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Tabella cronologica

C APITOLO VI L A TRYPHÉ

1. La tryphé di Sibari 1 Smindiride di Sibar

1.2 Sibari e Crotone

1.2.1 La tryphé sibarita nella Politeia di Sibari

In un frammento tratto dalla Politeia di Sibari Aristotele racconta un curioso particolare:

“S’erano spinti così oltre nella voluttuosità, che avevano addestrato i cavalli a danzare al suono dell’aulo durante i banchetti. I Crotoniati, che ben lo sapevano, come attesta Aristotele nella Costituzione di Sibari, mentre erano in guerra contro i Sibariti intonarono il motivo sul quale i cavalli erano abituati a danzare: avevano con sé degli auleti in abiti militari. Non appena i cavalli udirono gli auleti suonare, non solo si misero a danzare, ma passarono al galoppo dalla parte dei Crotoniati con i loro cavalieri in groppa”23.

18 Theophr., fr. 551 Fortenbaugh, ap. Athen., XII 3, 511c-d. Ateneo cita la figura di Smindiride anche in VI,

273b-c.

19

Su questo e su altri frammenti attribuibili al Περὶ ἡδονῆς di Teofrasto, cfr. FORTENBAUGH 2011,pp. 637-650.

20 Tim., FGrHist 566 F9, ap. Athen., XII 58, 541b-c. 21 AMPOLO 1993,p. 217.

22

OTTONE 2002a,p. 77.

La notizia che i Sibariti addestrarono i cavalli a danzare è ricordata anche da Julius Africanus, il quale, rispetto al frammento aristotelico, inserisce il personaggio di un flautista sibarita disertore che promise ai Crotoniati, precedentemente sconfitti dalla cavalleria sibarita, la vittoria. Così, nel corso della battaglia, combattuta dai Sibariti con sfrontatezza in quanto consapevoli della superiorità della loro cavalleria, appena fu dato il segnale che era stato concordato, i flautisti iniziarono a suonare e i cavalli, che riconobbero in quel suono quello con cui in patria erano abituati a danzare, lasciarono i cavalieri e iniziarono, allora, a ballare24.

È evidente che si tratta di informazioni di stampo aneddotico di cui è difficile valutare la storicità. Anzi, secondo la Gambato, Aristotele potrebbe aver scelto di riportare la notizia proprio per discutere della sua credibilità25. In ogni caso, anche dietro i dati aneddotici è possibile rintracciare qualche verità storica. In particolare, la De Senti Sestito, ha ipotizzato che dietro il particolare della danza dei cavalli sia possibile intravedere una diserzione della cavalleria sibarita, che, costituendo la parte più forte dell’esercito, fece concludere la guerra con una sconfitta. Pertanto è probabile che nella vittoria di Crotone abbiano rivestito un ruolo importante gli oligarchici di Sibari, che speravano magari di poter trattare con la polis vincitrice e di evitare la distruzione della città26.

Nel caso di questo episodio, ma più in generale nel contesto della guerra con Crotone, risulta abbastanza chiaro come il motivo della tryphé di Sibari27 venga diffuso e sfruttato

dai nemici di Sibari, i pitagorici crotoniati. Questo punto di vista tendenzioso è particolarmente evidente nel racconto che Diodoro Siculo offre degli eventi relativi alla guerra tra Sibari e Crotone e per il quale si ritiene che la fonte possa essere Timeo28: nelle

pagine della Biblioteca storica sono soprattutto la hybris e i numerosi atti di empietà compiuti dai Sibariti ad essere messi in risalto, laddove, invece, il comportamento dei Crotoniati e di Pitagora risulta giusto e pio29. Sempre lo storico di Tauromenio, secondo Vattuone, potrebbe essere considerato anche la fonte del frammento delle Politeiai di Aristotele30.

24

Jul. Afr., Cest., 14, p.293. Un racconto simile è presente anche in Ael., de nat. anim., XVI 23 e Plin., N. H., VIII 157.

25 GAMBATO 2001,p. 1294. 26

DE SENSI SESTITO 1983,pp. 51-53.

