Capitolo 4: Metodologie di analisi e l’estrazione del campione
4.3 Suddivisione e strumenti di calcolo
Si riportano di seguito le principali suddivisioni utilizzate per le analisi effettuate.
Distinzione per dimensione dell’azienda. Uno dei principali fattori che può incidere sulle decisioni circa le risorse finanziarie più adatte all’impresa è la sua dimensione. La Raccomandazione 2003/361/CE del 6 maggio 2003 e il decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 18 aprile 2005 stabiliscono la seguente suddivisione in base alle dimensioni delle imprese:
Microimprese, con un numero di occupati inferiore a 10 e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo inferiore ai 2 milioni di euro;
Piccole imprese, con un numero di occupati inferiore a 50 e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio inferiore ai 10 milioni di euro;
Medie imprese, con un numero di occupati inferiore a 250 e realizzano un fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro;
Grandi imprese, quelle che superano i limiti imposti alle medie imprese.
In base al decreto ministeriale del 18 aprile 2005, i valori da considerare per la determinazione delle dimensioni di un’impresa sono il fatturato annuo e il numero di occupati. Molti dati riportati dalla banca dati Aida bvd, che riguardano il numero di dipendenti del campione selezionato, risultano però assenti, non completi o non corretti. Per tali ragioni si è deciso di suddividere le imprese in base alle dimensioni presentate, seguendo unicamente il volume di fatturato. Perciò, la suddivisione avviene sulla base dei seguenti criteri:
Grandi imprese: fatturato annuo superiore ai 50 milioni di euro;
Medie imprese: fatturato annuo compreso tra i 50 e i 10 milioni di euro; Piccole imprese: fatturato annuo compreso tra i 10 e i 2 milioni di euro; Microimprese: fatturato annuo inferiore ai 2 milioni euro,
La figura 4.3 mostra come il campione sia frammentato. Mediamente più del 50% del totale delle aziende del campione possiede un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro.
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Figura 4.3: suddivisione del campione per dimensione
Fonte: Elaborazione personale su estrazione dati Aida bvd
Distinzione e calcolo dell’indice di indebitamento finanziario118. L’indice di indebitamento finanziario evidenzia in che misura l’impresa è finanziata da capitale di terzi ed è calcolato come rapporto tra:
Il numeratore rappresenta il capitale apportato da terzi ,il denominatore rappresenta il totale delle fonti di finanziamento a disposizione dell’impresa. Il risultato del rapporto è compreso tra 0 (nessun apporto di mezzi terzi) e 1 (fonti di finanziamento composte unicamente da mezzi terzi). In alcune analisi che seguono, si è deciso di suddividere il campione in base al livello di indebitamento finanziario e si sono individuate cinque classi:
Imprese non indebitate: comprende le imprese con un indice di indebitamento finanziario uguale a 0.
Minimo livello di indebitamento: comprende le imprese con un indice di
indebitamento finanziario compreso tra lo 0 e il 25%;
Basso livello di indebitamento: comprende le imprese con un indice di indebitamento finanziario compreso tra il 25% e il 50%;
Medio livello di indebitamento: comprende le imprese con un indice di indebitamento finanziario compreso tra il 50% e il 75%;
Alto livello di indebitamento: comprende le imprese con un indice di indebitamento finanziario compreso tra il 75% e il 100%.
L’indice di indebitamento finanziario è un parametro utilizzato per calcolare il rating aziendale. Nelle valutazioni del rating le banche non guardano la classe d’indebitamento di appartenenza, ma operano unicamente un paragone con un valore fisso. Ad esempio Carlo Morichini (2011) afferma che nell’analisi del rating delle PMI, possedere una leva finanziaria superiore a 4 (un indice di indebitamento finanziario del 75%) è sintomo di un alto livello di indebitamento, mentre possedere un livello inferiore è indice di un basso livello di indebitamento. Nella presente analisi si è deciso di suddividere il campione in classi di indebitamento finanziario,
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Nelle analisi in cui si considera l’indice di indebitamento finanziario, sono state escluse per due motivi le imprese che presentavano un patrimonio netto negativo. Il primo motivo è di tipo teorico: l’obiettivo dell’analisi è la ricerca di correlazioni tra fattori nel caso in cui le imprese svolgono le loro attività a livello ottimale e imprese che presentano un patrimonio netto negativo sicuramente presentano delle anomalie nella loro attività. Il secondo motivo è di tipo pratico: queste aziende presentano un indice di indebitamento minore di 0 o maggiore di 1, tale risultato oltre a contrastare con l’analisi stessa, presenta elevate probabilità di alterare il risultato finale dell’analisi.
