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Caratteristiche architettoniche e confront

Un’analisi dettagliata e la conseguente identificazione di fasi successive mirano allo stu- dio funzionale degli ambienti e all’individuazione della concezione dello spazio, sulla base del concetto di performative interability secondo cui gli edifici servono da contesto di interazione che regolarizza il comportamento degli individui, e tale regolarizzazione può essere archeologicamente compresa tramite la presenza di modelli e la distribuzione di artefatti e caratteristiche architettoniche (structure distribution, Hitchcock 2000: 159). L’individuazione degli elementi caratterizzanti ha consentito così di confrontare l’edificio in questione con simili strutture di ambito cretese, la fruizione delle quali ha un partico- lare significato sulla base di modelli ben definiti.

Come già detto in precedenza, Pernier identificò l’Edificio 103/XLII come un portico con quattro ali, più tardi ridotto con la chiusura dell’ala est. Le nuove indagini e i con- fronti mi portano ad abbandonare il termine di portico, considerando la sala principa- le dell’Edificio 103/XLII come appartenente alla classe delle sale ipostile denominate

Reception Hall. Questa tipologia di sala, identificata da Graham nei Palazzi di Cnosso,

Mallia e Festòs (Graham 1961: 165-172), doveva essere ubicata nel Piano Nobile dell’ala occidentale.

Nessuna di queste sale si è preservata, se non a Zakro che, a differenza degli altri Palazzi contemporanei, presenta delle Reception Hall a pianterreno.

Queste strutture sono solitamente caratterizzate dalla presenza di un ambiente unico privo di muri di partizione, ma con spazi definiti da colonne o pilastri. Graham le para- gona al megaron miceneo, vano di circa 9 x 12 m. preceduto da una stretto vestibolo e un portico con due colonne di fronte ad una piccola corte, usato come luogo di ricevimento ed intrattenimento per ospiti di un certo rango (Graham 1962: 114-124). Le strutture minoiche sono tuttavia più grandi e meno modeste di quelle micenee, e trovano migliori analogie in Egitto (nel Palazzo di Amenhotep III a Tebe e nel Palazzo Meridionale di Amarna) e nel Vicino Oriente (Palazzo di Mari, Medio Bronzo). Caratteristiche di questi vani sono la presenza di pilastri o colonne, e una pianta rettangolare con elementi che presuppongono la presenza di un piano superiore (McEnroe 2010: 86-87), e finestre per l’illuminazione (Graham 1961: 166-167).

Le Reception Hall identificate da Graham erano situate al piano superiore e davano sulla corte nord e sulla corte centrale sia a Festòs che a Mallia.

A Festòs il cosiddetto gruppo di vani a nord della Corte centrale (Blocco N.CC., co- stituito dai vani 41, 42, 43, 44, 45, 46, 58, 59, 60, 61, 75, 91,92), di piccole dimensioni e posizionati a pianterreno, sembra implicare la presenza di importanti vani al piano superiore, raggiungibili da un’ampia scalinata a due rampe (42-43) accessibile dal cor- ridoio 41. Tutta l’area sopra i vani 58, 59, 60, 61, 91 e 92 fu, secondo Graham, occupata da una singola ampia sala (Sala Est) di 14 x 9 m., con la copertura supportata da due file di colonne. La presenza di colonne al piano superiore sarebbe provata dalle presenza di basi di colonne cadute a pianterreno. Anche i vani 44, 45 e 46 sarebbero stati coperti da un ambiente unico (Sala occidentale, 9 x 5 m.).

A Mallia il Vano IX è la più ampia sala ipostila di tutto il Palazzo, con un colonnato a pianterreno che sembra consentire il diretto accesso alla Corte. Presenta un doppio sistema di scale, fiancheggiato dalla scala IXab ad est e con scale di servizio posteriori (XXII 3-1, Van Effenterre 1980: 345-347).

