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Esempi di tratti carnevaleschi

1. Le avventure di Pinocchio: genesi, struttura, temi

1.9. Esempi di tratti carnevaleschi

necessario al ripristino del piano enunciativo. Si potrebbe affermare che lo straniamento nel teatro di Mangiafoco procede su piani differenti: da un punto di vista narrativo si ottiene una «defamiliarizzazione», una deviazione da forme convenzionali e da pattern di rappresentazione prestabiliti ma che stimolano una visione conscia dell’oggetto rappresentato; dall’altro invece si crea un effetto alienante al centro del quale si ritrova il pubblico del teatro che sospende il meccanismo di identificazione e prende le distanze dalla rappresentazione. Da un punto di vista sintattico, la narrazione onnisciente di Collodi procede attraverso l’impiego di forme impersonali e passive in un capitolo in cui la componente dinamica è sostenuta quasi totalmente dai dialoghi fra i protagonisti.

1.9. Esempi di tratti carnevaleschi

Il personaggio di Mangiafoco richiama atmosfere di tipo carnevalesco. Il suo aspetto di pseudo-orco ha tratti grotteschi e bassi: starnutisce rumorosamente e sviluppa istinti antropofagi, ma è anche «sovrano assoluto con diritto di vita e di morte sui suoi sudditi»79 che gli viene immediatamente riconosciuto da Pinocchio. Il burattino lo implora di salvare la vita a Arlecchino in un crescendo di termini encomiastici in cui prevale il superlativo80 «ma non è un superlativo retorico, esso è gonfiato e montato in modo ironico e a tradimento: è il superlativo del realismo grottesco»81. Mangiafoco cerca legna da mettere sotto lo spiedo dove cuoce il montone: l’iperbole del cibo è legata al basso materiale-corporeo e l’inclinazione al dettaglio per i focolari e le bettole è simbolicamente legata alla festa di piazza carnevalesca82. I tratti di umanità di Mangiafoco rallentano la tensione tragica e la scena termina con un bacio di Pinocchio sul naso del burattinaio, ma il ribaltamento

                                                                                                                79 D. Marcheschi, op. cit., p. 961.

80 Eccellenza, illustrissimo, Signor Cavaliere, Signor Commendatore.

81 M. Bachtin, L’opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale,Torino, Einaudi, 1979, p. 175.

82 L’osteria del “Gambero rosso” al capitolo XIII è un luogo dove si consuma un episodio grottesco generato dall’insaziabile appetito del Gatto e la Volpe.

 

della situazione tragica inizia già quando il burattinaio, «a sentirsi chiamare Eccellenza fece il bocchino tondo»83 in segno di compiacimento.

Uno degli episodi più farseschi di tutta l’opera è il consulto medico attorno al letto del burattino appena raccolto dal bosco sotto la Quercia grande. L’atmosfera fatata che accompagna il recupero di Pinocchio 84 diventa paradossale quando, al capezzale del letto, tre animali antropomorfi (un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante) in un linguaggio alto e imbonitorio85 decretano la pseudo-morte di Pinocchio. Il consulto medico ricompone la linea grottesca dei falsi imbonitori e della medicina alternativa di derivazione popolare ma permette anche a Collodi di irridere l’operato di quei medici che mascherano la loro incompetenza con parole incomprensibili e altisonanti.

Elementi fisici come la bocca, il naso, i piedi e le braccia ricorrono spesso nelle descrizioni collodiane. Michail Bachtin rileva come il naso e la bocca86 siano parti anatomiche tipiche del corpo grottesco, «corpo in divenire [dove] particolare significato vengono ad avere tutte le escrescenze e le ramificazioni, tutto ciò che prolunga il corpo e lo unisce agli altri corpi o al mondo non corporeo»87. Il corpo mutevole, costantemente in divenire di Pinocchio, dunque, con il naso che cresce,                                                                                                                

83 AP, p. 394.

84 Il burattino è stato recuperato dal Can-barbone Medoro e da una “carrozzina tirata da cento pariglie di topini bianchi”. AP, p. 413.

