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Contenuti: struttura pentadica delle storie

d Verifica dei risultat

4. Un caso di studio

4.6. Contenuti: struttura pentadica delle storie

Tornando alla content creation, tenendo conto degli obiettivi dell’associazione (ovvero, il macro-obiettivo relativo alla sensibilità culturale e i sotto-obiettivi relativi al trovare fondi e volontari) e dei profili delle Personas, ho prodotto otto video-interviste a volontari e studenti dell’associazione. Quelle relative agli studenti, mettono in luce i bisogni più frequenti a cui risponde l’associazione, ossia il reperimento di alloggi e contributi per tasse universitarie (interviste a Aditya, Aurel e Yanet) e trovare assistenza medica (intervista a Tresor); quelle relative ai volontari, mettono in luce i diversi aspetti del servizio volontario, tra cui l’accoglienza in casa e in famiglia di uno studente (intervista a Cinzia, socia dell’associazione), il servizio presso il centro di ascolto, sia dal punto di vista di uno studente (intervista a Maria Elena) che di un giovane lavoratore (intervista a Giuseppe), il servizio volontario in qualità di presidente (intervista a Giuseppina Barsacchi). Per trasformare questo materiale “grezzo” in contenuti affascinanti, che riescano a captare l’interesse del pubblico, è necessario

http://ascpisa.wixsite.com/ascpisa-camerun/video, consultato il 22 Giugno 2017.

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https://www.youtube.com/channel/UCPmv4LUYs4e7kOrCbSRfscQ , consultato il 22 Giugno

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tener conto della struttura pentadica proposta da Di Fraia, differenziata per gli studenti e per i volontari:

• ciascuno studente/volontario intervistato è l’attore/eroe della propria storia, alla ricerca del proprio posto nel mondo;

• le azioni/imprese da svolgere sono:

• per lo studente, dare gli esami nonostante le difficoltà (diverse per ciascuno studente), dunque cercare aiuto;

• per il volontario, aiutare lo studente, nonostante gli altri impegni;

• il contesto spazio-temporale è lo stesso per entrambi e si concretizza nella Pisa universitaria dell’anno accademico 2016/2017;

• gli scopi/obiettivi sono: • la laurea, per lo studente;

• far laureare lo studente, trovando una soluzione ai suoi problemi, per i volontari; • lo strumento/oggetto magico è la stessa associazione in quanto essa è

quell’occasione d’incontro, di scambio, di festa, che mette in contatto gli studenti con i volontari.

L’associazione, quindi, è il punto di intersezione delle due strutture pentadiche, è ciò che fa venire fuori il legame tra i due tipi di protagonisti (studenti e volontari) delle diverse storie. Queste ultime, ad eccezione di quella di Aurel, oramai laureato, sono senza un finale, poiché spetta al pubblico dei donatori scriverlo, decidendo se aiutare o meno gli studenti e i volontari ad raggiungere i loro scopi attraverso l’oggetto magico.

4.6.1. Struttura delle video storie

In seguito alle riprese e alla definizione delle due strutture pentadiche, ho realizzato dieci video brevi, destinati alla pagina Facebook, a ciascuno dei quali (ad eccezione del trailer) corrisponde un video lungo destinato al sito web; si tratta, quindi, di diciannove video di cui:

- un trailer, che mette insieme le opinioni di tutti gli intervistati circa la mission dell’associazione;

- due video riguardanti la storia dell’associazione, raccontata dalla ex-presidente Giuseppina Barsacchi.

I dieci video brevi sono finalizzati all’ingaggio del pubblico e hanno una durata tra i 30 e i 50 secondi mentre quelli lunghi, volti al coinvolgimento, durano tra i 3 e i 4 minuti. Tutti i video sono strutturati nel modo seguente:

• iniziano con un prologo di pochi secondi, costituito da una frase chiave (che descrive il protagonista, nel caso dei video lunghi, o che ne esprime delle emozioni, nel caso dei video brevi);

• segue la “copertina”, nella quale compaiono il titolo del video (“la storia di” seguito dal nome del protagonista), il logo e il link al sito dell’associazione;

