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1. Archeologia delle alluvioni

1.7. Metodi della ricerca

Il problema della datazione relativa della stratigrafia alluvionale è collegato alla poca corrispondenza di molte sequenze stratigrafiche con il principio della sovrapposizione orizzontale, come nel caso degli accrescimenti laterali di sedimenti400.

Un metodo di datazione relativa si basa sulle tipologie di manufatti, utilizzato soprattutto per le terrazze dei maggiori fiumi europei401.

Un’altra tecnica è la correlazione biostratigrafica, utilizzando l’analisi palinologica402. Una

maggiore disponibilità di campioni pollinici si verifica nei depositi interglaciali e nei riempimenti organici di paleocanali, delle terrazze e dei depositi lacustri (a contatto con le terrazze alluvionali)403.

Questa tipologia di analisi presenta una serie di criticità; in primo luogo, la disponibilità di polline è strettamente correlata al cambiamento della vegetazione, che non è sincronico ed è spazialmente variabile404. In tal senso, le datazioni polliniche dipendono dalla conoscenza del

cambiamento storico della vegetazione405. Per tali ragioni, le analisi palinologiche possono essere

solo una forma approssimativa di datazione, risultando molto più utili per la ricostruzione del paleoambiente406.

Per la determinazione cronologica dei depositi alluvionali, è possibile ricorrere alle datazioni scientifiche dei resti fossili faunistici, che, però, presentano le stesse criticità a cui sono soggetti i campioni pollinici407.

Ulteriori metodi di datazione assoluta o radiometrica sono le analisi chimiche dei metalli pesanti (serie dell’uranio), la datazione14C, la luminescenza, la risonanza della rotazione di elettroni,

394HARVEY ET ALII 2005. 395COLOMBO 2005.

396LEWIN ET ALII 1995,pp. 207-217.Il lavoro ha confermato un’occupazione del bacino tra 23000 e 17000 anni fa. 397HARVEY ET ALII 2005. 398GÁBRIS-NAGY 2005. 399MAGHSOUDI ET ALII 2014. 400BROWN 1997,p.45. 401BROWN 1997,p.46. 402BROWN 1997,p.47. 403BROWN 1997,p.47. 404BROWN 1997,p.47. 405BROWN 1997,p.47. 406BROWN 1997,p.48. 407BROWN 1997,p.48.

la misurazione del decadimento del potassio-argon, il paleomagnetismo, la dendrocronologia, la racemizzazione.

Ad esempio, la serie dell’uranio408 risulta essere particolarmente utile per datare materiali

tipici delle piane alluvioni, in cui sono presenti: tufi, speleotemi, torba (che assorbe uranio dall’acqua di falda)409.

La datazione al 14C delle stratigrafie alluvionali fornisce un terminus post quem per la

formazione del deposito analizzato410. Al momento questa tecnica di datazione risulta essere la più

efficace per la costruzione delle cronologie alluvionali del periodo tardo Glaciale e dell’Olocene411.

Nello specifico, il legno ed il carbone sono tra i materiali organici che producono le datazioni più affidabili, ma se in giacitura secondaria possono fornire solo una generica datazione della deposizione412. L’utilizzo di questo strumento per le cronologie alluvionali è una potenziale fonte di

errore per diversi motivi: presenza di materiali organici residuali (ceppi di legno in giacitura secondaria derivanti dai processi di erosione del banco fluviale) e di fattori pedogenici e post deposizionali (ad esempio, provocati dalle radici)413. Particolarmente utile per datare terreni

alluvionali è datazione con AMS (Accelerator Mass Spectrography), con la quale si misura direttamente il 14C piuttosto che la sua radioattività414.

La luminescenza415 è un’altra tecnica efficace per datare la ceramica o il loess, quindi

particolarmente utile per siti del Paleolitico localizzati su terrazze fluviali416 o per datare le sequenze

stratigrafiche alluvionali caratterizzate da livelli a matrice sabbiosa417.

La luminescenza della stimolazione ottica (OSL) ha avuto un’ampia applicazione sui depositi alluvionali418, soprattutto per la datazione del sedimento, determinando il periodo dell’ultimo

rimaneggiamento419. Delle criticità sono connesse all’uso di questa tecnica di datazione, quali: le

caratteristiche mineralogiche ed il contenuto di acqua dei depositi sedimentari420. La tecnica di

datazione OSL è stata utilizzata per fornire una cronologia della sequenza stratigrafica individuata nella valle della Guadiana421, delle terrazze fluviali generate dal fiume Guadalupe nel periodo

compreso tra il Medio e Tardo Pleistocene422 e dei depositi alluvionali nel bacino dell’Ebro (Spagna

settentrionale)423.

