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QUESTIONI APERTE: ACQUA, SUOLO, ENERGIA, RIFIUTI, MERCATO

7.1 Inquinamento del terreno urbano e dell’aria

La prima via da cui le piante traggono gli elementi nutritivi e di conseguenza anche inquinanti è il terreno, tramite le radici, ma alcune tracce di depositi sono causate anche dall’atmosfera perché assorbiti tramite le foglie 1(un classico sono Pb, Cr Cd prese dall’aria dagli ortaggi a foglia ). 2Alcune concentrazioni di elementi sono normali nella pianta, altri, se in concentrazioni elevate, possono essere dannosi anche per l’uomo. La quantità di elementi presi dalle radici dipende dalla pianta (specie, età) e dal suolo (ph, tipo). La relazione tra terreno inquinato e piante è stata affrontata e dimostrata, anche se la relazione non è così lineare e scontata, ma in linea di massima assorbono gli inquinanti. Altri elementi contenuti in aria si posano sulle foglie e in terra (in questo caso inquinano il terreno e sono assorbiti dalla pianta).

L’inquinamento dell’aria (l’aria urbana è certamente inquinata3) deve essere valutato, ed è un problema specialmente poiché causa il deposito di metalli pesanti nell’aria (piombo e incombusti che derivano dal traffico automobilistico, il rame, il cromo e altri metalli pesanti provenienti dall’attività industriale) sul terreno, e che possono dunque essere assorbiti dalle piante, e sulle foglie.

Le polveri sottili che si depositano sugli ortaggi non creano alcuna alterazione del prodotto, e con lavaggio con acqua e bicarbonato è possibile rimuovere qualsiasi deposito potenzialmente tossico . Per proteggere gli ortaggi dalle polveri sottili è possibile:

• proteggere il raccolto, con sistemi serra,

• allontanarsi dalla fonte4 di concentrazione delle polveri sottili, collocandosi dunque sulle coperture degli edifici o comunque oltre il terzo-quarto piano, oppure nei pressi di aree verdi e che quindi già hanno un ruolo di riduzione e assorbimento delle polveri sottili.5

• abbattere le polveri sottili nella zona ortiva prevedendo piante atte allo scopo

                                                                                                               

1 VOUTSA D., GRIMANIS A. B & C., SAMARA A. (1996) “Trace Elements In Vegetables Grown In An Industrial Area In Relation To Soil And Air Particulate Matter”

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Le funzioni principali dell’apparato radicale sono:

• rifornire la pianta d’acqua e di sali minerali assorbiti dal suolo e disciolti in essa;

• accumulare parte delle sostanze che la pianta produce con la fotosintesi sotto forma di carboidrati (come l’amido) • fornire sostegno e ancoraggio alla pianta.

La maggior parte dell’acqua entra nelle radici passando per peli radicali.

Solo una piccola parte dell’acqua assorbita viene realmente utilizzata nella reazione di fotosintesi; la maggior parte serve per il trasporto delle sostanze all’interno dell’organismo vegetale.

Nella pagina inferiore della foglia si trovano gli stomi, da cui entrano ed escono l’ossigeno, l’anidride carbonica e vapore acqueo. La foglia è ricca di clorofilla., ed è qui che avviene la fotosintesi clorofilliana ( durante il giorno le foglie assorbono dall'aria anidride carbonica , e liberano ossigeno

3

 Una ricerca condotta da Laboratorio Conal Milano (società di servizi nel settore agroalimentare e ambientale che lavora per

Legambiente e l ‘ONU) ha condotto esami chimici per verificare la presenza di metalli pesanti nell’aria (piombo e incombusti che derivano dal traffico automobilistico, il rame, il cromo e altri metalli pesanti provenienti dall’attività industriale) nell’aria, che possono depistarsi sulla superficie degli ortaggi: il livello di queste sostanze è risultato inferiore a quello di riferimento fissato dalla Unione Europea, dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, dall’USDA (Unites States Departement of Agriculture) Nutrient Data Laboratory.

