La Creta centrale appare la zona maggiormente ricca di testimonianze dal momento che è stato possibile prendere in considerazione un corpus di ben 214 tombe da soli 39 siti, con un margine d’incertezza, a proposito del trattamento del corpo del defunto, che equivale al 19%. Anche questa regione non manca di presentare alcune peculiarità che devono essere direttamente connesse al fatto che in quest’area si concentravano alcuni grandi centri di potere, quali Knossos e Festòs. K. Perna ha sottolineato che qui le tholoi circolari o quadrangolari hanno una distribuzione limitata, che appare particolarmente concentrata nelle necropoli sub-minoiche dei siti collocati sugli altopiani, mentre il tipo architettonico prevalente è costituito dalla tomba a camera, anche se presenta delle dif- ferenze nella grandezza rispetto alle epoche precedenti. Non mancano forme innovative, in particolare ci riferiamo alle pit-caves, che richiamano il prototipo miceneo delle tombe rettangolari e che costituiscono il primo nucleo del North Cemetery di Knossos, datate al TM IIIA/B, ma altrettanto numerosi sono gli esempi sparsi per il territorio (Perna 2011).
Passando poi alla considerazione di quali siano le principali forme di deposizione utilizzate, la tipologia più diffusa in quest’area è la sepoltura all’interno di larnax, la quale trova la massima concentrazione proprio in questa porzione territoriale, raggiun- gendo il 40%. Inoltre, va evidenziato che l’uso di tale contenitore appare attestato per tutto l’arco cronologico del TM III, diventando la forma più diffusa nel TM IIIB. Proprio considerando questa straordinaria concentrazione ci limiteremo a fornire una esemplifi- cazione dei casi più significativi: ricordiamo innanzitutto lo splendido sarcofago dipinto di Ag. Triada Pyrgiotissis (Paribeni 1903; 1904; 1908; Long 1941; Kanta 1980: 104; Pendlebury 1963: 264), sovrapposto a uno di dimensioni inferiori che doveva fungere da ossario, datato al TM IIIA (Perna 2001), a cui vanno aggiunte le altre larnakes rinvenu- te nello stesso sito. Da Archanes-Aniphoros provengono altri esemplari del TM IIIA/B (KretChron 1960; BCH 1961; Sapouna-Sakellaraki 1990), che ci hanno restituito alcuni
resti ossei, soprattutto crani ben conservati e oggetto di indagini antropologiche (Charles 1965), ma diverse larnakes sono state individuate in altre località di Archanes, come a Karnari-Tragomadra, Katsoprinias, Mesampela, Phourni, Phourni Grabbau e a Phourni Grabbezirk, in gran parte datate al TM IIIA/IIIB. Un altro caso, che testimonia l’uti- lizzo di questa tipologia di sepoltura e che si colloca nel TM IIIB, è stato individuato a Gournes (Chatzidakis 1918; AJA 1920): il fenomeno è riscontrabile con certezza in una larnax che ha restituito i resti di tre individui, dei quali sono stati recuperati i crani e numerose altre ossa. Tuttavia, la maggiore concentrazione di sepolture in larnax è stata individuata a Knossos, in particolare, nel cimitero di Zapher Papoura, dove il corpo me- glio conservato dell’intera necropoli è stato rinvenuto all’interno della larnax della tomba 80, il quale ha fornito un chiaro esempio del modo in cui i corpi venivano deposti all’in- terno di questi contenitori fittili (Evans 1905; Hood e Smyth 1981): il defunto in genere era deposto con la schiena poggiata sul fondo e le ginocchia piegate verso l’alto, mentre le braccia erano distese lungo il corpo. Sebbene questo sia l’esempio più significativo, tuttavia non è l’unico, dal momento che non solo l’intero cimitero, bensì tutto il territorio di Knossos è costellato di numerosi esemplari di sepolture entro larnakes.
