• Non ci sono risultati.

Una particolare metodologia di prestito di gruppo, il Self Help Group

3.4 Il continente asiatico e la zona del Pacifico

3.4.1 Una particolare metodologia di prestito di gruppo, il Self Help Group

I Self Help Groups sono dei piccoli gruppi di persone, appartenenti a fasce sociali omogenee ed accomunati dalle stesse esigenze finanziarie, composti mediamente da 15- 20 poveri provenienti da aree rurali, che si riuniscono regolarmente per depositare esigue somme di denaro dall’importo prestabilito, contribuendo alla creazione di un fondo comune. I risparmi raccolti vengono successivamente utilizzati per fornire dei microprestiti a tassi di mercato senza richiedere alcuna garanzia ai mutuatari. L’obiettivo principale di questi gruppi è quello di fornire credito, tempestivamente, alle famiglie povere finanziariamente escluse, in modo da proteggerle dagli usurai. L’idea alla base di queste iniziative è di combinare l’accesso ai servizi finanziari a basso costo attraverso un processo di autogestione delle risorse finanziarie a disposizione della comunità. Questi gruppi, generalmente, vengono creati e sono sostenuti da organizzazioni non governative oppure direttamente dai governi nazionali. I programmi di collegamento tra i Self Help Groups e le banche si sviluppano in modo graduale, inizialmente attraverso la creazione di conti di deposito e, successivamente, offrendo ai membri dei piccoli prestiti (Rangappa, Bai, Sandesh, 2010). La Reserve Bank of India (RBI), la Banca Centrale indiana, fu la

 

prima a credere nella capacità dei Self Help Groups di promuovere l’inclusione finanziaria nelle zone rurali dell’India, suggerendo alle banche commerciali, alle casse rurali regionali e alle banche cooperative di considerare l’erogazione di credito a tali gruppi come parte fondamentale dei loro programmi di sviluppo. Il Self Help Groups Bank Linkage Programme (SBLP), nato come progetto pilota nel 1992 ed avviato dal comitato esecutivo SK Kalia, attivo nel controllo delle organizzazioni non governative e nella gestione del credito ai Self Help Groups, si è sviluppato rapidamente e con ottimi risultati nel corso degli anni.

Gli obiettivi principali di questo modello riguardano la creazione di forti legami economico-finanziari tra gli istituti formali ed i poveri, garantendo l’accesso al credito anche nelle zone rurali remote, combinando la flessibilità delle organizzazioni informali con i punti di forza del sistema bancario tradizionale. I concetti di base sottostanti il modello dei Self Help Groups Bank Linkage Programme possono essere riassunti in quattro punti fondamentali:

 le persone povere possono entrare a far parte dei sistemi finanziari formali, esse non necessitano esclusivamente di linee di credito, ma anche di altri servizi bancari basilari;

 piccoli gruppi di persone povere appartenenti ad uno stesso villaggio, con l’ausilio di un supporto esterno iniziale, possono in seguito gestire e supervisionare efficacemente il microcredito erogato ai propri membri;

 la presenza del gruppo solidale e la pressione reciproca esercitata tra i membri del Self Help Group sostituiscono ampiamente qualsiasi forma di garanzia reale;  il Self Help Group, fungendo da intermediario tra l’istituzione formale ed il cliente

finale, facilita la diffusione del credito tra la popolazione povera, diminuendo i costi di transazione ed i rischi connessi.

Tale modello ha dimostrato nel tempo la propria validità, rappresentando uno dei principali sistemi supplementari di erogazione del credito in India e ottenendo ampio consenso tra le banche, le organizzazioni non governative e i diversi dipartimenti governativi. Attualmente esistono tre differenti modelli di Self Help Groups Bank Linkage

 

Programme, i quali si sono perfezionati ed evoluti nel tempo (Santosh Rupa, Majumdar, Ramanujam, 2012).

Nel primo caso le banche promuovono e sostengono direttamente i Self Help Groups, svolgendo un ruolo fondamentale nello sviluppo di tali gruppi informali e fornendo loro i prestiti di cui necessitano. Le banche gestiscono inoltre la creazione e la formazione tecnica dei gruppi, aprendo loro conti di risparmio e garantendo una minima istruzione finanziaria, in modo da facilitare il passaggio alla successiva fase di autogestione. Il secondo modello prevede invece la promozione e la creazione del Self Help Group da parte di una organizzazione non governativa; il progetto sarà poi finanziato interamente da un istituto bancario tradizionale. In questo caso le organizzazioni non governative partecipano all’organizzazione, alla formazione ed alla valorizzazione del gruppo, fornendo ai membri lezioni teoriche sul risparmio e sulla gestione del credito mentre le banche intervengono soltanto durante la fase di erogazione dei prestiti. L’ultimo esempio riguarda invece i Self Help Groups promossi e finanziati direttamente da organizzazioni non governative o da qualsiasi altra agenzia formale. In questo modello l’organizzazione si assume non solo la responsabilità della creazione del gruppo ma, nella maggior parte dei casi, anche quella relativa alla fornitura delle risorse finanziarie utili ad avviare le operazioni di prestito (Sadyojathappa, 2011).

I Self Help Groups incoraggiano l’abitudine al risparmio, che migliora indirettamente le capacità finanziarie dei propri membri ed assicura la tempestività nei rimborsi delle rate dei prestiti, sostituendo al meglio le garanzie reali richieste dagli istituti bancari tradizionali. Il servizio di intermediazione offerto dai gruppi di auto-aiuto (SHG) permette alle banche di ridurre drasticamente i costi di transazione, garantendo inoltre una percentuale maggiore di rimborso relativamente ai prestiti concessi. La fornitura di prodotti e servizi di microfinanza attraverso il modello Self Help Groups Bank Linkage rappresenta una potenziale alternativa ai circuiti formali per svariate ragioni. La capacità che questi intermediari informali hanno nel concedere credito ed altri servizi finanziari alle fasce più deboli della popolazione permette alle persone povere di superare momenti di difficoltà economica, di avventurarsi in attività imprenditoriali redditizie ed infine incoraggia l’apertura di piccoli conti di deposito. Essi forniscono inoltre altri servizi finanziari come microassicurazioni e trasferimenti di fondi. Nei Paesi in cui la maggior parte della popolazione è concentrata in aree rurali distanti dai centri abitati, lo sviluppo

 

sostenibile delle comunità che vi risiedono rappresenta il punto centrale su cui costruire una crescita economica e finanziaria inclusiva (Santosh Rupa, Majumdar, Ramanujam, 2012).

Documenti correlati