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Cooter e la Internalization Theory (teoria dell’internalizzazione)

LE NORME SOCIAL

6. Teorie sull’origine e l’osservanza delle norme sociali: l’approccio dell’analisi economica del diritto

6.1. Cooter e la Internalization Theory (teoria dell’internalizzazione)

Diversi studiosi hanno tentato di elaborare una teoria delle norme sociali che possa essere integrata nell’ambito della scelta razionale, allo scopo di individuare come queste nascano, si evolvono e perché vengono rispettate.

Robert Cooter è stato il primo esponente del movimento di Law Economics che ha elaborato una teoria sulla genesi delle norme sociali, la c.d. teoria dell’internalizzazione delle norme sociali. Il suo lavoro si distingue, rispetto a quello dei suoi colleghi, per l’enfasi che pone nei confronti dei processi di socializzazione, intesi come meccanismi attraverso i quali gli individui apprendono e interiorizzano le norme sociali.

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Cooter sostiene che le social norms vengono ad esistenza nel momento in cui vengono internalizzate dalla popolazione105.

Una norma sociale è internalizzata quando un individuo l’ha fatta propria, la condivide, la considera giusta (una sorta di malum in se), così da sentirsi obbligato a rispettarla. La violazione di una norma interiorizzata provoca così nell’individuo un forte senso di colpa e risulta, quindi, psicologicamente gravosa. Il rispetto della norma, viceversa, provoca nell’individuo orgoglio e fierezza. Se riprendiamo l’esempio della mancia data al cameriere di un ristorante o di un bar di un aeroporto, possiamo capire come la teoria dell’internalizzazione possa atteggiarsi a soluzione del dilemma. Lascio una mancia al cameriere non perché ho paura della reazione degli altri, ma perché ritengo sia la cosa giusta da fare. Allo stesso modo, si pensi ad esempio all’obbligo di allacciare le cinture di sicurezza in automobile. Quando fu introdotta questa prescrizione nel Codice della Strada, la maggior parte delle persone la rispettava per paura delle sanzioni, mentre una piccola percentuale lo faceva per ragioni di sicurezza. Ad oggi la situazione si è capovolta: mettere la cintura non è più considerato (per i più) come una fastidiosa imposizione ma, al contrario, come qualcosa di giusto, naturale e razionale.

Cooter afferma come il processo di internalizzazione di una norma sociale vada ad incidere nei confronti dell’equilibrio motivazionale dell’agente razionale, innalzando il costo atteso dalla violazione della norma stessa e rendendo così la cooperazione la strategia dominante106. Si capisce immediatamente come una norma interiorizzata abbia una forza enorme nell’orientare le scelte dell’individuo, spesso assai maggiore rispetto a quella esercitata dall’esterno attraverso le sanzioni sociali. Per dirla con le parole di Pocar: “spesso gli individui tengono, in ossequio alle norme che hanno inconsapevolmente introiettato, comportamenti perfettamente contraddittori con i loro oggettivi interessi e consoni piuttosto a interessi altrui, pensando

105 COOTER, Decentralized Law for a Complex Economy, cit., 1665: “a social norm is ineffective in a

community and does not exist unless people internalize it”.

106 COOTER, ibidem, cit., 1665: “Internalization may tip the balance for a decisionmaker in favor

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tuttavia che tali comportamenti siano giusti e, per dir così, naturali e non già il frutto dell’accettazione di una norma sociale”107.

L’internalizzazione è importante anche sotto un altro punto di vista. Chi ha fatto propria una norma sociale, trasformandola in un certo senso in una norma morale, riterrà che questa debba essere rispettata anche dalle altre persone, e pertanto tenderà a disapprovare e criticare chi dovesse trasgredirla. In questo senso, pertanto, il processo di internalizzazione è un punto chiave per il sostenimento e l’enforcement delle norme sociali.

Più autori hanno sollevato delle critiche nei confronti dell’internalizzazione come conditio sine qua non per l’esistenza delle norme sociali.

Secondo Ellickson, “una norma [sociale] può esistere anche se nessuno la ha internalizzata, purché le altre persone forniscano un adeguato livello di

enforcement informale”108. In altri termini, più è basso il grado di

interiorizzazione di una norma, e quindi il livello delle sanzioni “interne”, e più affidamento si deve fare sulle sanzioni esterne per fare in modo che la norma venga rispettata.

McAdams è ancora più chiaro. Concorda nel ritenere che l’internalizzazione giochi un ruolo fondamentale nell’enforcement delle norme sociali, ma afferma che “Cooter si sbaglia quando dice che una norma sociale non esista in assenza di una sua internalizzazione109.

In definitiva, possiamo affermare come la teoria di Cooter abbia avuto il merito di portare all’interno dell’analisi economica una concezione nuova, che ha fatto capire come il rispetto delle norme sociali non avvenga esclusivamente sulla base di un calcolo utilitaristico e per la paura di subire delle sanzioni esterne, ma anche per via di quel “’tribunale interno’ che giudica le nostre azioni e ci fa sentire in colpa quando deviamo da una norma

107 POCAR, Il diritto e le regole sociali, cit., 19.

108 ELLICKSON, The Market for Social Norms, cit., 3. Letteralmente: “a norm can exist even if no

one has internalized it, however, so long as third parties provide an adequate level of informal enforcement”.

109 MCADAMS, The Origin, Development, and Regulation of Norms, cit., 378. Letteralmente: “i think

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sociale”110, ed anzi l’internalizzazione può talora spiegare perché un certo individuo rispetti una norma o punisca chi non la rispetti.