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Solidarietà sociale: storia, teorie e pratiche

2.1.1 Definire la solidarietà

Cosa è la solidarietà? Sebbene il termine appartenga saldamente al lessico delle scienze sociali, quest’ultimo non si limita a essere associato ai concetti di integrazione sociale, inclusione o coesione sociale (Panico 2007), è difatti un termine polisemico.

Differenti dizionari cercano di ricomprenderne le differenti sfumature. Nell’Enciclopedia Treccani sono presentate le differenti sfaccettature e gli usi del termine nel quotidiano:

Derivato di solidario, sull’esempio del francese solidarité. Il significato ad oggi più in uso è: l’essere solidario o solidale con altri, il condividerne le idee, i propositi e le

responsabilità. In senso più ampio, su un piano etico e sociale, rapporto di fratellanza e di reciproco sostegno che collega i singoli componenti di una collettività nel sentimento

appunto di questa loro appartenenza a una società medesima e nella coscienza dei comuni interessi e delle comuni finalità (corsivo mio).

Mentre il Dizionario delle Scienze sociali (Jedlowski et al. 1997), da una prospettiva teorica, definisce la solidarietà come:

[…] la matrice socioculturale, razionale e affettiva che genera divisione del lavoro e le

relazioni interpersonali fondamentali di una collettività e insieme ne viene generata. Essa si

manifesta in esperienze e azioni sociali che danno senso al “noi” e motivano gli impegni di corresponsabilità e i termini della reciprocità, per affinità o per complementarità, delle azioni stesse (corsivo mio).

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Donati (1998, 364-365) mette in evidenza questi molteplici significati che il termine può avere:

[…] il significato più antico di solidarietà sociale è stato quello di organicità: la società è concepita come un corpo costituito da membra che stanno fra loro in un rapporto solidale, cioè di reciprocità funzionale. Un secondo significato ne fa un sinonimo di beneficenza: solidarietà è andare verso gli altri per aiutarli, per dare loro una mano con spirito altruistico. La terza concezione si riferisce alla solidarietà come

mettersi assieme per condividere degli ideali e degli interessi (universalistici e

particolaristici) per renderne più efficace la promozione. Infine, si parla di solidarietà sociale come sinonimo di giustizia o di equità nella distribuzione dei beni. Lo stato è solidaristico se si preoccupa di realizzare una redistribuzione dei beni verso chi è svantaggiato (corsivo mio).

Per Donati ciascuno di questi significati è limitato, ma coglie aspetti importanti che possono essere pienamente valorizzati solo una volta compreso che la solidarietà sociale è un mezzo simbolico generalizzato che circola in tutta la società e che assume forme diverse all'interno dei diversi sottosistemi in una società differenziata. Bisogna quindi saper distinguere la solidarietà economica, quella politica, quella associativa e quella intersoggettiva. Ciascuna di queste forme ha il proprio codice simbolico e normativo, le sue pratiche e le sue regole (ibidem).

A partire da queste differenti definizioni, gli elementi utili per comprendere la solidarietà possono quindi essere:

i. Le sue origini. Il termine solidarietà infatti, pur essendo modellato nei molteplici significati che oggi le attribuiamo, affonda le radici nel francese

solidarité, derivato dal latino in solidum legari, adottato nei primi anni del

XIX secolo in Francia in un dibattito sul legame sociale che percorrerà l’intero secolo.

ii. L’atteggiamento soggettivo di solidarietà. Per solidarietà si definisce anche il personale sentimento soggettivo di empatia verso un altro essere umano, già definito da George Sand, il fellow-feeling di Adam Smith. In questo senso solidarietà è stata anche analizzata in relazione al superamento del concetto di caritas e di assistenzialismo.

iii. Il comportamento collettivo derivato dalla condivisione di idee, propositi e responsabilità. La solidarietà è propria dei gruppi che condividono un interesse particolare, come sindacati, classi sociali, gruppi di pressione o di associazioni e movimenti che condividono un interesse generale. iv. La coesione sociale. Il legame che vi è fra i differenti individui che sono

legati l’un l’altro, concetto sociologico ricco, anch’esso tornato ad essere oggetto di ampio dibattito, è stato declinato in vario modo nelle riflessioni su integrazione sociale, capitale sociale, legame sociale. In questo senso ha molti punti in comune con le riflessioni filosofiche sul concetto di giustizia.

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Zoll [2000] (2003) ha compiuto un dettagliato lavoro di ricerca sulla solidarietà. La sua indagine riscontra che le diverse definizioni di solidarietà date nel tempo abbiano alcuni elementi comuni, ossia: «eguaglianza della condizione sociale, comunità dell’agire e comunanza in genere sotto diversi punti di vista» (ivi, 10). Osserva però la permanenza di un disaccordo sulla definizione rispetto alla necessità o meno dell’esistenza di una controparte affinché vi possa essere solidarietà.

