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gli attori locali

1.4.4 Il CLNI e i suoi competitor

1.4.4.3 I conflitti con la Lega Nazionale

Se nel caso del MIR e dell’ANVGD il CLNI ebbe a che fare con associazioni che solo in parte avevano finito con lo sconfinare nelle competenze che si era attribuito fin dalla sua fondazione, davanti alle iniziative della Lega Nazionale il gruppo istriano si sarebbe dovuto confrontare con un’autentica sovrapposizione di ruoli. Come già accennato, la LN era stata rifondata con lo scopo di individuare un elemento di raccordo tra le forze del Fronte italiano, iniziativa che era stata caldeggiata da parte degli ambienti governativi. In breve tempo, grazie al notevole appeal esercitato dal sodalizio tra i sostenitori della causa italiana

per la sua lunga tradizione e in virtù dei finanziamenti ottenuti dalla PCM,250 la LN aveva raccolto migliaia di aderenti, riuscendo a ramificare notevolmente la propria azione in tutta l’area giuliana e nella Zona B del TLT. A rivelare i contatti avuti con la Zona è un resoconto inviato dalla stessa LN alla PCM nel luglio del 1946:

«Oggi la Lega conta oltre 180.000 aderenti e non pochi sono abitanti della Zona B, che vollero esprimere con l’adesione la loro fede. Sorta con un programma assistenziale e culturale, la Lega non ebbe alcuna manifestazione che non avesse per scopo la difesa della nostra nazionalità. […]

Nell’assistenza non abbiamo mai voluto sostituirci agli altri enti creati a tale scopo, spesso però i nostri soci e i profughi della Zona B per non deludere la fiducia che la popolazione ripone nella Lega, hanno avuto qualche soccorso. […]

In questi giorni l’Ufficio Stampa sta preparando una pubblicazione destinata a raccogliere tutti gli elementi atti a stabilire l’italianità della regione e la sua inscindibilità dalla Madre Patria, pubblicazione che sarà tradotta in inglese e francese per essere distribuita all’estero e soprattutto ai partecipanti al congresso della Pace e all’O.N.U.»251

In poche righe Tullio Faraguna, segretario della Lega, aveva delineato degli spunti operativi che, anche se forse non intenzionalmente, finivano per sovrapporsi perfettamente con l’azione intrapresa dal GEI-CLNI fino a quel momento. L’idea stessa che la LN potesse intervenire nel dibattito internazionale con materiale documentario non dissimile a quello prodotto dal CLNI rappresentò per l’ente istriano un segnale di pericolo: la LN era infatti un soggetto che, nella posizione di competitor, avrebbe potuto sottrarre notevoli margini di visibilità al CLNI, impegnato come si è visto nel costruire la propria credibilità sia sul fronte giuliano che in particolare su quello romano. Se dunque l’ANVGD e il MIR si muovevano secondo rotte politiche conflittuali e non condivise dal CLNI, la LN costituiva un pericolo serio che rischiava di estromettere il CLNI dal panorama politico locale e di minare i rapporti esclusivi che esso aveva costruito con Roma. Per tale ragione il CLNI intraprese da subito nei confronti della LN una linea di intervento piuttosto dura, che si tradusse nel dicembre del 1946 nel tentativo di incamerare nei propri bilanci gli stanziamenti previsti per la LN al fine di controllarne l’attività svolta in campo educativo. La risposta negativa non si era fatta attendere dal Ministero della Pubblica Istruzione, che comunicò immediatamente al Ministero dell’Interno la proposta del CLNI definendola una grave interferenza rispetto ai rapporti stabiliti tra istituzioni centrali e LN per le questioni attinenti al settore culturale e scolastico.252 Il tentativo aveva fortemente irritato i vertici della Lega, dal momento che a causa delle richieste del CLNI i finanziamenti erano arrivati a Trieste con notevole ritardo, provocando la momentanea sospensione dei servizi erogati. Nell’ambito dei rapporti tesi che si instaurarono a partire da quel momento, Faraguna avrebbe però insistito nel chiarire la funzione a-partitica del sodalizio, tentando di

250

In questa sede non è possibile ricostruire nel dettaglio i movimenti finanziari della Lega Nazionale, la

quale però, stando a documenti custoditi all’UZC risalenti al 1947, riceveva una somma annuale che si avvicinava ai 35 milioni di Lire annui. Vedere UZC, FVG, Trieste, b. 66, vol. I, n. 76-C 147.

