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Posner e la Signaling Theory (teoria dei segnali)

LE NORME SOCIAL

6. Teorie sull’origine e l’osservanza delle norme sociali: l’approccio dell’analisi economica del diritto

6.3. Posner e la Signaling Theory (teoria dei segnali)

L’approccio di Eric Posner nei confronti dello studio delle norme sociali è animato da un’attenzione quasi ossessiva per la purezza metodologica.

esempio che traggo da una delle mie passioni il motociclismo. In Italia capita di frequente di vedere motociclisti che, al semaforo, sorpassano la lunga colonna di auto per portarsi in “pole

position” davanti a tutti. Evidentemente si tratta di un comportamento accettato dai più, poiché

generalmente nessuno degli automobilisti si lamenta suonando il clacson. È probabile che tale condotta sia condivisa in quanto non provoca alcuna esternalità negativa sulle quattroruote: il motociclista risparmia tempo e si riduce la posizione in coda delle auto. Chiunque sia stato in Germania, avrà notato che le cose stanno diversamente. Raramente si vede una motocicletta che non stia ordinata in coda dietro le auto come tutti gli altri. Se qualcuno sorpassa quantomeno viene colpito da qualche occhiataccia da parte degli automobilisti.

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Egli vuole sgombrare il campo da quelle considerazioni fenomenologiche e di valore che ha riscontrato nei lavori di McAdams, disegnando un modello analitico caratterizzato da una certa austerità teorica116.

Nel suo modello, Posner concepisce le norme sociali come dei “segnali” che consentono agli individui di farsi riconoscere come partner affidabili nelle diverse relazioni della vita sociale117.

Posner assume che ciascun membro della comunità abbia caratteristiche e qualità personali differenti che lo rendono più o meno affidabile. L’obiettivo di ogni individuo sarebbe quello di trovare un partner con cui allacciare una relazione cooperativa e nel contempo evitare quelli meno affidabili. Tutte le diverse caratteristiche e qualità personali che influiscono sull’affidabilità di una persona vengono poi ridotte ad un unico dato: il tasso con cui quella persona sconta il flusso dei benefici futuri (discount rate)118. Una volta fissato tale tasso di sconto che opera come valore soglia, gli individui facenti parte la comunità vengono suddivisi in due categorie: gli individui cooperativi (good types), che hanno un basso tasso di sconto, e quelli opportunistici (bad types), che hanno un elevato tasso di sconto.

Il concetto di segnale è, pertanto, quello di un’azione che ha un determinato costo – in termini di tempo o denaro – per il soggetto che deve compierla e che consente di discriminare (c.d. separation) i partner cooperativi da quelli opportunistici.

Posner argomenta la propria tesi richiamando la teoria dei giochi ed in particolare il modello del dilemma del prigioniero ripetuto nel tempo. Coloro che sono intenzionati a cooperare vogliono avere uno strumento per comunicare agli altri tale volontà e, in termini opposti, vogliono poter riconoscere, tra la molteplicità di possibili partners, coloro che sono a loro volta

116 Cfr. POSNER, Law and Social Norms,cit., 235, nota n.5, dove critica ELSTER, Il cemento della

società dicendo che le sue argomentazioni sulle motivazioni umane pongono delle basi per lo

studio delle norme sociali fenomenologicamente attraenti ma metodologicamente sterili. Per i commenti sui lavori di McAdams, si veda Ibidem, 40.

117 Cfr. E.A.POSNER, Symbols, Signals, and Social Norms in Politics and the Law, 27 J.LEGAL STUD.

765 (1998), 2 ss., disponibile all’URL: http://ssrn.com/abstract=33687 e POSNER, Law and

Social Norms,cit., 18 ss.

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affidabili e disponibili, di modo che i due possano incontrarsi e cooperare in maniera efficace. In questo senso, Posner afferma in maniera sibillina che “per distinguersi dai bad types, i good types si adoperano in azioni chiamate segnali”119. Sulla base di questa considerazione, è evidente che un individuo compirà determinate azioni che svolgono una funzione di segnale, e quindi rispetterà una norma sociale perché, tramite il comportamento ad essa associato, questa svolge la funzione di veicolare le informazioni sulla reputazione e l’affidabilità delle persone, costituendo quindi un vero e proprio meccanismo risolutivo del problema dell’azione collettiva120.

