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Il contenuto del diritto alla salute

5. Gli obblighi delle società transnazionali

1.2 Il contenuto del diritto alla salute

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ciò favorisce la propensione dello Stato ad aderire alla formulazione di un diritto umano alla salute di livello internazionale496.

Inoltre, a tali considerazioni è necessario includere l’apporto alla materia prodotto dalla relazione diretta tra il diritto alla salute quale diritto fondamentale individuale e il diritto sanitario internazionale. L’internazionalizzazione del diritto sanitario su scala globale insieme al rilevante impatto dei movimenti delle organizzazioni non governative per un diritto globale della salute prendono in considerazione la generalizzazione di molteplici patologie, non più o non solo controllabili all’interno dei confini nazionali497. Tale approccio favorisce l’innalzamento delle soglie di tutela per una regolamentazione comune tra gli ordinamenti, necessariamente implicanti un’espansione degli obblighi statali e non statali in materia di diritto alla salute.

Sulla base di quanto presentato, è possibile dedurre che il diritto alla salute beneficia di un forte riconoscimento internazionale ed è considerato un diritto universale ai sensi del diritto internazionale generale498. Tuttavia, a discapito della propria efficacia normativa, le molteplici fonti applicabili delineano un quadro giuridico complesso e frammentato tale da indurre una cd.

tutela del diritto alla salute “a geometria variabile”499.

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tempestive, il diritto di accedere al servizio sanitario nazionale in forma egualitaria, la libertà di rifiutare trattamenti medici, nonché sperimentazioni non-consensuali.

Inoltre, nel testo si specifica che l'articolo 12 del PIDESC, lungi dall’accogliere la nozione di salute formulata dall’OMS, definisce quest’ultima come un diritto umano fondamentale e indispensabile per l’esercizio di altri diritti umani, nonché requisito necessario per condurre una vita dignitosa500.

A conferma di ciò, il documento sottolinea la rilevanza dei fattori socio-economici necessari al godimento del più elevato livello di benessere fisico e mentale. Il diritto alla salute implica quindi l’accesso alle strutture, ai beni e ai servizi sanitari, nonché ai determinanti fondamentali della salute (il cibo, l’acqua, l’abitazione, l’ambiente e le condizioni di lavoro sicure).

Alla luce di tali elementi, il diritto alla salute è stato definito «an inclusive right, extending not only to appropriate health care but also to underlying determinants of health» e la cui realizzazione impone responsabilità a tutti i membri della società, soggetti statali e individui

«compresi gli operatori sanitari, le famiglie, le comunità locali, le organizzazioni intergovernative e non governative, le organizzazioni della società civile e il settore privato»501.

Soffermandoci dapprima sugli obblighi statali, poiché le misure attuabili per la realizzazione del diritto alla salute variano secondo le esigenze proprie di ciascuno Stato, i trattati internazionali non offrono disposizioni predeterminate in merito. L'articolo 2, paragrafo 1 del PIDESC afferma semplicemente che la piena realizzazione dei diritti contenuti nel trattato deve essere raggiunta attraverso «tutti i mezzi appropriati, tra cui in particolare l'adozione di misure legislative».

Tuttavia, il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali ha interpretato la prescrizione di cui all’art. 12 del PIDESC quale obbligo generale di risultato avente efficacia immediata in capo allo Stato, ridimensionando suddetto principio di realizzazione progressiva delle disposizioni di cui al Patto502.

Dal momento che l'articolo 12 non specifica quale livello minimo o massimo di assistenza sanitaria soddisfi i requisiti di realizzazione progressiva entro il massimo delle risorse disponibili, gli Stati membri hanno applicato tale disciplina in maniera molto diversificata tra loro, generando confusione sul punto. Al fine di limitare il rischio che i governi invochino in modo ingiustificato il principio della realizzazione progressiva, il Comitato sui diritti economici, sociali

500 CESCR, General Comment No. 14: The Right to the Highest Attainable Standard of Health (Art.

12), E/C.12/2000/4, 11 august 2000, par.1.

501 Ibidem, par.11 ; par.56.

502 Ibidem, par.30.

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e culturali ha indicato degli “obblighi essenziali minimi" non soggetti alla limitazione delle risorse503.