4Secondo l’articolo M. AGRAWALA,*, B. SINGHA, M. RAJPUTA, F. MARSHALLB, J.N.B. BELLB (2003) “Effect of air pollution

on peri-urban agriculture: a case study Department of Botany, Banaras Hindu University, Varanasi, India” ” in Evironemental Pollution 126, p. 323-9, il terreno urbano è certamente esposto da inquinanti arei e terreni. La ricerca seleziona 4 zone della città di Varanasi city, con diversi livelli di inquinamento atmosferico:

1: area agricola a sud, a 3Km da una autostrada

2 area nel Botanical Garden della Banaras Hindu University in una zona tranquilla 3 media densità di poplazione che coltiva nei giardini

4 area coltivata con vicini piccole industrei

L’articolo evidenzia come la lontananza da zone inquinate, sebbene si sia in città, garantisce livelli di inquinanti paragonabili a quelli delle aree limitrofe

Uno studio su esempio di una zona industriale di Salonicco4, con risultati:

• Livelli normali di elementi, anzi Pb e Cd inferiori (evidentemente il terreno nonostante l’area industriale non era cosi male)

• Livelli come in aree non contaminate ad eccezione in genere degli ortaggi a foglia

• Lavandoli o sbucciandoli andava via una buona parte degli elementi (quindi molti erano depositati)

Infatti il terreno non era messo male, mentre l’aria era inquinata . Il punto è che i livelli di elementi tra aria, terreno e alimenti non era lineare.

5

 

Uno studio ucraino-tedesco (Dipartimento di ecologia dell’Universita’ tecnica di Berlino, in collaborazione con l’Orto botanico dell’Universita’ nazionale di Khmelnitsky in Ucraina )sulle condizioni della verdura coltivata nel centro di Berlino dichiara che la quantità di metalli pesanti riscontrata negli ortaggi è decisamente più alta in città che in campagna, con percentuali che variano moltissimo a seconda del tipo di esposizione al traffico, dei metodi di coltivazione e delle strutture ospitanti, mentre il tipo di ortaggio non sembra influire in modo significativo. Un confronto tra i prodotti degli orti urbani e quelli venduti nei supermercati ha mostrato come i primi presentino un contenuto di metalli pesanti maggiore. È stato poi analizzato nella ricerca l’effettodel traffico: Il più alto carico di traffico da veicoli ha incrementato il contenuto in metalli e tutti gli ortaggi hanno mostrato concentrazioni più elevate di piombo se coltivati in siti prossimi a strade con traffico elevato . La presenza di edifici e di masse di vegetali situati tra la coltivazione e le strade hanno avuto il ruolo di barriere e filtro, riducendo il contenuto in metalli.

Un discorso differente vale per il terreno, sul quale si depositano dal quale vengono trattenuti inquinanti e metalli pesanti. Il suolo maggiormente a rischio si colloca nelle ex aree industriali, ma anche in aree residenziali è importante tenere presente che scarti di costruzione, asfaltatura, e abbandono di rifiuti abusivi possono rendere il terreno inutilizzabile. Il terreno urbano è inquinato (una ricerca su 54 community gardens di New York mostra come nel 70% dei casi il terreno abbia livelli di inquinamento superiori ai valori di sicurezza) 6 a causa delle polveri sottili e polveri metalliche, derivanti dalla combustione (vari tipi) e da altre cause, una ad esempio l’uso dei freni, e le piante prendono nutrienti, e di conseguenza inquinanti, direttamente dal terreno piuttosto che dall’aria(in tal caso le polveri si depositano sulle foglie).

Per questo motivo è opportuno o effettuare delle analisi sul terreno ed in seguito si possono operare due soluzioni:

• riparazione: bonifica del terreno: questo può avvenire tramite fito-rimedi (rimozione inquinanti e contaminati tramite l’uso di microorganismi) e lo stesso compost. Alcuni metalli pesanti sono difficili da rimuovere, am vi sono piante (come i girasoli) che s piantate possono avere un ruolo di bonifica del terreno).

• alternativa: ricorre alla coltivazione in contenitori (raised beds, vasi) con terra di riporto creando un fondo isolante con il terreno sottostante, o optare per tecnologie di coltivazione fuori suolo. Questa opzione è ovviamente raccomandata anche in caso di dubbio o in cui non si possano effettuare analisi sul terreno

Ulteriori indicazioni sono:

• non localizzare l’orto troppo vicino a strade (almeno 5-10m) e specialmente a discariche o a industrie

• localizzare l’orto lontano da posti con zanzara e altri insetti che portano patogeni

In fase di scelta del sito o di progettazione, può essere vincente scegliere aree dove vi è già una presenza vegetale che possa abbattere le polveri sottili, o prevederne di nuova da integrare al verde produttivo La tipologia delle essenze in questo casi deve includere piante con le loro foglie riescono a incamerare e stoccare CO2 e metalli pesanti, migliorando la qualità dell’aria cittadina7. Negli spazi aperti come giardini o strade cittadine, le piante contribuiscono a ridurre gli effetti dello smog8 assimilando monossido di carbonio, anidrite solforosa, biossido d’azoto e polveri sottili e attenuando il rumore del traffico.

