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Il corpo grottesco di Pinenut

4. Le riscritture di Luigi Malerba e Robert Coover

4.2. Robert Coover: Pinocchio in Venice

4.2.5. Il corpo grottesco di Pinenut

Uno dei tratti che Coover enfatizza con forza nella sua riscrittura è senza dubbio il corpo grottesco del protagonista il quale, nella sua progressiva mutazione, scandisce i vari passaggi narrativi della riscrittura. Dal suo arrivo a Venezia Pinenut compie una serie di «atti del dramma corporeo»298 che iniziano con il furto del computer e del suo capolavoro che egli definisce «opus magnum in all of its physical manifestations»299.

Il computer viene insomma descritto come un’appendice corporea indispensabile. La spoliazione prosegue con la perdita dei vestiti cui segue il deterioramento delle membra da cui emerge il corpo di legno che però è talmente                                                                                                                

296 Ivi, p. 300. 297 Ivi, p. 299.

298 M. Bachtin, L’opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale, op. cit., p. 347.

malridotto da essere irriconoscibile. Una simile mutazione permette al protagonista di eliminare tutte le identità e le sovrastrutture stratificate nel corso degli anni, quel carico di simboli religiosi, antropologici, psicoanalitici, esoterici, politici e culturali che ha da sempre interessato le varie interpretazioni del personaggio. Perché, come afferma Nicholas J. Perella, «Pinocchio is interpreted theologically, psychoanalitically, socipolitically, anthroposophically, allegorically, and historicoculturally. The puppet is eanestly compared to Odysseus, Aeneas, Christ, and Dante, as well as to Renzo»300.

Coover accoglie le varie voci e le polarizza in quel burattino di legno che rappresenta l’essenza primordiale di Pinenut. Il percorso si compie attraverso una metamorfosi, tratto invariantivo delle AP, con la differenza che nell’ipotesto le varie trasformazioni sono orientate alla preparazione della mutazione finale in «ragazzino perbene». L’unico episodio che in quest’ottica potrebbe ricollegarsi alla riscrittura di Coover si può ritrovare nel capitolo XXXIV delle AP: «Pinocchio, gettato in mare, è mangiato dai pesci e ritorna a essere un burattino come prima»301. È il punto in cui il burattino, trasformato in ciuchino, viene gettato in mare per essere soppresso e trasformato in pelle da tamburo.

Anche in questo caso riemerge dunque il legno, seppur in funzione salvifica: un burattino di legno non può morire. Allo stesso modo Pinenut è, in un certo senso, destinato alla salvezza: quel «talking book» in cui si potrebbe riciclare è infatti rivolto ai posteri. La trasformazione finale sembra dunque avere una doppia rilevanza: da un lato riconduce Pinenut al motivo del suo ritorno a Venezia, ovvero scrivere un’opera per i posteri, dall’altro lo ricongiunge con l’ipotesto collodiano, capolavoro di fama mondiale.

Nel corso del processo di spoliazione emerge l’attributo per il quale Pinocchio è universalmente conosciuto, il naso. Nelle AP cresce in maniera spontanea appena scolpito da Geppetto e successivamente si allunga o si accorcia                                                                                                                

300 N.J. Perella, An Essay on Pinocchio, in C. Collodi, The Adventures of Pinocchio, London/Berkeley, 1986, p. 4.

quando il burattino racconta bugie (non sempre).

Pur essendo una ramificazione corporea animata e quasi indipendente del corpo di Pinocchio, Collodi non assegna mai al naso funzioni sessuali o grottesche. Coover invece gli conferisce una connotazione metaforica e liminare di natura sessuale e lo descrive come un tentativo di Geppetto di indebolire la sessualità del figlio («an attempt to emasculate his own son»)302. Parte anatomica che va oltre sé stessa e entra in contatto con la realtà circostante è definito «a kind of itchy boundary between everywhere and somewhere»303.

Nel capitolo The Original Wet Dream, attraverso un dialogo fra Pinenut, Eugenio e i suoi collaboratori, emerge quanto il naso sia stato il motivo più utilizzato nelle rappresentazioni di Pinocchio:

It was cited at the time 'for standing for the truth in the age of the Great Lie.' […] Military units wore his nose into battle and fighter pilots painted it on their fusilages: "Always Hard." It appeared on condom packets sold in PXs and USO canteens.[…] With all the dignity of his great career he carried his nose through the world as though it were only a nose, he alone beguiled by his own pretenses. It might have been otherwise. There were students who wanted, who might have… but whenever they got too close his nose would start to smart and shrivel as if the Blue-Haired Fairy's woodpeckers were at it again, a painful humiliation far worse than any imaginable pleasure. 304

All the pornographic films and comic books, the sex magazine cartoons, the party songs and burlesque routines, just pages really out of a depressing case history. The boy who had to wear on his face what other people hid in their pants.305

L’iperbolizzazione del corpo grottesco si manifesta nelle pagine finali della riscrittura, in cui Pinenut esce dal proprio corpo e osserva la scena dall’esterno, come se stesse osservando un’opera d’arte, quell’opera d’arte totale                                                                                                                

302 R. Coover, op. cit., p. 296. 303 Ivi, p. 20.

304 Ivi, p. 217. 305 Ivi, p. 112.

a cui ha anelato per tutta la sua vita. L’uomo, ormai ritornato burattino, è fra le braccia della Fata, essere mostruoso e indefinibile:

What he sees up there is a decrepit misshapen little creature, neither man nor puppet, entangled in blue hair and lying in an unhinged sprawl in the embrace of a monstrous being, tented obscurely in her own wild tresses, but revealing, as she picks and nibbles at the ridiculous figure in her lap (it feels, remotely, very good), glimpses of tusk and claw and fiery eye. She is grotesque. Hideous. Beautiful.306

I loro corpi deformi si confondono in un unico agglomerato di cui non si riconoscono i limiti ma da lontano il protagonista riconosce il suo naso:

Somewhere, out on the surface, distant now as his forgotten life, fingers dance like children at play and soft lips kiss the ancient hurts away. And… is she doing something with his nose? Ah…! Yes…! Good.307

Le ultime righe descrivono le due figure fuse fra loro racchiuse in un movimento circolare impresso dalle braccia della Fata, i cui gesti mettono in scena quelli che Bachtin definisce «i tre atti fondamentali della vita del corpo grottesco: l’atto sessuale, l’agonia e l’ultimo respiro»308. L’episodio sembra un ribaltamento della scena finale delle AP, dove Pinocchio si compiace nel vedere la sua immagine allo specchio:

Non vide più riflessa la solita immagine della marionetta di legno ma vide l’immagine vispa e intelligente di un bel fanciullo con i capelli castagni, cogli occhi celesti e con un’aria allegra e felice come una pasqua di rose.309

Coover ricontestualizza i personaggi che il Professore incontra a Venezia in un’atmosfera surreale dai tratti grotteschi, in particolare i due aiutanti di Pinenut, Alidoro e Melampetta, le cui azioni appartengono alla sfera del basso materiale e corporeo. I due cani antropomorfi si prendono cura dell’uomo e lo                                                                                                                

306 Ivi, p. 329. 307 Ivi, p. 330.

308 M. Bachtin, op. cit., p. 389. 309 AP, p. 572.

soccorrono, ma i loro atti sono dettati da un irrefrenabile istinto animale che sfocia nella depravazione e nell’eccesso.