Così facendo, il Comitato pur riconoscendo l’obiettivo programmatico necessario per la realizzazione del più alto livello di salute possibile, non ne ha escluso la portata degli obblighi immediati per gli Stati. Questi ultimi, nonostante i vincoli di risorse, sono tenuti a garantire il diritto alla salute in modo non discriminatorio, in particolare per i gruppi vulnerabili e emarginati, sviluppare una specifica normativa e piani di azione per la sua piena realizzazione e garantire un livello minimo di accesso alle strutture, ai servizi igienico-sanitari adeguati e ai farmaci essenziali.

In tali provvedimenti il Comitato racchiude gli obblighi fondamentali del diritto alla salute, delimitandone gli aspetti essenziali rispetto ai non sono consentite misure regressive, a meno che uno Stato non possa dimostrare di aver fatto tutto il possibile per utilizzare tutte le risorse a sua disposizione per l’adempimento dei propri obblighi.

Richiamando l’ordine tripartito degli obblighi statali, alla luce del dovere di rispettare il diritto alla salute, lo Stato è tenuto ad astenersi dal compiere attività che possano direttamente o indirettamente interferire con il godimento del diritto. In modo particolare questo concerne:

l’applicazione di norme o prassi discriminatorie, praticare trattamenti obbligatori o incidere sui fattori determinanti ovvero contaminare l’aria, l’acqua e il suolo. Inoltre, le autorità nazionali dovrebbero astenersi dal negare o limitare l'accesso a servizi di assistenza sanitaria; immettere sul mercato o favorire la circolazione di farmaci non sicuri; promuovere lo stato e i bisogni di salute delle donne, garantire il diritto alla informazione in materia di salute e assicurare il diritto alla privacy.

Il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali specifica ulteriormente che è fatto dovere ad ogni Stato parte di rispettare il godimento del diritto alla salute in altri Paesi, nonché di impedire a terzi di violare il diritto all’infuori del proprio territorio nazionale, sottolineando che quando si negoziano accordi internazionali o multilaterali, incluse le intese con imprese multinazionali, gli Stati parti dovrebbero adottare misure per garantire che questi strumenti non generino effetti negativi sul diritto alla salute504.

Direttamente collegato a tale previsione, il contenuto dell’obbligo di proteggere si concretizza nel dovere di esercitare un controllo sulle ingerenze e sulle attività potenzialmente lesive condotte dai terzi, così come sul dovere di garantire un equo accesso ai servizi sanitari. Tale obbligo prescrive il dovere di regolamentare le attività di individui, ma anche dei gruppi o delle

503 UN Committee on Economic, Social and Cultural Rights, General Comment No. 3, The Nature of States Parties Obligations (art. 2, par. 1), UN Doc. 14/12/90 (1990), parr. 9-10.

504 General Comment no.14, op.cit., par.50.

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società che possono produrre un impatto sulla salute di lavoratori e consumatori, disponendo anche di una responsabilità specifica per la disciplina di prevenzione dell'inquinamento di acqua, aria e suolo da parte delle industrie estrattive e manifatturiere505.

Infine, l’obbligo di realizzare il diritto alla salute impone allo Stato una serie di iniziative di carattere legislativo, amministrativo, finanziario, giurisdizionale e promozionale al fine di garantirne la piena realizzazione, includendo quella dei cd. determinanti. In tale prospettiva, il Comitato ha sottolineato la necessità di adottare una politica nazionale corredata da programmi d’azione che favoriscano sistemi sanitari efficaci e integrati, comprendenti l’assistenza sanitaria e la protezione dei fattori determinanti della salute, stabilendo indicatori e parametri di riferimento e prestando particolare attenzione ai gruppi vulnerabili, alla riduzione dell’inquinamento e alla sicurezza sul lavoro. A tale scopo rientrano nel quadro delle iniziative statali: l’adozione di misure atte a garantire che gli attori privati si conformino agli standard dei diritti umani quando forniscono assistenza sanitaria o altri servizi (come la regolamentazione della composizione dei prodotti alimentari); controllare la commercializzazione di attrezzature mediche e dei prodotti medicinali; garantire che la privatizzazione non costituisca una minaccia per il disponibilità, accessibilità, accettabilità e qualità delle strutture sanitarie, oltre a quella di beni e servizi; proteggere le persone dagli atti di terzi che possono essere dannosi per il loro diritto alla salute; garantire che le terze parti non limitino l'accesso delle persone alle informazioni e ai servizi relativi alla salute, compresa la salute ambientale; e infine, assicurare che gli operatori sanitari forniscano assistenza alle persone con disabilità con il loro consenso libero e informato.

