Larnakes o frammenti di larnakes datati al TM III provengono da sedici diverse località distribuite prevalentemente nella zona centrale e settentrionale della regione. In detta- glio, a nord si trovano i siti di Kalochorafitis, Klima e Moroni. Nella zona centrale tutti i restanti: Alithini, Goudes, Kamilari, Kousses, Lilianà, Mires, Moni Kalyvanis, Pompia, Poros, Stavros Galias, Tymbaki, Zaimoglu to Khorafi.
È opportuno precisare che il toponimo Poros si riferisce a una collinetta nei pressi di Kalyvia detta appunto Poros. Qui sono stati rinvenuti frammenti di larnakes da Xan- thoudidis nel corso di un saggio nell’ottobre del 1901 (Privitera 2011: 123 n. 12), la cui provenienza era stata precedentemente riferita alla necropoli di Kalyvia (Kanta 1980: 99; Cucuzza 2002: 135, 140).
I sarcofagi provenienti dalla Messarà occidentale includono tre larnakes conservate presso il museo stratigrafico di Festòs per le quali non è possibile stabilire la località di provenienza. L’unico riferimento relativo a due dei tre reperti si trova nella pubblicazione di Doro Levi sulla tholos di Kamilari, secondo il quale i due sarcofagi provengono «dagli antichi scavi» (Levi 1961-62: 34 n. 1). Nonostante non venga fatta menzione della loca- lità di rinvenimento, si suppone, sulla base della collocazione attuale delle tre larnakes, che l’area geografica nella quale vennero rinvenuti i tre manufatti debba comunque rien- trare nei confini della Messarà occidentale.
I materiali
a. Caratteristiche generali: numero dei reperti, morfologia e dimensioni
È stato possibile individuare 79 reperti provenienti dalla regione della Messarà oc- cidentale. Nel caso di tre località Alithini (Xanthoudidis 1948: 526; Kanta 1980: 94), Moroni (Pendlebury 1932-33: 90; Kanta 1980: 88; Löwe 1997: 240-241) Zaimoglu to Khorafi (Savignoni 1904: 652; Kanta 1980: 100), e di una delle tombe situata ad est
del villaggio di Stavros Galias (Davaras 1964: 441; AA 1971: 337; KretChron 1963: 405; Kanta 1980: 89-90; Löwe 1997: 185) non si è in grado di quantificare il numero dei manufatti, in quanto viene fatta menzione del ritrovamento di diversi frammenti di larnakes, o nel caso di Moroni, di «gruppo di sepolture in larnax» (Pendlebury 1932-33: 90) datate al TM III.
Nonostante le descrizioni dei reperti risultino in molti casi lacunose (per il 60% dei casi non possediamo nessuna informazione al di fuori della forma), è possibile fornire alcuni dati relativi al materiale e inoltre determinare alcune delle caratteristiche ricor- renti. Per quanto concerne la morfologia, il 93% delle larnakes rinvenute appartiene al tipo a cassa, mentre il restante 2% è costituito dal tipo a vasca da bagno. A quest’ultima tipologia appartiene un solo reperto frammentario rinvenuto a Kalyvia (Kanta 1980: 99; Privitera 2011: 123) Per il restante 5% non è possibile stabilire quale sia la forma, a causa delle condizioni frammentarie dei reperti. La larnax a cassa rettangolare è quindi la tipologia maggiormente diffusa nella Messarà occidentale.
L’argilla utilizzata per la fabbricazione presenta grossolane impurità superficiali di colore nerastro1. La superficie è solitamente ricoperta da un’ingubbiatura color crema. Qualora vi sia traccia di decorazione, essa presenta colori che variano dal rosso al bruno al nero. Tali variazioni cromatiche sono determinate dalle imperfezioni di cottura mag- giormente ricorrenti in manufatti di grandi dimensioni come le larnakes (Tsipopoulou e Vagnetti 1995: 140).
Lo stato di conservazione di molti reperti è lacunoso. Alcuni dei manufatti sono per- venuti in frammenti e sono stati successivamente ricostruiti mediante l’uso di punzoni di ferro. In alcuni casi le parti mancanti sono state ricostruite, come per le tre larnakes provenienti da Klima, e per una delle larnakes prive di provenienza conservate presso il museo stratigrafico di Festòs.