27 Per l'esemplificazione della tryphé nei logoi sybaritikoi cfr. D

E SENSI SESTITO 1983,pp. 37-56.

28 MELE 2013,pp. 41-42. 29

D.S., XII 9, 2-6; 10,1. Su questi avvenimenti cfr. AMPOLO 1993, p. 218; MELE 2013,pp. 41-45.

30 V

1.2.2 Hybris e tryphé in un frammento di Eraclide Pontico

A proposito della hybris sibarita, legata al contesto della guerra con Crotone, altre notizie sono riportate ancora una volta da Ateneo, che le attribuisce stavolta ad Eraclide Pontico:

“Nel libro La giustizia di Eraclide Pontico si legge: dopo aver abbattuto la tirannide di Teli, i Sibariti tolsero di mezzo i suoi partigiani e collettivamente uccisero presso gli altari […]; a causa di questi omicidi la statua di Era volse indietro la testa e il pavimento del tempio fece scaturire una sorgente di sangue; essi allora sigillarono con lastre di bronzo l’intero perimetro, cercando di fermare la fuoriuscita del sangue. Ecco perché andarono incontro alla rovina e alla totale distruzione, proprio loro che si erano proposti di oscurare persino i giochi più celebri, quelli olimpici. Attendevano infatti il periodo in cui hanno luogo le Olimpiadi per attirare gli atleti da loro col miraggio di ingentissimi premi31”.

Gli eventi raccontati in questo frammento di Eraclide Pontico non sono molto chiari a causa di una lacuna presente nel testo. Diodoro narra che Teli, dopo aver preso il potere a Sibari intorno al 514 a.C., mandò in esilio alcuni aristocratici, che si rifugiarono come supplici a Crotone. Il tiranno, allora, inviò un’ambasceria dai Crotoniati per chiedere la consegna dei loro concittadini, ma quando i Crotoniati, su consiglio di Pitagora che voleva salvare i supplici, rifiutarono, si arrivò alla guerra che si concluse con la sconfitta di Sibari32. Nel frammento di Eraclide si fa riferimento all’abbattimento della tirannide di

Teli per mano degli oligarchici sibariti, del cui ruolo nella guerra con Crotone si è accennato in precedenza. Proprio nella stasis sorta in seguito alla caduta di Teli, che forse avrà impedito ai Sibariti di difendersi adeguatamente, è stata individuata una delle cause principali della sconfitta di Sibari33.

Il tema principale del frammento è, comunque, quello della hybris dei Sibariti, che ricorre spesso nella tradizione per tentare di dare una spiegazione della loro rovina. Fin dalle origini, come narra Aristotele, essi si macchiarono di atti violenti quando espulsero i Trezeni, che erano co-fondatori della colonia34; successivamente, racconta Filarco, si resero autori dell’uccisione dei trenta ambasciatori, i cui corpi furono lasciati addirittura senza sepoltura, che erano stati inviati da Crotone a Sibari dopo che i Crotoniati avevano

31

Heraclid. Pont., fr. 49 Wehrli, ap. Athen., XII 21, 521e-522a.

32 D.S., XII 9, 3-10. Cfr. anche Iambl., VP, 133, 177-178.

33 Per una ricostruzione degli eventi relativi all’ascesa di Teli e alla guerra contro Crotone, cfr. DE SENSI SESTITO

1983.

rifiutato di consegnare i supplici35; Timeo racconta che l’oracolo di Delfi aveva loro predetto che sarebbe giunta la loro fine quando avrebbero iniziato ad onorare più gli uomini che gli dei: ciò effettivamente si verificò quando un uomo, che non aveva cessato di frustare uno schiavo che si era rifugiato nel tempio di Era, smise quando questo cercò rifugio sulla tomba del padre36; Eliano narra che un citaredo fu ucciso dai Sibariti nel corso di un tumulto scoppiato mentre si svolgeva la festa di Era, nonostante egli si fosse rifugiato presso l’altare della dea, e a quel punto nel tempio iniziò a scorrere un getto di sangue che preannunciava la futura distruzione della città37.

