Tabella cronologica
E LEMENTI NATURALISTICI E MIRABILIA
2. Le acque: fonti, fiumi e lagh
2.1 De mirabilibus auscultationibus, capp 55-
All’interno del De mirabilibus auscultationibus sono presenti diversi riferimenti ad acque dalle proprietà straordinarie, che è un tema ricorrente nella letteratura paradossografica:
“Nello stretto che separa l’Italia dalla Sicilia le acque aumentano e calano insieme con le fasi lunari”28.
22
ZUNINO 1999,p. 24; VANOTTI 2007,p. 151.
23 Ps. Arist., mir. aus., 37. 24 Tim., FGrHist 566 F 58a. 25
Strab., V 4, 9 C 248. Cfr. Plin., NH, II 89, 203. Anche Lycophr., Alex, v. 690, parla di Pitecusa definendola “isola ardente di fiamme” e legandola alla figura del gigante Tifeo.
26 VANOTTI 2007,p. 152. 27
Su questo problema, cfr. VANOTTI 2007,p. 151.
“Il viaggiatore che percorre la strada per Siracusa trova in un prato una fonte non particolarmente grande né ricca d’acqua; ma se in questo luogo si radunasse una gran quantità di gente, vi sarebbe acqua a volontà”29.
“Esiste una fonte anche presso i Palici in Sicilia grande dieci letti; essa emette acqua per un’altezza di sei braccia, cosicché quanti la vedono pensano che ne venga inondata la pianura circostante, ma di nuovo poi rientra entro i propri margini. Vige anche un giuramento, qui considerato sacro; infatti chi lo ha pronunciato, dopo averne riportato i termini su una tavoletta, la immerge nell’acqua. E se ha detto il vero, la tavoletta torna a galla, ma se ha detto il falso, raccontano che essa diventi pesante e scompaia e lo spergiuro venga arso. Perciò il sacerdote pretende da chi pronuncia il giuramento la garanzia che qualcuno provveda a purificare il tempio”30.
I passi appena riportati rientrano in una sezione dell’opera, che comprende i capitoli 53-57, interamente dedicata a fenomeni legati alle acque. Soltanto tre capitoli citati, però, hanno un’ambientazione magno greca o, soprattutto, siciliana.
Per quanto riguarda i primi due capitoli, il 55 e il 56, poco si può dire in quanto il capitolo 55 trova riscontro soltanto in Antigono di Caristo31, filosofo del III sec. a.C. e autore di una Raccolta di storie meravigliose, per la quale egli attinse ad Aristotele e a Callimaco; il capitolo 56, invece, è riportato quasi letteralmente dal Paradoxographus
Florentinus, che cita come propria fonte Aristotele riferendosi probabilmente al passo del De mirabilibus auscultationibus32.
Qualche elemento in più, invece, si può trarre dal capitolo 57. Nella prima parte lo Pseudo Aristotele si sofferma sulle straordinarie capacità della fonte situata nell’area dei Palici, mentre nella seconda descrive il particolare giuramento che era legato al culto degli dei gemelli e che veniva pronunciato nei pressi del santuario a loro dedicato. I Palici erano divinità locali che velocemente entrarono a far parte della mitologia greca e il loro santuario, localizzato grazie agli scavi archeologici nella la valle dei Margi vicino Rocchicella33 e nei pressi del lago Naftia, rappresentò uno dei principali luoghi di culto delle popolazioni autoctone della Sicilia orientale. Il loro culto, in particolare, sebbene
29 Ps. Arist., mir. aus., 56. 30 Ps. Arist., mir. aus., 57. 31
Antig., mir., 125.
32 V
ANOTTI 2007,p. 157.
33 Sui dati più recenti emersi in particolare dagli scavi condotti di Brian McConnell e Laura Maniscalco cfr.
MCCONNELL-MANISCALCO 1997-1998; MANISCALCO-MCCONNELL 2003; MANISCALCO 2015. Cfr. anche CORDANO 2008.
avesse una certa importanza già al tempo di Ierone34, acquisì maggiore popolarità in seguito alle operazioni in Sicilia di Ducezio, tra cui la fondazione nel 453 a.C. della città di Παλική35.
Sui Palici e sull’area circostante il santuario si trovano notizie in diverse fonti. Diodoro Siculo, descrivendo l’area, afferma che ci sono dei crateri, i quali, pur non essendo di grandi dimensioni, riescono a emettere getti d’acqua violenti capaci di raggiungere grandissime altezze; inoltre questi crateri emettono acqua caldissima e sulfurea, la cui qualità più straordinaria è il fatto che essa non trabocca e non si ritrae, ma il suo flusso è talmente violento e si solleva così in alto, da suscitare meraviglia36. Questa descrizione, come si può notare, converge con quella dello Pseudo Aristotele, in cui viene descritta una fonte che emette getti d’acqua che riescono a raggiungere un’altezza tale da generare negli abitanti la paura che possano sommergere la pianura circostante; l’acqua, però, non straripa e rientra nei suoi margini. Il passo di Diodoro, continua, poi, con il racconto dei giuramenti che si compiono nel santuario dei Palici e della punizione con la perdita della vista che colpisce gli spergiuri. Come si è detto, anche la seconda parte del capitolo del De mirabilibus auscultationibus fa riferimento ai giuramenti che si tenevano nell’area, anche se differisce dal racconto di Diodoro per il fatto che in questo caso la punizione degli spergiuri consiste nell’essere arsi37.