Per quanto concerne le dimensioni, non è possibile determinare un preciso intervallo di riferimento nel campione analizzato per la Messarà occidentale. Tuttavia Laura Pre- ston afferma che per Creta in generale la lunghezza della cassa va da 90 cm a 150 cm, la larghezza da 35 cm a 60 cm, l’altezza da 50 cm a 85 cm (Preston 2004b: 183).
b. Elementi ricorrenti: modanature, fori, presenza di coperchi
Sui corpi dei sarcofagi sono presenti mondanature sull’orlo e sul fondo. Si riscontra- no inoltre ‘lesene’ laterali in rilievo, altrimenti rese con una linea incisa a stecca. Esse permettono di dividere la superficie dei lati in pannelli, il cui numero può variare da quattro a sei. I reperti presi in esame presentano una divisione in quattro pannelli. Tale struttura è stata più volte interpretata come prova dell’esistenza di un prototipo di cassa in legno (Bosanquet 1901-2: 299; Evans 1904: 399; Hood 1956: 86-87; Pini 1968: 54, 57; Rutkowski 1968: 222-223; Hägg e Sieruin 1982: 177; Brummer 1985; Watrous 1991: 285, 287; Tsipopoulou e Vagnetti 1995: 140; Merousis 2000: 50; Platon 2012: 161-162)
La cassa è fornita di piedi, posti in corrispondenza degli angoli. Essi sono comune- mente a parallelepipedo, ma possono essere anche conici o a ferro di cavallo come nel caso del sarcofago A da Goudes (Laviosa 1970: 104). Sei piedi sono presenti solo in un sarcofago proveniente dalla tomba E della necropoli di Lilianà (Savignoni 1904: 649- 650 fig. 118). Un solo reperto è pervenuto privo di piedi: si tratta del sarcofago B da Goudes (Laviosa 1970: fig. 12). Nel 9% dei manufatti si riscontra la presenza di anse, di numero e forma variabili. Tra i materiali pervenuti è possibile trovare una o due anse
disposte verticalmente poco al di sotto del bordo nei lati maggiori del sarcofago, come ad esempio nella larnax proveniente da Kamilari (Levi 1963: 34 fig. 31) o in una delle larnakes prive di provenienza conservate presso il museo stratigrafico di Festòs. In al- ternativa le anse possono essere disposte orizzontalmente al centro di ciascun pannello, come nel caso del sarcofago A da Goudes (Laviosa 1970: fig. 11).
Spesso si riscontra la presenza di fori poco al di sotto del bordo, in corrispondenza degli angoli superiori, come in due delle larnakes provenienti da Kalochrafitis, in tre da Klima, e in due dalla necropoli di Lilianà, È probabile che questi fori servissero a fissare il coperchio al corpo della larnax tramite l’uso di corde. Ciò è confermato dal fatto che nel caso in cui i reperti siano pervenuti completi di coperchio i fori sono corrispondenti, come nel caso del sarcofago A da Goudes (Laviosa 1970: 104).
Fori sono presenti anche sul fondo della cassa. Nei reperti presi in esame il loro nu- mero è variabile da un minimo di due a un massimo di nove. La loro funzione è molto pro- babilmente legata al drenaggio dei liquidi di decomposizione del cadavere. Inoltre alcuni esemplari presentano fasce in rilievo sul fondo, come una larnax proveniente dalla tomba D di Lilianà, per la quale Savignoni riferisce la presenza di «una traversa rilevata che divide il fondo a metà» (Savignoni 1904: 644), e una delle larnakes prive di provenienza conservate presso il museo stratigrafico di Festòs. Tale caratteristica potrebbe derivare dai modelli di casse lignee.
Il 20% dei reperti è pervenuto completo di coperchio. Il tipo maggiormente diffuso nella regione è il cosiddetto coperchio piatto (Davaras e Banou 2003: 63; Baxevani 1995: 16), costituito da due lastre rettangolari, ciascuna provvista di brevi anse ad anello, atte- stato per esempio nella larnax proveniente dalla tholos di Kamilari, in alcune larnakes provenienti da Lilianà, (Levi 1963: 34 fig. 31), in una larnax proveniente da Kalocho- raphitis (Davaras e Banou 2003: 63).
