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Imprese transnazionali e diritto alla salute

Tenuto conto del ruolo preminente svolto dai Non State Actors nella Global Health Governance, si rende necessario considerare la definizione di una responsabilità in capo alle imprese transnazionali. Complice di tale fenomeno, le sempre più frequenti privatizzazioni nel settore, il liberalismo economico e l’impatto della globalizzazione Una constatazione che diventa ancor più evidente se si amplia lo spettro dell’analisi ai determinanti sulla salute (ambiente, cibo, le condizioni di lavoro sicuro, etc.).

É dimostrato che la distribuzione del potere e delle risorse costituisce un fattore determinante per la salute e ciò costituisce il principale fondamento delle preoccupazioni all’impatto dell’attività delle imprese transnazionali586. Inoltre, vi è ancora poca ricerca che accerti in termini di salute pubblica l’impatto provocato dalle politiche aziendali o dai metodi attraverso cui le imprese transnazionali influenzano la salute, nonché di riflesso la capacità dei singoli Paesi di garantirne la protezione587.

585 Francioni F., Sovranità statale e tutela della salute come bene pubblico globale, in Pineschi L., Tutela della Salute nel diritto internazionale ed europeo tra interessi globali e interessi particolari:Convegno, Parma, 9-10 giugno 2016, Editoriale Scientifica, 2017, Napoli, p.60.

586 WHO, Commission on Social Determinants of Health. Closing the Gap in a Generation: Health Equity through Action on the Social Determinants of Health, Final Report, Geneva, Switzerland, 2008.

587 Madureira Lima J, Galea S., Corporate practices and health: a framework and mechanisms, Global Health, 14/2018, pp.3-4; Wiist W., Profits, payments, and protections, Am. J. Public Health. 96/2006, p.1370; N. Freudenberg, S. Galea, The impact of corporate practices on health: Implications for health policy, J. Public Health Policy, 29/2008, pp.86–104.

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Alcuni studi sottolineano il ruolo chiave che le grandi imprese, gruppi di imprese, fondi di investimento e fondazioni stanno avendo nella generazione di un nuovo ordine costituzionale mondiale. Solo a titolo di esempio si possono menzionare le attività di cooperazione e sviluppo condotte dalla L. B. Gates Foundation, descritte addirittura come un fenomeno di rischio e delegittimazione per la governance dell’OMS588.

Le limitazioni all’accesso ai medicinali anti-AIDS in Sud Africa, il disastro ambientale di Trasfigura in Costa d’Avorio, gli effetti derivanti dalla produzione del diserbante prodotto dalla Syrgenta, nonché le strategie di Philip Morris per aggirare la convenzione contro il tabacco costituiscono solo alcuni degli esempi di responsabilità accertate in capo a grandi colossi dell’economia mondiale e che hanno causato violazioni dirette del diritto umano alla salute.

Nel contesto specifico del diritto alla salute, le imprese si farebbero portatrici di obblighi ulteriori, condivisi ma complementari rispetto al principio di responsabilità statale, dettati dalle peculiarità intrinseche della fattispecie di diritto in questione e dalla interrelazione tra pubblico e privato.

Tali doveri rispecchierebbero degli obblighi di condotta specifici, che per i critici contrastano e rischiano di stravolgere la natura stessa del soggetto imprenditoriale, ma che come si è inteso dimostrare nel capitolo precedente, risultano legittimati dallo standard di due diligence e dall’affermarsi del regime orizzontale dei diritti fondamentali589.

Richiamando ancora una volta il testo delle Osservazioni generali no. 14, il Comitato per i diritti sociali e culturali ribadisce espressamente che tutti i membri della società, incluse le imprese private, sono responsabili in materia di realizzazione del diritto alla salute e, in capo agli Stati parti sussiste l’obbligo di fornire le condizioni che ne facilitino l’adempimento590.