La Upper North-east Hall venne identificata da Graham come Sala del banchetto (Banquet Hall) per le sue somiglianze planimetriche con quella di Festòs, e anche per l’ubicazione, essendo posizionata all’estremità settentrionale della corte centrale di Mal- lia. Come a Festòs, infatti, questo vano era accessibile da un’ampia scalinata in pietra a doppia rampa (IXab, Van Effenterre 1980: 321-322) che conduceva ad una galleria sopra il portico all’estremità nord della corte. Essa aveva approssimativamente le stesse dimen- sioni di quella di Festòs (13 x 9 m.), le due file di colonne, un ampio spazio tra l’ultima coppia di colonne e il muro terminale, dove forse era collocato l’ingresso ai vani, e una fila delle due file di quattro colonne è più vicina al muro perimetrale rispetto all’altra. Secondo Van Effenterre la presenza di un kernos avvalorerebbe l’ipotesi di Graham.

A Cnosso Graham identificò un’analoga sala del banchetto al secondo piano della Pillar

Hall (MM IIIB) a nord della Corte Centrale, ma più estesa dei due esempi precedenti

(24 x 10 m.) e con due file, ciascuna costituita da sei colonne invece che da quattro. Non è possibile determinare la posizione della scalinata che consentiva l’accesso ad essa. Nell’adiacente quartiere nord-est esistono numerosi piccoli vani, tra cui magazzini e altri vani forse funzionali alla preparazione del cibo destinato alla Great Hall (Graham 1961: 169). Secondo la Hitchcock Graham ignora la funzione della sala a pianterreno, mentre Preziosi trascura la funzione del piano superiore, ma la studiosa non esclude la

possibilità che il piano superiore servisse come elaborata area di raccolta e incontro per soggetti che non necessariamente avevano accesso ai vani interni del Palazzo, mentre il pianterreno, come nel caso di Zakro, sarebbe servito come ingresso (Hitchcock 2000: 84-85).

Il miglior termine di paragone è il vano XXVIII del Palazzo di Zakro, identificato da Platon come Sala delle Cerimonie (Platon 1974). Si tratta di uno spazio unico di ca. 10 x 12 m., privo di muri di partizione, ma diviso in cinque settori da colonne. Nell’angolo nord-ovest c’è un pozzo luce pavimentato con un lastricato in pietra e circondato su tre lati da colonne, fonte di luce centrale per l’intera ala occidentale del Palazzo. L’area nord- orientale era bipartita, con la parte più a nord che fungeva da vestibolo al complesso e come corridoio d’accesso per il pozzo luce. Una colonna e dei bordi di malta sul pavimento segnano l’inizio di un secondo settore a sud. Ampie doppie finestre si aprono sulla Corte Centrale. A giudicare dalle scale, almeno parte della pianta doveva essere replicata al piano superiore, ma con la Banquet Hall al pianterreno (Vano XXIX), caratterizzato dalla sequenza di quattro ambienti distinti separati da sottili muri di partizione (Platon 1964: 150-151).

Di recente un simile contesto è stato individuato nell’ala est di Galatas dove, a pian- terreno, si trovano sia una Pillar Hall (Vano 17) sia una sala a colonne (vano 14), entram- be usate per pasti cerimoniali. A questi vani è pertinente un’ampia cucina (vano 11-12) e magazzini (vani 7-10), mentre la scalinata nei vani 16 e 19-20 conduce ad ambienti di servizio per il banchetto al piano superiore (Rethemmiotakis 2002: 55-68).

Non mancano esempi non palaziali. Sembra infatti ricalcare una simile struttura il vano H della Unexplored Mansion di Cnosso, di 5.65 x 8.65 m., denominata Pillar Hall per i suoi quattro pilastri disposti simmetricamente, che supportavano la copertura su cui si impostava il piano superiore. I muri e i pilastri in calcare erano finemente rivestiti e presentano dei mason’s mark, due dei quali corrispondenti a quelli rinvenuti nell’Edificio 103/XLII. Inoltre i pilastri presentano fori di alloggiamento per mortase, che dovevano supportare travi di legno, di cui restano i giunti trasversali, per sostenere la pavimenta- zione del piano superiore. L’accesso alla sala avveniva tramite una porta a sud, che dava accesso al corridoio L, e un ingresso lungo i muri settentrionali, che dava accesso al ma- gazzino J e alla scala K. La sala non era stata terminata nel TM IA, come si può dedurre dall’assenza di pavimentazione e di pozzi non livellati fino ad epoca successiva. Dopo la distruzione nel TM II la sala, come tutto il settore meridionale della Mansion, fu abban- donata. L’elevata qualità della sala dimostra che essa fu originariamente concepita per lo svolgimento di alcune importanti funzioni, ma non fu mai utilizzata poiché la costruzione non venne mai ultimata (Popham 1984: 105-111).