La tecnica della risonanza della rotazione di elettroni (ESR) è particolarmente efficace nella datazione dei manufatti in selce derivanti dai depositi delle terrazze424.

Altro strumento di datazione scientifica è quello basato sul decadimento del potassio- argon, che risulta essere utile per età superiori ai 100 Ka BP ed è utilizzata per tipologie di rocce del Quaternario, come cenere vulcanica o tephra425. Il potenziale informativo di questa tecnica è la

408BROWN 1997,p.48. 409BROWN 1997,pp.55.

410MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.13. La datazione al radiocarbonio è utilizzata per ricostruire i processi di accrescimento fluviale

nella valle di Cheviot Hills (si vedaMACKLIN-NEEDHAM 1992,pp. 111-121.Il 14C fornisce utili termini cronologici per le alluvioni del

primo e tardo Olocene del Midland(MACKLIN-NEEDHAM 1992,pp. 193-194).

411BROWN 1997,p. 48. 412BROWN 1997,p.49. 413BROWN 1997,pp. 48-49. 414BROWN 1997,pp. 50-51. 415BROWN 1997,p. 48. 416BROWN 1997,pp. 53-54. 417MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.18.

418BROWN 1997,p.54;MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.18. 419FUCHS-WAGNER 2005.

420BROWN 1997,p.54. 421BORJA BARRERA ET ALII 2012. 422LEWIN ET ALII 1995,pp. 103-113. 423NICHOLS 2017.

424BROWN 1997,p.54. 425BROWN 1997,p.54.

datazione di superfici alluvionali caratterizzate da un alto grado di sedimentazione e con scarsi effetti post deposizionali426.

La tecnica del paelomagnetismo427 (in correlazione con cambiamenti del campo magnetico

terrestre)428 può essere combinata alle misure di suscettibilità o intensità magnetica per fornire

ulteriori informazioni cronologiche sui processi di sedimentazione429. Le condizioni ideali di utilizzo

di questo strumento di datazione sono associate a strati alluvionali compatti, a matrice limo sabbiosa, poco affetti da disturbi postdeposizionali e caratterizzati da detriti magnetici430, e a

paleocanali, caratterizzati da riempimenti limo-sabbiosi depositatisi in condizioni anaerobiche e ricchi di resti organici431. Tale tecnica si presenta adatta ai depositi lacustri e quelli eolici (loess)432

ed è particolarmente utile per la datazione dell’erosione superficiale avvenuta in epoca preistorica433.

La dendrocronologia434 risulta essere estremamente utile nei contesti boschivi sommersi,

laddove tipologie arboree sono conservate435.

Le tecniche di racemizzazione degli aminoacidi sono particolarmente utili per datare i depositi interglaciali e quelli delle terrazze alluvionali436 oltre a verificare i risultati di altre tecniche

di datazione437.

L’utilizzo combinato di tecniche diverse, sin qui discusse, ricorre in numerosi studi438, come

nell’area della Foresta Nera meridionale e del corso superiore del Reno, i cui sedimenti alluvionali e colluviali sono stati datati attraverso la combinazione del 14C, della tipologia dei reperti archeologici,

delle analisi palinologiche e dei rapporti stratigrafici439. Sulla base di questi depositi datati, sono

state prodotte sei diverse mappe che mostrano la distruzione dei sedimenti alluvionali e colluviali rispetto ai corrispondenti periodi archeologici440. Per ognuno di questi periodi è stata stimata

l’intensità dell’impatto umano in relazione alle diverse condizioni climatiche ed attività economiche (deforestazione e attività di estrazione)441.

Nelle ricerche condotte da Fuchs e Wagner nel bacino di Flio nel Peloponneso settentrionale, le concordanti datazioni dell’OSL e quelle 14C AMS hanno offerto una buona

opportunità di ricostruire la storia erosiva del suolo nel corso dell’Olocene e l’interazione tra ambiente e attività produttive storiche442.

1.7.2. Metodologia di ricostruzione dei fenomeni alluvionali

Le ipotesi ricostruttive dei contesti alluvionali si sviluppano attraverso una molteplicità di tecniche di analisi. La ricostruzione dei dissesti idrogeologici avvenuti nell’antichità si basa su una

426BROWN 1997,p.54.

427MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.27,in merito alla spiegazione tecnica circa l’utilizzo di questo strumento di analisi;MACKLIN-

NEEDHAM 1992,p.18 E pp. 37-42sulle modalità di utilizzo di questo genere di analisi.

428BROWN 1997,p.55.

429MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.37. 430FRENCH 1998.

