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Capitolo 5: Analisi empirica – Prima Parte

5.2 Le fonti di finanziamento maggiormente impiegate dalle industrie calzaturiere

5.2.3 Il debito bancario

Assocalzaturifici nello “ShoeReport 2016” riporta che ben il 24,5% delle aziende intervistate non si sono rivolte per nulla alle banche per coprire i propri fabbisogni finanziari. Tale dato dimostra che una quota considerevole di imprese calzaturiere ha una situazione finanziaria ben coperta, da permettere loro di non intrattenere alcun rapporto con il sistema creditizio. Le imprese che presentano una struttura con le spalle finanziariamente coperte sono principalmente le aziende di grandi e medie dimensioni, che lavorano soprattutto, se non esclusivamente, per marchi di lusso o grandi griffe e con una storia imprenditoriale di oltre vent’anni. Le altre imprese intervistate che non hanno intrattenuto rapporti con le banche sono quelle imprese forti, che non hanno risentito, o solo in parte, della crisi. La restante parte delle società che hanno usufruito del sistema creditizio, si è rivolto agli istituti di credito principalmente per due necessità: Ripristinare il circolante e le scorte, Acquistare nuovi impianti, macchinari e tecnologie produttive. A seguire la richiesta di finanziamenti per ristrutturare i fidi o per avviare nuovi progetti151.

La figura 5.10 mostra quali sono state le principali necessità alla base della richiesta di credito alle banche.

150 Il calcolo eseguito esclude le imprese di nuova costituzione.

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109 Celotto Enrico

Figura 5.10: Esigenze dell’azienda per le quali sono stati chiesti finanziamenti bancari negli ultimi 12 mesi (val%)

Fonte: (Assocalzaturifici, 2016), Indagine Ermenia – Studi & Strategie di Sistema per Assocalzaturifici, 2016

Mediamente le industrie calzaturiere italiane si rivolgono a circa 2 istituti di credito. La figura 5.11 riporta a quale tipologia di istituto di credito si rivolge prevalentemente il settore calzaturiero italiano. Si noti come ben il 75% delle imprese intervistate che intrattengono rapporti con gli istituti di credito si rivolga a grandi banche nazionali, mentre altri istituti di credito ricoprono solo un ruolo secondario. Figura 5.11: Tipologie di banche utilizzate negli

ultimi 12 mesi (val%)

Fonte:(Assocalzaturifici, 2016), Shoe Report 2016

Per approfondire il rapporto tra sistema bancario e settore calzaturiero italiano si riportano le valutazioni e i giudizi positivi/negativi che le aziende calzaturiere formulano nei confronti del sistema bancario152.

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Si precisa che le valutazioni ed osservazioni positive/negative rappresentano i giudizi generali nei confronti del sistema bancario. Questi giudizi non considerano tutte le ragioni dell’eventuale soddisfazione o insoddisfazione del rapporto trattenuto dall’impresa calzaturiera con il

110 Celotto Enrico

Le valutazioni positive eseguite dalle aziende calzaturiere verso il sistema bancario sono le seguenti:  I tassi d’interesse richiesti dagli istituti di credito sono in diminuzione; di conseguenza c’è oggi

maggior convenienza a chiedere finanziamenti.

 Le aziende calzaturiere nel 2015 hanno fruito di una maggiore apertura di credito del sistema bancario rispetto agli anni precedenti153.

 Appare cresciuta la facoltà delle filiali delle grandi banche nazionali di concedere finanziamenti anche per importi consistenti.

Le valutazioni positive sembrerebbero condurre ad una maggiore apertura del sistema bancario verso le imprese calzaturiere e ad un maggiore ritorno al territorio da parte delle grandi banche nazionali. Le valutazioni e le osservazioni negative verso il sistema bancario sono:

 Gli istituti di credito tendono a finanziare le imprese calzaturiere ben patrimonializzate e che vanno bene, tralasciando e non esponendosi verso le altre imprese del settore che invece presentano una struttura meno solida e meno patrimonializzata, anche se esibiscono buone potenzialità d’investimento per progetti industriali/commerciali di sviluppo. In questa visione, in contrasto con quanto affermava Barni154 nel 2013 in una conferenza stampa, l’istituto creditizio non rappresenta per nulla un partner per l’impresa calzaturiera alla ricerca di sviluppo, bensì per quello che è alla ricerca di sicurezze, offrendo finanziamenti a quelle imprese che in fondo ne hanno meno bisogno di altre.