Informazioni relative ai Palici si trovano anche nei Saturnalia di Macrobio38, il quale,
prendendo spunto da un verso dell’Eneide39, inserisce la testimonianza sui Palici di Eschilo40, Callia41, Senagora42 e Polemone43. Quest’ultimo, in particolare, descrive le particolarità dei due crateri, la cui acqua sulfurea produce una strana sonnolenza negli astanti e si solleva in onde schiumose che sembrano bolle calde che hanno raggiunto una forte ebollizione. Anche Polemone, poi, ricorda il giuramento e il fatto che chi giurava il falso moriva immediatamente.
Le notizie che sono confluite nel De mirabilibus auscultationibus, dunque, trovano riscontro anche in altre fonti. Da quale autore lo Pseudo Aristotele abbia, però, tratto le sue 34 V ANOTTI 2002,p. 43. 35 D.S., XI 88, 6. 36 D.S., XI 88, 2. 37
Sulla valenza giuridica del santuario, cfr. BELLO 1960,pp. 71-97; CUSUMANO 1990,pp. 27-96; ID.1997- 1998,pp. 727-811.
38 Macr., sat., V 19, 16-31. 39
Verg., Aen., IX 585.
40 Aesch., fr. 27a Mette. 41 Call., FGrHist 564 F 1. 42
Sen., FGrHist 240 F 21.
informazioni è motivo di discussione tra gli studiosi, i quali propendono o per Teofrasto, del quale sono noti gli interessi naturalistici e che è considerato una delle fonti principali dell’opera, o per Fenia di Ereso. L’ipotesi della derivazione da quest’ultimo nasce dal fatto che il capitolo 53, relativo alle proprietà della palude Ascania, presenta molte affinità con un passo dell’opera paradossografica di Antigono di Caristo che cita esplicitamente come sua fonte Fenia. Dunque, anche gli altri capitoli di questa sezione dedicata a fenomeni legati alle acque potrebbero dipendere da quest’ultimo44.
Si può avanzare, però, anche un’altra ipotesi. In studi recenti è stata indagata più approfonditamente la figura e l’opera di Lico di Reggio, personalità che era vicina al Peripato. Dalla lettura dei suoi frammenti è emersa “una spiccata propensione per l’aspetto taumasiografico e paradossografico”, che interessa spesso mirabilia relativi a sorgenti, fiumi e laghi localizzati, soprattutto, in Sicilia45. Tra questi frammenti, il più interessante in questo contesto è il F11a, in cui Lico riferisce che nella piana di Leontini ci sono i cosiddetti “Delli”, dai quali fuoriescono sorgenti caldissime che sembrano quasi in ebollizione, ma, che nonostante questo, hanno acque fredde. Quando ad esse si avvicinano gli uccelli muoiono immediatamente, mentre se si avvicinano gli uomini muoiono dopo il terzo giorno46. Come spiega Smith nel suo commento, la lezione Delloi è un emendamento del testo47 che è stato ipotizzato sulla base del passo di Macrobio citato in precedenza. In
esso, infatti, l’autore dei Saturnalia riporta la notizia secondo cui i Delli erano due crateri che gli abitanti della Sicilia consideravano fratelli dei Palici. Essi, inoltre, sempre secondo Macrobio, non erano lontani dal santuario dei Palici48, che, come è stato già detto, è stato localizzato vicino Rocchicella, dunque, nella piana di Leontini. Dunque, anche Lico era a conoscenza di informazioni relative all’area dei Palici e, pertanto, non è da escludere l’ipotesi che i Peripatetici abbiamo tratto le loro notizie sulle proprietà straordinarie delle acque49, e in questo caso specifico su quelle che scorrevano vicino il santuario dei Palici, proprio dal Reggino50.
44 Sulla questione della derivazione da Teofrasto o da Fenia cfr. V
ANOTTI 2007,p. 156.
45 O
TTONE 2002b,p. 416, ripresa da DE SENSI SESTITO 2013,pp. 98-99. I frammenti in questione sono i FF 8-
11, 14.
46 Lyc., FGrHist 570 F11a = SMITH,BNJ570F11a. 47
Sono stati proposti anche gli emendamenti crateras o Palicorum fratres, sui quali cfr. SMITH 2013.
48 Macr., sat., V 19, 19.
49 Cfr. DE SENSI SESTITO 2013,p. 99. 50
Si ricordi che anche in un frammento di Ippi di Reggio (F4) trasmesso da Antigono di Caristo ricorrono notizie sui Palici: secondo lo storico reggino, durante la 36a Olimpiade, al tempo in cui ad Atene regnava
Epainetos, presso i Palici fu costruito un luogo, dove moriva chi rimaneva sdraiato, mentre rimanevano
incolumi coloro che camminavano. Come osserva SMITH 2013,Ippi si riferisce ai Palici e non ai Delli, ma nella tradizione a volte si è generata confusione nell’attribuzione degli specifici dettagli di questi fenomeni