431MACKLIN ET ALII 2003,p.4;FRENCH 1998;BROWN 1997,p.57. 432BROWN 1997,p.57.

433FRENCH 1998;BROWN 1997,p.58.

434BROWN,pp. 55-56, si discute in dettaglio le procedure di questo strumento di datazione. 435MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.274.

436BROWN 1997,p.58. 437BROWN 1997,p.58.

438HUCKLEBERRY ET ALII 2013. La cronologia della sequenza alluvionale nella piana del fiume Salt In Arizona è stata ottenuta

attraverso la tecnica AMS 14C e OSL. 439MÄCKEL ET ALII 2003.

440MÄCKEL ET ALII 2003. 441MÄCKEL ET ALII 2003. 442FUCHS-WAGNER 2005.

lettura dei dati derivanti da record archeologici (papiri443, monete444) e dalle testimonianze scritte

(fonti antiche, documenti d’archivio445).

Gli strumenti di prospezione geoarcheologica dei contesti alluvionali sono quelli comuni agli interventi di analisi di taglio territoriale, che possono essere brevemente richiamate: ricognizioni, fotografie aeree446 (particolarmente utili per terrazze fluviale sorte su livelli alluvionali), cartografia

storica447 (per il riconoscimento di paleoalvei o piane alluvionali), telerilevamento di basso livello

(usando la lunghezza d’onda o immagini termiche), pozzi per l’estrazione della ghiaia448, rifrazione

sismica, conduttività o resistenza del terreno, carotaggi, analisi morfometriche e micromorfologiche449, scavi archeologici450. In tal modo, i dati geologici, geomorfologici, pedologici

e tettonici vengono correlati alle evidenze archeologiche451.

I dati paleoclimatologici, fondamentali per determinare la genesi dei fenomeni alluvionali, sono disponibili attraverso l’analisi dendroclimatologica, delle fonti scritte e delle fluttuazioni dei ghiacciai, del cambiamento del livello di umidità nei livelli di torba452.

Le letture geologiche dirette alla ricostruzione del paleoambiente alluvionale utilizzano dati derivanti dallo studio dei molluschi, dalle analisi palinologiche, dalle letture micromorfologiche, dall’analisi sedimentologica453. Lo studio dei molluschi, presenti in questa categoria di contesti, è

basato sul riconoscimento nei depositi di tipi ricorrenti e distintivi (taxocenes)454.

Le analisi palinologiche455 prendono in considerazione sia la tipologia di trasferimento del

polline sia la sua origine nei sedimenti alluvionali456 sia la fluttuazione di pollini più antichi nei

sedimenti attraverso processi erosivi457. L’analisi delle sequenze polliniche può consentire, inoltre,

il riconoscimento dell’impatto della deforestazione e dell’attività antropica nell’ambito dei processi formativi alluvionali e la ricostruzione del paesaggio prima dell’instabilità ambientale458. Le analisi

polliniche dei sedimenti fluviali a Vranský Potok (Boemia Settentrionale) hanno dimostrato il potenziale dei siti alluvionali per una ricostruzione della storia della vegetazione negli insediamenti agricoli (fattorie) del periodo preistorico e medievale459. I dati pollinici sono stati confrontati con

altre banche dati contenenti informazioni sul cambiamento storico della vegetazione e dell’uso della

443Da ultimo per una sintesi si veda MC CORMICK 2013. Danielle Bonneau ha identificato una lunga serie di alluvioni del Nilo nel

periodo di annessione dell’Egitto nell’Impero Romano dal 30 a.C. al 299 d.C. L’analisi di Bonneau si basa su diverse tipologie di evidenze archeologiche: papiri, monete e altri record. In sintesi, i dati sulle alluvioni raccolti dalla Bonneau segnalano un importante cambiamento nella produttività complessiva del granaio dell’Impero Romano dopo il 155 d.C.BONNEAU 1971.

444 Da ultimo per una sintesi si vedaMC CORMICK 2013;BONNEAU 1971. 445FOUACHE 1999.

446FOUACHE 1999;BROWN 1997,pp.41-42;BOTTAZZI 1986. 447FOUACHE 1999;BROWN 1997,pp. 41-42.

448BROWN 1997,pp.41-42.La scoperta di siti di interesse archeologico, sepolti da depositi alluvionali, avvenne proprio in seguito

alla realizzazione di pozzi per l’estrazione di ghiaia; ad esempio, questo caso si registra ad Hemington Fields, dove strati di ghiaia, limo e argilla ha sigillato dei mulini ad acqua di epoca medievale.

449WRIGHT ET ALII 2017;FOUACHE 1999;BROWN 1997,pp.41-42. 450WRIGHT ET ALII 2017.

