• Non ci sono risultati.

1 – Crisi economica e obsolescenza del diritto del lavoro

Nel contesto della grave crisi economica e sociale che colpì l’Italia (e

non solo)

324

tra la seconda metà degli anni ’70 e gli anni ‘80 e della

necessità di porre rimedio alle conseguenze sociali più laceranti da essa

prodotte, si aprì un dibattito in seno alla comunità giuslavoristica nel

quale, pur con impostazioni diverse, si diffuse la consapevolezza della

necessità di provvedere ad un serio ripensamento dei paradigmi

scientifici sui quali si era fondato e costruito il diritto del lavoro

325

. In un

quadro di alti tassi di inflazione, di recessione economica, di perdita di

competitività delle imprese - solo in parte compensate da politiche di

svalutazione monetaria - e di tassi di disoccupazione in forte crescita, si

riteneva che il modello di diritto del lavoro consolidatosi nel corso degli

anni ’60 avesse subito una sorta di obsolescenza precoce; obsolescenza

(della strumentazione giuridica, dei contenuti e delle stesse categorie

concettuali) pericolosa nella misura in cui non solo veniva percepita

come un ostacolo all’elaborazione di efficaci risposte alle nuove sfide

lanciate dalla modernità, ma anche e soprattutto perché ritenuta

all’origine di diseconomie e distorsioni oramai intollerabili.

Queste si sarebbero prodotte certamente quale conseguenza della

formazione del diritto del lavoro per “stratificazione alluvionale” di

materiali giuridici diversi e non coordinati gli uni con gli altri, che aveva

dato luogo a contraddizioni ed antinomie interne al sistema ora esaltate

dalla difficile congiuntura economica

326

. Ma, all’origine di quella che

sembrava destinata a trasformarsi in una vera e propria crisi sistemica e

di legittimazione del diritto del lavoro

327

, si riteneva vi fosse il fatto che,

nel definire e specialmente nel regolare il tipo legale di lavoro

subordinato, il Legislatore aveva preso a riferimento un (proto)tipo di

324

In Spagna, come è noto, la crisi economica coincise con il periodo della transizione politica dal franchismo alla democrazia. La necessità di un ammodernamento del sistema di diritto del lavoro come conseguenza della crisi economica della seconda metà degli anni ’70 - che colpì duramente anche questo Paese – si intrecciò dunque con la necessaria opera di depurazione del sistema giuslavoristico dalle incrostazioni del regime franchista – infra, nel testo -.

325

Indicativo, in tal senso, AA.VV., Prospettive del diritto del lavoro per gli anni ’80, Atti del VII Congresso Nazionale di Diritto del Lavoro, Bari, 23-25 aprile 1982, Giuffrè, Milano, 1983.

326

GIUGNI G., Il diritto del lavoro degli anni ’80, DLRI, 1982, pp. 373 e ss. 327

Sul punto, per il diritto francese degli anni ’80, JEAMMAUD A., El derecho del trabajo en 1988: un cambio de orientación más que una crisis, TL., 1989, n. 14, pp. 28 e ss. Per il diritto spagnolo, in una panoramica generale, DE SOTO RIOJA S., El derecho del trabajo: entre la unidad y la fragmentación, TL, 2001, n. 60, pp. 33 e ss. Parla della necessità di una “renovación teórica”, MARTÍN VALVERDE A., Lectura y relectura de la «Introducción al Derecho del Trabajo» del profesor Alonso Olea, REDT, 1996, n. 77, p. 410.

lavoratore e di lavoro – quello massa della grande impresa industriale – e

di organizzazione produttiva – quella di tipo fordista-taylorista – la cui

prevalenza e tipicità sociale erano andate rapidamente scemando a

seguito delle profonde trasformazioni economiche e produttive generate

dalla crisi prima e dalla rivo luzione tecnologica poi

328

.

Seppur con una certa dose di “gioco d’anticipo”

329

, era pur vero

che, se il fenomeno della terziarizzazione dell’economia stava revocando

in dubbio la centralità del settore industriale nel sistema economico, le

necessità di (riduzione dei costi e di) diversificazione delle forme di

organizzazione della produzione e di utilizzazione del fattore lavoro da

parte delle imprese dettate da una concorrenza che si estendeva a livello

planetario, stavano comportando anche una sostanziale scomposizione

dei centri di potere all’interno ed all’esterno dell’impresa, adesso

interessata da vasti processi di decentramento, delocalizzazione ed

esternalizzazione e strutturata in una rete di articolazioni nazionali ed

internazionali spesso ricomposte nelle forme flessibili della impresa rete

o dell’impresa di gruppo (o gruppi di imprese)

330

. D’altra parte,

328

GAETA L., Normale ed “altro” nel diritto del lavoro. Primi appunti, in Diritto del lavoro. I nuovi problemi. L’omaggio dell’accademia a Mattia Persiani, I, Cedam, Padova, 2005, pp. 155 e ss. In realtà, appaiono decisive le considerazioni espresse da più parti della dottrina che dubitano che, nel delineare l’art. 2094 c.c., il Legislatore del ’42 avesse in mente il paradigma fordista della produzione. Semmai si sarebbe trattato di un paradigma sulla base del quale si è andata costruendo la legislazione speciale ed, in particolare, lo Statuto dei Lavoratori. In tal senso, MARIUCCI L., Subordinazione ed itinerari della dottrina, in PEDRAZZOLI M. (a cura di), Lavoro subordinato e dintorni, Il Mulino, Bologna, 1989, pp. 70-71; D’ANTONA M., Diritto del lavoro di fine secolo: una crisi di identità?, in CARUSO B.,SCIARRA S. (a cura di), Massimo D’Antona. Opere, I, Giuffrè, Milano, 2000, pp. 225 e ss.; CASAS BAAMONDE M.E., Las nuevas formas de emp leo en el derecho del trabajo español: evolución y tendencia, in AA.VV., Transformaciones del derecho del trabajo: nuevas formas de empleo y concertación social, Publicacions Universitat de Barcelona, Barcelona, 1991, pp. 41 e ss. Per un’analisi generale delle trasformazioni subite dalla struttura economica e dal prototipo di lavoratore preso a modello dalla legislazione lavoristica, recentemente, SELMA

PENALVA A., Los Límites del contrato de trabajo en la jurisprudencia española, Tirant Lo Blanch, Valencia, 2007, spec. pp. 25-52. TOSI P., Le nuove tendenze del diritto del lavoro nel terziario, QDLRI, 1998, pp. 33 e ss.

329

Sulle caratteristiche del fordismo italiano, WOLLEB E.,De la institucionalización tardía a la desvirtualización: Italia, in BOYER R.(Dir.), La flexibilidad del trabajo en Europa, MTSS, Madrid, 1986, pp. 185 e ss. Per la Spagna, TOHARIA L., Un fordismo inacabado, entre la transición política y la crisis económica: España, ivi, pp. 161 e ss.; ALONSO BENITO,L. E., El trabajo y su futuro en España a la luz del Estatuto de los Trabajadores, in RUESGA BENITO S.M.,VALDÉS DAL-RÉ F.,ZUFIAUR NARVAIZA J.M. (coord.), Trasformaciones laborales en España. A XXV a años de la promulgación del Estatuto de los Trabajadores, MTAS, Madrid, 2005, pp. 53 e ss.

330

ALCALÁ DÍAZ M.A., Aspectos económico e instrumentos jurídico-mercantiles de descentralización empresarial (outsorcing), RDS, 2003, n. 23, p. 61. Sulle implicazioni lavoristiche della concentrazione del capitale, BAYLOS A., COLLADO L., Grupos de empresas y derecho del trabajo , Trotta, Madrid, 1994. Sui riflessi sul diritto del lavoro delle trasformazioni della figura del datore di lavoro, TULLINI P., Identità e scomposizione della figura del datore di lavoro (una riflessione sulla struttura del rapporto di lavoro), ADL, 2005, pp. 85 e ss.; FERNÁNDEZ LÓPEZ M.F., El empresario

decentramento produttivo e frammentazione dei centri decisionali e di

potere all’interno delle imprese costituivano fattori che spingevano verso

una materiale diversificazione sia delle forme in cui le prestazioni

lavorative venivano rese a favore dell’impresa, sia dei contenuti delle

stesse

331

.

La pluriformità delle modalità e dei contenuti del lavoro post-

industriale sembrava cozzare, quindi, con una disciplina lavoristica

incentrata su un unico modello legale per l’acquisizione del fattore

lavoro, quello del contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e

indeterminato, assistito da forti garanzie di stabilità. La “rigidità” di tale

modello, nel senso dell’uniformità di disciplina che ne derivava, attuata

quasi esclusivamente attraverso l’imposizione di norme (tanto legali,

quanto collettive) inderogabili e, dunque, attraverso tecniche regolative

fortemente incentrate sul contenimento degli spazi di espressione

dell’autonomia privata (individuale), perseguita fino a quel momento in

quanto ritenuta espressione privilegiata dell’ideale costituzionale

dell’uguaglianza (sostanziale), si presentava ora come fattore deformante

nella misura in cui non solo finiva per disconoscere la complessità

sottostante del sistema sociale ed economico, ma anche perchè si riteneva

che contribuisse ad acuire le conseguenze negative sui livelli

occupazionali. Il diritto del lavoro uniformizzante ed (iper)garantista,

veniva cioè “colpevolizzato” di aver contribuito, direttamente o

indirettamente, alla creazione di quelle condizioni economiche e sociali

che avevano favorito la crisi economica (e dunque la disoccupazione)

332

.

All’ipertrofia ed alla rigidità di un diritto eccessivamente

disattento alle reali necessità di un mercato e di un’economia in profonda

trasformazione veniva attribuita anche la responsabilità del fenomeno

della c.d. “fuga dal diritto del lavoro”, ovvero di quel progressivo e lento

processo di espansione del ricorso – non sempre legittimo – delle imprese

a forme contrattuali di acquisizione del lavoro alternative a quella propria

como parte del contrato de trabajo: una aproximación preliminar, in FERNÁNDEZ

LÓPEZ M.F., (coord.) Empresario, contrato de trabajo y cooperación entre empresas, Trotta, Madrid, 2003, pp. 21 e ss.; VARDARO G., Prima e dopo la persona giuridica: sindacati, imprese di gruppo e relazioni indusriali, DLRI, 1988, pp. 203 e ss.; MAZZOTTA O., Divide et impera: diritto del lavoro e gruppi di imprese, LD, 1988, pp. 359 e ss.;ICHINO P., Il diritto del lavoro ed i confini dell’impresa, DLRI, 1999, pp. 203 e ss.

331

FERRARO G.,Prospettive di riforma del Libro V del Codice Civile, DLRI, 1982, pp. 1 e ss.; MONTUSCHI L., Il contratto di lavoro fra pregiudizio e orgoglio giuslavoristico, LD, 1993, pp. 21 e ss.; PESSI R., Tecniche normative e lavoro “atipico”, LD, 2006, n. 12, pp. 7 e ss.

332

MARAZZA M., La crisi dell’egualitarismo sessantottino nella società del lavoro “borghese”: la subordinazione attenuata dell’epoca postindustriale, ADL, 2007, p. 932, il quale addirittura sembra imputare alla tendenza all’egualitarismo ed al pansidacalismo di matrice sessantottina la responsabilità della crisi economica degli anni ’80.

del lavoro subordinato

333

. Si fa riferimento, in primo luogo, all’utilizzo di

modelli contrattuali di matrice civilistica e commerciale (prestazioni di

lavoro in regime di parasubordinazione, contratto d’opera, contratti di

appalto e subappalto, di fornitura e subfornitura, etc.), quando non

direttamente del lavoro nero

334

. L’ampio fenomeno del decentramento

produttivo e della conseguente specializzazione imprenditoriale veniva (e

viene), infatti, in gran parte ottenuto attraverso il ricorso delle imprese a

forme di acquisizione della forza lavoro alternative alla diretta

assunzione di lavoratori subordinati da incorporare all’organico

aziendale, nonché attraverso una sostanziale riscoperta delle potenzialità

del lavoro (genuinamente ovvero fittiziamente) autonomo

335

. In altri

333

In realtà, per fuga dal diritto del lavoro si intende più in generale quel processo di matrice legislativa, giurisprudenziale o derivante dall’esercizio dell’autonomia privata (tanto individuale, quanto collettiva) tendente a escludere dal campo di applicazione del diritto del lavoro determinate figure e rapporti di lavoro. La tesi della fuga dal diritto del lavoro è stata sostenuta tra i primi da ICHINO P., Subordinazione e autonomia nel diritto del lavoro, Giuffrè, Milano, 1989, pp. 231 e ss. Si veda anche, RODRÍGUEZ-PIÑERO Y

BRAVO-FERRER M., La huída del derecho del trabajo, RL, 1992, pp. 85 e ss.; DE LOS

REYES MARTÍNEZ BARROSO M., Los difusos contornos del trabajador dependiente, Doc. Lab., 2001, n. 66, pp. 49 e ss.; BOLOGNA S.,REYNERI E., E’ in atto una fuga dal lavoro subordinato?, LD, 2007, pp. 557 e ss. Sui limiti costituzionali di tale operazione, quando portata avanti dallo stesso Legislatore, D’ANTONA M., Limiti costituzionali alla disponibilità del tipo contrattuale nel diritto del lavoro, ADL, 1995, n. 1, pp. 63 ss., ora in CARUSO B.SCIARRA S., (a cura di), Massimo D’Antona. Opere, III, Giuffrè, Milano, 2000, pp. 189 e ss., scritto nel quale l’A. commenta la famosa sentenza della Corte Costituzionale 23-31 marzo 1994, n. 115. Per il sistema spagnolo, analogamente, BAYLOS A., La “huida del derecho del trabajo: tendencias y límites de la deslaboralizacion, in ALARCÓN CARACUEL M.R. (coord.), El trabajo ante el cambio de siglo, un tratamiento multidisciplinar, Marcial Pons, Madrid, 2000, pp. 35 e ss. 334

Scrive CONDE MARTÍN DE HIJAS V., Autonomía individual: alternativa al desarrollo, RL, 1991, n. 20-21, p. 92: “El fenómeno de la economía sumergida constituye sin duda un elemento de contraste para ponderar la adecuación social de un ordenamiento jurídico que en parte la provoca”. Sulle interrelazioni tra tendenza espansiva del diritto del lavoro anche oltre i confini della subordinazione tecnico-giuridica e espansione del mercato del lavoro clandestino, RODRÍGUEZ-PIÑERO M.,Economía sumergida y empleo irregular, RL, 1985, I, p, 43. Sulla complessità del fenomeno del lavoro so mmerso e sul ruolo del diritto del lavoro, PERONE G., Economia informale, lavoro sommerso e diritto del lavoro , RDSS, 2003, pp. 1 e ss.

335 A partire da questo momento, quest’ultimo incomincia insomma a ricevere un’attenzione crescente sia da parte delle imp rese, che lo percepiscono come utile strumento di decentramento produttivo e organizzativo e di sostanziale contenimento del costo del lavoro, sia da parte delle politiche pubbliche che lo promuovono (o quanto meno non lo disincentivano) nella misura in cui lo ritengono valida alternativa alla distruzione di posti di lavoro che si sta verificando sul lato della subordinazione. Sul punto si rinvia a, MARTÍN VALVERDE A., El discreto retorno del arrendamiento de servicios, en Cuestiones actuales de Derecho del Trabajo. Estudios ofrecidos por los catedráticos de Derecho del Trabajo al profesor Manuel Alonso Olea, MTSS, 1994, pp. 211 e ss.ROMAGNOLI U., Arriva un bastimento carico di «A», in D’ANTONA M. (a cura di), Politiche di flessibilità e mutamenti del diritto del lavoro. Italia e Spagna, ESI, Napoli, 1992, pp. 30 e ss. Anche il Legislatore sembra esserne consapevole nel momento in cui provvede alla predisposizione di una serie di provvedimenti volti ad incentivare “l’autoimprenditorialità” ovvero la costituzione e lo sviluppo di

termini, l’inidoneità del sistema di diritto del lavoro ad offrire soluzioni

conformi alla nuove necessità di un mercato sempre più aperto e

competitivo avrebbe spinto le imprese (ma anche i lavoratori) a ricorrere

a strumenti di regolazione alternativi e sostanzialmente affidati al libero

accordo delle parti contrattuali.

Outline

Documenti correlati