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La ridefinizione dei personaggi

4. Le riscritture di Luigi Malerba e Robert Coover

4.2. Robert Coover: Pinocchio in Venice

4.2.4. La ridefinizione dei personaggi

Fra tutti i personaggi che Pinenut incontra a Venezia, quello che emerge in maniera più definita è la Fata, il cui nome, ricalcato sull’ipotesto collodiano, è tradotto con Blue Haired Fairy Queen. Il suo aspetto è multiforme, quasi Coover volesse mantenere quel tratto proteiforme e mutevole delle AP che la vede come bambina, donna, mamma, capra e infine creatura magica. Il Professore la incontra al suo arrivo a Venezia nei panni di un’impiegata dell’ufficio informazioni che si rifiuta di aiutarlo nella ricerca di un hotel poiché l’uomo si presenta oltre l’orario di lavoro. Successivamente si ripresenta nelle vesti di una sua ex allieva che lo avvicina mentre si trova nella chiesa di San Sebastiano. La donna, una bionda disinvolta e giunonica che indossa jeans e stivali da cow-boy, si presenta come Bluebell e gli confessa di aver assistito alle sue lezione in maniera superficiale. La donna gli fa capire quanto le sue lezioni fossero inutili e totalmente asservite a accrescere il suo ego. Nella scena finale è ancora la Fata a accogliere Pinenut sul suo grembo e i due corpi diventano un tutt’uno. Mentre

sparisce fra le sue braccia, Pinenut sintetizza in tre aggettivi i molteplici tratti della sua personalità: «She is grotesque. Hideous. Beautiful»290.

La ricerca della Fata rimane il motivo principale del ritorno del Professore in Italia e anche l’argomento dell’ultimo capitolo del libro. Se da un lato la Fata è il fulcro del percorso introspettivo condotto dal protagonista, dall’altro egli realizza di averla chiamata in vita la notte in cui fugge dagli Assassini: «It was not she who had given me a place in the world, you see, but I who had called her into being»291. Il racconto di quell’esperienza è ancora vivo e si sovrappone a tratti alle atmosfere di The Dead Queen:

It all began when, one terrifying night, running from murderers, he came upon a snow white house set in the deep dark woods and, knocking frantically with feet, fists, and head, aroused a little girl with sea-blue hair and a waxen white face who would have been quite beautiful had she not been completely dead. She couldn't open her eyes, much less the door, so the two assassins caught him and, after shattering a couple of knives on his hardwood torso, hung him from an oak tree, where, after crying for his daddy, he died.292

La «snow white house» ricorda la dimora di Biancaneve, il viso cereo («waxen face») accomuna le due donne che portano un presagio di morte, mentre la descrizione dell’impiccagione rimanda in modo piuttosto fedele all’ipotesto:

I was up there for hours, blowing about like a bell-less clapper, till at last my neck broke and my joints locked up and my nose went stiff. And all the while that dead girl was watching me with her eyes closed.293

Il ricordo del salvataggio della Fata, tuttavia, fa sorgere molti dubbi in Pinenut, che ritiene l’episodio una messa in scena della donna («she staged an                                                                                                                

290 Ivi, p. 329. 291 Ivi, p. 44. 292 Ivi, p. 70. 293 Ivi, p. 71.

elaborate rescue with a bunch of circus animals and some crazy doctors»)294 la quale si è concessa del tempo per allestire lo spettacolo («Why did she wait so long?»)295.

Mentre la Fata ha un ruolo chiave nella riscrittura, Geppetto, paragonato a Giona, è menzionato in varie parti soprattutto in relazione alla creazione di Pinocchio ma non si inserisce come personaggio a tutto tondo. L’immagine che ne emerge è quella di un anziano che desidera fabbricarsi un giocattolo senza consapevolezza delle conseguenze che, soprattutto per il suo aspetto esteriore, avrebbero avuto sulla sua vita al di fuori dell’ipotesto.

Coover isola personaggi minori, che nell’ipotesto hanno avuto un ruolo secondario, e li investe di nuove funzioni e ruoli. Un esempio è rappresentato da Alidoro, Melampetta, nipote di Melampo e Eugenio. Alidoro è il cane che, inviato dalla Fata, soccorre Pinocchio dopo l’impiccagione e lo porta al cospetto dei dottori mentre Melampo è il cane da guardia che Pinocchio sostituisce dopo il furto dell’uva. Entrambi conservano il loro aspetto canino e oltre a aiutare il Professore nella ricerca del computer e accompagnarlo nelle varie vicende, ristabiliscono vari collegamenti con l’ipotesto collodiano.

La loro funzione si alterna con un altro personaggio, Eugenio. Eugenio compare brevemente nel capitolo XXVII delle AP durante il «gran combattimento» fra Pinocchio e i suoi compagni, anche noto come «battaglia dei libri». Abbandonato da Collodi sulla spiaggia, tramortito da un libro, ritorna nella riscrittura con un ruolo completamente diverso. Confessa a Pinenut di aver finto il ferimento, motivo della carcerazione di Pinocchio, e gli racconta di aver lasciato la scuola e la famiglia per unirsi al gruppo dell’Omino di burro nel Paese dei balocchi. La sua sorte però è stata diversa rispetto a Pinocchio e Lucignolo: divenuto amante dell’Omino, lo convince a consegnargli tutta la sua eredità, ovvero la città di Venezia. Eugenio gli rivela infine di aver commissionato il furto del suo computer a due vecchie conoscenze, il Gatto e la Volpe, e glielo                                                                                                                

294 Ibid. 295 Ibid.

riconsegna.

Pinenut, deluso e amareggiato, decide di liberarsi del suo lavoro e getta il computer dalla finestra, colpisce accidentalmente Eugenio e questa volta lo uccide davvero, seppur involontariamente. L’episodio è descritto nel capitolo The

Fatal Math Book: «Blood pooled out richly around the computer, as though the

Piazza were flooding from below. This time there was no mistake, Eugenio was as dead as he could be»296. Con l’eliminazione del computer Pinenut elimina contemporaneamente il motivo della sua presenza a Venezia e l’oggetto che ha accompagnato costantemente tutta la seconda parte della sua vita, «the most recent instrument of his own daily acts of self-deception and –destruction»297. Il passo decisivo verso il denudamento è compiuto, ogni rapporto con la sua seconda vita annullato e si anticipa la metamorfosi finale che lo attende nell’ultimo capitolo – Exit – nel quale egli chiude il cerchio della sua esistenza ricollegandosi simbolicamente alla propria origine.