Ad esempio, se vestirsi in maniera elegante ed ordinata è considerato indice di serietà, precisione ed affidabilità, è probabile che in determinati contesti verrà attribuito a tali persone un trattamento migliore. Una volta che questo si verifica, è probabile che un maggior numero di persone cercherà di vestirsi in quella maniera. L’istruzione, per citare un altro esempio, è un meccanismo di segnalazione delle capacità individuali.

In effetti, un segnale può servire per avviare una relazione cooperativa, per mantenere una relazione cooperativa o per fondare una reputazione121. Ne sono esempi significativi, nel mondo del business, i cesti di Natale che spesso le aziende regalano ai propri clienti più importanti o ai propri dipendenti. Non sarebbe meglio offrire degli sconti ai primi e degli aumenti di stipendio ai secondi122? O ancora, nell’ambito familiare ed amicale, si pensi a quelle cene dove si invitano vicini di casa, colleghi, amici, e così via.

Affinché una certa azione possa fungere da segnale, questa deve soddisfare tre condizioni: deve essere costosa per chi la compie, deve essere osservabile dagli altri e infine deve essere arbitraria.

In primo luogo l’azione deve avere un costo in termini di dispendio di energie o denaro. Tale requisito è fondamentale, poiché solo l’azione costosa è

119 POSNER, ibidem, 19.

120 Posner considera le norme come delle variabili endogene, sono l’etichetta che attacchiamo

al comportamento segnalante. Cfr.POSNER, ibidem, 34.: “norms are thus endogenous, they do not cause behavior, but are the labels we attach to behavior to results from other factors”.

121 POSNER, ibidem, passim. 122 POSNER, ibidem, 23.

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idonea a rivelare che il soggetto è disponibile ad incorrere in costi a breve termine necessario per realizzare dei benefici sul lungo termine, derivanti dalla cooperazione. In secondo luogo, se il fine è quello di veicolare una determinata informazione, l’azione dovrà altresì essere percettibile dagli altri, altrimenti non sarà possibile attribuirgli il valore di segnale. Infine, l’azione deve essere arbitraria, cioè determinata da una libera scelta del soggetto agente e avulsa da qualsiasi motivazione diversa da quella specificamente volta a veicolare il segnale al soggetto terzo123.

La teoria dei segnali è stata oggetto di critiche su più punti124. Innanzitutto, poiché conduce a considerare in maniera esclusiva la motivazione di segnalazione, ignorando le altre ragioni che frequentemente spingono un individuo a tenere una certa condotta, molte delle quali non sono collegate al desiderio di segnalare la propria qualità di partner affidabile nel tempo. Se interpretassimo rigidamente la teoria di Posner, dovremmo affermare che se qualcuno indossa un certo modello di pantaloni o dei vestiti alla moda solo per essere “cool”, o se qualcuno sventola una bandiera italiana per patrio orgoglio, non sta aderendo ad una norma sociale.

In secondo luogo, una censura che volge da più parti nei confronti dei modelli elaborati dai teorici della scelta razionale125, è l’incapacità di attribuire qualsivoglia significato valutativo o di guida a ciò che identificano come norme sociali. L’approccio è incessantemente di tipo comportamentista, l’attenzione è rivolta esclusivamente ad analizzare in un’ottica di scelta razionale, “come” le persone agiscono, e non “perché”. Di fatto una norma sociale è qualcosa di diverso da una mera regolarità comportamentale, e l’elemento discriminante è

123 POSNER, ibidem, 22.

124 W.B. WENDEL, Mixed Signals: Rational-Choice Theories of Social Norms and the Pragmatics of

Explanation, 77 IND.L.J. 1, 23-28 (2002).

125 Cfr. C.BICCHIERI, R.MULDOON, Social Norms, in The Stanford Encyclopedia of Philosophy,

Stanford, 2011, disponibile all’URL: http://plato.stanford.edu/index.html; Y.FELDMAN,R.J. MACCOUN,Some Well-Aged Wines for the “New Norms” Bottles: Implications of Social Psychology for Law and Economics, in F.PARISI,L.VERNON (ed), The Law and Economics of Irrational Behavior, Stanford, 2005; R.E. SCOTT, The Limits Of Behavioral Theories Of Law And Social Norms, 86 VA. L. REV. 1603 (2000), disponibile all’URL: http://ssrn.com/abstract=241037.

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la normatività, intesa come capacità di fungere da standard comportamentale per gli altri, da guida per la condotta degli individui nella vita di tutti i giorni.

7. Le critiche mosse nei confronti dell’approccio