Un paragone tra l’Edificio 103/XLII con le strutture sopra citate consente di indivi- duare le caratteristiche fondamentali per cui l’Edificio in questione possa essere identifi- cato come Reception Hall. Prima di tutto per le dimensioni. Infatti, sebbene presenti una pianta irregolare dovuta alla presenza del corridoio e della scalinata, le sue dimensioni rispecchiano quelle delle sale menzionate (9-10 x 13 m.) ad eccezione della più piccola

Pillar Hall della Unexplored Mansion.

Come negli altri casi (ad eccezione di Mallia, che presenta un muro di partizione tra IX 1 e IX 2) gli spazi sono identificati non da muri di partizione ma da pilastri e co- lonne, nel caso in questione associati. Già Pernier sottolineò tale inusuale associazione, ove solitamente si trovano solo pilastri (Mallia, Galatas, Unexplored Mansion) o colonne

(Festòs, Zakro, Cnosso, Galatas). Tale sistema compositivo non è tuttavia un’eccezione nell’ambito minoico, infatti a Mallia si ritrovano numerosi esempi di colonne associate a pilastri, ad esempio nel portico a nord del polythyron III, 7 (Van Effenterre 1980: 363). Nell’Edificio 103/XLII la colonna ad ovest delimita una sorta di vestibolo, mentre lo spazio centrale è definito da colonne e pilastri, che consentivano l’accesso all’ala esterna, e un altro settore è delimitato dalla colonna più a sud. Solo nella seconda fase lo spazio venne meglio definito con la creazione del muro 44 che inglobò la fila orientale dei pi- lastri e la colonna, dividendo l’open space dalla parte caratterizzata dalla presenza del bacino, con una riduzione delle dimensioni che portò alla scomparsa del recesso sud- orientale, con la colonna relativa dismessa per la costruzione del nuovo muro 45. Questa conformazione trova strette analogie con Mallia e il suo muro di partizione che, anche in quel caso, inglobò due pilastri.

Tutte le sopra citate Reception Hall presentano un sistema di ingressi, scale e corri- doio che consente allo spazio di essere accessibile da differenti punti e che lo collega ad aree importanti del Palazzo come la Corte. Nel nostro caso abbiamo un corridoio e una porta a nord, una scalinata monumentale che collega l’Edificio alla Corte Orientale e una scala più piccola che conduce al piano superiore. Ne consegue che l’Edificio, come nel caso di Zakro e forse di Cnosso, fungesse anche da punto di accesso per il Palazzo dal pianterreno.

Per quanto riguarda l’illuminazione, a Zakro appaiono due ampie finestre, da confrontare con la finestra dell’Edificio 103/XLII ad ovest della porta, che venne tuttavia obliterata nella seconda fase.

Dove si trovava la Banquet Hall? Questo vano di rappresentanza è stato solitamente identificato al Piano Nobile, ad eccezione di Zakro. Nell’Edificio 103/XLII l’esistenza di colonne relative al piano superiore è indicata dalle due basi di colonna non in situ, ma certamente cadute nella parte occidentale della Reception Hall dal piano superiore, ma anche dalla presenza di uno scarsamente conservato spazio a quota superiore ad ovest, nonché le scale a sud-est. Inoltre i pilastri presentano alloggiamenti per grappe che dovevano sostenere travi in legno su cui si impostavano i giunti trasversali con la funzione di sostenere la pavimentazione del piano superiore, come già evidenziato per la

Pillar Hall della Unexplored Mansion. Forse l’aggiunta dei muri nella seconda fase deve

essere attribuita più a necessità strutturali che ad intenzionale separazione degli spazi, forse per rafforzare il piano superiore, dove può essere localizzata la Banquet Hall, come probabilmente nel caso della Unexplored Mansion. Tale collocazione sembra inoltre confermata dalla presenza di scale che collegavano questo piano superiore con la Corte, denotando la grande importanza funzionale che doveva essere attribuita a quest’area.

