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1. Archeologia delle alluvioni

1.6. Contesti di ricerca

I contesti di analisi riguardano sia l’ambito urbano sia quello rurale366. Nei siti urbani

l’archeologia delle alluvioni è legata ai corsi fluviali maggiori367. Uno dei casi più significativi di

archeologia delle alluvioni in contesti urbani è il caso di Londra, dove in vari quartieri della città sono stati scoperti materiali archeologici in perfetto stato di conservazione, poiché sono stati sepolti da ingenti depositi alluvionali368. In ambito rurale gioca un ruolo maggiore l’analisi dell’impatto dei

fattori naturali nella geomorfologia fluviale369. Talvolta, in depositi particolari, la distinzione tra

contesti rurali e quelli urbani di rinvenimento viene meno, come nel caso del ruscellamento a valle (in contesti rurali) di depositi di altura a carattere urbano370.

Oltre questa dicotomia, emergono diversi paesaggi alluvionali, sia in ambito urbano sia in quello rurale, che possono essere sintetizzati in tre categorie geomorfologiche: pianure, terrazze e ventagli.

1.6.1. Pianure alluvionali

Uno degli ambiti di studio più diffusi sono le pianure alluvionali, che costituiscono il più esteso contesto ambientale presente sulla Terra371. La formazione di una piana alluvionale deriva

dallo spostamento di un fiume e dei corsi meandriformi372. Tipologie differenti di spostamento

creano differenti schemi sedimentari: da una morfologia a forma striata ad uno schema caotico373.

Alcuni fiumi possono modificare più radicalmente la loro posizione; ad esempio, adottando un nuovo corso ed occupando la parte inferiore della piana alluvionale374.

Esiste un’ulteriore distinzione nei processi formativi di una piana alluvionale tra variazioni autogene (dettate da fattori interni) e allogene (condizionate da forze esterne) del corso fluviale375.

Il primo tipo di variazione è causato da riempimenti sedimentari o da processi erosivi del meandro; mentre le modifiche allogene sono indotte da cambiamenti climatici o movimenti tettonici376.

Nelle sequenze stratigrafiche di una piana alluvionale, oltre a depositi derivanti dallo straripamento e spostamento del canale, sono comuni altri tipologie di sedimenti, come quelli lacustri, eolici (loess) e colluviali (dagli adiacenti versanti collinari) e detriti derivanti da frane o colate di fango. La storia delle piane alluvionali è il risultato delle interazioni variabili geograficamente tra agenti antropici e fattori naturali377. Il cambiamento climatico influenza l’idrologia, sedimentologia

e vegetazione della piana alluvionale; a questo fattore ambientale si è aggiunto, a partire dal tardo Neolitico (6000 BP) l’azione umana378.

Le pianure alluvionali sono costituite da: increspature e dune, limiti dei canali (banchi, sponde ed argini), paleocanali (lanche), paleosponde, golene e crepacci379.

366MACKLIN-NEEDHAM 1992,p. 10. 367MACKLIN-NEEDHAM 1992, p. 10. 368MACKLIN-NEEDHAM 1992,pp. 261-266. 369MACKLIN-NEEDHAM 1992,p. 10. 370MACKLIN-NEEDHAM 1992,p. 10. 371FRENCH 1998. 372BROWN 1997,p. 19;FRENCH 1992. 373BROWN 1997,p.28. 374BROWN 1997,p.29 375BROWN 1997,p. 31.

376BROWN 1997,pp. 31-32; ad esempio, le modifiche del lungo corso del Po sono collegate ad un sollevamento causato da

sovrascorrimento sepolto.

377BROWN 1997,p.192. 378BROWN 1997,p.19.

1.6.2. Terrazze fluviali

Le terrazze fluviali costituiscono un contesto di particolare rilevanza archeologica, dal momento che rappresentano un ambiente privilegiato nelle scelte insediative380. La formazione di

una terrazza fluviale può essere causata da fattori ambientali (cambiamento climatico, modifiche nell’apporto sedimentario, variazioni nell’idrologia del bacino, attività tettonica e variazione del livello dell’alveo), che determinano un’incisione fluviale381.

Alcuni studi geoarcheologici hanno consentito la ricostruzione dei processi formativi di terrazze alluvionali; è il caso dei lavori nell’area suburbana di Lione, che hanno permesso l’individuazione di terrazze fluvio-glaciali prodotte alla fine del periodo di Wurm382, o delle ricerche

nel bacino della Sorba (Spagna meridionale), che risulta essere caratterizzato nel Pliocene da ventagli alluvionali marginali, coperti da terrazze e derivanti dall’intensa attività tettonica, registrata nell’ambito del corso fluviale383.