251

Ivi, relazione del 05.07.1946. 252 Ivi, n. 25120.

sottolineare le differenze intercorse tra la LN e il CLNI, il quale rappresentava un organo dalle finalità squisitamente politiche:

«Per giungere ad un lavoro organico e fecondo sarà necessario che però tra gli Enti Italiani di Trieste si addivenga ad una definitiva chiarificazione di competenza in modo che l’azione educativa, assistenziale, e sportiva non sia frammista all’azione particolarmente politica.»253

Chiarita la sua posizione, la LN avrebbe continuato la propria azione su tutto il territorio giuliano, compresa la Zona B, anche se secondo modalità non sempre ricostruibili attraverso la documentazione, dato che nelle sue comunicazioni ufficiali alla PCM la Lega ebbe sempre la tendenza a non esplicitare, per ragioni di riservatezza, i caratteri concreti del proprio intervento in territorio istriano:

«[…] desideriamo fare presente che la relazione è stata inviata a membri del comitato Promotore e non contiene l’opera svolta dalla Lega nella Zona B a favore delle scuole italiane ed altre attività (assistenza agli insegnanti, interventi presso le direzioni delle scuole, aiuti ad Enti ed Associazioni alla periferia ecc.) che per misura precauzionale non era opportuno evidenziare.»254

Il CLNI dal canto suo cercò ogni mezzo per ribadire la propria autorità in materia di Zona B, arrivando ad autentici battibecchi su questioni anche apparentemente minute. Non rari per esempio i contenziosi sui certificati di assistenza nei confronti di iscritti alla Lega che si erano visti rifiutare dal CLNI le necessarie attestazioni di profugo perché considerati compromessi con il fascismo.255

Lo scontro tra il CLNI e la LN raggiunse il suo acme con la questione dell’EISE. L’ente era, come si è detto, nato grazie alla collaborazione tra l’Unione degli Insegnanti Medi, del CLNI e della LN.

Fin dall’inizio il CLNI si dimostrò ostile nei confronti del prestigioso sodalizio, accusandolo di non aver dato fattivi contributi di natura economica all’EISE e facendo ostracismo nei confronti della richiesta avanzata dalla Lega Nazionale di poter nominare la metà dei componenti del direttivo:

«Il Comitato ha funzionato bene, in assenza però del prof. Faraguna, che ha preso parte soltanto alla prima seduta, mentre la Lega non ha ancora versato alcun contributo. […] Il dott. Fragiacomo esprime poi l’avviso che l’EISE debba continuare a lavorare come fino ad ora in stretto contatto con il C.L.N.I., rivelandosi non accettabile la proposta ventilata dalla Lega di avere la metà dei rappresentati del Comitato»256

Tale estromissione, nei confronti della quale la LN non oppose in effetti ferma resistenza, avrebbe fatto dell’EISE una sezione staccata del CLNI, che non perse occasione,

253 Ivi, n. 145/17. 254

Ivi, n. 1720/A. 255

IRCI, Fondo CLNI, Seg. 1, n. 45/CI. 256 Ivi, Seg. 3, n. 274/2-C/d.

anche in sede di colloqui con Roma, per sottolineare le mancanze, vere o presunte, della Lega. Questo il tono di un appunto polemico inviato al Ministero della Pubblica Istruzione nel novembre del 1948 per chiedere maggiori fondi per le attività educative:

«Per tradizione e per programma il compito di sostenere, con la Scuola, l’Italianità della Zona B, sarebbe spettato alla LEGA NAZIONALE ITALIANA? Quando la Lega, rimanendo sorda a tutte le ripetute sollecitazioni al riguardo, lasciò delusa ogni speranza, a tamponare la falla sorse l’EISE.

Nessun altro Ente, tranne il C.L.N.I. dell’Istria mostrò mai di interessarsi alla scuola italiana rimasta in Zona B. Ma il detto CLN ha un compito troppo vasto per potersi assumere le specifiche funzioni di un Provveditorato agli Studi (e qualche cosa di più!) per la Zona B come appunto era necessario e che fu fatto dall’EISE.» 257