L’unico caso di coperchio a doppio spiovente proviene dalla tomba a camera presso Goudes: esso è provvisto di un culmen appiattito e di un’ansa per ciascun lato (Laviosa 1970: 104). Nella necropoli di Lilianà (tomba D) pareti di altre larnakes sono state usate come coperchio (Savignoni 1904: 643-646).
c. Decorazione
Solo il 20% dei sarcofagi è decorato, o presenta tracce di decorazione. In molti ma- nufatti si trovano esclusivamente motivi geometrici lineari, come ad esempio quello delle linee ondulate (FM 19:10): è il caso dell’unica larnax decorata proveniente dalla necro- poli di Lilianà (conservata presso il museo archeologico di Firenze: n. inv. 84035, Di Vita et al.1984: 221, fig. 398-399; Savignoni 1904: 649-650, fig. 118), di una delle due larnakes da Kamilari (Levi 1963: 34, fig. 31), di una rinvenuta nei pressi del monastero di Moni Kalivianis (Savignoni 1904, p. 654), di una larnax proveniente da una delle tombe a camera presso Kalochorafitis (n. inv. HM 13655, Davaras e Banou 2003: 63- 65), di due delle larnakes prive di provenienza conservate presso il museo stratigrafico di Festòs. È possibile includere tra i motivi geometrici il frammento di una larnax rinve- nuta presso la località di Poros che presenta il motivo decorativo del «adder mark» reso tramite triangoli (Kanta 1980: 99, fig. 35-5).
Il motivo vegetale della palma (FM 15:2) è raffigurato in uno dei tre sarcofagi prove- nienti da Klima, mentre una decorazione a ‘petali’ è presente sulla larnax proveniente da Kalochoraphitis (n. inv. HM 13654, Davaras e Banou 2003: 64).
I motivi marini rappresentati sono:
• polpi (FM 21:5) (Goudes: Laviosa 1970: 104-105; Poros: Kanta 1980: 99);
• nautili (FM 22:8) (Mires: Laviosa 1970: 99 n. 1; Klima: Rethemiotakis 1979: 166- 181, figg. 3-7, tavv. 42-43);
• pesci (Klima).
Le tracce di decorazione presenti sul coperchio del sarcofago A da Goudes («resti di tentacoli di polipo nell’angolo superiore sinistro di uno dei due lati lunghi» Laviosa 1970: 104) sono completamente evanide.
La decorazione di tre sarcofagi, uno proveniente da Klima e gli altri due da Kalocho- rafitis (KretChron 25 1973: 471), è costituita da vere e proprie scene pittoriche, in cui figure umane sono associate a rappresentazioni di animali, di piante, di motivi marini, e di oggetti. Per i dettagli delle rappresentazioni presenti su questi manufatti e per la rela- tiva interpretazione si rimanda alle pubblicazioni di riferimento (Klima: Rethemiotakis 1995: 163-183, tavv. 36-46; Kalochorafitis: KretChron 25 1973: 471).
Su uno dei lati corti del coperchio a spiovente del sarcofago A da Goudes è presente un motivo a rilievo. Esso è stato interpretato dalla Laviosa come un marchio di fabbrica avente la forma di un ‘giglietto’. Tale motivo trova confronto con un’incisione, ripetuta anche nel lato breve corrispondente, presente in una larnax da Karteròs (Arch Delt 1927- 28: 75; Rutkowski 1966: 75,78, tav. VI, 1; Laviosa 1970: 105).
La presenza di tali marche da vasaio, quali ad esempio solchi, è presente su altri coperchi, come nel caso citato dalla Laviosa di una larnax proveniente da Ano Vathià (Laviosa 1970: 105). Ritengo tuttavia che il ‘marchio’ possa rappresentare non un gi- glietto ma un bucranium, confrontabile con un bucranio in rilievo presente in un vaso proveniente da Monastiraki (Kanta e Tzigounaki 2001: fig. XXXVIII) e con un altro frammento di vaso proveniente da Haghia Photinì datato al MM2.