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perché questo valore non esprime unicamente una situazione stazionaria dell’impresa ma è il risultato di varie relazioni con fattori diversi. La suddivisione in classi di indebitamento risulta essere il metodo più semplice ed efficace per determinare se esistano delle relazioni fra struttura finanziaria e variabili endogene che verranno di seguito presentate. La suddivisione è stata eseguita ripartendo il possibile risultato, compreso tra 0 e 1, in quarti.
I mezzi propri sono calcolati come somma di:
Essi, oltre all’apporto di capitale dei soci e le riserve costituite dagli utili, comprendono anche la liquidità apportata dai soci sotto forma di finanziamenti. Il campione è costituito in gran parte da piccole e microimprese, dove come precisato nel capitolo 2, il Finanziamento soci non solo è infruttifero, ma rappresenta anche un’alternativa più semplice e più veloce per il socio, rispetto all’apporto di nuovo capitale.
A loro volta i mezzi di terzi sono calcolati come somma di:
Il bilancio CEE offre il dettaglio anche dei debiti per obbligazioni convertibili e i debiti rappresentati da titoli di credito, tuttavia queste due voci sono state escluse perché insignificanti. Difatti, solo 3 imprese presentano debiti per obbligazioni convertibili e solo 4 debiti rappresentati da titoli di credito; è chiaro che in un campione di 1700 imprese circa, questi due strumenti finanziari sono praticamente assenti e perciò escludibili dal calcolo. Nella presente analisi con la parola “Indice di indebitamento” si farà riferimento all’indice di indebitamento finanziario così come è presentato nel capitolo 2. Nel caso si utilizzi l’indice di indebitamento complessivo, esso sarà specificato ed identificato con l’espressione “Indice di indebitamento complessivo”.
Distinzione e calcolo dell’indice di indebitamento complessivo. L’indice di indebitamento complessivo è calcolato come segue:
Come per l’indice d’indebitamento finanziario, il risultato del rapporto è compreso tra 0 (Nessun debito verso terzi) e 1 (Nessun apporto di mezzi propri).
In alcune analisi si suddividerà il campione in base all’indice di indebitamento complessivo ricorrendo alle stesse classi utilizzate per l’indice d’indebitamento finanziario. Le ragioni che hanno condotto a decidere di utilizzare le stesse classi sono due:
+Patrimonio Netto
+Finanziamento soci entro l'esercizio successivo +Finanziamento soci oltre l'esercizio successivo
+Debiti verso le banche entro l'esercizio successivo +Debiti verso le banche oltre l'esercizio successivo +Debiti per obbligazioni entro l'esercizio successivo +Debiti per obbligazioni oltre l'esercizio successivo +Debiti verso altri finanziatori entro l'esercizio successivo +Debiti verso altri finanziatori oltre l'esercizio successivo
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La stessa metrica permetterà un confronto diretto delle classi con l’indice d’indebitamento finanziario.
La prassi indica un livello di soglia rischio al 75/80%, limite che è stato adottato per indicare il valore minimo della classe maggiormente indebitata.
A differenza dell’indice d’indebitamento finanziario, l’indice d’indebitamento complessivo pone al numeratore la somma del totale mezzi terzi:
Debiti finanziari + Debiti operativi Al denominatore le fonti complessive:
Patrimonio Netto + Debiti finanziari + Debiti operativi
Distinzione e calcola dell’anzianità. Lo ShoeReport 2016, in base alla data di costituzione delle imprese, le suddivide in imprese giovani (con meno di dieci anni di vita) e imprese anziane (con più di vent’anni di vita). Sulla base di questa informazione il campione estratto è stato
suddiviso nelle seguenti quattro tipologie119:
Aziende Start Up, imprese costituite da soli 5 anni.
