Ovviamente a fianco di immagini visionarie di edifici dediti alla produzione, se consideraiamo la vertical farm come un volume dove si produce indoor con la coltivazione idroponica, allora possiamo dire che vi sono alcuni esempi realizzati, ovvero aziende alimentari o supermercati che hanno integrato una vertical farm: uno spazio, un volume, in cui gli alimenti sono coltivati su più livelli. Allo stato attuale a Singapore è stata realizzata una Vertical farm il cui concetto si avvicina a quello di Despommier, ovvero un grande volume totalmente dedito alla produzione di ortaggi.
Fig 5.55 Singapore Vertical Farm Sky Greens
Fig 5.55 Vertical Farms realizzate, Despommier D. 2010 “The vertical farm: feeding the world in the 21st century”, in Thomas Dunne Books/St. Martin's Press
Si tratta di una serra alta 9m dove le piante sono alloggiate su più mivelli grazie alla tecnologia irdoponica di elevate automazione . La produzione, Year round, è da 5 a 10 volte superiorie rispetto a quella con metodi tradizionali. Il sistema ruotano, il che rende migliore la manutenzione. Il sistema usa poca energia per far ruotare il sistema, e pica acqua grazie al cicko chiuso.
Un Vertical Farm Viability Index (VFVI)44 è stato messo a punto per verificare la fattibilità di vf nei
paesi. Indicatori
• Environmental Performance Index (EPI) sviluppato dal Center for Environmental Law and Policy at Yale University, misura la salute ambientale di un paese e la vitalità dell’ecosistema tramite 6 categorie: riflette la coscienza ambientale e l’impegno
• gross domestic product per capita (GDP il nostro PIL) misura le possibilità e le risorse di un paese
• Birth rate
44 Socioeconomic and Political Implications of Vertical Farming Elizabeth Reitano, Elizabeth Del Giacco, Sonia Touré, Greg Gin,
Ivan
Fig 5.56 Socioeconomic and Political Implications of Vertical Farming Elizabeth Reitano, Elizabeth Del Giacco, Sonia Touré, Greg Gin, Ivan
Ramirez Medical Ecology Spring 2006 Columbia University
produzione di una VF rspetto all’agricoltura tradizionale
Fig 5.57 costi della VF , Socioeconomic and Political Implications of Vertical Farming Elizabeth Reitano, Elizabeth Del Giacco, Sonia Touré, Greg Gin, Ivan Ramirez Medical Ecology Spring 2006 Columbia University
5.6 Diffusione del fenomeno ed approccio bottom-up e top down
Uno sguardo sulla situazione in Europa lo forniscono i dati del progetto Cost Action Urban Agriculture, che mostrano come il fenomeno si sia diffuso nei contesti di analisi della ricerca tramite la nascita di associazioni legate all’Agricoltura Urbana, di progetti, nazionali, di centri di ricerca sul fenomeno.Fig 5.60 diffusione dell’agricoltura urbana fonte immagini: http://archivio.internazionale.it/atlante/agricoltura-urbana
Alla luce di quanto sopra riportato e delle tipologie di intervento descritte possiamo a nostro avviso identificare due approcci alla Agricoltura Urbana: bottom-up e top-down. In entrambi i casi l’obiettivo è rispondere alle medesime necessità: riqualificazione urbana, qualità della vita, comunità, spazi conditivisi, uso sostenibile del suolo, attività educative, coinvolgimento di categorie svantaggiate, recupero del rapporto col cibo, educazione alimentare, consapevolezza e conoscenza degli alimenti. Ogni paese sente diversamente i problemi, ad esempio in Italia è certamente meno urgente rispetto agli stati uniti, dove i prodotti alimentari fanno migliaia di km from farm to fork, o in Olanda dove il tema del management del suolo è sempre stato alla base dello sviluppo del paese.
La Thirsk nota come, nelle fasi di agricoltura alternativa, le soluzioni ai problemi dell’agricoltura spesso vengono dal basso, tramite iniziative di contadini coraggiosi e spesso ricchi di fantasia, pronti a mettersi in gioco cercando idee che permettano al loro lavoro di essere socialmente riconosciuto, oltre che redditizio.45 Al contrario a livello governativo, i assiste ad un generale ritardo nel recepire queste realtà e ad una certa inerzia nel favorire e nel mettere in atto i cambiamenti.
Con bottom-up si intendono quelli interventi originati direttamente dagli utenti, che entrano in possesso di un terreno (in modo anche indipendente se non illegale)e modificano lo spazio secondo le proprie esigenze dandogli nuova qualità funzione. Il fenomeno nasce infatti solitamente dal iniziativa di privati che si auto-organizzano per un uso proprio, oppure più di recente che mettono in piedi veri e propri business legati alla produzione di frutta e verdura in città. Solitamente si tratta di attività praticate in spazi piccoli poiché gestiti da singole persone o gruppi ristretti. Includiamo in questo gruppo attività nei propri giardini, sui balconi, sulle terrazze, fatte per autoproduzione e autoconsumo o per hobby. Si includono anche interventi di appropriazione di terreni pubblici, tipo guerrilla gardens o orti spontanei. Solitamente sono coinvolti privati, gruppi e associazioni che gestiscono lo spazoi, bambini, famiglie, agricoltori e chiunque ne tragga vantaggio in termini di educazione, svago, produzione. Questa forma di UA mira alla produzione di piccola scala, per auotoconsumo, o , se permesso, per vendita diretta. Sostenibilità, spazio condiviso, partecipazione, security and food justice, educazione, svago sono alcune delle esigenze cui risponde. Generalmente la produzione avviene in spazi privati o tramite presa di possesso di spazio pubblico, in modo illegale o legale secondo le politiche locali. Solitamente implica processo partecipativo quando la richiesta dal gruppo dei cittadini viene fatta alla PA, attività di volontariato per realizzazione e gestione. Sono utilizzate tecnologie
Con Top-down : progetti che non nascono spontaneamente o su richiesta dei cittadini, ma introdotti da pubbliche amministrazioni o gruppi 46con il preciso intento di modificare lo stile di vita dei cittadini,
45 THIRSK J., (1997 )“Alternative Agriculture. A History. From the Black Death to the Present Day, Oxford University Press, Oxford,
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