Anche nell’ambito dei nuovi lavori poi – intendendo per tali quelli creati
dalla rivoluzione tecnologica -, all’arricchimento qualitativo delle
prestazioni di lavoro e ad una certa valorizzazione della dimensione
dell’auto-organizzazione del lavoratore, faceva (e fa) riscontro
un’accentuazione dell’assoggettamento del lavoratore all’esercizio del
potere di controllo (non più tanto sul modo, quanto sul risultato) e del
potere latu sensu direttivo, a cui si accompagnavano spesso nuovi
turbamenti della libertà e della dignità della persona
354. In altre parole, se
353
Sul punto, PEDRAZZOLI M., La parabola della subordinazione: dal contratto allo status. Riflessioni su Barassi e il suo dopo, ADL, 2002, n. 2, pp. 263 e ss.
354
VARDARO G., Tecnica, tecnologia e ideologia della tecnica nel diritto del lavoro, Pol. Dir., 1986, spec. pp. 107 e ss. In tale articolo, si sottolinea come se per un verso, l’introduzione delle nuove tecnologie importa un ulteriore “spossessamento da parte del lavoratore della tecnica e, dunque, una maggiore strumentalità dello stesso rispetto alle esigenze del processo produttivo, con conseguente accentuazione della subordinazione
da un lato, i nuovi sistemi di organizzazione e di gestione della
produzione e del lavoro determinano nuove ed inedite possibilità di
autogestione/autorganizzazione del lavoratore (ma spesso solo di quello
dotato di un’elevata qualificazione professionale) pur nell’ambito di un
rapporto di lavoro comunque inserito in una struttura eterodiretta e
eterorganizzata a fini produttivi, l’incremento più che proporzionale
delle responsabilità, l’opacizzazione dei confini tra tempo di lavoro
(retribuito) e altri tempi socialmente utili (di disponibilità, di vita, di
riposo, etc.), l’introduzione delle nuove tecnologie, rafforzano ovvero
costituiscono vecchi e nuovi fattori di “rischio” professionale, tanto in
termini di protezione della salute e della sicurezza del lavoratore
355,
quanto anche sotto l’aspetto della protezione della intimità, riservatezza
ed, in generale, della sfera privata
356e della dignità del lavoratore
357.
A fronte di un movimento che spinge alla sostituzione di
lavoratori stabilmente inseriti nell’organizzazione aziendale con
lavoratori temporanei, si registra infatti un processo che tende a
vincolare ancora più strettamente il nucleo essenziale di prestatori di
lavoro all’impresa attraverso quelle che vengono denominate tecniche di
fidelizzazione del personale. L’obiettivo è duplice: da un lato, attraverso
una sostanziale rivalutazione del lavoratore in quanto singolo
(valorizzazione delle proprie capacità creative, di autogestione, di
risoluzione dei problemi, etc.) si cerca di stimolare una sua maggiore
implicazione con gli obiettivi imprenditoriali e, dunque, di incrementare
il livello di produttività individuale e dall’altro, attraverso il
riconoscimento individuale di tutta una serie di benefit e di vantaggi
(non solo economici)
358, si persegue l’obiettivo di assicurarne la
tecnica, nel caso di knwoledge worker, il dominio da parte di quest’ultimo della tecnica riduce sì la subordinazione tecnica, ma accentua quella esistenziale nella misura in cui “lo stesso modo di ragionare del lavoratore deve piegarsi alla logica della macchina, che solo così egli potrà dominare” (p. 122). Si veda pure AA.VV., Rivoluzione tecnologica e diritto del lavoro , Giuffrè, Milano, 1986; PÉREZ DE LOS COBOS ORIUHEL F., La «subordinazione tecnologica» nella giurisprudenza spagnola, LD, 2005, pp. 537 e ss. 355 P
INILLA GARCÍA F.J., Intensificación del esfuerzo de trabajo en España, CRL, 2004, n. 2, pp. 117 e ss.
356
“Ne consegue che la subordinazione del lavoratore non viene meno, ma al contrario solleva nuove e pressanti esigenze di tutela sia a garanzia dei diritti fondamentali della persona sia di fronte all’affermarsi prorompente delle esigenze dell’impresa (singola o di gruppo). ZOLI C., Subordinazione e poteri dell’imprenditore tra organizzazione, contratto e contropotere, LD, 1997, p. 255.