 Le banche tendono a chiedere troppe garanzie rispetto sia al reale rischio d’impresa sia alle garanzie richieste nel periodo pre-crisi. Conseguenza di tale comportamento sarà una struttura finanziaria meno flessibile per l’impresa.

 Il giudizio di rating155 varia da banca a banca, mostrando tutte le debolezze di tale strumento. Il non adeguato utilizzo dello strumento di rating può comportare un ulteriore disallineamento tra il rischio calcolato e il rischio reale che l’impresa presenta, con l’effetto di un maggiore aggravamento della situazione finanziaria dell’impresa stessa.

 Le banche non sono preparate a gestire la situazione attuale di crisi in cui le imprese calzaturiere si trovano.

Il sistema bancario, come evidenziato dalle osservazioni proposte dagli imprenditori del settore calzaturiero, presenta delle difficoltà ad evolvere e a mutare il sistema creditizio offerto alle imprese calzaturiere.

sistema bancario, ma riassumono le valutazioni generali percepite nel complesso. Per il dettaglio di tutte le ragioni di soddisfazioni o insoddisfazioni delle industrie calzaturiere verso il sistema creditizio si rimanda a (Assocalzaturifici, 2016), Shoe Report 2016

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Una maggiore concessione di credito è percepita dalle aziende sia come segno di maggiore fiducia nelle imprese calzaturiere sia come segnale di possibile fuoriuscita dall’attuale crisi.

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Barni, direttore della Banca di credito cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiante all’incontro “Impresa e banca: un dialogo sostenibile”, analizza il rapporto tra istituti di credito e le imprese, sostenendo che la banca deve diventare un partner coinvolto nella definizione e programmazione della gestione finanziaria aziendale. Tra impresa e banca non serve solo un dialogo ma la costruzione di una partnership.

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Il rating è un espressione in lettere che esprime l’affidabilità di una azienda. Indica qual è la capacità dell’azienda di ripagare quel debito. Dal punto di vista dell’investitore, indica la rischiosità di investire in quella azienda. Le valutazioni di rating sono emesse dalle agenzie di rating, eseguono delle analisi ed espongono una valutazione sulla base dei bilanci, degli indici economici e finanziari.

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Figura 5.12: Rating medio di settore

Fonte: (Giuseppe R. Grasso, 2010)

Il primo passo del cambiamento del sistema creditizio dovrebbe riguardare una valutazione più appropriata del merito di credito. Nondimeno, come dimostra la figura 5.12 il settore tessile e abbigliamento, in cui rientrano le industrie calzaturiere, è considerato uno dei meno affidabili. Il settore Tessile e Abbigliamento è segnato con un rating di K3+, il quale indica un settore molto vulnerabile ma non completamente rischioso. Tale valutazione tiene in considerazione l’alto valore intangibile di cui è composto il settore e il suo mutamento continuo, fattori che rendono il settore particolarmente insidioso per investitori terzi.

Figura 5.13: Imprese che intrattengono rapporti con le banche (val %) campione estratto

Fonte: Elaborazione personale su estrazione dati Aida Bvd156

La figura 5.13 riporta, per il periodo considerato 2015 – 2006, la percentuale di imprese del cluster analizzato che hanno intrattenuto rapporti con le banche.

Dall’analisi emergono le seguenti osservazioni:

 In media, nel periodo considerato dal 2006 al 2015, il 71% circa delle imprese dell’industria calzaturiera si è avvalso del sistema creditizio bancario come fonte di finanziamento.