Aziende Giovani, imprese costituite da almeno 5 anni e fino a un massimo di 10. Aziende Adulte, imprese costituite da almeno 10 anni e fino un massimo di 20. Aziende Anziane, imprese costituite da almeno 20 anni.
Figura 4.4: Composizione annuale del campione estratto in base all’anzianità
Fonte: elaborazione personale su estrazione dati Aida bvd120
La figura 4.4 mostra qual è la composizione, anno per anno, del campione in base alla data di costituzione delle imprese. La figura evidenzia una composizione stabile negli anni con un lieve aumento negli ultimi esercizi delle imprese costituite da meno di 5 anni.
Strumenti di calcolo121. Le varie analisi prevedono l’utilizzo di specifici strumenti di calcolo per identificare dei valori finali che sintetizzino i dati del campione e permettano di definire delle
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Si è deciso di introdurre la classe Start Up e la classe Adulte. Per definizione le imprese start up hanno meno di tre anni, per questa analisi invece si è optato per allungare questo periodo fino ai cinque anni. Le imprese adulte invece sono le imprese che si posizionano tra le imprese anziane e le imprese giovani.
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Ad ogni esercizio si ricalcola l’anzianità dell’impresa che ha in quel determinato esercizio.
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Si precisa che i seguenti strumenti di calcolo verranno utilizzati prevalentemente con il foglio di calcolo excel, o con i suoi componenti aggiuntivi per l’analisi dei dati. Le operazioni eseguite con le opzioni di calcolo offerte dalla banca dati Aida bvd saranno segnate nelle rispettive note.
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osservazioni precise. Si è optato per l’utilizzo di strumenti (statistici – matematici) semplici che non implichino un elevato numero di passaggi matematici, ma permettano di ottenere risultati concreti e di facile comprensione.
Poiché ogni strumento può operare con diverse metodologie, si precisa qui di seguito cosa si intende nel presente elaborato quando si parla dello strumento in questione:
Media: ci si riferirà alla media aritmetica, calcolata sommando tutti i valori e dividendoli per il numero complessivo di osservazioni122.
Mediana: ci si riferirà a quella unità statistica (detta anche valore centrale) che divide a metà la distribuzione dei dati.
Regressione lineare: ci si riferirà alla regressione lineare semplice che nella maggior parte dei casi sarà riportata direttamente nel grafico a dispersione. La regressione lineare in equazione è così rappresentabile123 :
Correlazione lineare: si farà riferimento al coefficiente r di Pearson calcolato come segue124:
Il risultato ottenuto dalla correlazione diretta (analogamente a quello che avviene per quella inversa) si definisce come segue:
o Valore compreso, 0 < r < 0,3, correlazione debole o Valore compreso, 0,3 < r < 0,7, correlazione moderata o Valore maggiore, r > 0,7, correlazione forte
Un risultato positivo, negativo o nullo si definisce come segue:
o Valore positivo correlazione positiva; al crescere di una variabile cresce anche la seconda
o Valore negativo: correlazione negativa; al crescere di una variabile la seconda decresce
o Valore prossimo allo 0: assenza di relazione tra le due variabili Il metodo VAM. Per le specifiche del metodo si rinvia al paragrafo 2.1.2.
122
(Francesco Paolo Borazzo – Paola Perchinuno, 2007)
123
Fonte: (AnnaMaria Paganoni – Laura Pontiggia, 2007). Si precisa che in alcuni studi presentati nel capitolo 6, per una migliore presentazione dei risultati si applicherà inoltre la regressione polinomiale di 3° grado. Questa operazione viene eseguita direttamente nel rispettivo grafico di dispersione attraverso gli strumenti che offre il foglio di calcoli Excel.
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