357
GAETA L., La dignità del lavoratore e i «turbamenti» dell’innovazione, LD, n. 2, 1990, p. 203. Nello stessa senso, VALDÉS DAL-RÉ F., I poteri dell’imprenditore e la persona del lavoratore, DLRI, 1991, p. 49; LOY G., El dominio ejercido sobre el trabajador, RL, 2005, n. 19-20, pp. 61 e ss.
358 Si veda a tal proposito e a titolo meramente esemplificativo, Z
OLI C., Clausole si fidelizzazione e rapporto di lavoro, Relazione al Convegno organizzato dal Centro Nazionale di Diritto del Lavoro Domenico Napoletano, Milano, 26 maggio 1993, dal titolo “La concorrenza delle imprese nel mercato del lavoro e le tecniche di fidelizzazione del lavoratore”.
permanenza nell’impresa. All’esaltazione dell’individualismo e della
competitività individuale e al sostanziale isolamento del lavoratore che
ne deriva, si aggiunge dunque una non infrequente interiorizzazione di
responsabilità tradizionalmente a carico esclusivo dell’impresa. Le
forme e gli strumenti per assicurare gestione e controllo imprenditoriale
sull’attività lavorativa subiscono, dunque, una trasformazione
importante, ma non per questo si attenua la loro intensità
359.
L’insorgere del problema della disoccupazione strutturale di
massa poi, oltre ad importare una critica alle rigidità (alias, garanzie)
lavoristiche, aveva revocato in dubbio la perdurante validità un modello
di regolazione incentrata sulla protezione nel rapporto, che lasciava
sguarnito di tutela il lavoratore nel mercato, sospingendo il diritto del
lavoro (anche) verso funzioni più incentrate sulla gestione e sul controllo
del mercato del lavoro
360.
Si manifestava così in tutta la sua evidenza il problema
fondamentale del modello di diritto del lavoro garantista così come
storicamente affermatosi nel corso degli anni ’60: quello di essere stato
costruito su presupposti – quello della necessaria espansione (o quanto
meno della stabilità) del sistema economico – e di prototipi di lavoro e di
lavoratore – quello massa della grande impresa industriale fordista-
taylorista - che, pur assunti come categorie di riferimento costanti, erano
359
DEJARDINS B., La solutudine nel lavoro , LD, 1995, pp. 51 e ss.; SUPIOT A., Lavoro subordinato e lavoro autonomo, DRI, 2000, n. 2, pp. 217 e ss. il quale ultimo sottolinea come, in realtà, si sia operato “una metamorfosi giuridica del potere”, tanto nel senso di un “arrretramento del potere discrezionale a vantaggio del potere funzionale” (aumento del controllo su coloro che esercitano il potere attraverso l’incremento degli obblighi di motivazione e un ampliamento del ruolo del giudice), quanto nel senso di un “arretramento del potere a vantaggio di una distribuzione dei poteri” (diritti di informazione, di consultazione e controllo, che hanno messo in crisi la strutturazione piramidale e gerarchica dell’impresa il cui potere si esercita adesso sotto forme più complesse, più diffuse che il diritto ha sempre più difficoltà a individuare e classificare). “Anche in questo caso il potere non dimnuisce ma si esercita sotto nuove forme” (pp. 222 e ss.). Lo stesso autore continua poi affermando “L’impresa moderna non si accontenta più né della semplice obbedienza agli ordini, né dell’indipendenza assoluta. Essa intende piegare ai suoi propri fini la capacità d’iniziativa e di responsabilità degli uomini che lavorano. Si inventano dunque dei nuovi modi di governare gli uomini che evocano il vassallaggio feudale” (p. 230).
360
Si è parlato, a tal proposito, di superamento della concezione del diritto del lavoro come diritto della “redistribuzione” e affermazione del diritto del lavoro (anche) come “diritto della produzione e del governo del mercato del lavoro”. TREU T., Diritto del lavoro (voce per il Digesto 2000), DLRI, 1987, p. 727. Per un riepilogo delle questioni generate dal fenomeno della disoccupazione, ALONSO OLEA M., El trabajo como bien escaso, Relazione presentata dall’A. al “Círculo de empresarios” il 15 luglio 1982, ora contenuta in RMTAS, 2001, n. 33, pp. 17 e ss. Sul punto, in una diversa prospettiva, BAYLOS A., Diritto del lavoro e politica dell’occupazione in Spagna, DML, 1999, n. 1, pp. 7 e ss. (La versione originale, in spagnolo, dell’articolo in Revista jurídica de Castilla-La Mancha, 1999, ora in ID., Las relaciones laborales en España. 1978-2003, Fundación Sindical de Estudios, Madrid, 2003, pp. 169 e ss.).