempi sono il Concorso di Idee per orti urbani a Bologna, dove oggetto di concorso è stata la realizzazione di orti i n aree verdi (giardini), o il Concorso di idee per la progettazione di orti urbani su lastrici solari e terrazzi di edifici in Milano promosso da Collegio Architetti e Ingegneri di Milano, Ordine Ingegneri e Architetti Milano e Hortus 2015 for a growing Milan47. Oggetto di quest’ultimo concorso è l’elaborazione di un progetto preliminare, di sistemazione a verde orticolo, di lastrici solari e terrazzi di edifici realmente esistenti in Milano, caratterizzati dalla presenza di superfici atte alla trasformazione prevista.

Interessante vedere come siano stati oggetto di concorsi da un lato aree verdi, e dall’altro aree pavimentate. L’Agricoltura Urbana apre quindi di una nuova tipologia di spazio urbano che richiede norme e tecnologie per l’integrazione.

Un esempio ancora dell’interesse, questa volta non da un punto di vista progettuale, può essere il concorso di http://kidscreativelab.ovs.it, dove in palio vi è un kit per regalare un orto alla propria scuola.

Fig 4.24, 4.25 Bright Dawn Farm Designed by Freecell Levittown, NY All’interno del progetto di As Open House di Droog di Diller Scofidio + Renfro, Freecell progetta una fattoria suburbana che possa coltivare prodotti da vendere alla comnunità locale

                                                                                                               

47 Vison di Hortus 2015: Promuovere la cultura della sostenibilità, in ambito urbano, attraverso la riproposizione dell’orticoltura…

Per un nuova identità della città, strettamente ancorata alle proprie antiche radici.

Mission: Che alcune erbe siano curative non è una novità. Che i prodotti dell’orto abbiano mantenuto in vita e in salute per secoli i nostri antenati, nemmeno. Che fino all’avvento dell’era industriale anche le città fossero costellate di orti è un fatto risaputo. Che Milano ne sia stato un concreto esempio è storia. Che si possa tornare a coltivare Milano e trarne un effettivo conforto collettivo è il nostro progetto per un futuro più sostenibile e per:

• migliorare l’estetica della città e farla ri-amare; • incrementare la qualità dell’aria;

• incrementare le prestazioni termiche degli edifici senza la necessità di costosi impianti; • realizzare un’autentica spesa a Km zero;

• creare nuove relazione fra cittadini; • realizzare spazi didattici;

• creare un habitat più favorevole per umani e animali;

• creare occupazione e svago per anziani e responsabilizzare i bambini;

• stimolare nei milanesi una maggiore consapevolezza sui temi del risparmio energetico e dell’ecologia; • abbattere il logorio della vita cittadina attraverso un ritrovato contatto con la terra e con i suoi vitali frutti.

Fig 4.26, 4.27 Urbanana Designed by Paris, France Urbanana è una serra proposta per superare i gaps tra gli edifici Haussamaniani dei boulevards Parigini.. Questa facility darà la possibilità di coltivare banane e altre piante che non crescerebbero nel clima parigino, al fine di ovviare al problema del trasporto di prodotti esotici.

Fig 4.28, 4.29 FARMADELPHIA Designed by Front Studio Architects, LLC Philadelphia, PA FARMADELPHIA è un progetto che propone la trasformazione diell’ambiente urbano introducendo terreni agricoli nel tessuto di Philadelphia’s unendo lyfestyle urbano e rurale..

Fig 4.30 UpGarden Designed by Kistler Higbee Cahoot and Eric Higbee | Landscape Architect Seattle, WA Sul tetto del Mercer

Street Garage in downtown Seattle, UpGarden è un community garden completamente pubblico

.

Fig 4.31 EOA Elmslie Osler Architecture NY ha al suo interno chiamata Grow Studio, specializzata in urban agricultur, che si occupa di integrare food systems in spazi commerciali, residenziali, e verdi esistenti creando un proprio brand progettuale. Un progetto ad esempio è The Urban Farming Food Chain: una serie di spazi per la coltiuvazione verticale, che creano uno spazio continuo per la coltivazione di frutta a e verdura.

Fig 4.32 Bill Eubanks, direttore creativo di Urban Edge Studio (UES), Mount Pleasant, ha di recente affrontato il tema della agricoltura urbana. UES è spacializzato in urban walkability, piazze, parchi, e in generali spazi urbani. UES ha sviluppato anche una serie di progetti di urban agriculture, tra cui Medical University of South Carolina's Urban Farm (MUSC).

MUSC Urban Farm si affianca all’università nella mission di promuovere stili di vita salutari ed educazione alimentare, ospitando lezioni, workshops, e produzione di alimenti.