Ma la vegetazione può avere anche altri scopi, ed infatti si possono prevedere Alberi, cespugli, prati e pavimentazioni progettati in modo da migliorare il microclima della zona, , piante con fiori che attirano animali per l’impollinazione e per la biodiversità, piante che funzionano da barriere al rumore. E necessario allora evidenziare l’importanza di informare i “coltivatori urbani” della necessità di scegliere con attenzione i siti da destinare alla coltivazione, considerando la distanza rispetto alle strade e la presenza di barriere al traffico dei veicoli, per ridurre i livelli di contaminazione e i rischi per la salute.

Legambiente Piemonte dichiara di essere “più preoccupati dagli effetti che hanno i pesticidi e i terreni inquinati sulle coltivazioni piuttosto che dallo smog che si deposita, e che almeno in parte si può eliminare lavando con cura ciò che si mangia. E poi bisogna vedere se i metalli pesanti sono la conseguenza dello smog o delle sostanze assorbite dal terreno, o dalle falde acquifere, e questo è un problema che riguarda anche l’agricoltura tradizionale purtroppo. Uno studio dell’ISPRA ha evidenziato come nel 70% delle acque sul territorio nazionale si sia riscontrata la presenza di pesticidi. Per non parlare dei troppi casi in cui la campagna è il luogo prediletto per interrare rifiuti, come denunciamo da anni con Ecomafie. Ma poi c’è una considerazione importante da fare: le piante servono anche a contrastare l’inquinamento atmosferico, ed è anche per questo che noi sosteniamo gli orti urbani: migliorano la vita, l’aria e l’ambiente. Direi che dovremmo soprattutto cercare di fare in modo che le città siano meno inquinate, perché oltre agli orti quella stessa aria la respiriamo anche

                                                                                                               

6ANGOTTI T. (2015) “Urban agriculture: long-term strategy or impossible dream?Lessons from Prospect Farm in Brooklyn,

New York” in Public Health 129 p.336-341

7 l’Istituto di biometeorologia, Ibimet, di Bologna ha messo insieme un catalogo delle specie di piante più adatte ad assorbire gas serra o polveri sottili. Per assorbire le polveri sottili:melo da fiore e il biancospino , la CO2 viene assorbita dal carpino bianco (che ad esempio non assorbe le polveri sottili) , e per assorbire le polveri sottili e CO2 sono utili ginkgo biloba, il bagolaro, i tigli, l’orniello. Le specie più indicate per depurare l’aria in città sono i platani, i cipressi, i tigli, i pini, le acacie, i cedri, i lecci, le palme, e alberi da siepe come il lauro, il pitosforo e il ligustro.

Anche alcune piante da appartamento assorbono gli e i riescono a eliminare sostanze tossiche per l’organismo, quali la formaldeide, lo xilene o il benzene, contenuti nei materiali per l’edilizia e l’arredamento: dracena, il filodendro, lo spatifillo e la gerbera, l’aloe, il ciclamino, la begonia e la stella di Natale.

Fonti : resoconto convegno “Verde e ambiente, un binomio di ampio respiro” di Promogiardinaggio , con Paolo Ricotti, docente dell’Università Milano-Bicocca e presidente di Planet Life Economy Foundation, Nelson Marmiroli, docente dell’Università di Parma, Giorgio Celli dell’Università di Bologna, l’architetto Paolo De Martin di CasaClima e Francesca Rapparini, del CNR Istituto di Biometeorologia di Bologna

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Uno studio della Warnell School of Forestry and Natural Resources, in Georgia dimostra: un viale alberato di abbatte il 60% dello smog prodotto dalle auto che lo percorrono.  

noi, e i danni lì sono provati. Insomma, invece di chiederci se sia il caso di coltivare in città, impegniamoci per avere delle città in cui non si ponga il problema!”. 9

                                                                                                               

9 http://www.ecodallecitta.it