L’atteggiamento aggressivo manifestato dal CLNI risulta esemplificativo per chiarire i termini con cui l’ente istriano gestì la propria presenza a Trieste ed i rapporti con gli altri enti in qualche modo collegati alla questione della Zona B. Perfettamente in linea con un clima triestino afflitto da divisioni causate dall’ambizione politica di personaggi pubblici e di singoli enti, il CLNI altro non faceva che difendere la propria sfera d’azione politica ritagliata sulla gestione esclusiva delle problematiche poste dai territori istriani non ancora ceduti. Consapevole del ruolo chiave conseguito grazie alle sue relazioni strutturate con Roma, l’ente avrebbe tentato di marcare il territorio delle proprie competenze, che gli avrebbero garantito sia libertà d’azione che generose erogazioni finanziarie. Il conflitto con la LN, che vedeva il CLNI impegnato nell’affermare la propria supremazia sulla questione istriana, avrebbe però avuto una svolta inaspettata nel corso del 1948, quando la direzione del sodalizio venne fatta oggetto di alcuni scandali nella gestione dei finanziamenti pubblici ricevuti dal Ministero della Pubblica Istruzione.258

1.4.5 I finanziamenti

La complessa attività svolta dal CLNI sin dal momento della sua fondazione non poteva prescindere dal notevole sostegno finanziario ricevuto dal governo a partire dalla metà del 1946. Si è già parlato della sostanziale discontinuità che caratterizzava il flusso di denaro che partiva da Roma in direzione Trieste, dovuta principalmente al difficile assestamento sia dei rapporti di forza sul territorio che delle strategie romane per la definizione dell’intervento nei territori contesi. Nonostante però le lunghe attese e le apprensioni da queste provocate negli enti locali, le erogazioni seppero dimostrarsi da subito consistenti ed in grado di mantenere strutture operative piuttosto articolate.

Durante una riunione di direttivo del gennaio 1947, Fragiacomo illustrava la seguente situazione di cassa in riferimento all’anno appena terminato:

257

Sez. II, FVG, Trieste, b. 64, relazione dell’08.11.1948. 258 Cfr. 5.2.2.

«- Introiti: Lire 32.842.762 così suddivise:

- Dal C.L.N. Regionale: 30.213.000

- Per elargizioni 165.431

- Ricavato feste e intrattenimenti 317.647

- Ricavato vendita pubblicazioni 20.684

- Da enti vari per rimborso spese missioni 30.000

- Dal Comitato “Palutan” 1.300.000

- Dall’Ufficio V.G. Ministero Interno259 800.000

- Spese: Lire 31.787.735

- Assistenza in Zona A 10.815.310

- Assistenza in Zona B 13.843.035

- Per Stampa e Propaganda 4.285.420

- Per spese segreteria 507.672

- Per spese missioni 716.615

- Per stipendi personale dipendente 436.600 - Per indennità di presenza e premi 177.500 - Per organizzazione feste e intrattenimenti 871.283

- Ad enti vari per assistenza 72.800

- Varie 61.500»260

L’elenco fornito da Fragiacomo si rivela estremamente prezioso per una serie di motivi: innanzitutto permette di stabilire che, con le trattative di pace ancora in corso, congrue somme di denaro provenienti da Roma attraversarono la Linea Morgan per scopi di assistenza e propaganda che avevano come destinatario la comunità italiana presente in Istria. In secondo luogo è possibile rilevare che le istituzioni governative non curavano in prima persona la distribuzione dei fondi, la quale spettava in loco al CLN della Venezia Giulia, al Comitato “Palutan” e a Guglielmo Callipari, uomo del Ministero dell’Interno in diretto contatto con l’Ufficio per la Venezia Giulia. Tale strategia consentiva di rendere meno lineare il flusso dei finanziamenti agli enti locali e al contempo di mediarne la diffusione attraverso i soggetti più accreditati in contatto con Roma.

Tali numeri risultano però significativi se comparati con i dati riepilogativi della rendicontazione realizzati dall’Ufficio Zone di Confine all’indomani della sua istituzione: se il CLNI dichiarava di aver ricevuto 32 milioni di Lire nel corso del 1946, solo 5 milioni di questi furono inquadrati in una precisa ed ufficiale rendicontazione.261 In parole povere il Governo italiano dovette accontentarsi di dichiarazioni generiche sulla destinazione ultima del denaro erogato al CLNI, il quale ebbe la possibilità di utilizzare ingenti somme senza ritenere di dover restituire una puntuale documentazione che testimoniasse i criteri scelti nel loro utilizzo.

La situazione aveva destato qualche allarme solamente a partire dalla fine del 1947, in corrispondenza dell’apertura dell’UZC, il quale da subito si fece carico di mettere ordine

259 Tramite Callipari. 260

IRCI, Fondo CLNI, verbale 19.01.1947. 261

UZC, Sez. V, Trieste, Contributi, b. 9 vol. I, tabelle contabili. Le somme rendicontate dal CLNI fanno

nel confuso dedalo dei finanziamenti provocato dall’intervento spesso non troppo chiaro, discontinuo e sovrapposto della PCM e del Ministero dell’Interno.

