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Overview dei Paesi europei (casi scelti)

5. Regolamentazione e Piani di azione nazionale: situazione attuale e

5.1 La regolamentazione nazionale (casi scelti)

5.1.2 Overview dei Paesi europei (casi scelti)

Nel panorama europeo, la Francia rappresenta il primo Stato ad aver introdotto e adottato il 28 marzo 2017 una legge sulla RSI e il dovere di vigilanza delle società madri e delle imprese committenti228.

Il testo legislativo traspone il principio della Human Rights due diligence nel diritto civile, imponendo alle imprese di grandi dimensioni di pubblicare e attuare un piano di vigilanza, al fine di identificare i rischi e prevenire gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, incluse la salute e la sicurezza delle persone e la salvaguardia dell’ambiente. Il legislatore francese estende suddetti obblighi delle imprese madri ai relativi subappaltatori o fornitori con i quali le prime dimostrano avere "una relazione commerciale consolidata"229.

Il dovere di vigilanza disposto dal legislatore francese è un obbligo di mezzi che risponde al precipuo scopo di «impedire il verificarsi di tragedie in Francia e all'estero e ottenere [...] riparazioni per le vittime in caso di danni ai diritti umani e per l'ambiente»230.

Il requisito soggettivo impone l’assoggettamento ai vicoli di legge da parte di tutte le imprese che impiegano, al termine di due esercizi finanziari consecutivi, almeno cinquemila dipendenti nella propria sede e nelle sue controllate dirette o indirette con sede sociale su territorio francese; o almeno diecimila dipendenti al suo interno e nelle sue controllate dirette o indirette con sede sul territorio nazionale o all'estero. Da suddetti elementi emerge l’intenzione del legislatore di includere in tale attività di controllo non solo la catena di produzione, ma anche i rapporti connessi al processo di

228 Loi n° 2017-399 du 27 mars 2017 relative au devoir de vigilance des sociétés mères et des entreprises

donneuses d'ordre. Online :

https://www.legifrance.gouv.fr/eli/loi/2017/3/27/ECFX1509096L/jo/texte.

229 Ibidem., art.1.

230 Assemblé Nationale, Dossier Législatif: proposition de loi, Texte n° 2578, 11 février 2015, par.1.

Online : http://www.assemblee-nationale.fr/14/propositions/pion2578.asp.

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approvvigionamento, con un’applicazione extraterritoriale della normativa dalla portata indiscussa.

Il contenuto di tale obbligo di vigilanza si traduce nel nuovo comma V dell’art. L. 225-102-4, il quale obbliga all’attuazione di un piano di vigilanza. Il testo si preoccupa di indicarne e specificare i requisiti, secondo i quali ciascun piano deve elaborare una mappatura dei rischi di impresa specifici connessi, al fine di identificare, analizzare e definirne le priorità. Inoltre, la procedura di verifica deve includere: le valutazioni periodiche dei processi produttivi condotti presso le filiali, i subappaltatori e gli altri fornitori, ex. art.1 della normativa; azioni appropriate al fine di ridurre i rischi e prevenire danni gravi; l’istituzione di un meccanismo di reclamo e segnalazioni relative all'esistenza di possibili rischi in consultazione con le organizzazioni sindacali; infine, disporre di un sistema di monitoraggio e valutazione per le misure adottate.

Il piano deve essere sviluppato in collaborazione con gli stakeholder della società ed essere reso pubblico mediante la relazione di cui all'articolo L. 225-102 del codice commerciale francese e tramite specifica pubblicazione sul sito web della società.

La norma dispone che la mancata attuazione del piano di vigilanza determina il riconoscimento della responsabilità civile per le imprese contraenti in caso di danni verificatisi in una delle società indicate nel piano (articoli 1382 e 1383 del codice civile) qualora questo si fosse dimostrato insufficiente o inesistente o se la sua attuazione si rilevasse inefficace; ovvero, l’irrogazione di una sanzione civile fino a 10 milioni di euro, in caso di mancata previsione di un piano di vigilanza e fino a 30 milioni di euro, nell’ipotesi che una grave violazione dei diritti fondamentali fosse stata riscontrata.