Una terrazza alluvionale consiste in una porzione piana (pedata) e una superficie di versante più ripida (alzata), che connette la pedata al livello di una piana alluvionale o ad una terrazza superiore384. In molti casi, le terrazze rappresentano piane alluvionali formatesi nel punto più

elevato del paleoalveo385. In generale, è possibile riconoscere due tipi di terrazze: erosionali e

deposizionali386.

Ballais, ad esempio, riconosce due terrazze dell’Olocene; una inferiore (pertinente ad una fase preistorica) presente dalle aree umide mediterranee alle parti inferiori del Sahara e formatasi durante un periodo climatico di umidità crescente; l’altra terrazza, formatasi nel periodo storico tra il II e il VI sec. d.C.387.

La maggioranza dei siti archeologici, infatti, si sono sviluppati su terrazze del Pleistocene, create da processi di aggradazione avvenuti nel corso dell’Olocene, e sono stati seppelliti da sedimenti alluvionali, che hanno sigillato questi insediamenti, soprattutto in depressioni causate dall’incisione dell’alveo o in luoghi successivamente abbandonati dal canale 388. È questo il caso del

sito individuato a sud di Figeac, sorto su una terrazza alluvionale sulla riva sinistra del fiume Célé e frequentato dal Neolitico Medio alla Prima Età del Ferro389.

In altri casi, questi ambienti sono marginali nell’ambito delle scelte insediative e possono fornire una visione parziale per l’utilizzo umano delle risorse fluviali390.

1.6.3. Ventagli alluvionali

I ventagli alluvionali si trovano in diversi contesti ambientali (regioni montuose desertiche, artico, alpino, temperato umido, tropicale umido) e svolgono un ruolo intermediario importante nella geomorfologia montuosa e nei sistemi sedimentari391.

Il tipo di ventaglio alluvionale riflette il rapporto tra la tipologia di sedimenti e la potenza dell’alluvione392. I movimenti tettonici possono influenzare la geometria e la sistemazione del

ventaglio393. I fattori climatici influiscono, a loro volta, sulla morfologia e sui processi sedimentari

380BROWN 1997,pp. 34-36. 381BROWN 1997,p. 34 382BERARD ET ALII 2010. 383LEWIN ET ALII 1995,pp. 65-76. 384GOLDBERG-MACPHAIL 2006,p.99. 385GOLDBERG-MACPHAIL 2006,p.99. 386GOLDBERG-MACPHAIL 2006,p.99. 387LEWIN ET ALII 1995,pp. 183-194. 388BROWN 1997,pp. 36-37. 389BRUXELLES ET ALII 2012. 390MACKLIN ET ALII 2003,p.5. 391HARVEY ET ALII 2005. 392HARVEY ET ALII 2005. 393HARVEY ET ALII 2005.

del ventaglio alluvionale394. Ad esempio, la formazione dei ventagli alluvionali delle Ande Argentine

viene associata a variazioni significative del regime di piovosità indotto dall’Oscillazione meridionale di El Niño395. L’indagine di Roberts sulle sequenze sedimentarie del bacino di Konya (Anatolia

meridionale) ha rivelato che, anche in questo caso, i ventagli alluvionali sono stati provocati da cambiamenti dei parametri idro-climatici396.

La morfologia del ventaglio appare essere regolata dall’apporto di sedimento e dal regime alluvionale397. Questo è il caso del lavoro di indagine, condotto tra 1999-2000 da G. Gábris e B.

Nagy, che ha consentito il riconoscimento di sei fasi di cambiamenti fluviali del più importante ventaglio alluvionale sul margine della grande pianura ungherese, caratterizzata dalla presenza dei fiumi Sajó e Hernád 398.

In letteratura, è evidente, inoltre, l’alto potenziale archeologico dei ventagli alluvionali, che hanno creato condizioni favorevoli alla nascita e sviluppo di insediamenti umani. In tal senso, lo studio geoarcheologico di tre tumuli nella piana Qazvin nei pressi di Teheran (ca. 6250-2450 BP) ha valutato l’importanza dei ventagli alluvionali nelle scelte insediative399.

1.7. Metodi della ricerca