Non meno importante e diffusamente distribuita è la semplice sepoltura terragna, presente nel 32% dei casi e spesso in associazione con altre tipologie di deposizione, inoltre merita attenzione il fatto che sono stati individuati alcuni esempi particolarmente significativi per la determinazione dell’esatta posizione dei corpi, come si verifica, ad esempio, ad Ag. Syllas, che ci ha restituito il corpo di una donna del TM IIIA/B in po- sizione fetale.A Knossos sono numerosi i casi di deposizione a terra, molti dei quali del tipo tradizionale con il defunto disteso sulla schiena, in decubito dorsale. Una peculiare concentrazione si registra nella necropoli di Zapher Papoura, dove i corpi, anche se in gran parte ridotti in cattivo stato di conservazione, erano spesso posti l’uno accanto all’altro e circondati dagli oggetti del corredo (Evans 1905). Terminiamo l’esame delle deposizioni a terra di questo territorio dedicando una breve attenzione ai due individui, un uomo e una donna, inumati nella tomba a camera di Ag. Ioannis (Hood e Coldstream 1968), particolarmente significativi perché è stato possibile ricostruirne l’esatta posizio- ne di giacitura: in questo caso i corpi erano disposti sulla schiena in posizione legger- mente contratta, infatti le loro gambe erano piegate, le braccia del primo individuo erano poggiate sul busto, mentre quelle dell’altro erano distese lungo i fianchi; inoltre la faccia di quest’ultimo era volta verso l’alto, a differenza del primo che volgeva lo sguardo verso il proprio compagno. Semplicemente disteso con la schiena sul pavimento e con i piedi rivolti verso l’ingresso della tomba era, infine, l’individuo di Kera (Taramelli 1899).
Inoltre, una particolarità che sembra caratteristica solo di questa parte dell’isola è la deposizione di individui all’interno della tomba in modo tale che i loro corpi risultassero seduti, come è stato ipotizzato per Episkopi Pediados, per il fatto che i resti ossei erano raggruppati in prossimità del muro della tomba (KretChron 1951; Kanta 1980). La stessa posizione dovettero avere in origine i sei corpi della tomba a camera di Iraklion della fase iniziale del TM IIIA (Alexiou 1952; 1967). Questa particolare consuetudine trova un’ulteriore attestazione nella tomba a camera del TM IIIA/B di Knossos-Sellopulo: qui un individuo era stato seppellito in posizione seduta con la testa rivolta verso l’ingresso quasi fosse «a guardia della tomba» (BCH 1958). Un’altra variante si osserva nella tom- ba scavata in quella zona, sempre appartenente al territorio di Knossos, nota come New
Hospital Site del TM IIIA (Hood e de Jong 1952): in questo caso, il fatto che le gambe del
defunto risultassero sovrapposte a un vaso, può essere spiegato ipotizzando che queste in origine fossero piegate verso l’alto, come nelle deposizioni in larnax, e che, a seguito della decomposizione del corpo, siano scivolate verso un lato.
Un’ulteriore tipologia di sepoltura che sembra presentare una particolare concen- trazione nella parte centrale dell’isola appare quella in fossa, dove raggiunge il 7% e presenta una maggiore diffusione tra il TM IIIA e il IIIB: un primo esempio riguarda le tre deposizioni del TM IIIA/B di Archanes-Aniphoros associate a due sarcofagi, ma che hanno restituito solo scarsi resti ossei. Va sottolineato come una caratteristica molto importante di questa tipologia sia rappresentata dal fatto che la sua presenza all’interno della tomba è dettata dalla necessità di fare spazio per le nuove sepolture, mediante lo spostamento di quelle più antiche in un’area circoscritta della tomba. Questa funzione di deposizione secondaria, spesso associata alla presenza di larnakes, è riscontrabile per il TM IIIA nella necropoli Iraklion-Katsampas, dove i numerosi resti ossei dovevano ap- partenere ad un numero non precisabile, ma certo cospicuo, di individui (Alexiou 1952; 1967). Stessa cosa doveva avvenire nel caso di Kalochoraphitis nel TM IIIB, a Knossos- Epano Gypsades (Hood et al. 1958-1959), a Knossos-Mavro Spilaio (Forsdyke 1926- 1927; Hood e Smyth 1981), dove i numerosi ritrovamenti sono stati collocati in un lungo arco cronologico non bene precisabile tra il MM IIB ed il TM IIIB, a Methochi Kalou nel TM IIIA/B (Dimopoulou-Rethemniotaki e Rethemniotakis 1978), a Festòs-Liliana nel TM IIIC (Savignoni 1904). In altri casi, invece, la presenza di larnakes appare associata a sepolture a terra, come avviene per il TM IIIA/B a Knossos-Sellopulo e a Knossos- Zapher Papoura; mentre si colloca nel pieno TM IIIA il caso di Festòs-Kalyvia. Tuttavia, la sepoltura a fossa può essere l’unica forma adottata e può presentare una deposizione primaria, come avviene almeno in un caso a Knossos-Zapher Papoura, a Festòs-Kalyvia (Savignoni 1904) nel TM IIIA, a Stamnii nel TM IIIA/B, ma può anche accogliere delle cremazioni come avviene nel Sub-minoico a Festòs-Logiadi.