Fig 4.33 April Philips Design Works (APDW) California si occupa di spazi ricreativi e di fuga dalla città. Lo studio si occupa anche di sostenibilità in architettura. Lo studio si occupa di landscape architecture, ma ad oggi anche di agricoltura urbana e green roof design.

APDW insieme alla Miller Creek Middle School ha creato il : uno spazio kid friendly and food focused, proprio nell’area della scuola.

Fig 4.34, 4.35

 

Kenneth Weikal Landscape Architecture è un’altra firma che si occupa di productive landscapes,ed ha

progettato il Lafayette Greens Urban Garden a Detroit. Questo giardino è l’emblema degli spazi inutilizzati e delle aree degradate della città rivitalizzati dalla presenza di una farm che ha dato senso di comunità.

Fig 4.36, 4.37

 

BASE Landscape ha progettato, su quello che prima era un parcheggio, 5 acri di rooftop farm e playground:

Bronx Roofpark. Si trarra di uno spazio per aducazione alimentare, attività ricerative, cucine, spazi di gioco.

La città di Los Angeles ha sviluppato il Urban Agriculture Plan, che persegue l’obiettivo di generare un quartiere sostenibile , Los Angeles River Neighborhood, attraverso la strategia dell’Agricoltura Urbana. Il piano identifica strategie , luoghi, e interventi che possano generare effetti postivi. Il piano è proposto da Los Angeles River, che ha lo scopo di sensibilizzare le comunità sui temi dello sviluppo economico attraverso attività di agricoltura e legate all’alimentazione. L’Agricoltura Urbana deve comprendere anche trasformazione e vendita oltre alla coltivazione. Obiettivo è creare un ambiente sostenibile, sano .

La Conferenza delle Regioni (http:// http://www. ortosociale.org) nella riunione del 19 gennaio 2012 ha preso posizione rispetto al tema dell’agricoltura sociale, approvando un documento. Alcuni punti “estratti” dal Documento: “L’agricoltura, nel corso degli ultimi anni, ha assunto ruoli diversi, passando da semplice produttrice di beni, per il raggiungimento dell’autosussistenza , a quello di tutela del territorio, di mantenimento delle aree rurali, di custode della qualità del prodotto alimentare, di tutela

dei prodotti tipici, oltre a consentire la conservazione degli usi e delle tradizioni del mondo contadino. L’agricoltura è diventata, grazie alle prime forme di impresa etica, il luogo dove poter creare servizi di prossimità, attraverso cui promuovere azioni terapeutiche, educative, ricreative, culturali, di inclusione sociale”. “L’agricoltura sociale – prosegue il documento - è nata inizialmente come bottom-up, grazie ad atteggiamenti che vanno dal basso verso l’alto. Questi atteggiamenti sociali di prossimità, unitamente agli attori sociali, consentono la nascita di strutture come gli agriasili, gli agri-nidi, le fattorie didattiche al cui interno è possibile svolgere attività ludico- ricreative attraverso cui poter conoscere il processo di trasformazione e vendita dei prodotti agroalimentari.

“Dell’agricoltura sociale, inoltre, si deve sottolineare la sua straordinaria forza terapeutica. Si pensi, ad esempio, agli ottimi risultati ottenuti con l’ippoterapia, la pet-therapy e l’orticoltura-terapia, per chi è affetto da deficit comportamentali, come i bambini soggetti dalla “sindrome di Down”.

Questo interesse di ingegneri, architetti e design non può che essere considerata una grandissima opportunità di supporto intellettuale e di “pubblicità” per i “community garden”, per permetterne la diffusione attraverso i media ed anche per fornirne supporti teorico progettuali.

Da una analisi dello stato dell’arte e della letteratura emergono alcune ricerche sul tema. The Potential for Urban Agriculture in New York City Growing Capacity, Food Security, & Green Urban Design Lab at the Earth Institute Columbia University . Si tratta di una ricerca che ha mostrato il potenziale della città per l’agricoltura urbana, partendo dalla considerazione che già molte esperienze stanno nascendo in quel contesto. La ricerca analizza l’agricoltura urbana, e descrive e localizza su delle mappe alcune esperienze già attivate sul territorio della città di NY, e descrive le politiche attivate nella città. Inoltre identifica e quantifica gli spazi disponibili, calcolando poi le potenzialità produttive di ognuno di essi:

• vacant lots • gli spazi • scuole • parcheggi

• spazi pubblici o privati ad uso pubblico • verde di corredo stradale

• giardini e spazi di pertinenza delle case • tetti piani

L’Agricoltura Urbana viene affrontata poi nei suoi diversi aspetti e implicazioni: Sostenibilità, Food security, Gestione idrica, Energia, Ambiente e effetto isola di calore, rifiuti.