Nel frammento di Eraclide Pontico non si fa accenno alla tryphé, ma in base al confronto con il fr. 50 Wehrli relativo alla tryphé di Mileto, è stata attribuita a Eraclide la ricorrenza dello schema τρυφή - ὕβρις - ἀπώλεια38.

Il fr.50 inizia con la descrizione della tryphé dei Milesi e delle lotte interne tra i cittadini; vengono, poi, messi in risalto gli atti crudeli e violenti che le fazioni in guerra perpetrarono le une sulle altre; sono descritti, infine, alcuni prodigi che anticipano la punizione della divinità, la quale, a causa di tutta questa violenza, impedì ai Milesi di avvicinarsi all’oracolo39.

Il fr. 49 non comincia dal motivo della tryphé dei Sibariti, ma probabilmente era così noto alla tradizione che non era necessario ripeterlo oppure non è stato riportato nella fonte di Ateneo. In ogni caso, in esso si racconta l’empia uccisione dei sostenitori di Teli presso gli altari, alla quale la statua della dea Era reagì girando indietro la testa, e la successiva fuoriuscita di una sorgente di sangue dal pavimento del tempio, che i Sibariti tentarono di bloccare ricoprendo con il bronzo il pavimento; il frammento si chiude, infine, con la distruzione e la rovina della polis, che si configura come punizione per l’atto empio commesso.

Effettivamente nei due frammenti lo schema è lo stesso: la tryphé si lega alla hybris, che ha come conseguenza una punizione divina e, dunque, la rovina finale40.

35 Philarch., FGrHist 81 F 45.

36 Tim., FGrHist 566 F 50. Cfr. anche Steph. Byz., s.v. Sybaris. 37

Ael., V.H. 3, 43.

38 Una sequenza simile, in cui la tryphé trae la sua origine dall’εὐδαιµονία ἐκ τῆς χόρας e genera poi un

peggioramento in campo politico e un infiacchimento delle forze militari fino a giungere alla hybris, trova riscontro nei frammenti di Timeo, in particolare, per quanto riguarda Sibari, nel fr.50. Sull’argomento cfr. DE

SENSI SESTITO 1987a,pp. 87ss.; EAD.1988,pp. 403-428.

39 Heraclid. Pont., fr. 50 Wehrli, ap. Ath., XII 26, 523f. 40

POLITO 2014,pp. 723-750.Di opinione contraria invece sono i GORMAN 2007,p. 49 e n. 46,secondo i quali lo schema τρυφή - ὕβρις - ἀπώλεια potrebbe essere attribuito direttamente ad Ateneo.

I due passi mostrano anche una connessione tra la tryphé e la stasis. In realtà il fr. 49 non menziona una stasis, ma abbiamo visto come in effetti deve essere stata proprio la

stasis successiva alla caduta di Teli una delle cause della sconfitta di Sibari. La Pezzullo ha

osservato come, in diversi passi della Politica e in alcuni delle Politeiai, Aristotele si sia soffermato sugli effetti che la tryphé ha avuto sulle dinamiche della polis. In alcuni di questi passi la tryphé è presentata come uno stile di vita che è condotto non σωφρόνως a causa di un eccessivo possesso di ricchezze, il quale conduce inevitabilmente alla stasis e rende i cittadini ὑβρισταί. Pertanto la tryphé di una polis la mette a serio rischio di µεταβολή41. Questi elementi sono interessanti perché il legame tra tryphé e stasis in un contesto sociale e politico che vede un forte squilibrio nella distribuzione delle ricchezze è stato rilevato anche in Eforo42 e ciò potrebbe rendere maggiormente fondata l’ipotesi che per alcuni passi anche relativi alla tryphé Aristotele possa essersi servito dello storico di Cuma43.

Per quanto riguarda il frammento di Eraclide Pontico preso in esame, sembra più probabile, tuttavia, che anche in questo caso la fonte sia Timeo (fr 9, 47-51 sulla tryphé di Sibari).