Tabella cronologica
L E TIRANNIDI OCCIDENTAL
1. Anassilao di Reggio
2.1 Le notizie tramesse da Aristotele e dalle Politeiai 1 L’ascesa alla tirannide
2.1.4 La fine del governo di Falaride
La parte conclusiva del già citato estratto di Eraclide Lembo74 racconta la fine della tirannide di Falaride e riporta alcune informazioni sull’Agrigento post-falaridea, per la quale non possediamo notizie precise.
Nell’excerptum si racconta, infatti, che ad un certo punto il popolo si vendicò di lui bruciando persino la madre e i φίλοι. La τιµωρία di cui riporta notizia Eraclide potrebbe essere ricondotta ad una delle opere che la tradizione attribuisce a Fenia di Ereso, Τυράννων ἀναίρεσις ἐκ τιµωρίας; tra i frammenti pervenutici di quest’opera, però, non compaiono riferimenti a Falaride e, di conseguenza, un legame tra l’estratto di Eraclide e l’opera di Fenia non è verificabile.
La versione riportata da Eraclide Lembo, in cui è il δῆµος a far cadere la tirannide falaridea, differisce da quanto invece narrano gli scoli alle Olimpiche di Pindaro, che risentono dell’influenza della propaganda teroniana75, secondo i quali fu una congiura di
68 Hdt., I, 141.
69 Theopomp., FGrHist 115 F 127.
70 Cic., Pis. 73: Verum tamen, quoniam te non Aristarchum, sed Phalarin grammaticum habemus, qui non
notam apponas ad malum versum, sed poetam armis persequare [...]. In realtà, nella breve allusione
ciceroniana, non compare il nome di Stesicoro ma, come affermano gli editori moderni, il personaggio che si oppone a Falaride non può essere altri che lui. Cfr. NISBET 1961,p. 141 e BELLARDI 1975, p. 812 n. 2.
71
Philist., FGrHist 556 T 17b, ap. Cic. de or., 2, 57
72 Cic., Ep., II 11, 4. 73HINZ 2001,p. 56 n. 153. 74
Heraclid. Lem., Exc. Pol., 38 Polito.
75 Cfr. B
nobili, tra cui erano presenti il nonno o il bisnonno di Terone, a determinare la fine di Falaride76.
Ad una reazione oligarchica, secondo la Bianchetti, farebbe riferimento anche un passo di Diodoro, in cui viene raccontato che “Falaride vedendo un gran numero di colombe inseguite da un solo sparviero, disse: «Vedete, signori, come per paura una moltitudine così grande fugge inseguita da un solo aggressore? Poiché senza dubbio, se avessero avuto il coraggio di volgersi indietro, facilmente avrebbero avuto ragione dell’inseguitore». (Ma le parole dello stesso Falaride erano false giacché la vittoria era stata possibile grazie al coraggio e non al numero degli uomini). E in seguito a queste parole egli perse il potere, come è scritto nella parte riservata alla successione dei re”77.
La studiosa, dunque, vede nelle colombe un simbolo delle famiglie nobili ribelli78. Bisogna osservare, però, che Diodoro parla di τοσοῦτο πλῆθος, elemento che potrebbe invece favorire l’ipotesi di un riferimento ad una rivolta popolare piuttosto che a una oligarchica.
Anche il F28c di Timeo79, in cui si fa riferimento agli Agrigentini che gettano in mare il toro, sembra attribuire ad una ribellione del popolo la caduta del tiranno. Non si può escludere, perciò, che proprio lo storico di Tauromenio possa essere la fonte del frammento di Eraclide Lembo ed è interessante ricordare che anche per la prima parte del frammento di Eraclide si era supposta la presenza di elementi riconducibili a Timeo.