La funzione ‘ufficiale’ di questo edificio sarebbe inoltre confermata da altri elementi. Come sopra sottolineato, Van Effenterre usa la presenza del kernos a conferma della teoria di Graham. Un simile kernos è stato rinvenuto di fronte all’Edificio 103/XLII. La presenza di mason’s marks come la doppia ascia può inoltre confermare la solennità della struttura, così come la presenza del bacino e del contenitore scavato nella roccia proba- bilmente per l’alloggiamento di piante ad est. Occorre poi ricordare che da questa area provengono oggetti degni di nota, come la doppia ascia in bronzo e la punta di lancia (il sigillo è di datazione più tarda).

La pianta della scala IXab di Mallia ricorda quella del vano più occidentale dell’Edificio 102/XLI, ed è probabile che proprio questa scala consentisse l’accesso alla

Banquet Hall da ovest. Altri esempi similari di scale sono visibili nel Palazzo di Festòs,

come nei vani 42-43.

Secondo quanto affermato sembra dunque possibile affermare che l’Edificio 103/XLII possa essere considerato una Reception Hall, con una Banquet Hall al piano superiore, ipotesi confermata dalla pulizia dell’area effettuata dall’Università di Catania nell’estate del 2013.

Conclusioni

La raccolta dei nuovi dati, una migliore definizione degli elementi architettonici e il paragone con simili contesti rinvenuti a Creta, ha consentito di definire con precisio- ne la fasi relative all’Edificio 103/XLII, trovando una corrispondenza con la cronologia assoluta proposta da Carinci e La Rosa solo sulla base dei rinvenimenti. Nella prima fase, corrispondente al MM IIIB, viene costruito l’atrio, con colonne e pilastri che si alternano, accessibile da nord sia dal corridoio che dalla porta, e illuminato da un’ampia finestra, e dotato a sud di un’ampia scalinata che conduce al Piazzale 90. A differenza di quanto affermato da Pernier, il paragone con simili strutture a Zakro (Vano XXVIII), Mallia (Vano IX), Festòs, Cnosso (Palazzo e Unexplored Mansion) e Galatas (vani 14 e 17), la contemporanea costruzione dell’Edificio 104/XLIII, costituito da una serie di magazzini specializzati in ceramica, e un mutamento funzionale dell’Edificio 102/XLI probabilmente in connessione alla funzione dell’Edificio 103/XLII, porta ad identificare il portico come una Reception Hall, dotato di una Banquet Hall al piano superiore. La funzione ufficiale e simbolica è inoltre confermata dal rinvenimento della doppia ascia in bronzo, della punta di lancia e del kernos.

Durante la seconda fase, databile al TM I, l’Edificio subisce delle trasformazioni, con un rimodellamento che porta alla chiusura degli spazi e della finestra, facendo perdere in parte l’aspetto monumentale della Reception Hall, ma tali mutamenti sono più da colle- gare a necessità statiche piuttosto che a veri e propri mutamenti funzionali, forse dovute al terremoto del MM III.

Rimane il problema del rapporto con il Palazzo. Carinci e La Rosa negano che l’edi- ficio sia un ingresso al Palazzo, mentre lo è la scalinata che porta direttamente ad esso. Il palazzo, però, è del TM IB . È mia ipotesi che l’intero complesso del Quartiere nord- orientale costituisca una struttura a se stante rispetto al Palazzo, ma si rimanda ad altra sede tale questione che coinvolge problematiche più ampie.

Post-Scriptum

Una conferma parziale dell’ipotesi della Sala per Banchetti è venuta dalle opera- zioni di pulizia condotte nel 2013 sotto la direzione di Pietro Militello. L’area orientale del Vano 103/XLII, con il bacino, è risultata una cucina, come dimostrato da resti di ossa animali e di bruciato accumulati presso il muro 43, in corrispondenza del limite settentrionale del portico dell’adiacente Vano 104/XLIII, un presunto stilobate che si è rivelato, invece, un canale di scarico destinato a portare i resti della cucina dell’Edificio 103 verso il pendio della collina (P. Militello, comunicazione personale).

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