451FOUACHE 1999;BOTTAZZI 1986;BINTLIFF 1975.

452BROWN 1997,p. 251.Le paludi torbose sono alimentate da precipitazioni e sono sensibili al cambiamento climatico, fornendo

un ottimo record climatologico.BARBER ET ALII 1994per quanto riguarda l’elaborazione di una ‘curva’ per l’analisi dei livelli di

umidità nei livelli torbosi.

453 MACKLIN-NEEDHAM 1992,pp.111-121.L’analisi pollinica, combinata con una mappatura geomorfologica e ricognizioni

archeologiche, è utilizzata per la ricostruzione paleoambientale delle valli a Cheviot Hills.

454MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.65.

455MACKLIN-NEEDHAM 1992,pp.235-247. Le analisi palinologiche, condotte nel sito di Three Ways Warf, hanno evidenziato una

significativa modifica paleoambientale nel periodo compreso tra l’ultima Glaciazione ed il primo Mesolitico, indicando il passaggio da una foresta dominata da pini e da vegetazione di ambiente paludoso a un bosco di specie arboree decidue.

456MACKLIN-NEEDHAM 1992,pp.84-85,si sintetizza le diverse fonti di polline presenti nei bacini alluvionali (trasporto aereo, specie

arboree che crescono in ambienti paludosi, trasportati da ecosistemi nati a monte, generati da attività antropiche secondarie, erosi da precedenti sedimenti geologici o alluvionali).

457MACKLIN-NEEDHAM 1992,p. 85. 458MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.120. 459ALBERT-POKORNÝ 2012,p. 85.

terra in Boemia460. Le analisi dei pollini attorno al centro di Lione hanno consentito la ricostruzione

del paesaggio vegetale, costituito da una prospera foresta di tipo alluvionale a partire dal Neolitico finale, ma seguito da disboscamento correlato all’approvvigionamento di legno durante il periodo La Tene e quello romano461. Le ricerche del Bally Lough Archaeological Project concentrata nella

Barrow Valley (Irlanda Meridionale) hanno evidenziato, grazie al contributo delle analisi polliniche, l’impatto degli eventi alluvionali sulla vegetazione locale462.

La lettura dei diagrammi pollinici si rivela particolarmente utile in contesti caratterizzati dalla presenza di paleocanali, in seguito all’avulsione del corso d’acqua, e di abbondante risalita di acqua di falda463. Un problema connesso a questo tipo di analisi è il rimaneggiamento degli strati di

provenienza delle sequenze polliniche, che influisce sulla ricostruzione dei paleoambienti, nei quali il polline viene scoperto464.

L’analisi micromorfologica della stratigrafia alluvionale definisce gli effetti dei processi di pedogenesi, i materiali costituenti del suolo e la traslazione dei detriti in soluzione o in sospensione, consentendo l’identificazione dei processi formativi della sequenza stratigrafica465. Questo tipo di

approccio analitico è particolarmente utile per la determinazione della mineralogia dei suoli alluvionali; quest’ultima riflette la litologia del bacino ed il contesto climatico466.

La micromorfologia dei suoli risulta essere particolarmente utile nell’indagine dei fattori di disturbo, nella ricostruzione storica in relazione alle attività agricole467. Ad esempio, la lettura

micromorfologica nella piana alluvionale di Qazvin nei pressi di Teheran ha consentito di evidenziare, nei depositi sedimentari dell’insediamento, pratiche antropiche passate, come utilizzo del legno, paglia e sterco per la produzione di combustibile, deposizione di vari tipi di rifiuti domestici e di bestiame, sistematiche operazioni di manifattura (fornaci di laterizi o ceramica e officine metallurgiche)468.

Un’ulteriore lettura geologica dei contesti alluvionali riguarda l’analisi sedimentologica469.

In tal senso, questa tipologia di analisi consente di stabilire la provenienza dei sedimenti, individuandone l’evento alluvionale o il processo erosivo di origine470. In genere, questo tipo di

ricerche consente di analizzare i fattori, che condizionano il tipo di sedimentazione alluvionale, e che sono: il cambiamento climatico e la variazione delle condizioni meteorologiche, il genere di copertura vegetale, la tipologia di suolo, il grado di impatto dell’attività umana471.

