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Falaride nei frammenti di Eraclide Pontico 1 Ancora sulla crudeltà di Falaride

Tabella cronologica

L E TIRANNIDI OCCIDENTAL

1. Anassilao di Reggio

2.2 Falaride nei frammenti di Eraclide Pontico 1 Ancora sulla crudeltà di Falaride

Anche Eraclide Pontico, in un frammento riportato da Cicerone nel De divinatione, allude alla crudeltà di Falaride attraverso il racconto di un sogno premonitore avuto dalla madre del tiranno:

83 Heraclid. Lem., Exc. Pol., fr.6 Dilts 84LURAGHI 1994,p. 238.

85

BRACCESI 1988,p.11.

86P

“Eraclide Pontico, uomo dotto, uditore e scolaro di Platone, scrive che alla madre di Falaride sembrò di vedere in sogno le immagini degli dei che essa stessa aveva consacrato nella sua casa. Una di queste, l’immagine di Mercurio, sembrava versasse del sangue dalla coppa che teneva con la mano destra; appena aveva toccato terra, il sangue ribolliva, sì che tutta la casa era un lago di sangue. Questo sogno della madre fu confermato dall’efferata crudeltà del figlio”87.

Il racconto presenta consonanze con il F 57 di Filisto88, tramandato anch’esso dal De

divinatione ciceroniano, in cui si racconta il presagio ricevuto dalla madre di Dionisio I che

sognò la diuturna fortuna del figlio, ma soprattutto con il F 29 di Timeo, relativo al sogno in cui ad una donna di Imera il tiranno siracusano viene presentato come il futuro flagello della Sicilia e dell’Italia. Di questi due frammenti si parlerà successivamente, nei paragrafi dedicati a Dionisio I, ma in questa circostanza è comunque utile richiamare il fatto che i sogni e i presagi relativi alla fortuna del tiranno erano temi caratteristici della propaganda dionisiana, che furono riutilizzati da Timeo, il quale, come evidenzia il F 29, ne distorse il significato attribuendogli una valenza negativa89. Dal momento che il sogno riferito da Eraclide Pontico preannuncia la spietata crudeltà di Falaride, si potrebbe supporre, allora, che egli abbia recepito e raccolto una notizia di matrice timaica.

2.2.2 La storia di Caritone e Melanippo

In un racconto riportato da Ateneo e trasmesso dal Περὶ ἐρωτικῶν di Eraclide Pontico, compare ancora una volta la figura di Falaride, sebbene in questo caso con caratteristiche diverse rispetto a quelle tratteggiate solitamente dalla tradizione:

“Melanippo era il favorito, come ci tramanda Eraclide Pontico nel suo libro Sulle storie d’amore. Trapelò che costoro stavano complottando contro Falaride ma, messi alla tortura e costretti a parlare, non solo non fecero il nome dei loro complici, ma indussero lo stesso Falaride ad avere pietà dei loro tormenti, tanto che li liberò con molte lodi. Per questo anche Apollo, compiaciuto di tale gesto, concesse a Falaride la possibilità di vivere più a lungo, dichiarando questo a coloro che interrogavano la Pizia su come attaccare il tiranno. Diede un responso anche riguardo a Caritone e ai suoi seguaci, usando il pentametro prima

87 Heraclid. Pont., fr. 132 Wehrli, ap. Cic., de div., I 46. La traduzione è di S. Timpanaro. 88

Philist., FGrHist 556 F 57, ap. Cic., de div., I 39.

89 Su questo argomento, cfr. S

dell’esametro, secondo il metodo che in seguito adottò nelle sue elegie Dionisio di Atene, soprannominato “Il Bronzo”. L’oracolo è questo:

Erano felici Caritone e Melanippo, guide per i mortali nella divina amicizia” 90.

Nel frammento di Eraclide Pontico, dunque, invece di un Falaride crudele, ne compare uno magnanimo e disposto al perdono.

La stessa storia è narrata anche da Plutarco91, la cui versione differisce solamente per il fatto che Melanippo ha il ruolo dell’ἐραστής invece di quello dell’ἐρώµενος, e da Eliano92. Il racconto di quest’ultimo riporta maggiori particolari rispetto a quello di Ateneo: nella Varia Historia, infatti, egli aggiunge la motivazione – una causa in tribunale contro un amico di Falaride andata male – che avrebbe fatto nascere l’avversione di Melanippo nei confronti di Falaride e che avrebbe spinto il giovane a chiedere a Caritone di aiutarlo nella sua vendetta. Nella versione di Eliano, inoltre, è leggermente differente anche il finale, in quanto, così come nel passo di Ateneo, Falaride rimane colpito dal comportamento di Caritone e Melanippo e risparmia loro la vita; nella Varia Historia, però, viene aggiunto l’elemento che i due furono costretti a lasciare Agrigento e tutta la Sicilia, seppur con la possibilità di continuare a usufruire dei profitti dei loro beni. Proprio il finale di Eliano ha spinto Freeman a ritenere che la storia di Caritone non dovesse essere troppo lontana dal vero: secondo lo studioso, oltre alle allusioni alla procedura che ha condotto i due amanti in tribunale, il lieto fine, in cui Falaride si mostra clemente risparmiando la vita di Caritone e Melanippo, è attenuato dall’atto, ritenuto molto realistico, di allontanarli dalla città e di mandarli in esilio93.

In realtà la tradizione ha tramandato moltissime storie di tirannicidi o di mancati tirannicidi per le quali è difficile pensare ad un fondamento storico. Si tratta, infatti, di un procedimento molto frequente nella storiografia antica, la quale, partendo da un fatto storico, che in questo caso è la storia di Armodio e Aristogitone, ha inventato una serie di racconti simili e cronologicamente distanti da quello originale94.

Quel che più interessa di questo racconto è comunque il fatto che presenta un Falaride inedito. La Bianchetti spiega questo elemento ipotizzando l’esistenza di una tradizione non unitaria sulla crudeltà del tiranno di Agrigento. La studiosa aggiunge, però, che “la scelta

90

Heraclid. Pont., fr. 65 Wehrli ap. Athen. XIII 602a. La traduzione è di E. Cavallini.

91 Plut., Amat. 760c. 92 Aelian., V.H., II 4. 93 FREEMAN 1891, p. 73. 94 C AVALLINI 2001,n. 553.

di Falaride come antagonista di Caritone e Melanippo attinge il suo significato più vero proprio dal confronto fra i due amanti e il più crudele dei tiranni, Falaride, la cui moderazione può essere quindi funzionale allo scopo del racconto, cioè l’esaltazione del comportamento dei due che riuscì a smuovere perfino l’animo di Falaride”95.

Anche in questo caso, comunque, si tratta di un topos che trova riscontro anche in altri aneddoti con protagonisti i tiranni; si pensi, ad esempio, alla storia di Damone e Finzia e al loro rapporto con Dionisio II96.

3. I Dinomenidi

3.1 La figura di Gelone in Aristotele