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La selezione delle associazioni e gli strumenti di ricerca

Strumenti e tecniche della ricerca empirica

4.2 Individuazione delle associazioni e degli intervistat

4.2.2 La selezione delle associazioni e gli strumenti di ricerca

Come delineato, riguardo alle associazioni, ho optato per un campionamento ragionato.

Qui di seguito descrivo le linee guida che ho adottato al fine di selezionare un certo numero di associazioni che fossero (a) rilevanti, quanto a dimensioni economiche o di organico, oppure rilevanti per quanto riguarda il ruolo di

advocacy, definito sulla base di campagne advocacy e lobby sui diritti in Italia, (b)

diffuse a livello nazionale e con strutture territoriali, (c) con volontari, (d) che rappresentassero una certa diversità del campione sulla base di diversi punti, in particolare la presenza o meno del face-to-face fundraising.

Per quanto riguarda il punto (a) considerando la rilevanza economica o di organico ho selezionato le più grandi organizzazioni per budget, numero di donatori, volontari e staff dalla banca dati di Open cooperazione. Per quanto riguarda il ruolo di advocacy ho considerato l’influenza dei temi trattati e l’impatto a livello politico in senso di dibattito parlamentare e mediatico: sono associazioni che hanno presentato diverse proposte di legge a tema diritti e/o sono conosciute per il ruolo di advocacy in difesa di gruppi deboli, ambiente, diritti civili, politici e sociali.

68 Per esempio, Cook (1996) ha descritto il ruolo dell’associazione presso le Nazioni Unite; Ron, Ramos e Rodgers (2005) l’hanno usata come caso studio per indagare quali siano i fattori che determinano l’agenda di un’associazione di questo tipo; Buchanan (2002, 2004) e Hopgood (2010, 2013) hanno indagato la storia di Amnesty International; Vestergaard (2008) se ne è occupata per quanto riguarda il branding dell’umanitario, così come anche Bob (2010) ne ha trattato analizzando il “mercato dei diritti umani” e Hortsch (2010) si è occupata della sua accountability in relazione al concetto di advocacy responsabile; Eckel (2013) se ne è interessato descrivendo l’attivismo per i diritti umani fra gli anni Quaranta e Settanta; Miedema (2019) ha scritto un libro sulla posizione (a)politica di Amnesty durante la guerra fredda.

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Per quanto riguarda il punto (b) la diffusione territoriale consente di affrontare la relazione staff e sedi periferiche (solitamente gestite da volontari) ed è un metro per considerare la potenziale influenza e diffusione dell’associazione (il suo capitale sociale).

Il punto (c) è essenziale perché, la figura del volontario è considerata fondamentale in quanto costitutiva e rappresentativa dell’anima sociale delle organizzazioni (vedi §1.2.3.1).

Infine, per quanto riguarda il punto (d) ho voluto rappresentare la complessità del campo tramite l’indagine di associazioni diverse fra loro.

La prima differenza, secondo quanto definito in precedenza, è quella fra ruolo di advocacy diretta e indiretta. Questo primo discrimine è stato scelto al fine di non escludere associazioni rilevanti da punto di vista del ruolo politico, ma di dimensioni inferiori per quanto riguarda budget e organico. Inoltre, la differenza del ruolo di advocacy viene considerata fondamentale al fine di distinguere la possibile importanza e il ruolo affidato a volontari, soci e donatori rispetto al ruolo dello staff.

Il secondo elemento scelto è la distinzione fra dimensione nazionale o

sovranazionale delle associazioni. Questo è utile al fine di comprendere se siano

presenti caratteristiche peculiari nelle associazioni definibili come autoctone e nelle associazioni invece di dimensioni sovra-nazionali, teoricamente più sensibili a processi di isomorfismo di carattere globale. La dimensione della cooperazione internazionale e delle cosiddette “multinazionali della solidarietà” sono inoltre più facile bersaglio di critica e sfiducia a livello di opinione pubblica.

Il terzo elemento è quello del tema cui si dedica l’organizzazione. Le associazioni sono state scelte in modo che rappresentino le diverse anime del ruolo di advocacy. Si sono sostanzialmente rappresentate associazioni che si occupano di differenti tematiche, ad esempio ambiente, tutela dei diritti, povertà, cooperazione.