Il tentativo operato fu quello di risalire, tramite le rendicontazioni fornite dagli enti locali, alle attività che vennero concretamente finanziate con il denaro pubblico. La rete attivata fu ancora una volta quella delle prefetture, le quali avevano, attraverso Callipari, gestito buona parte dei finanziamenti destinati all’assistenza dei profughi:

«In sede di esame dei rendiconti trasmessi per le spese in oggetto è stato rilevato che molti di essi sono insufficientemente ed irregolarmente documentati e che i titoli di spesa sovente mancano della indicazione degli elementi necessari al loro controllo. […] Si prega di curare la scrupolosa osservanza delle norme su riportate sia da parte degli E.C.A. e dei Comitati Profughi sia da parte degli Uffici di Ragioneria delle Prefetture, per evitare inutili carteggi e perdita di tempo e perché non è possibile inoltrare alla Corte dei Conti dei rendiconti incompleti, irregolari o insufficientemente documentati.»262

Il sollecito doveva aver mosso le acque anche all’interno del CLNI, dato che Fragiacomo fu costretto a richiamare all’ordine i suoi fiduciari, responsabili ultimi della catena di distribuzione sul territorio dei fondi erogati da Roma:

«1) I fondi impiegati a tale titolo [assistenziale] provengono dalle casse della Madrepatria e quali sussidi della Madrepatria devono figurare le erogazioni agli assistiti, sia che la distribuzione abbia forma clandestina o forma aperta. […]

5) E’ richiesto che i rendiconti delle erogazioni, completi dei nominativi degli assistiti, siano firmati da almeno tre persone, lasciando con ciò comprendere che se anche la distribuzione viene curata da una sola persona, le liste dei beneficiari devono venir preventivamente approvate da altri due corresponsabili […].»263

Successivamente, nel corso della primavera del 1948 il ritmo dei controlli e dei solleciti si sarebbe fatto più incalzante, attraverso l’intervento della Giunta d’Intesa, che dettò il protocollo da seguire nella rendicontazione da restituire all’UZC, e del Comitato “Palutan”, che minacciò di sospendere tutte le erogazioni agli enti che non avessero presentato regolare documentazione.

Uno dei soggetti maggiormente in affanno sulla questione risultava essere proprio il CLNI. La difficoltà maggiore incontrata dall’ente era quella di riuscire a fornire una rendicontazione accurata del denaro che era stato speso nello svolgimento dell’attività clandestina, sia a Trieste che nella Zona B. Lo stesso Redento Romano aveva chiarito di non poter fornire documentazione circa somme distribuite a persone che in incognito si erano prestate a servizi di spionaggio o che avevano dato supporto logistico ad attività che avrebbero dovuto rimanere riservate.264 Gli stessi fiduciari operativi in Istria non avevano mai ritenuto necessario il dover mettere per iscritto gli elenchi delle persone che erano chiamate a collaborare con i CLN clandestini e questo sostanzialmente per motivi di sicurezza: elencare nero su bianco i nominativi dei soggetti che avevano ricevuto denaro

262

Ivi, Seg. 3, n. 200/481. 263

Ivi, circolare del 18.02.1948. 264 Cfr. p. 75.

da Trieste, proveniente da Roma, al fine di condurre attività di resistenza contro i poteri popolari, fosse essa armata o politica, esponeva a gravi rischi i collaboratori dell’ente e l’intera rete di relazioni che attraversava la Venezia Giulia. Le necessità della burocrazia, chiamata a verificare l’effettiva destinazione dei fondi pubblici, finirono dunque per collidere con i metodi tutt’altro che ortodossi di intervento adottati dal CLNI nella Zona B, d’intesa con la PCM.

Le minacciate sospensioni delle erogazioni finirono però per avere la meglio e Fragiacomo avrebbe iniziato un lungo lavoro di contatto con i singoli fiduciari per avere risposte complete e sollecite circa la destinazione dei soldi ricevuti nel periodo riferito al 1946 e al primo trimestre del 1947.

1) Dal materiale finora esaminato risulta un preoccupante disordine da parte della maggioranza dei fiduciari nella distribuzione dei fondi, ed in molto casi una grande leggerezza nei rendiconti.