Inoltre, come più volte ribadito, il diritto alla salute non si esaurisce nel godimento dei servizi sanitari ma anche dei relativi determinanti della salute, come l'accesso all'acqua potabile e servizi igienici adeguati; un'offerta adeguata di cibo sicuro, nutrizione, e alloggio; condizioni professionali e ambientali salutari; accesso all'istruzione e alle informazioni relative alla salute, compresa la salute sessuale e riproduttiva.

Tali prerogative risulterebbero seriamente compromesse a fronte dei sempre più frequenti fenomeni di privatizzazione ovvero liberalizzazione dei servizi sanitari. Il Comitato ha previsto espressamente la possibilità di privatizzazione dei servizi sanitari, imponendo in capo agli Stati

588 Kenworthy N., McKenzie R. et al, Case studies on Corporations & Global Health Governance, Rowman&Littledield, London, 2016, p.122; Madureira Lima J, Galea S., op.cit., p.6.

589 Dumont H., Ost F. et al, la responsabilité face cachée des droits de l’homme, bruyant, Bruxelles, 2005, p.37 ; De Schutter O., Van Drooghenbroek S., Droit international des droits de l’homme devant le juge national, coll. Les grands arrêts de la jurisprudence belge, Lancier, Bruxelles,1999, p.210.

590 General Comment no.14, op.cit., par.42.

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il dovere di assicurare che suddette iniziative non costituiscano un pericolo per la disponibilità, l'accessibilità, l'accettabilità e la qualità delle strutture sanitarie, dei beni e dei servizi; nonché controllare la commercializzazione di attrezzature mediche e medicinali da parte di terzi; e assicurare che i medici e gli altri professionisti sanitari soddisfino gli standard appropriati in materia di istruzione, abilità e codici etici di condotta.

Richiamando l’attenzione in materia di accesso al diritto alla salute, il Comitato specifica che:

«Payment for health-care services, as well as services related to the underlying determinants of health, has to be based on the principle of equity, ensuring that these services, whether privately or publicly provided, are affordable for all, including socially disadvantaged groups»591.

Il Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW) ha usato un linguaggio simile nella sua raccomandazione generale sui diritti della salute delle donne esprimendo una seria preoccupazione «per la crescente evidenza che gli Stati stanno rinunciando a questi obblighi mentre trasferiscono le funzioni statali in materia di salute ad agenzie private»592.

Rispetto a tali disposizioni non si può fare a meno di considerare gli strumenti di public private partnership (PPPs).

Il numero di partenariati pubblico-privati globali (GPPP) che operano nella salute e nello sviluppo globale è in costante crescita. Tali partnership possono tradursi in strategie innovative e multisettoriali che riducono una carenza di risorse tecnologiche e fiscali, determinando un incremento esponenziale degli investimenti per i progetti di salute globale nonché, nel caso specifico, la disponibilità di determinati farmaci e vaccinazioni per i Paesi in via di sviluppo. La disciplina che opera per tali accordi resta frammentata e il loro successo ha conferito alle società private un notevole potere nella formulazione della politica sanitaria globale593.

Analizzando più nel dettaglio l’ambito del diritto umano alla salute, una prima categoria speciale di norme applicabili ai soggetti imprenditoriali è costituita da quelle poste a tutela della salute dei lavoratori.

Nelle norme ONU sulla Responsabilità delle imprese transnazionali in relazione ai diritti umani (2003) è stata introdotta una speciale disposizione secondo la quale le imprese transnazionali sono tenute a fornire un ambiente di lavoro sano e sicuro come previsto dagli strumenti

591 Ibidem, par. 12(b)(iii).

592 CEDAW, General Recommendation No. 24 (article 12 : Women and health), 20th session, 1999, par.17.

593 Johnson S.A., Challenges in Health and Development, Springer , Leiden, 2017, p.175.

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internazionali pertinenti e dalla legislazione nazionale, nonché dal diritto internazionale dei diritti umani594.

