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Le caratteristiche del mercato della microfinanza in Medio Oriente e nel Nord

3.2 Il Medio Oriente ed il Nord Africa

3.2.1 Le caratteristiche del mercato della microfinanza in Medio Oriente e nel Nord

La regione araba negli ultimi anni continua ad essere un “gioiello grezzo” grazie alla sua forte crescita economica, all’alta qualità del suo portafoglio crediti e ai rendimenti sopra la media. Tuttavia, i finanziamenti degli investitori interni ed esterni nella regione continuano ad essere modesti rispetto ad altre zone del mondo. Una ragione evidente è la mancanza di normative adeguate che favoriscano maggiori investimenti nel settore della microfinanza. Sebbene questo mercato sia uno dei più giovani a livello mondiale, secondo solo a quello dell’Est Europa e dell’Asia centrale, negli anni ha dimostrato degli importanti segni di maturità, caratterizzati dai seguenti sviluppi:

 aumento della diversità dei prestatori di servizi finanziari (banche commerciali e specializzate nella microfinanza, istituzioni finanziarie non bancarie, società di servizi e organizzazioni non governative);

 maggiori livelli di penetrazione nel mercato;

 ampliamento delle competenze da parte delle risorse umane;  miglioramento dei sistemi di monitoraggio dei rischi di credito;

 proliferazione dei prestatori di servizi non finanziari e di strutture di supporto (servizi di sviluppo aziendale, agenzie di credito, agenzie di rating);

 

 maggiore livello di commercializzazione, con un minore ricorso a finanziamenti da parte di organizzazioni solidali e donatori privati.

All’interno della regione, tuttavia, la crescita del settore non è omogenea e presenta diversi stadi di sviluppo; il Marocco, l’Egitto, la Giordania e lo Yemen mostrano un livello di maturità maggiore rispetto a mercati più giovani come quelli dell’Iran, del Sudan e della Siria. Il Marocco, in particolare, si distingue rispetto agli altri Paesi sia per un più alto livello di infrastrutture che per l’ampiezza del suo portafoglio crediti, nonché per il maggior numero di investimenti che riesce ad attrarre. Mentre la stragrande maggioranza delle istituzioni di microfinanza operanti nella regione sono organizzazioni non governative senza scopo di lucro, negli ultimi anni stanno nascendo numerose società di servizi orientate al profitto che operano per conto di alcune banche locali fortemente interessate ad entrare in questo nuovo mercato.

Le istituzioni di microfinanza del Medio Oriente e del Nord Africa erogano il credito alla propria clientela utilizzando principalmente due metodologie di finanziamento, ovvero il prestito solidale di gruppo (solidarity group lending) ed il prestito individuale (individual lending). La scelta della metodologia più appropriata dipende da una serie di fattori, tra cui la missione sociale perseguita dall’istituzione, i canali di distribuzione disponibili, i prezzi dei prodotti, i fattori di rischio correlati ed infine le specifiche esigenze della clientela. Parallelamente a quanto accade in altre regioni del mondo, negli ultimi anni, le organizzazioni di microfinanza hanno concentrato la propria attenzione verso l’erogazione del credito a singoli individui, privilegiando quindi la tecnica di prestito individuale sebbene, storicamente, la percentuale dei prestiti di gruppo sia sempre stata superiore (Abdel-Baki, Zain, Cordier, 2011).

La figura 3.5 mostra la percentuale di clientela femminile servita dalle istituzioni di microfinanza negli ultimi anni, dal 2007 al 2012 i dati raccolti evidenziano una media superiore al 50%, a conferma della maggiore attenzione di cui esse attualmente beneficiano. L’andamento del rapporto prestito medio/PIL sembra invece essere più altalenante, sebbene appaia in modo evidente un sensibile trend decrescente (escludendo il valore relativo al 2011). Tenendo conto della costante crescita del prodotto interno lordo pro capite in questa regione, la diminuzione di tale indicatore può essere vista come il

 

risultato di una maggiore penetrazione, da parte delle istituzioni di microfinanza, nelle fasce di mercato composte da clientela a basso reddito.

Figura 3.5 Clientela femminile e percentuale dei prestiti in rapporto al PIL pro capite nelle istituzioni di microfinanza in Medio Oriente e in Nord Africa (2007-2012)

