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McAdams e la Esteem Theory (teoria della stima)

LE NORME SOCIAL

6. Teorie sull’origine e l’osservanza delle norme sociali: l’approccio dell’analisi economica del diritto

6.2. McAdams e la Esteem Theory (teoria della stima)

Richard McAdams, un altro esponente del movimento dottrinale del Law and Economics, ha elaborato la Esteem Theory, relativa all’origine delle norme sociali. Egli sostiene che il rispetto delle norme sociali sia da ricercare nel desiderio di ognuno di ricevere la stima dei propri simili, di essere rispettati dagli altri ed avere maggiore prestigio ai loro occhi111.

McAdams prende le mosse dalla considerazione che i motivi per i quali una norma sociale è osservata sono relativamente chiari. In termini economici: una norma esisterà fintanto che le sanzioni imposte al trasgressore determinino la previsione di un costo per la violazione, che ecceda quello dell’osservanza della norma stessa.112 Le sanzioni di cui parla McAdams sono da considerarsi di tipo extra-legale e decentralizzato: sanzioni sociali che vanno dalla mera disapprovazione all’esclusione dal gruppo sociale d’appartenenza. Questo meccanismo sanzionatorio informale fa scaturire un altro problema: cosa spinge un singolo individuo ad intraprendere un’attività dispendiosa come quella di sanzionare un proprio simile? Egli non adotterà tali misure, a meno che il suo contributo non risulti, di fatto, decisivo per impedire il comportamento scoraggiato. Siamo di fronte ad un problema di azione collettiva di secondo ordine: il contributo di disapprovazione di ogni singola persona conta poco, ma se tutti agiscono insieme e disapprovano la stessa condotta, ecco che si ottiene un risultato efficiente. Secondo McAdams è possibile risolvere questo problema di azione collettiva, in quanto le persone

110 A.BAGNASCO, M. BARBAGLI,A.CAVALLI, Corso di sociologia, Bologna, 2007, 126.

111 MCADAMS, The Origin, Development, and Regulation of Norms, cit., 342. La parola esteem può

essere tradotta, seppure con qualche approssimazione, alle parole “stima”, “considerazione”, “reputazione”.

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potrebbero punire il trasgressore a costo zero, semplicemente negandogli quella stima che desiderano.

Affinché una norma sociale possa emergere, McAdams ritiene che debbano essere soddisfatte tre condizioni: in primo luogo, deve esistere nella popolazione di riferimento un consenso, in ordine al carattere commendevole o deprecabile di un determinato comportamento; in secondo luogo, deve sussistere un qualche insito rischio che quel comportamento possa essere identificato dalla popolazione in questione; in terzo luogo, le condizioni di cui sopra devono essere conosciute dalla popolazione. Nel momento in cui tali condizioni si avverano, e posto che le persone ricercano la stima degli altri, ne segue che tale desiderio di stima genera un costo in capo a chi volesse tenere una condotta diversa da quella sui cui verte il consenso generale.

In altre parole, una norma sociale emergerà in una data popolazione nel momento in cui, per la maggior parte degli individui, il peso attribuito ad una possibile perdita di stima in caso di trasgressione sia maggiore rispetto a quello derivante dal tenere il comportamento condiviso, di modo che l’individuo preferisca comportarsi in maniera corretta ed ottenere la stima degli altri113.

La teoria della stima è sicuramente degna di nota, ma vi sono alcune buone ragione per essere scettici in ordine ad alcune sue affermazioni. Lo stesso McAdams, peraltro, solleva alcuni dubbi. In primo luogo, è chiaro che un individuo sanzionerà l’autore di un comportamento deprecabile solo nel momento in cui è certo che nel gruppo sociale di riferimento tale condotta sia effettivamente disprezzata. D’altronde, chi di noi, trovandosi per la prima volta in un ambiente di lavoro sconosciuto, in un nuovo gruppo di amici o in una città straniera, si prende il rischio di censurare il comportamento di qualcuno senza prima essere certi che in quella comunità tale comportamento sia considerato men che commendevole? Evidentemente tasteremo prima il terreno, per capire se anche i nostri pari la pensano allo stesso modo114.

113 MCADAMS, ibidem, 364.

114 Queste considerazioni evidentemente conseguono al carattere stesso delle norme sociali,

che possono variare da comunità a comunità, da nazione a nazione, di modo che ciò che è considerato “normale” in Italia, può essere un malcostume o in altri Paesi. Porto qui un

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Queste considerazioni fanno pensare che la teoria in esame non sia pienamente in grado di spiegare in che modo le norme sociali emergono ab origine, ma solo il modo in cui queste sono rafforzate e sostenute nel tempo. McAdams si difende, facendo notare come in realtà le persone compiano delle valutazioni e giudichino il comportamento degli altri “indipendentemente e a prescindere dall’esistenza di una specifica norma sociale”115. È necessario e sufficiente che ognuno abbia una certa capacità di giudizio e sensibilità. Le persone tengono a valori come la civiltà, l’equità, la sicurezza pubblica, la pulizia dell’ambiente, e così via, e tali valori sono ciò che tiene insieme la società e motiva le persone a creare o rafforzare delle norme sociali che siano contrarie a tutti quei comportamenti che si pongono come lesivi dei suddetti valori.

In definitiva questa tesi, come accade in genere con quelle proposte dai teorici della scelta razionale, vuole spiegare l’operatività delle norme sociali elevando a fattore chiave l’elemento sanzionatorio, in questo caso il suo carattere esogeno, inteso in termini di disapprovazione sociale pubblicamente osservabile. Non si spinge a spiegare il motivo per cui alle persone tengono all’opinione degli altri oppure i motivi per cui di punto in bianco alcune persone cominciano a sanzionare un comportamento: ed è giusto così, perché tale arduo compito è demandato ad altre scienze come la psicologia o la sociologia.