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Tabella cronologica

E LEMENTI NATURALISTICI E MIRABILIA

2. Le acque: fonti, fiumi e lagh

2.3 Lo stagno di Policrito

Il De mirabilibus auscultationibus ritorna nuovamente a parlare di Sicilia in un capitolo attribuito esplicitamente a Policrito di Mende59, storico forse precedente a Timeo e a cui la

tradizione attribuisce un’opera Su Dionisio e una Storia della Sicilia, alla quale il seguente frammento dovrebbe appartenere:

“Policrito, che scrisse Sikelikà in versi, racconta che in un luogo dell’entroterra si trova un piccolo stagno con un perimetro grande quanto uno scudo. La sua acqua è trasparente, ma un po’ agitata. Se qualcuno vi si immerge per lavarsi, esso aumenta di volume, se poi si aggiunge anche qualcun altro, la superficie si amplia ulteriormente. Il perimetro dello stagno si dilata sino a contenere cinquanta uomini. Quando ha raggiunto questa capienza, rigonfiandosi dal basso, solleva ed espelle in superficie i corpi di tutti quelli che si stanno bagnando, lasciandoli sul terreno. Non appena si è verificato questo fenomeno, lo stagno

55 Strab., VI 1, 13 C263.

56 Strab., X 1, 14, C449. Le proprietà eccezionali dei fiumi Sibari e Crati ricorrono anche in Ov., Met., XV,

vv.315-316 e Vitruv., VIII 3, 14. Altre capacità straordinarie sono loro attribuite da Metagen., fr. 6 Kock, ap. Athen., VI 269f, in cui si dice che il fiume Crati porterebbe grandi focacce impastatesi da sole, mentre dal fiume Sibari arriverebbero molte schiacciate, carni e razze bollite. Sempre questi fiumi trasporterebbero seppie arrosto, fagri, granchi, salsicce, spezzatini, sardine e frittelle; inoltre, le parti già arrostite ricadrebbero direttamente in bocca o davanti ai piedi e le focacce nuoterebbero a cerchio.

57 VANOTTI 2007,p. 216. 58

DE SENSI SESTITO 2013,p. 99.

59 Sulla cronologia di Policrito e i pochi frammenti pervenuti, cfr. M

ritorna di nuovo alla primitiva forma. E ciò non accade solo quando di immergono gli uomini; ma anche quando entra in acqua qualche quadrupede, si verifica lo stesso prodigio”60.

Il capitolo non specifica il luogo in cui si trovava questo stagno dalle capacità straordinarie e non riporta altri elementi geografici che possano aiutare nella localizzazione. Qualche dettaglio in più sembra essere fornito dal Paradoxographus Florentinus che attribuisce ad Aristotele la descrizione di un certo lago Silla, situato nel territorio di Gela, che presenta caratteristiche simili a quello del passo di Policrito61. Nel caso in cui l’Aristotele in questione corrispondesse all’autore del De mirabilibus auscultationibus, ciò implicherebbe, secondo la Vanotti, che il Paradoxographus Florentinus potrebbe aver avuto la possibilità di consultare un’edizione più ampia, o comunque diversa da quella che possiamo leggere noi, dell’opera dello Pseudo Aristotele. Di una fonte Sila, in area indiana, avevano parlato Antigono62 ed Ellanico63; secondo Plinio il Vecchio, di questa fonte avrebbe invece parlato Ctesia64. Per lo stagno di cui parla Policrito è tuttavia più probabile una localizzazione in Sicilia, sia perché il passo potrebbe far parte dei Sikelikà, sia perché il capitolo del De mirabilibus auscultationibus è inserito in una sezione di ambientazione sicula. Le notizie di Policrito, comunque, potrebbero non essere pervenute allo Pseudo Aristotele direttamente, ma è più probabile che siano state filtrate da una fonte intermedia, forse Timeo o Lico65.

Al capitolo 112 del De mirabilibus auscultationibus è stato associato anche il capitolo 130:

“Dello Stretto di Sicilia hanno parlato anche molti altri, ma costui [?] sostiene che vi accada un fatto prodigioso. Infatti, il flutto che avanza con molto fragore dal Mar Tirreno, si infrange su entrambi i promontori, e di Sicilia e d’Italia, quest’ultimo chiamato Reggio, e sospinto dal mare aperto si trova racchiuso in una strettoia. Allora si solleva un’onda elevata con molto fragore su una superficie molto ampia del tratto superiore, cosicché anche coloro

60 Polyk., FGrHist 559 F2, ap. ps. Arist., mir. aus, 112. 61 Paradox. Flor., mir., 30.

62

Antig., mir., 146.

63 Ellan., FGrHist. 4 F 190. 64 Plin., N.H., XXXI 21. 65

MUCCIOLI 2002b, p. 146; Vanotti 2007,p. 196. Propende per una mediazione di Lico anche DE SENSI

SESTITO 2013,p. 87 e n. 20, 22, in quanto analogie tra fonti siciliane e fonti nei pressi dell’Indo sarebbero

riscontrabili nei FF 9 e 14 del Reggino. Si tratta, però, soprattutto nel caso del F14 di un passo corrotto che ha creato non poche discussioni. Sull’ipotetico legame tra i FF 9 e 14 cfr. il commento di SMITH,BNJ570 F14.

che si trovano molto distanti possono vedere tale fenomeno, che non è simile a un’onda marina, ma appare bianco e spumeggiante, e simile piuttosto agli scrosci d’acqua che cadono durante le tempeste persistenti. I flutti si infrangono allora contemporaneamente su entrambe le scogliere e provocano un cozzo di onde incredibile a raccontarsi e insopportabile per l’occhio alla vista; poi separandosi, dopo l’urto reciproco, producono uno spettacolo così terribile e cupo per chi è costretto a vederlo che molti non riescono a dominarsi, ma cadono storditi dallo spavento. Dopo che l’onda si è abbattuta su entrambe le sponde e si è innalzata sino ai vertici, ricade di nuovo nel mare sottostante, e allora di nuovo con molto fragore, e con grandi e veloci gorghi il mare si innalza e si solleva in un susseguirsi di onde dal fondo; i colori cambiano in continuazione, infatti ora il mare risulta tenebroso, ora color ciano, ora color porpora. Nessun animale può soffermarsi ad ascoltare o a vedere il movimento o la dimensione del flutto e ancor meno il riflusso, ma tutti fuggono verso le falde ben riparate delle montagne. Quando il flusso cessa sopraggiungono dei vortici elevati, che producono dei turbinii così vari che sembrano compiere dei movimenti simili alle spire dei presteri o di qualche altro grande serpente”66.

Il problema maggiore posto da questo capitolo, incentrato su alcuni fenomeni prodigiosi che avvengono nelle acque dello Stretto, è l’identificazione dell’οὗτος a cui vengono attribuite le notizie. La Vanotti esclude che possa trattarsi di Timeo e propende, piuttosto, per l’ipotesi di Sylburg: secondo lo studioso la fonte della notizia potrebbe essere Policrito e, pertanto, questo capitolo andrebbe posto subito dopo il 112. Del Müllenhof e di Flashar è, infine, l’ipotesi che οὗτος rappresenti una corruzione del testo nel quale potrebbe esserci stato scritto Lykos.67