Gli indicatori, specialmente se disaggregati, forniscono informazioni utili sull’implementazione nazionale del diritto alla salute in un determinato paese e l'OHCHR ne ha sviluppato un quadro concettuale e metodologico.

Per il pieno assolvimento degli obblighi rispondenti al diritto alla salute, il Comitato ha sottolineato che gli Stati devono garantire: il diritto di accesso alle strutture, ai beni e ai servizi sanitari in maniera non discriminatoria, con una particolare tutela riservata ai gruppi vulnerabili o emarginati; l’accesso al cibo essenziale minimo, nonché adeguato e sicuro dal punto di vista nutrizionale; garantire l’accesso a rifugi, alloggi e servizi igienico-sanitari e fornire nella quantità adeguata acqua potabile sicura; assicurare l’accesso ai farmaci essenziali; provvedere ad una distribuzione equa delle strutture sanitarie, e dei beni e servizi.

Di particolare rilevanza è stato il lavoro condotto dai comitati ad hoc istituiti dalle convenzioni sui diritti umani, i quali hanno offerto un contributo essenziale per la definizione del contenuto

505 Ibidem, par. 51.

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normativo del diritto alla salute a favore di gruppi sociali vulnerabili506. In modo particolare, nelle Osservazioni Generali no.15 sul diritto alla salute dei bambini (art.24 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del bambino ha sostenuto che gli Stati hanno obblighi fondamentali per assicurare la copertura universale di servizi sanitari primari di alta qualità, tra cui prevenzione, promozione della salute, assistenza e trattamento e farmaci essenziali507. Inoltre il documento analizza la problematica relativa alla diffusione dell’obesità o altre patologie di natura psicologica, riconoscendo la responsabilità degli Stati di fornire adeguati servizi medici e riabilitativi, insieme ad una regolamentazione adeguata dei prodotti alimentari non salutari508. L’interpretazione elaborata dal Comitato ad hoc va ben oltre la definizione più concisa contenuta nelle Osservazioni generali n. 14, ampliandola al dibattito in materia degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile e in particolare alla copertura sanitaria universale509.

Le medesime criticità sono state richiamate successivamente nelle Osservazioni generali no.24, alla luce del rispetto dei diritti di cui al patto ESCR in presenza di attività di impresa. Il Comitato riconoscendo la forte influenza delle imprese in tale ambito, ha enfatizzato l’obbligo statale di protezione richiamando la necessità di specifiche regolamentazioni e interventi, principalmente finalizzati al controllo e alla limitazione del marketing e dei sistemi pubblicitari per determinati beni e servizi che potrebbero comportare un rischio per la salute pubblica510.

Infine, ulteriore contributo importante alla tematica è rappresentato dal lavoro condotto dal relatore speciale della Nazioni Unite sul diritto alla salute, istituito su mandato del Consiglio dei diritti umani nel dicembre del 2007511.

Nell’esercizio delle proprie funzioni, il relatore speciale ha fornito un contributo essenziale che ha condotto ad un ampliamento della sfera di tutela elaborata per il diritto alla salute, sotto la cui egida questi ha ricondotto le minacce del nuovo millennio che includono: l’ambiente sano e

506 Negri, op.cit p.76.

507 UN Committee on the Rights of the Child (CRC), General comment No. 15 (2013) on the right of the child to the enjoyment of the highest attainable standard of health (art. 24), 17 April 2013, CRC/C/GC/15, par. 73.

508 Ibidem, par.47.

509 Forman L., Beiersmann C., et al., What Do Core Obligations under the Right to Health Bring to Universal Health Coverage?, Health Human Rights, 18/2016, pp.23–34.

510 Come si vedrà più avanti nella trattazione, un esempio in proposito è rappresentato dal divieto totale di pubblicità, promozione e sponsorizzazione dei prodotti del tabacco, in linea con la Convenzione quadro sul controllo del tabacco (art.11). Altro divieto di pubblicizzazione è quello riguardante i sostituti del latte materno, in conformità con l’art.5 del Codice internazionale di commercializzazione dei sostituti del latte materno e successive risoluzioni dell'Assemblea mondiale della sanità.

511 UNHRC, Right of everyone to the enjoyment of the highest attainable standard of physical and mental health, Res. 6/29, UN Doc. A/HRC/RES/6/29, 14 December 2007.

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sostenibile, i cambiamenti climatici, il cibo non sano e la propagazione delle malattie non trasmissibili512.