In questo contesto particolarmente eterogeneo occorre prendere in considerazione al- tre due forme di sepoltura, che risultano attestate in proporzioni assai ridotte: ci riferiamo innanzitutto alla deposizione in pithos, attestata all’incirca in 10 casi e nel complesso raggiunge solo 1%. Innanzitutto, menzioniamo soltanto i ritrovamenti di Tylisos-Atzolou (Marinatos 1931), del kalpis e del pithos di Valis (AJA 1927; Davaras 1973; Kanta 1980), all’interno dei quali sono stati rinvenuti resti, rispettivamente, di inumazione e di crema- zione, che si collocano nella fase iniziale del TM III. Tra questi includiamo un bothros a Kalochorophitis-Pirgiotissis, Prinaria (Kanta 1980), del TM IIIB, che conteneva uno scheletro intero, mentre a Mallia (Van Effenterre 1963; Soles 1992) il pithos di TM IIIC conteneva la sepoltura di un bambino, di cui rimaneva solo il cranio. Ricordiamo inoltre la cremazione in urna cineraria ad Archanes-Kato Lakko (Sakellarakis 1968; Sapouna- Sakellarakis 1990), di epoca sub-minoica, e lo stamnos in pietra al cui interno era posto il corpo cremato di un individuo rinvenuto nella necropoli sub-minoica di Festòs-Logia- di, di cui riferisce la scoperta Savignoni (Savignoni 1904). Per finire, si ricordi la pyxide rinvenuta a Xeniakos (Halbherr 1901; Sergi 1901; Kanta 1980), con la quale arriviamo già nel pieno periodo miceneo.
Terminiamo di stilare la presente casistica prendendo in considerazione una tipologia attestata solo in quest’area e che appare limitata cronologicamente e quantitativamente (solo 1% dei casi), vale a dire quella particolare forma che definiamo «su panca/banchi-
na» e che riguarda quei casi in cui i corpi dei defunti erano stati appoggiati al di sopra del banco roccioso, risparmiato durante lo scavo della tombe e disposto lungo i tre lati. Innanzitutto, vanno considerati i casi del TM II di Iraklion, che evidenziano un uso molto antico di questa particolare forma di deposizione. Bisogna sottolineare che questa tipo- logia presenta una certa diffusione a Festòs, dove, nella necropoli di Kalyvia (Savignoni 1904), si protrae fino al TM IIIA, come nel caso della tomba 1, diventando una caratte- ristica peculiare nella 9, che sembra sia stata la sepoltura utilizzata da una sola famiglia per un lungo arco di tempo. Infine, l’attestazione più tarda si colloca nel pieno TM IIIC, sempre a Festòs, ma nella necropoli di Liliana (Savignoni 1904).
Per quel che riguarda il tipo di deposizione, anche in questo caso emerge una netta prevalenza della deposizione primaria che supera il 50%, rispetto a quella secondaria che raggiunge il 18%, sebbene occorra sottolineare che nella Creta centrale i casi di dubbia attribuzione si attestano al 30%. In particolare un interessante caso di deposizio- ne secondaria è stato individuato nella Royal Tomb di Isopata (Evans 1903-1904; 1905; Cavanagh e Mee 1978), la quale è stata utilizzata per un lungo periodo a partire dal TM II, seppure le sepolture individuate debbano appartenere tutte all’ultima fase nel TM IIIC. I 40 crani rinvenuti nella sala principale erano sistemati in modo tale da occupare una posizione privilegiata, a dimostrazione della funzione di ossario che la tomba acquisì nella sua ultima fase di utilizzo, senza poi dimenticare le due nicchie scavate nel dromos, anch’esse riempite di numerosi resti ossei.
Per quel che riguarda il trattamento del corpo del defunto, emerge una situazione estremamente diversa rispetto a quella precedentemente descritta per la Creta orientale, dal momento che nella porzione centrale dell’isola l’inumazione costituisce in assoluto la pratica più diffusa, arrivando al 99%, mentre la cremazione è attestata in casi sporadici e molto circoscritti (solo 1%), inoltre sono collocati in un arco cronologico piuttosto tardo. In particolare, per il periodo tra TM IIIC e Sub-minoico, troviamo i casi di Festòs-Liliana (Savignoni 1904), dove ad essere cremato è un bambino, e il kalpis di Valis. Ancora più tardo sembra essere il caso del lebete di Tylisos (Marinatos 1931), per il quale è stata proposta una datazione tra Protogeometrico e fine Età del Bronzo.