• poi vi è la parte centrale, ossia la storia vera e propria del protagonista (durante la quale sono sempre presenti il logo e il sito dell’associazione, per ricordare allo spettatore il suo ruolo fondamentale - l’oggetto magico - nella storia del protagonista) ; 147

• infine vi è la conclusione, costituita dai credits in cui compaiono il nome del protagonista, quello dei realizzatori del video e il titolo e l’autore della musica di sottofondo : 148

nei video brevi, i credits sono preceduti da una slide che invita lo spettatore ad andare sul sito web per scoprire il resto della storia del protagonista (compare il testo “scopri la storia di” e il nome del protagonista seguito da “su santemalatesta.it" ); 149

Nei video lunghi, le storie sono suddivise in “capitoli” per sintetizzare al meglio le esperienze

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vissute dai protagonisti relativamente al loro arrivo in Italia, alla loro integrazione e al loro incontro con l’associazione (nel caso degli studenti), o al loro ingresso nell’associazione, il loro servizio di volontariato e i principali disagi riscontrati (nel caso dei volontari).

Tutti i brani musicali presenti nei video sono protetti dalla licenza Creative Commons, “un sistema

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globale di copyright più semplice, che elimina gli intermediari e mette in contatto l’utente con l’autore/creatore… punta alla collaborazione, al per messo d’uso” (http://www.treccani.it/vocabolario/creative-

commons_%28Neologismi%29/, consultato il 10 Agosto 2017); quindi, è l'autore di un'opera a decidere quali diritti riservarsi e quali concedere liberamente. Nelle opere da me scelte, gli autori hanno deciso di mettere a disposizione le loro opere liberamente con l’unica condizione di citare il loro nome.

Nelle eventuali pubblicazioni su Facebook di tali video e creazione della pagina delle storie sul sito

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web, si propone di creare un link diretto tra la video-storia sul canale social e la sua corrispondente sul sito, in modo da non confondere lo spettatore; tale link può essere inserito sia nei titoli di coda del video breve che nella descrizione del post sul social.

nei video lunghi, i credits sono seguiti da un brevissimo epilogo in cui il protagonista dice qualcosa di significativo.

4.6.2. Flusso di lavoro

Per trasformare questa sorta di sceneggiatura in un video vero e proprio, ho utilizzato il software di video editing “Adobe Première Pro” e, per ogni video, ho impostato il mio lavoro nel modo seguente:

• ho importato le riprese;

• ho creato una sequenza “multicamera” , sincronizzando tutte le clip in base 150

all’audio;

un frame di una sequenza multicamera • ho eliminato le tracce audio in eccesso, lasciando solo quella relativa al microfono

utilizzato durante le riprese;

• ho scelto un brano musicale e l’ho inserito in una traccia dedicata;

• ho scelto i diversi punti in cui tagliare la sequenza e li ho rimessi insieme;

“La modalità multicamera nel monitor Programma consente di effettuare il montaggio di clip provenienti da più

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videocamere con diverse angolazioni” (https://helpx.adobe.com/it/premiere-pro/using/create-multi-

• ho effettuato la correzione colore della nuova sequenza creata . 151

frame senza correzione colore

frame con correzione colore

" Per la correzione colore, Première Pro offre lo strumento Lumetri Color che consente di correggere 151

le riprese direttamente nella timeline del montaggio regolando il colore, il contrasto e l’illuminazione nelle sequenze. Una volta effettuata la correzione, il software la applica come effetto alla clip; per ottimizzare il lavoro, ho copiato e incollato lo stesso effetto su clip cimili. Nonostante lo strumento

Lumetri Color offra la possibilità di una correzione automatica, ho preferito farla manualmente in modo

da rendere il più simili possibile le due inquadrature dello stesso soggetto. Ho prima di tutto regolato l’esposizione (contrasto, luci, ombre, ecc.) e poi ho bilanciato i colori rosso, verde e blu, facendo riferimento ai grafici e al mio occhio.

Infine, nel caso del video di uno studente indiano con cui ho condotto l’intervista in lingua inglese, ho inserito i sottotitoli in italiano.