Concernenti gli ultimi due provvedimenti, nel marzo 2017, il Consiglio di Stato ha censurato con una pronuncia di costituzionalità le misure sanzionatore delle multe, probabilmente inficiando la componente repressiva della legge sulla RSI231.

Nell’aprile del 2018 sono stati pubblicati i primi piani di azione (all’incirca sessanta) e i relativi provvedimenti legali saranno possibili dal 2019232. La documentazione fornita

231 Conseil d’Etat, Decision 2017-750 DC, 23 marzo 2017.

232 Uno studio pubblicato nel febbraio 2019 da un gruppo di ONG (Amnesty international, Amis de la terre, CCFD-Terre Solidaire, Collectif Ethique sur l’étiquette, Action Aid e Sherpa) hanno pubblicato un rapporto sullo stato di avanzamento e implementazione della Legge. Dai dati emerge che sulla base degli 80 piani di vigilanza esaminati, la maggior parte soddisfano solo parzialmente i requisiti di legge, in particolare in termini di identificazione dei rischi di violazione, la loro posizione e le misure attuate per prevenirli. Inoltre alcune società, come Lactalis, Credit Agricole, Zara o H & M, non hanno ancora

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dalle imprese ha lo scopo di mostrare le prime tendenze nell'applicazione della legge francese sul dovere di vigilanza, da parte delle aziende interessate e identificarne le sfide di implementazione.

Il 27 aprile 2017 è stata data pubblicazione al nuovo Piano di azione nazionale per l'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite sui diritti umani e le imprese (detto Piano di Imprese e dei diritti umani)233 . Con tale iniziativa si dato completamento ad un quadro giuridico nazionale integrato da provvedimenti legislativi, quali la legge sui nuovi regolamenti economici (NRE) del 2001234 e la legge Grenelle II del 12 luglio 2010235, che sanciscono specifici obblighi di informazione e pubblicità concernente la gestione delle proprie attività economiche, nello specifico di carattere sociale e ambientale.

Senza provvedere all’introduzione di veri e propri obblighi di due diligence nel campo della responsabilità civile per le imprese, altri Stati europei hanno avviato un progressivo sviluppo della disciplina nei propri sistemi legislativi.

Nel febbraio 2017, i Paesi Bassi hanno discusso una legge che se approvata dal Senato imporrà alle imprese di accertare nonché attestare che nei propri sistemi produttivi, nonché in quelli provenienti dalla propria catena di approvvigionamento non vi sia utilizzo di lavoro minorile236.

Il disegno di legge si basa sulla definizione di lavoro minorile utilizzata nelle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Le società interessate includono non solo quelle registrate nei Paesi Bassi, ma anche le società che vendono prodotti ai consumatori olandesi, compresi i rivenditori online. Le piccole imprese sono esenti da tale obbligo (il

emanato un piano di vigilanza, nonostante l'obbligo legale che è loro imposto. L’intero documento è consultabile online : https://amnestyfr.cdn.prismic.io/amnestyfr%2F10195ba5-2cc6-4505-8865-6588c05c0b2a_190222_etude_devoir_de_vigilance.pdf (ultimo accesso : marzo 2019).

233 Commission nationale consultative des droits de l’homme, Plan National d’action pour la mise en oeuvre des Principes directeurs des Nations Unies relatifs aux droits de l’homme et aux entreprises, 27 Avril 2017. Il documento è disponibile online: http://www.cncdh.fr/fr/actualite/plan-national-daction-entreprises-et-droits-de-lhomme-un-nouveau-mandat-de-rapporteur ; https://www.diplomatie.gouv.fr/IMG/pdf/3_-_pnadh_fr_version_finale_bandeau_cle0be656.pdf .

234 Loi n° 2001-420 du 15 mai 2001 relative aux nouvelles régulations économiques. Testo disponibile online: https://www.legifrance.gouv.fr/eli/loi/2001/5/15/ECOX0000021L/jo/texte.

235 Loi n° 2010-788 du 12 juillet 2010 portant engagement national pour l'environnement. Testo

disponibile online :

https://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000022470434.