A partire da questa fondamentale opposizione, molteplici sono i dualismi che emergono nel dibattito protrattosi – pur con delle interruzioni – a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento. Considero utile in questo senso porre in rilievo due coppie di dicotomie da concettualizzare per comprendere le ambiguità del termine.

La solidarietà si muove intanto dal campo del prescrittivo al campo del descrittivo, e questo si constata nello scontro fra idealismo e positivismo e fra religione e laicità.

L’opposizione fra idealismo e positivismo è la difficoltà del considerare la solidarietà come fatto sociale ma, allo stesso tempo, concepirla come un modo per socializzare gli esseri umani, avente una forma “moralizzatrice” dei comportamenti. La solidarietà si muove dal campo del descrittivo a quello del prescrittivo spesso, senza che sia ben chiara la linea di demarcazione fra fatto e norma. Proprio per questo ci si interroga anche sulla “vocazione” della solidarietà: religiosa o laica? Se per molti autori essa è stata il nuovo paradigma per stabilire la coesione sociale, una volta superata la forza regolatrice della religione, per altri essa invece non è altro che espressione della religione stessa. La dottrina sociale cristiana ha compiuto riflessioni sulla solidarietà proprio per proporre un modello diverso dalla solidarietà di classe proposta dai movimenti operai e dai sindacati. E ancora oggi, il termine fa sia parte del vocabolario della Chiesa cattolica quando parla di sostegno ai più poveri, sia del lessico dei sindacati, dei partiti, dei movimenti sociali e delle associazioni di Terzo settore nella lotta alle diseguaglianze. In ogni contesto la declinazione del concetto sarà differente45.

Il termine inoltre vive l’opposizione fra il tutto e la parte, fra integrazione e conflitto. La solidarietà può essere limitata a un gruppo, portatore di un interesse

45 Differenti autori ripercorrono le dialettiche e le contraddizioni che connotano le analisi sulla solidarietà. Per una ricognizione della storia dell’origine del termine si può riferimento a Blais [2007] (2012); per una riflessione storico-sistematica sul termine invece rilevante l’opera di Zoll [2000] (2003); per una analisi critica del concetto di solidarietà si veda invece Rorty (1989); sulla solidarietà da una prospettiva sociologica si può fare riferimento anche a Panico (2007) e Licursi (2010); Rodotà (2014) ripercorre la genealogia del concetto di solidarietà da una prospettiva giuridica.

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contrastante con quello di altri, oppure può essere bandiera di un’associazione che intende difendere l’interesse generale. Inoltre, il concetto di solidarietà si trova a dover dialogare con il concetto di libertà e quindi l’opposizione fra gruppo e individuo.

Nel confronto fra tutto e parte, le domande che si pongono sono: la solidarietà esiste solo per contrapposizione a un gruppo ostile? Oppure l’unica solidarietà possibile è universale? Si realizza con l’integrazione o con il conflitto? Un dualismo che troviamo proprio a partire dalle solidarietà meccanica e organica di Durkheim [1893] (1989). Lo si trova rappresentato nelle differenze fra associazioni mutualistiche, dove i benefici associativi ricadono sui membri facenti parte lo stesso, e associazioni volontarie, dove l’associarsi crea esternalità positive al gruppo agente. Nelle differenze fra il solidarismo cosiddetto umanitario e una solidarietà di classe ad esempio. Chouliaraki (2013) definisce questa opposizione come lo scontro fra le due grandi narrazioni della solidarietà, la solidarietà come rivoluzione e la solidarietà come salvezza.

Riguardo alla sua contrapposizione alla libertà, i primi teorici del legame sociale si trovano a criticare il liberismo e l’utilitarismo, senza però voler abbracciare un concetto di solidarietà limitante le individualità, che proprio in quel contesto storico sono valorizzate considerevolmente. È un tema che accompagna da sempre il dibattito sul legame sociale, trovare “la quadra” tra diritti degli individui e coesione sociale (Dahrendorf 1995), tra uguaglianza e differenza (Zoll [2000] 2003).

Qui di seguito presento in sintesi la storia dell’origine del termine (§2.1.2), soffermandomi in particolare sull’esperienza francese del XIX secolo, in secondo luogo (§2.2) tratto del dibattito scientifico sulla solidarietà intesa come sentimento, comportamento collettivo e integrazione sociale focalizzandomi sui dualismi che l’hanno caratterizzata e il suo legame ai concetti di coesione sociale e capitale sociale. Infine, al (§2.3) descrivo come dalla fine degli anni Settanta, la crisi del welfare state, l’affermarsi di retoriche e politiche neoliberiste, il crollo dei partiti di massa e della democrazia rappresentativa, i mutamenti valoriali e culturali – che connotano la vita delle persone tutt’oggi (come discusso all’inizio di questa tesi §1.1) – abbiano condotto la letteratura delle scienze sociali a ricercare nel paradigma del dono e della relazione una soluzione terza alle crisi.

2.1.2 Breve storia della solidarietà e la sua multidisciplinarietà