Il caso del Pontine Region Project indica che gli studi dei sedimenti nelle piane costiere hanno l’obiettivo di evidenziare i possibili effetti dell’impatto umano sul paesaggio e la natura complessa del processo sedimentario, non uniforme né nello spazio né nel tempo472. Nella piana

pontina due meccanismi sedimentari sono stati distinti: ventagli e strati alluvionali, caratterizzati, a loro volta, da due aree di provenienza diversa e da dinamiche di formazione differenti473. Il caso di

studio pontino, inoltre, mostra che le condizioni sedimentarie possono cambiare in brevi periodi di tempo: la sedimentazione può seppellire superfici più antiche ma può creare aree abitabili (i coloni

460ALBERT-POKORNÝ 2012,p.85. 461BERARD ET ALII 2010. 462ZVEBELIL ET ALII 1996.

463BROWN 2003,p.19;MACKLIN-NEEDHAM 1992,pp.185-196. Il lavoro si occupa die paleocanali e delle paleosuperfici delle piane

alluvionali del Midland in Inghilterra, mettendone in evidenza il potenziale informativo geoarcheologico.

464MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.85.Questa difficoltà non sembra presentarsi nello studio dei sedimenti provenienti dalle piccole

valli perchè, in larga parte, il polline deriva dai vicini bacini fluviali.

465MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.53.Le analisi micromorfologiche sono condotte su sezioni sottili di terreno impregnate di resina,

che sono analizzate con l’ausilio di un microscopio polarizzato.

466BROWN 1997,p.99. 467BROWN 1997,pp.101-102. 468MAGHSOUDI ET ALII 2014.

469MACKLIN-NEEDHAM 1992,pp. 103-109.

470MACKLIN-NEEDHAM 1992,p.18.Ad esempio, lo studio sedimentologico dei deposti alluvionale del Tyne ha consentito di

riconoscere due apporti alluvionali da diversi affluenti, in base alle loro contrastanti nature geologiche.

471MACKLIN-NEEDHAM 1992,p. 104. 472ATTEMA-DELVIGNE 2000. 473ATTEMA-DELVIGNE 2000.

romani coltivarono un paesaggio che nella protostoria era solo parzialmente utilizzato per lavori agricoli)474.

In alcuni contesti, i detriti alluvionali possono includere grandi quantità di sedimenti generati dalla glaciazione avvenuta nel Pleistocene o da un’attività tettonica475. I detriti costieri del

Quaternario, invece, costituiscono il risultato di un’interazione a lungo termine tra sedimenti terrestri ed erosione marino-fluviale, determinata dal cambiamento del livello del mare durante i cicli glaciali ed interglaciali476. La pianura veneto-friuliana dell’Italia settentrionale e il paesaggio a

valle del massiccio Lefka Ori a Creta sono gli esempi più noti dell’alimentazione glaciale dei detriti alluvionali costieri nell’area mediterranea477.

Uno dei limiti dell’analisi sedimentologica è associato alla varietà dei processi di deposizione e post deposizionali (depositi colluviali ed eolici, attività biologica ed antropica), che possono modificare l’apporto sedimentario e, in generale, il potenziale informativo geoarcheologico dei contesti alluvionali478.

Talvolta la geoarcheologia alluvionale si serve di una lettura integrata delle diverse analisi scientifiche; questo è il caso delle indagini condotte nelle valli Nene e Welland (Inghilterra orientale). Questo progetto di ricerca ha avuto come obiettivo la definizione dello sviluppo ambientale delle valli e delle dinamiche alluvionali479. Nell’ambito di questa ricerca sono state

intraprese diverse tipologie di analisi: mappatura geomorfologica, sedimentologica, geochimica e analisi magnetica dei depositi alluvionali per determinare la provenienza dei sedimenti; studi micromorfologici dei sedimenti del canale e dei suoli circostanti, analisi pollinica delle torbe rinvenute nei paleocanali e in altri depositi archeologici, datazione al radiocarbonio di unità sedimentarie maggiori combinate con datazioni archeometriche o basate sulla tecnica della luminescenza480.

La ricostruzione paleoambientale della piana alluvionale del fiume Tago nella Entre Valas (Portogallo) è stata condotta, anche in questo caso, integrando dati micromorfologici, palinologici, sedimentologici e geochimici481.

Allo stessso modo, la lettura geoarcheologica delle sequenze alluvionali di Paredes (Asturia, Nord Ovest della Spagna) è stata basata su un’analisi integrata dei diversi dati geomorfologici (carotaggi geoarcheologici, GPR, analisi sedimentaria, geocronologia 14C, palinologia, tecnica

GIS)482.

Infine, il lavoro di Provansal sullo sviluppo nel corso dell’Olocene del fiume Arc in Provenza (Francia Meridionale) è stato realizzato utilizzando tre fonti di informazioni, quali: ricerche geomorfologiche, indagini archeologiche, valutazioni della sequenza sedimentaria 483.