Simile è la ricerca di Mickey Tomkins, dottore di ricerca in UK con la tesi “The Edible Urban Landscape, an assesment method for retrofitting , Urban Agriculture into an Inner Lodon Test Site”

Fig 4.38 AA.VV (2012) The Potential fo rUrban Agriculture in New York City Growing Capacity, Food Security, & Green Infrastructure , Urban Design Lab at the Earth Institute Columbia University Edition urbandesignlab.columbia.edu

4.9 Gli attori

La multifunzionalità della Agricoltura Urbana si rispecchia anche nella molteplicità dei suoi attori, utenti e stakeholders.

Ogni intervento da un lato ospita utenti dell’orto (chi si occupa effettivamente dell’orto48) e visitatori, dall’altro intorno ad esso stakeholders e beneficiari diretti o indiretti delle attività (clienti, studenti ecc.). Per quanto riguarda gli utenti questi dovranno essere individuati casi per caso49, mentre possiamo individuare quali siano i portatori di interesse di una infrastruttura urbana di verde produttivo, considerando appunto la UA come una strategia urbana a 360°.

Cittadini, come produttori e consumatori, che possono beneficiare della produzione come autosostentamento familiare, avere disponibilità prodotti locali, riavvicinarsi alla produzione da un punto di vista conoscitivo e culturale

Proprietari degli spazi, di qualsiasi tipo, che possono essere affittati o dati in concessione una volta arricchiti de nuove funzioni. I proprietari possono essere pubblici o privati (cittadini o società/associazione) e possono fruire direttamente dello spazio, o affittarlo o darlo in concessione o in comodato.

Agricoltori locali che possono avvalersi di spazi urbani o di reti di vendita urbane, ma devono al contempo anche essere considerati in modo da non essere danneggiati da politiche di agricoltura urbana.

Cooperative di trasformazione e loro consorzi (cantine sociali, oleifici sociali, caseifici sociali, altri settori).

Imprenditori (produttori, fornitori, trasformatori, trasportatori, promoters , managers) produttori associati (consorzi di tutela, associazioni di produttori, ecc.);che possono avvalersi di nuove possibilità di mercato o commerciali legate alla produzione ed alla commercializzazione di prodotti locali inserendosi in un nuovo network di filiera urbana , ma anche instaurare nuove forme di imprenditoria sociale.

Associazioni e cooperative a scopo sociale (recupero, aiuto) o terapeutico che possono sviluppare attività in questa direzione legate alla agricoltura urbana.

Attività commerciali e distributori: alimentari, ristoranti, bar, supermercati secondo le modalità indicate possono produrre e vendere o trarre vantaggio da un nuovo network di filiera urbana.

Agriturismi urbani secondo le modalità indicate possono produrre e vendere o trarre vantaggio da un nuovo network di filiera urbana.

Ministeri, Regioni, Province, Stati e Organizzazioni Internazionali, Organizzazioni statali e parastatali (di commercianti, sociali, centri osservatori per la protezione della natura), NGOs, agenzie governative ed internazionali .

Università, Scuole che possono inserirsi in un network di Agricoltura Urbana a scopo educativo e di ricerca.

Ospedali che possono produrre, o acquistare e somministrare prodotti locali inserendosi in un nuovo network di filiera urbana, o avvalersi della potenzialità della UA in termini di terapia.

Mense, che possono produrre, o acquistare e somministrare prodotti locali inserendosi in un nuovo network di filiera urbana

Vi sono attori coinvolti, e non solo fruitori, ovvero che non sono direttamente coinvolti nell’attività ma ne sono legati. Tra questi si pensi a:

Tra loro questi attori possono avere relazioni diverse: complementari, sinergiche, antagoniste,

competitive, collaborative.

                                                                                                               

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La coltivazione dell’orto “fai da te” attualmente in Italia attira 2 famiglie su 10 L’”urban farmer” secondo i dati della Confederazione Italiana Agricoltori ha in media 45 anni, un livello d’istruzionemedio alto, ed una grande sensibilità ambientale, si consideri che nel 55% dei casi è diplomato e nel 30% ha una laurea. Proprio per questi motivi l’avvicinamento all’agricoltura è mosso principalmente da input culturali piuttosto che economici. Nella maggioranza dei casi è un insegnate (20%) o impiegato (13%), meno frequenti operai (10%) e imprenditori (3%), i giovani e gli student solamente negli ultimi anni si stanno avvicinando a queste realtà. La categoria che mantiene la guida di questo fenomeno sono i pensionati (40%) per il maggior tempo libero a disposizione, per i legami forti legami con le attività pratiche ed agricole della coltivazione dell’orto. Attualmente il fenomeno si registra maggiormente nel nord Italia.