85 Solamente il Grillo, nel corso del consulto, abbassa il registro e lo riporta al rimbrotto paternalistico. D’altra parte il Grillo, espressione del paternalismo e del pedagogismo tardo-ottocentesco, ha il compito di farsi comprendere da Pinocchio e riportarlo sulla retta via. Pur non essendoci riferimenti diretti con il Grillo ucciso all’inizio della storia, è ipotizzabile che Collodi voglia inserire una figura che possa richiamare la prima parte della vicenda.

86 I tratti fisici dei vari personaggi sono un elemento di rilievo in tutta l’opera. Collodi insiste in particolare sulle estremità che hanno una funzione di passaggio fra corporeo e non corporeo. Le descrizioni anatomiche non riguardano solo Pinocchio e il suo naso, che si rigenera e cresce da subito, i piedi che si bruciano nel caldano, le orecchie che compaiono e spariscono fino alla trasformazione in orecchie d’asino, ma sono estese a buona parte dei personaggi. La bocca è una parte su cui lo scrittore insiste molto: a partire dal primo capitolo si incontra spesso una bocca spalancata (la bocca di maestro Ciliegia simile a un mascherone da fontana o del pesce-cane che si spalanca a dismisura) oppure un bocchino o una boccuccia.

 

le orecchie mobili e i piedi che prima si bruciano sul caldano e poi sono ricostruiti è un corpo che facilita l’interazione fra esterno e interno.

Collodi tratteggia in modo grottesco quei personaggi che hanno a che fare con il mondo del teatro e del circo. Un esempio, oltre a Mangiafoco, è rappresentato dall’omino di burro, che conduce Pinocchio e Lucignolo nel Paese dei balocchi: la presentazione antifrastica88 sottolinea la natura doppia dell’uomo, seducente ma spietato89. I tratti del corpo, la voce e soprattutto la violenza dissimulata restituiscono un’immagine sgradevole. Pinocchio è condotto nel paese dei balocchi dove tutto ha il sapore della festa di piazza con giochi, baccano e teatrini di tela e lì si trasforma in asino, animale che nella cultura popolare rappresenta gli istinti più bassi insieme al maiale. Dieter Richter sostiene che:

l’immagine del Paese dei balocchi […] traspone, con le sue immagini di vita pubblica infantile priva di disciplina e di regole, l’antica utopia popolare del paese di cuccagna nella cultura dell’infanzia. Gli elementi costitutivi dell’utopia popolare, radicati nella cultura del carnevale, vengono rimpiccioliti a misura del mondo infantile. 90

Venduto a un impresario circense, Pinocchio calca la scena teatrale per la seconda volta (in maniera meno spettacolare rispetto all’episodio dei burattini) ma con la consapevolezza del proprio stato degradato nonostante la presentazione altisonante del direttore del circo, vero imbonitore di piazza, e i paramenti lucidi e sgargianti. In questo episodio si compie il ricongiungimento con la figura della Fata, presente allo spettacolo che però non provoca un ribaltamento poiché Pinocchio è già consapevole della sua condizione: se nel teatro di Mangiafoco infatti scopre di essere il «fratello di legno» delle marionette, nel circo si paventa la possibilità della morte. La linea che collega il teatro di Mangiafoco, il Paese dei balocchi e il circo

                                                                                                               

88 La descrizione dell’omino è ricca di dettagli: «più largo che lungo, tenero e untuoso come una palla di burro, con un visino di melarosa, una bocchina che rideva sempre e una voce sottile e carezzevole, come quella d’un gatto, che si raccomanda al buon cuore della padrona di casa». AP, p. 483.

89 «Ma l’omino, invece di ridere, si sentì preso da tanto amore per quell’irrequieto asinello che, con un bacio, gli portò via di netto la metà di quell’altro orecchio». Ivi. 90 D. Richter, op.cit.,p.71.

 

rappresenta dunque una traiettoria evolutiva lungo la quale i ribaltamenti e le agnizioni dei primi episodi sono sostituiti nel corso della narrazione da scelte più lineari.