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 L’Anci nello ShoeReport 2016 riportava che circa il 75% delle industrie calzaturiere ha intrattenuto rapporti con le banche, mentre nell’anno 2015 per il cluster delle industrie calzaturiere italiano analizzato si è registrato un valore attorno al 65%. Questa differenza può essere determinata dai seguenti fattori:

I. Il cluster considera solamente le imprese che si trovano nella banca dati Aida. II. Dati incompleti o non segnati correttamente.

 Il grafico mostra un trend negativo del rapporto intrattenuto con le banche. Nel 2006 quasi l’80% delle aziende calzaturiere ha intrattenuto rapporti a breve o a lungo con la banca mentre nel 2015 solo il 65% delle aziende intrattiene rapporti con il sistema bancario. Questo risultato può essere dovuto ai seguenti fattori:

I. Una maggiore redditività delle aziende, con conseguente minor fabbisogno finanziario da coprire con risorse finanziarie provenienti da terzi.

II. Scarsa fiducia delle industrie calzaturiere italiane nel sistema creditizio bancario, con conseguente minor utilizzo di questo strumento finanziario.

Figura 5.14: Costituzione dei debiti verso le banche campione estratto (Valore mediano)

Fonte: Elaborazione personale su estrazione dati Aida Bvd157

Considerando invece come è costituito il debito del cluster analizzato verso le banche delle aziende, la figura 5.14 mostra, per ogni anno dal 2015 al 2006, la composizione del debito totale verso le banche158.Il debito verso le banche è stato suddiviso in banche a breve termine (entro l’esercizio successivo) e banche a lungo termine (oltre l’esercizio successivo).

La figura 5.14 evidenzia due aspetti particolari del settore calzaturiero:

 Mediamente il 90% del debito di un’impresa calzaturiera verso le banche è composto da debito a breve termine. In un mercato in continuo mutamento come quello calzaturiero, possedere una struttura finanziaria flessibile è un requisito fondamentale per la sopravvivenza e la crescita dell’impresa.

 Dal 2010 si nota un maggiore utilizzo del debito bancario a lungo termine. Le ragioni possono essere le seguenti:

I. Il 2008 e il 2009 è stato il biennio in cui la crisi ha colpito maggiormente il settore calzaturiero; nel 2010 molte imprese del settore per varie necessità hanno dovuto richiedere dei finanziamenti a lungo termine.

157 Per maggiori informazioni sul campione si rinvia al capitolo 4.

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II. Negli ultimi anni i tassi richiesti alle industrie calzaturiere nei finanziamenti a lungo termine sono scesi, e ciò ha reso lo strumento più conveniente.

All’opposto, esaminando la composizione del debito totale verso le banche del cluster in valore assoluto (figura 5.15), si può constatare come la suddivisione tra la somma richiesta a lungo termine e la somma richiesta a breve termine sia stabile. Tuttavia si evidenzia come la somma a breve termine costituisca mediamente circa il 70% del debito totale, a conferma che le imprese del settore calzaturiero tendono a mantenere una struttura finanziaria flessibile.

Figura 5.15: composizione del debito bancario in valore assoluto campione estratto

Fonte: Elaborazione personale su estrazione dati Aida Bvd 159

Tra i vari strumenti finanziari offerti dalla banche, i principali utilizzati dal settore calzaturiero sono:  Il conto corrente. E’ strumento utilizzato da qualsiasi tipologia di impresa del settore

calzaturiero. Circa il 20% delle imprese (ShoeReport 2012), prevalentemente quelle di dimensioni maggiori che lavorano per le grandi griffes, presentano dei conti correnti positivi e quindi un credito finanziario verso le banche.

 I mutui bancari.

 Anticipi su fatture salvo buon fine. E’ uno strumento a breve termine non utilizzato per eseguire investimenti ma per sopperire al ritardo nei pagamenti da parte dei debitori. Per le imprese calzaturiere è raro incassare i corrispettivi delle vendite in modo immediato; i clienti normalmente pagano in un lasso di tempo che va dai 30 ai 90 giorni, durante il quale l’impresa può necessitare di liquidità.

Altri strumenti di finanziamento offerti dalla banca e utilizzati meno frequentemente dalle industrie calzaturiere sono le operazioni di prestito titoli, le operazioni di factoring e le operazioni di sconto.