236 Child Labour Due Diligence Law [Wet Zorgplicht Kinderarbeid], 7 febbraio 2017. Il processo di discussion parlamentare sulla legge risulta ancora aperto. Fonte: http://www.bhrinlaw.org/key-developments/66-netherlands.(ultimo aggiornamento, marzo 2019).

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disegno di legge fornisce esempi di queste imprese esenti, tra cui parrucchieri, imprese di formazione linguistica e piccole imprese di contabilità).

Il progetto di legge prevede uno specifico sistema di informazione, mediante il quale la società è tenuta a presentare una dichiarazione presso un organismo di vigilanza ad hoc, il quale certificherà che la società ha intrapreso la necessaria due diligence. L'esito della relazione sarà oggetto di appropriata pubblicazione.

Il disegno di legge, che se approvato entrerà in vigore nel 2020, prevede la facoltà di reclami da parte di terzi e la non conformità normativa dell’impresa può comportare una pena detentiva per i direttori della compagnia.

Dopo il Regno Unito, i Paesi Bassi sono stati il secondo Paese al mondo ad adottare un piano d'azione nazionale237. Nel documento emerge la volontà del governo di attuare una strategia di accordi specifici stipulati con determinati settori in cui il rischio di violazioni dei diritti umani è elevato. Un esempio è fornito nel settore tessile, dove si registrano abusi nelle fabbriche di abbigliamento in paesi come il Bangladesh e con società energetiche che acquistano carbone dalle miniere in Colombia, dove ci sono problemi con i diritti umani e le condizioni di lavoro238.

Costituendo la principale sede di affari della Royal Dutch Shell, una delle più importanti società transnazionali estrattive, i Paesi Bassi sono diventati oggetto di attenzione e sede di casi giudiziari nell’occhio del ciclone negli ultimi anni. Come sarà oggetto di specifica analisi più avanti nella trattazione, da parte della giurisdizione nazionale si registra un’attenzione particolare alle garanzie di accesso ai rimedi e nel riconoscere una connessione materiale concernente le attività compiute dalla controllata straniera e la società madre239.

Un recente contenzioso di natura simile a quello celebrato dinanzi le autorità olandesi ha coinvolto circa 15.000 richiedenti dalla comunità nigeriana di Bodo dinanzi alla giurisdizione del tribunale inglese contro la società madre anglo-olandese Royal Dutch

237 Dutch National Action Plan on Business and Human Rights “Knowing and Showing”, pubblicato

nell’aprile del 2014 e disponibile online :

https://businesshumanrights.org/sites/default/files/documents/netherlands-national-action-plan.pdf.

238 Ibidem, Pres communication. Online:

https://www.government.nl/latest/news/2013/12/20/national-action-plan-for-human-rights-and-business-knowing-and-showing

239 District Court The Hague, Oguru-Efanga v Shell , ECLI:NL:RBSGR:2013:BY9850 (30 January 2013);

Dooh v. Shell , ECLI:NL:RBSGR:2013:BY9854 (30 January 2013); Akpan v. Shell , ECLI:NL:RBSGR:2013:BY9854 (30 January 2013).

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Shell Plc e la sua controllata nigeriana Shell Petroleum Development Company of Nigeria (SPDC)240. In seguito, quest’ultima si è sottoposta alla giurisdizione britannica, a condizione che i ricorrenti rinunciassero al procedimento avverso la società madre. Nel 2015 è stato raggiunto un accordo in base al quale la Shell ha negoziato 55 milioni di sterline di compensazione e il ripristino delle aree inquinate241.

Sul piano legislativo, il Regno Unito è intervenuto in materia di impresa e diritti umani con il Modern Slavery Act242.

Adottato nel 2015, il provvedimento intende promuovere condizioni di lavoro eque e la lotta alla schiavitù. Nel testo è inclusa una disposizione sulla trasparenza che sancisce per le società il dovere di divulgare le misure intraprese (comprese le misure di dovuta diligenza) per garantire che nelle proprie catene di approvvigionamento non si faccia ricorso a misure di schiavitù o la tratta di esseri umani.