Esistono oltre settanta convenzioni e raccomandazioni legate alle questioni di sicurezza e salute sul lavoro promosse sotto l’egida dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) che vincolano le imprese595. Fin dall’origine l’ILO ha posto l’accento sulla protezione contro i rischi industriali e le condizioni di salubrità596, con una particolare attenzione rivolta ad assicurare il benessere della persona nel proprio luogo di lavoro. Gli stessi principi sono ribaditi nella Dichiarazione Tripartita di principi sulle imprese multinazionali e la politica sociale, nel cui testo è sancito il dovere per le imprese multinazionali di mantenere i più elevati standard di sicurezza e salute, tenendo presente la loro esperienza rilevante all'interno dell'impresa nel suo complesso, compresa qualsiasi conoscenza di rischi speciali. Parimenti vige in capo agli Stati l’obbligo di garantire che le imprese multinazionali che quelle nazionali forniscano adeguati standard di sicurezza e salute per l’affermazione di un ambiente di lavoro sicuro e salubre. Direttamente connesso vi è il dovere di mettere a disposizione dei rappresentanti dei lavoratori e delle autorità competenti e alle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro le informazioni sugli standard di sicurezza e salute relativi alle loro operazioni locali, in tutti i Paesi in cui operano.

Un particolare obbligo di informazione sorge per i pericoli speciali e le misure protettive associate ai nuovi prodotti e relativi processi produttivi597.

Gli standard contenuti nella Dichiarazione sulle multinazionali si propongono quale guida al fine di rafforzare i benefici sociali e sul lavoro delle attività e della governance delle imprese multinazionali, per garantire un principio di lavoro dignitoso per tutti. Inoltre, come già menzionato in precedenza, nel documento la nozione di lavoro decente per tutti viene ricondotta ad obiettivo universale riconosciuto nell'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile598. Nelle Linee Guida promosse dall’OCSE e destinate alle imprese multinazionali è ribadita la centralità della salute negli ambienti di lavoro, ma ne se estende ulteriormente la portata ai consumatori e ai terzi599. Il testo stabilisce infatti che le imprese transnazionali sono tenute a tutelare l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza, svolgendo le proprie attività in modo da

594 UN Draft Norms on the Responsibilities of Transnational Corporations and Other Business Enterprises with Regard to Human Rights, op.cit. . Un approfondimento del documento è contenuto al par. 1 del Capitolo I.

595 Ferraud-Ciandet N.,op.cit. p.47.

596 Sul punto di rinvia al Capitolo I, par. 2.2. e al Database: ILO, International Occupational Safety and Health Knowledge Network. Online: https://www.ilo.org/safework/cis/lang--en/index.htm.

597 ILO, Dichiarazione tripartita di principi sulle imprese multinazionali e la politica sociale, op. cit., Art.43-46.

598 Supra, vd. capitolo I, par. 3.2.

599 OECD, Guidelines for Multinational Enterprises, 2011, Linea Guida II (Principi Generali), Linea Guida IV-6 (Ambiente); Linea guida V(Occupazione e relazioni industriali).

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contribuire al più ampio obiettivo dello sviluppo sostenibile, nonché fornire ai consumatori le informazioni adeguate circa gli effetti dei loro prodotti sulla salute e sulla sicurezza600.

Sui menzionati aspetti è risultata particolarmente sollecitata l’attività dei Punti di contatto nazionali, che nell’esercizio della competenza in tema di mediazione e conciliazione hanno prodotto decisioni significative in materia di relazioni industriali, ambiente e tutela dei consumatori601.

Il progetto Zero Draft contiene una disposizione che prevede espressamente il dovere degli Stati di garantire che gli appalti pubblici siano aggiudicati agli offerenti, impegnati a rispettare i diritti umani e che osservino pienamente tutti i requisiti stabiliti nel presente strumento. Il contenuto della norma aprirebbe ad una visione di shared responsibility come precedentemente analizzato, oltre a contribuire allo sviluppo di una strategia globale per gli appalti socialmente responsabili.

Sulla base di tali presupposti, come sostenuto da Jägers, è possibile concludere «che il diritto alla salute può essere applicabile nei rapporti giuridici delle società»602.

Nella parte di trattazione che seguirà si è scelto di procedere all’analisi di quattro problematiche specifiche connesse al diritto alla salute.