4.10 Urban Agricultural Law: il caso U.S.A e i Form Based Codes

Uno step verso la progettazione è certamente fornire alla UA un suo quadro normativo50, una sua istituzionalizzazione e, come in alcuni casi già attuale, un uso del suolo. Città come Portland (USA), Vancouver (Canada), Cienfuegos (Cuba), Dar es Salaam (Tanzania), Rosario (Argentina) hanno fatto un inventario delle zona “vacanti” per fare UA in modo da avere una visone delle reali opportunità. Si tratta dunque in questi casi di individuare gli spazi urbani aperti che avranno vocazione agricola.vAltre città hanno optato per misure diverse come:

• Rendere del terreno disponibile (ad esempio terreni preposti ad altro usi ma non ancora usati) per gruppi di cittadini con procedure di concessione temporanea o affitto o licenza (per periodi più o meno lunghi) e vi sono casi anche in Italia51. Questo può essere coltivato, in modo sostenibile..

• Stabilire incentivi fiscali per proprietari terrieri che lasciano i terreni ai cittadino (poveri) per farli coltivare. Vi sono metodi di concessine temporanea, occupazione temporanea, e sono regolamentati. Tutto deve avvenire in sicurezza, sotto legge e in modo sostenibile.

La diffusione del fenomeno dell’agricoltura urbana ha portato alla diffusione di leggi e regolamenti che ne regolano l’inserimento in ambito urbano, istituzionalizzandola e legalizzandola come un uso del suolo.

Un primo esempio viene da Cuba: negli anni Novanta, in un periodo di crisi economica, i cittadini coltivavano ovunque, dai lotti inedificati, agli spazi abbandonati, alle proprie terrazze. Il fenomeno, spontaneo, viene istituzionalizzato e nel 1993 nasce il Urban Agriculture Department che adatta il regolamento urbano a questa nuova forma di appropriazione, mette in rete e crea un network di figure professionali legate al fenomeno (educatori, monitoratori, proprietari di terreno, agricoltori), crea le seed houses e dei punti informazione, stabilisce una infrastruttura per la vendita diretta tramite farmers market.

San Francisco è la più grande città americana che ha adattato le sue norme a un fenomeno

emergente come la UA, ed infatti ha emesso una legge molto progressista in tema di agricoltura urbana. Questa autorizza esplicitamente l’agricoltura in tutte le zone della città, e rende legale per un coltivatore vendere i propri prodotti (anche quelli del proprio giardino) all’interno della città. E inoltre le tasse per convertire i vacant lots in urban gardens sono state abbassate da $3000 a $300. La maggior parte dei progetti di UA a San Francisco sono no profit, e la legge favorirebbe anche questi, c permettendo loro di vendere i prodotti e creare delle urban farms con conseguente creazione di posti di lavoro. In sostanza viene istituzionalizzata la presenza di aziende agricole (urban farms) su

terreni urbani.

Anche Detroit fa passi avanti nel legalizzare l’agricoltura all’interno della città52: vi sono infatti 355 tra urban farms e community gardens, che sarebbero rimasti illegali secondo le attuali regole di zoning . Detroit ha perso più di un quarto della popolazione tra il 2010 e il 2011 e conta circa 200 000 lotti inutilizzati che però hanno un costo di manutenzione sebbene vuoti. Questi sono localizzati sono tra gli edifici, spesso abbandonati, in zone degradate, e creano situazioni di degrado ancora più accentuate. Consapevole dell’importanza della UA nel migliorare il senso di comunità, dare salute, sicurezza e cerare senso di comunità e eliminare il degrado dovuto ai suddetti vacant lots, Detroit ha guardato al fenomeno dell’Agricoltura Urbana come possibile strategia e soluzione.

Uno dei maggiori elementi principali in questa direzione è stato è il Michigan’s Right to Farm Act (RTFA) , adottato già nel 1981, originariamente era stato realizzato per proteggere le aree rurali dallo sconfinamento urbano, con leggi locali e regolamenti di zonizzazione. Nel 2013 la Detroit’s City Planning approva Urban Agriculture Ordinance.

La Urban Agriculture Ordinance non pone limiti o minimi di uso agricolo urbano su lotti commerciali o meno, e permette la vendita dei prodotti o in farmers markets o diretta proprio dal proprio appezzamento, a privati, pubblico, negozi e supermercati. La proposta avanza inoltre la formazione di un Agriculture Review Committee per la gestione.

La Urban Agriculture Ordinance di Detroit si rivolge a vari tipi di usi agricoli e ad esso connessi che adesso risultanp permessi per legge all’interno della città.: agricoltura tradizionale, giardinaggio, idrocoltura, acquaponica, farmers market, serre, idroponico.53

Gli orti urbani dunquecsono permessi, con certi regolamenti, in molte categorie di uso del suolo: