Sempre più spesso e con sempre maggiore articolazione di
argomentazioni il recupero del ruolo del contratto nel diritto del lavoro
viene proposto anche partendo dalla necessità di rivedere, nel senso
ancora una volta di aggiornare, la considerazione giuridica della
posizione del lavoratore in un moderno sistema di diritto del lavoro.
E così, si sostiene che il “ritorno” al contratto quale veicolo
privilegiato di espressione dell’autonomia del singolo debba essere
perseguito sulla base della necessità, variamente esplicitata, di
riaffermare il singolo nei confronti dello Stato, delle sue istituzioni
tutelari e delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori che, in
nome di vere o presunte esigenze protettive, avrebbero costruito, nel
corso del tempo, un complesso di norme che, invece di proteggere il
lavoratore, avrebbero finito per soffocarlo, impedendogli la realizzazio ne
nel lavoro.
Attraverso l’imposizione di una disciplina tanto individuale
quanto collettiva costruita sulla base di un lavoratore medio e astratto, si
dice, si sarebbe dato vita un ordine giuridico autoritario e dispotico che
avrebbe finito per sovrapporsi e dunque “contrapporsi alle autentiche
aspirazioni ed esigenze del lavoratore in carne ed ossa, inducendo
conformismo di comportamenti ed estraniazione del singolo rispetto alle
proprie fondamentali istanze di vita”
552; un diritto anonimo e massificato
quello del lavoro, che, anche quando animato da buoni propositi, avrebbe
finito per disconoscere le specificità del singolo
553, per frustrarne le
esigenze di affermazione della propria differenza, della propria identità,
per “colonizzarne” il comportamento, costringendolo a conformarsi ai
modelli di vita imposti, onde poter accedere alle tutele offerte dai
meccanismi regolatori
554. Il processo di pesante giuridificazione
insomma avrebbe dato luogo ad una sorta di eterogenesi dei fini: avviato
552
SIMITIS S., Il diritto del lavoro e …, op. cit., pp. 89 e ss. Si veda anche, D’ANTONA
M., L’autonomia individuale e le fonti del diritto del lavoro, in CARUSO B.SCIARRA S., (a cura di), Massimo D’Antona. Opere, I, Giuffrè, Milano, 2000, p. 117; CASAS
BAAMONDE M.E., La individualización de las relaciones laborales, RL, 1991, n. 20-21 (monográfico), p. 126 e ss.
553
SIMITIS S., La legge Le Chapelier tra storia e attualità, DLRI, 1990, spec. pp. 765 e ss.
554
ORSI BATTAGLINI A., Diritto amministrativo, in MENGONI, PROTO PISANI, ORSI
BATTAGLINI, L’influenza del diritto del lavoro sul diritto civile, diritto processuale civile, diritto amministrativo, DLRI, 1990, pp. 54 e ss. SIMITIS S., Il diritto del lavoro …, op. cit., pp. 89 e ss.
allo scopo di assicurare al lavoratore quel minimo di autodeterminazione
(anche nel lavoro) indispensabile alla salvaguardia della propria dignità e
libertà, avrebbe finito per sfociare in un fenomeno patologico di
negazione aprioristica della rilevanza della volontà e della capacità di
autodeterminazione del singolo.
In questo senso, l’istanza verso il recupero del ruolo
dell’autonomia individuale muove essenzialmente dalla necessità di
attribuire nuova centralità al lavoratore in quanto singolo, connotato da
specifici bisogni ed aspirazioni che, si ritiene, non possono più essere
rappresentati e tutelati adeguatamente da un diritto del lavoro
standardizzato e massificato. L’individualizzazione è proposta, dunque,
in primo luogo, come espressione delle esigenze di autodeterminazione
nel lavoro, autodeterminazione “intesa come libertà di determinare e
mantenere, nel rapporto di lavoro, la propria identità”
555e, dunque, la
propria “differenza”, impedita dalla massificazione e standardizzazione
delle condizioni di lavoro imposte da un diritto eteromono e
collettivizzato. Ciò a cui si aspira è una maggiore partecipazione del
lavoratore in quanto singolo alla determinazione del punto di incidenza
del diritto del lavoro, tanto di fonte legale che collettiva, sulla propria
autonomia decisionale ed esistenziale
556.
Se il diritto del lavoro delle origini nasce come reazione alla
concezione individualistica e formalistica del diritto civile in funzione
della necessità di veder riconosciuta (e corretta) la sostanziale
disuguaglianza di potere e libertà tra le parti del rapporto di lavoro, il
“ritorno al contratto individuale” serve oggi dunque quale veicolo di
espressione non di una disuguaglianza verticale (tra datore e prestatore di
lavoro), bensì orizzontale, tra lavoratori; serve insomma a denunciare
l’esistenza di una pluralità di interessi diversi quando non anche
contrapposti tra appartenenti alla medesima classe
557.
Nell’ambito di questa impostazione, le critiche al processo di
giuridificazione non si spingono mai fino a proporre un intervento dello
Stato meramente tecnocratico e neutrale, ovvero, peggio, il mero ritorno
a strategie negoziali individuali ed al mercato quali strumenti regolativi
esclusivi dei rapporti sociali ed economici. Semmai si propone una
razionalizzazione degli interventi, una “individualizzazione” del diritto
del lavoro che sia in grado di “riscoprire l’individuo” dentro la massa
555
D’ANTONA M., L’autonomia individuale e …, op. cit., pp. 120 e ss. 556
È quella che SUPIOT A., Crítica del derecho del trabajo ..., op. cit., p. 196 definisce “argomentazione sociale”.
557
In tale senso, CASAS BAAMONDE M. E., La individualización del las relaciones laborales, RL, 1991, n. 20-21 (monográfico), pp. 402 e ss.; DUEÑAS HERRERO L. J., ¿Transgresión o transformación en el ..., op. cit., p. 11.
informe dei lavoratori
558e, soprattutto, di arrestarsi là dove l’intervento
protettivo rischia di trasformarsi in una struttura di dominio e
oppressione
559. Si propone cioè un ripensamento critico delle ragioni
storiche che hanno portato all’esautorazione della lex voluntatis in favore
della voluntas legis, tanto ai fini della qualificazione del rapporto, quanto
a quelli della determinazione del contenuto del contratto, nonché
l’utilizzo di tecniche regolative conformative della volontà negoziale che
puntino all’utilizzo di meccanismi di incentivazione delle parti
individuali verso comportamenti ritenuti preferibili, piuttosto che
sull’imposizione autoritaria di obblighi imperativi di comportamento
560.
Certo non manca una critica serrata degli sperperi dello Stato
sociale, assistenziale e clientelare, nonché dell’uso improprio degli
strumenti del diritto del lavoro in funzione dell’acquisizione e della
gestione del consenso politico. Ma tali critiche vengono funzionalizzate
all’esigenza di un recupero “della coerenza, dell’articolazione e della
praticabilità” degli interventi legislativi stessi
561e, più in generale, di una
seria riflessione sull’identità e le funzioni del diritto del lavoro
nell’attualità.
L’ammodernamento della disciplina lavoristica auspicato riguarda
insomma una maggiore adesione e considerazione di questa alla
crescente complessità dell’ambito nel quale è destinata ad operare, in
modo tale da scongiurare semplicistiche assimilazioni tra situazioni che
chiedono di conservare la propria differenza ovvero peggio, in una sorta
di eterogenesi dei fini, la frustrazione degli interessi e delle aspirazioni
dei propri destinatari. Ciò che si domanda si avvicina in modo più o
meno sensibile all’auspicio dell’affermazione di una “nuova concezione
dell’uguaglianza: da intendersi non solo come una neutralizzazione delle
disparità di potere sociale (versione classica), ma come pari opportunità
di scegliere e mantenere, nel rapporto di lavoro, la propria identità e, con
essa, la propria differenza (versione postclassica)”
562.
558 D’A
NTONA M., Uguaglianze difficili, in CARUSO B. SCIARRA S., (a cura di), Massimo D’Antona. Opere, Giuffrè, Milano, 2000, I, p. 165, parla di “(apparente) rivincita del citoyen di fronte ai fallimenti, veri o presunti, del diritto «tutelare» commisurato alla condizione concreta dell’homme situé (che nel nostro caso é rappresentato dall’idealtipo di lavoratore salariato”.
559
ORSI BATTAGLINI A., Diritto amministrativo …, op. cit., pp. 55 e ss. 560
Sul punto si rinvia ancora a D’ANTONA M., L’autonomia individuale e …, op. cit., pp. 135 e ss. GHERA E., Le sanzioni civili nella tutela del lavoro subordinato, DLRI, 1979, p. 362.
561
DE LUCA TAMAJO R., Garantismo legislativo e mediazione …, op. cit., pp. 1 e ss. e Id, Statuto dei lavoratori e diritto del lavoro della crisi, in DE LUCA TAMAJO R., CESSARI A. (a cura di), Dal garantismo al controllo…, op. cit., pp. 25 e ss.
562 D’A