2) Per il fatto suesposto, sarebbe bene avvisare i fiduciari […] invitandoli ad una più accurata e vigile assistenza e ad un rigoroso controllo dei fondi distribuiti. […]»265

Alcune relazioni dell’estate del 1948 si rivelano assai eloquenti per illustrare i risultati delle indagini esperite dal Presidente e da un Collegio interno di revisori sui movimenti finanziari dei CLN clandestini:

«Nelle riunione del 26 e 28 luglio il Collegio dei Revisori ha proceduto alla verifica particolare dell’assistenza nei seguenti comuni: Buie-Umago-Verteneglio-Grisignana-Orsera Visignano e ha rilevato quanto segue: […]

VERTENEGLIO: le somme sono state distribuite a nome di due persone e sempre le stesse. Le distribuzioni dei fondi sembrano affrettate e superficiali. Occorrerebbero gli elenchi corrispondenti agli assistiti, di volta in volta. […]

VISIGNANO: Mancanza assoluta di relazioni per tutte le cifre ricevute. Elenchi nominativi senza importo a fianco. Consegne di forti somme ad una sola persona incaricata della distribuzione. Relazioni senza data e senza cifre, con una sola firma. Disordine assoluto.

Il Collegio propone che il C.L.N. inviti con la massima urgenza quei corresponsabili dei comitati clandestini, i cui rendiconti sono stati segnalati come incompleti e disordinati, affinché provvedano alla regolarizzazione delle rispettive documentazioni contabili. […]»266

A questa sarebbero seguite decine di altre segnalazioni concernenti la mancata chiarezza nella distribuzione dei fondi, sui quali mai si sarebbe fatta completamente luce, per lo meno per quanto concerneva l’esercizio finanziario 1946-1947. La condotta successivamente tenuta dal CLNI per gli anni a venire e le plausibili giustificazioni addotte fanno intuire comunque che dietro alla mancata trasparenza dei primi tempi non si nascosero fattivamente atteggiamenti reprensibili nella gestione dei fondi pubblici e possibili appropriazioni indebite. Gli stessi controlli esperiti dall’UZC avrebbero infatti

265

IRCI, Fondo CLNI, Seg. 8, n. 2208/1. 266 Ivi, verbale di seduta n. 2, 31.07.1949.

stabilito che le mancate rendicontazioni erano da ricollegarsi all’ingenua incuria di un ente poco abituato a relazionarsi con istituzioni di livello nazionale e con finanziamenti pubblici, e che era rimasto completamente concentrato sui propri obiettivi tanto da non prestare inizialmente attenzione ai problemi formali posti dal suo nuovo ruolo di intermediario con Roma.

A testimoniare la riconosciuta buona fede dell’ente nella grande confusione provocata dal riordino dei conti sono le erogazioni previste per gli anni successivi. Per l’esercizio finanziario 1947/1948 il CLNI avrebbe infatti ricevuto, per interessamento dell’UZC e tramite la Giunta d’Intesa, 36 milioni di Lire, aumentati a 51 milioni per l’anno successivo.

Le rendicontazioni, tenute finalmente in ordine dall’UZC, divengono uno strumento di riscontro indispensabile per verificare ancora una volta la crescente importanza acquisita dal CLNI nel corso del biennio 1946-1947, a premio di un’intensa campagna di autopromozione avviata dal gruppo istriano. L’anno però più significativo in vista del consolidamento della propria posizione, come testimoniato dall’incremento dei fondi ricevuti, è però per il CLNI il 1948, che segnò una svolta epocale non solo per il determinato ente istriano, ma per tutta la vicenda internazionale legata al confine orientale italiano.

1.5 1948: l’anno della svolta

Il 1948 rappresentò senza ombra di dubbio un anno cruciale per l’Italia, visti i fatti determinanti che intervennero a modificare il quadro delle relazioni internazionali che si erano articolate attorno al tema del confine orientale. Si trattò però di un passaggio di fondamentale importanza anche per il riassetto degli equilibri che Roma aveva instaurato nel territorio giuliano, in relazione ai suoi rapporti con gli enti locali. La doppia convergenza tra riposizionamenti diplomatici e avvenimenti importanti che videro protagonisti alcuni dei soggetti coinvolti dalla PCM nella gestione del problema della Zona B, avrebbe infatti portato al definitivo assestamento di alcuni rapporti di forza creati nel periodo immediatamente precedente, portando il CLNI a consolidare la propria collocazione politica.

1.5.1 Il fallimento del TLT, la Dichiarazione Tripartita e la Rottura tra