Fonte: dati forniti dal database di mixmarket, elaborazione dell’autore

La maggior parte delle organizzazioni del Medio Oriente e del Nord Africa non sono viste come intermediari finanziari regolamentati da parte delle autorità finanziarie nei rispettivi Paesi; esse sono quindi limitate nella gamma di servizi che possono offrire alla propria clientela, riducendo la loro attività all’esclusiva erogazione di credito. In particolare, la maggioranza dei prestiti concessi sono rivolti al finanziamento di microimprese, rappresentando quindi la quasi totalità del portafoglio crediti. Nonostante le limitazioni presenti, le istituzioni di microfinanza hanno iniziato ad offrire una varietà di prodotti di finanziamento aggiuntivi, tra cui prestiti al consumo e per l’istruzione, stagionali ed infine prestiti legati ai fondamenti della finanza islamica (Abdel-Baki, Zain, Cordier, 2011). La finanza islamica e la microfinanza praticate in questi Paesi hanno diversi punti in comune; entrambe sostengono l’imprenditorialità, la condivisione del rischio, la compartecipazione finanziaria e la fornitura di servizi alle persone povere (Obaidullah,

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Percentuale di clientela 

femminile

Clientela femminile (%) 16% 17% 18% 19% 20% 21% 22% 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Prestiti/PIL pro capite (%)

Prestiti/PIL pro capite (%)

 

vige la religione musulmana e si basa sui fondamenti della “Sharia” (la legge islamica) nonché sul divieto di praticare la “Riba” (usura) sui prestiti concessi, in modo da sostenere e difendere i mutuatari (Abdul Rahman, 2007).

Nonostante ciò, il perseguimento del profitto nelle operazioni finanziarie è accettato; alle istituzioni è concessa la possibilità di raccogliere fondi e di condividere i rischi ed i profitti derivanti dagli investimenti effettuati. La microfinanza islamica comprende al suo interno diversi modelli di prestito: modalità di finanziamento basate sulla condivisione dei profitti e delle perdite (Mudarabah e Musharakah) e modelli incentrati sull’acquisto di beni da parte delle istituzioni al fine di venderli ai mutuatari dopo aver applicato alcuni costi aggiuntivi (Murahabah). Nonostante le difficoltà insite nell’applicazione di tali programmi, i modelli preferiti e più utilizzati dalle istituzioni di microfinanza sono Mudarabah e Murahabah (Obaidullah, Khan, 2008).

Mudarabah è uno dei modelli più utilizzati dai programmi di microfinanza, esso si basa sulla creazione di una attività condivisa tra il mutuatario e l’istituzione, quest’ultima fornisce il capitale per l’investimento, mentre l’imprenditore mette a disposizione la propria forza lavoro. Il tasso di partecipazione agli utili è predeterminato, tuttavia, il calcolo del profitto non è chiaro poiché inizialmente l’organizzazione è in possesso del 100% delle quote; la percentuale detenuta diminuisce dopo ogni rimborso delle rate effettuato dall’imprenditore, il quale sostanzialmente “riacquista” le azioni. Le eventuali perdite sono tutte a carico dei finanziatori, pertanto, nel caso in cui il progetto fallisca, l’istituzione perde il capitale investito mentre l’imprenditore vede solamente sfumare tutti gli sforzi profusi nell’intenzione di portare a termine il progetto. Dal punto di vista finanziario, tale modello presenta alcuni svantaggi. Il più evidente riguarda la difficoltà nel determinare una precisa ed equa distribuzione dei profitti; questo passaggio è di difficile comprensione sia per il mutuatario che per l’agente di credito che segue l’operazione (Dhumale, Sapcanin, 1999).

Un altro svantaggio è legato agli elevati costi di gestione e di monitoraggio da sostenere, i rimborsi sono complessi a causa della mancanza di adeguati sistemi di contabilità ed i margini di errore sono notevoli (Brandsma, Hart, 2000).

Il contratto di microfinanza islamica più diffuso è invece Murahabah, questo modello è più adatto all’acquisto di attrezzature ed equipaggiamenti per le microimprese. Il cliente richiede un determinato bene al programma di microfinanza, il quale provvede

 

all’acquisto direttamente sul mercato, girandolo poi all’imprenditore dopo aver applicato un sovrapprezzo per le spese amministrative sostenute. Il “mark up” è diverso rispetto agli interessi applicati su un prestito poiché il prezzo del bene ed i relativi rimborsi sono fissati al momento della stipula del contratto e non variano anche se il mutuatario effettua dei pagamenti in ritardo (Karim, Tarazi, Xavier, 2008).

La gestione del prodotto da parte dell’istituzione di microfinanza è molto più semplice e fornisce inoltre una garanzia diretta all’ente finanziatore poiché il bene rimane di sua esclusiva proprietà fino alla completa estinzione del finanziamento (Brandsma, Hart, 2000). La selezione di un modello appropriato in base ai principi della finanza islamica impone alle istituzioni di microfinanza di effettuare determinate scelte. Il programma dovrebbe preliminarmente considerare i costi di gestione e di controllo derivanti dall’applicazione delle metodologie nonché il rischio che dovranno sopportare sia l’organizzazione che il mutuatario. Normalmente, la scelta del prodotto è maggiormente influenzata dalle caratteristiche del cliente (Obaidullah, Khan, 2008).

3.2.2 Trend di crescita del mercato e performance finanziaria delle istituzioni

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