Dopo la rivolta e la vendetta del δῆµος, comunque, Eraclide racconta che ad Agrigento presero il potere prima Alcamene e poi Alcandro, due personaggi che non troviamo nominati altrove. Per questo motivo sono state proposte ipotesi disparate circa la loro identità: per Dunbabin80 doveva trattarsi di nuovi tiranni; secondo Lenschau81 di una carica
di tipo esimnetico; per Freeman82 di magistrati di un’assemblea oligarchica. Luraghi, prestando particolare attenzione al lessico utilizzato per definire Alcamene e Alcandro, ritiene che dal frammento si può dedurre soltanto che dopo Falaride non dovrebbe essersi
76 Secondo lo Sch. Pind., Ol. II 68d faceva parte dei congiurati Telemaco, bisnonno di Terone; lo Sch. Pind.,
Ol. II 68a, invece, nomina Emmenide, nonno del tiranno.
77 D.S., IX 30: Ὅτι ὁ Φάλαρις ἰδὼν περιστερῶν πλῆθος ὑφ'ἑνὸς ἱέρακος διωκόµενον ἔφη, Ὁρᾶτε, ὦ ἄνδρες, τοσοῦτο πλῆθος ὑφ' ἑνὸς διωκόµενον διὰ δειλίαν; ἐπείτοι γε εἰ τολµήσειαν ἐπιστρέψαι, ῥᾳδίως τοῦ διώκοντος ἂν περιγένοιντο. (αὐτὸς δὲ πεπλασµένως ἔλεγεν· τὴν µὲν γὰρ νίκην ἀρετῇ καὶ οὐ πολυπληθίᾳ χειρῶν περιγίνεσθαι). καὶ ἐκ τούτου τοῦ λόγου ἀπέβαλε τὴν δυναστείαν, ὡς γέγραπται ἐν τῷ περὶ διαδοχῆς βασιλέων. La traduzione è di C. Miccichè. 78 BIANCHETTI 1987,p. 93.
79 Tim., FGrHist III B 566 F28c, ap. Sch. Pind., Pyth. I, 185. 80DUNBABIN 1948,p. 23.
81
LENSCHAU 1938,s.v. Phalaris, col. 1650.
82F
imposto un regime monarchico, né tirannico, né esimnetico. Negli altri frammenti delle
Politeiai di Eraclide, infatti, il potere assoluto è indicato con i termini τύραννος e βασιλεύς,
mentre nel fr. 38 si dice che Alcamene παρέλαβε τὰ πράγµατα e che Alcandro προέστη. Inoltre, dal momento che una terminologia simile è utilizzata in un altro frammento eraclideo in relazione a Cleone, Trasibulo e Rinone83, lo studioso giunge alla conclusione che si tratterebbe di espressioni utilizzate per indicare una preminenza di fatto di un personaggio in un regime non monarchico84. Anche Braccesi è restio ad identificare Alcamene e Alcandro con due tiranni, in quanto, in base ad un’iscrizione trasmessa dalla Cronaca Lindia in cui i dedicatari dell’offerta sono gli Agrigentini, pare si possa desumere che dopo Falaride nella polis non dovesse esserci stato un governo tirannico. Lo studioso, comunque, propende maggiormente per l’ipotesi del Freeman, poiché osserva che gli abiti di porpora, citati alla fine del frammento di Eraclide e indossati dai ricchi cittadini agrigentini durante l’epoca di Alcamene e Alcandro, richiamino quelli indossati dall’oligarchia dei mille a Colofone. Pertanto, stando a questa ipotesi, Alcamene e Alcandro potrebbero essere stati membri di un’assemblea oligarchica o loro prostates85. La Polito, tuttavia, osserva che non è possibile dichiarare con certezza se il riferimento finale alla vita lussuosa degli Agrigentini sia legato alla notizia della presa del potere da parte di Alcamente e Alcandro e se, dunque, faccia riferimento al periodo immediatamente successivo alla morte di Falaride; esso, infatti, potrebbe essere stato giustapposto dall’ultimo excerptor dell’opera e provenire, quindi, da un contesto diverso e riferirsi ad un periodo di tempo cronologicamente non determinabile86.
Dal momento, comunque, che le informazioni riportate da Eraclide non hanno riscontro in altri testi a noi pervenuti, non è possibile sapere con precisione da dove esse siano tratte, ma in ogni caso è indubbio che le fonti dell’excerptum dovevano essere molto informate sulla storia di Agrigento.
2.2 Falaride nei frammenti di Eraclide Pontico