Il quarto elemento di distinzione è stato fra associazioni che usano come strumento di raccolta fondi il dialogo diretto e quelle che invece ricorrono ad altri strumenti di fundraising. Questa distinzione si rivela necessaria per poter operare un confronto fra le associazioni considerate target principale della ricerca, per via dell’utilizzo di questa modalità di raccolta fondi, con associazioni che non (ancora) la usano.

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Per rispondere ai criteri sopracitati, la selezione si è basata su differenti fonti e strategie69:

(i) Dalla banca dati di Open cooperazione ho selezionato le prime cinque associazioni più rilevanti in base al peso delle risorse umane ed economiche70. Sono quindi risalita ai numeri dello staff, dei volontari e

dei donatori e anche al budget complessivo. Questa scelta è legata sia a ovvie ragioni di maggiore rilevanza di queste associazioni sia come maggior vantaggio competitivo (in base ai numeri dello staff e al

budget), sia per presunta maggiore influenza sulla opinione pubblica

nel caso di alti numeri di volontari o donatori.

Questo primo passaggio risponde innanzitutto al criterio di cui al punto (a). Ho anche appurato se avessero una base volontaria (c) e una diffusione territoriale (b). Infine, ho potuto osservare fino a che punto queste rappresentassero la varietà del campo, come prefissatomi da punto (d): ho integrato questo elenco come specificato nel punto (ii). Da questo elenco ho eliminato le associazioni dalla cui mission non emergessero in maniera prevalente attività di tutela dei diritti e

advocacy (CBM Italia onlus, Medici con l’Africa CUAMM). Alcune

associazioni selezionate comparivano in più ranking. Da questa selezione ho individuato 14 associazioni.

Basare, almeno parzialmente, il mio campionamento ragionato su questa banca dati mi ha permesso di evitare eccessivi bias di selezione. (ii) Nonostante l’opportunità di basarsi sul database di Open cooperazione, non tutte le associazioni rilevanti nel campo di advocacy sono quelle con maggiori risorse economiche e umane: un’altra risorsa importante infatti è quella reputazionale/simbolica delle associazioni; inoltre dalla selezione così compiuta rimanevano escluse tematiche rilevanti – per esempio diritti LGBTIQ+ –; infine rimanevano più facilmente escluse le associazioni a base nazionale, di dimensioni più ridotte, ma con più ampia base territoriale.

Dovevo assicurarmi inoltre la presenza sia di associazioni che compissero raccolta fondi tramite face-to-face sia di associazioni con altre strategie di raccolta fondi. Per quanto riguarda il face-to-face

69 Ho intervistato due dialogatori in house non appartenenti alle associazioni considerate (UNHCR e Progetto Arca) che ho raggiunto tramite snowball sampling al fine di esplorare la professione e la strutturazione del lavoro di dialogatore; queste due non sono però state individuate come associazioni da studiare.

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fundraising sono state utili alcune preliminari interviste compiute a

dialogatori di agenzia esterna, tramite campionamento a valanga, per accertarmi quali e quante associazioni individuate al punto (i) prevedessero programmi face-to-face71. Molte associazioni, di cui al

punto (i), fanno ricorso al dialogo diretto, quindi integrare con altre, di cui al punto (ii), è stato utile anche per aggiungere organizzazioni senza questa strategia di raccolta fondi.

Pertanto, sulla base di queste ulteriori riflessioni ho individuato ulteriori associazioni non comprese nella prima selezione, che rivestono un ruolo di advocacy rilevante su tematiche legate a particolari diritti (LGBTIQ+, fine vita, carceri, ambiente) a diffusione territoriale nazionale e riconosciute dall’opinione pubblica. A queste ultime aggiungo Amnesty International, che non emerge tra le associazioni selezionate tramite Open cooperazione, ma che è stato il mio di partenza.

In tabella 4 sono rappresentate le associazioni selezionate, dove ho specificato le caratteristiche di cui al criterio (d) – i punti (a) (b) (c) sono presenti per tutte le associazioni –.

71 Per quattro associazioni in cui non sono riuscita a rivolgere interviste e non chiarissime nei bilanci non sono certa della presenza di un programma face-to-face (vedi tabella 4).

185 Tabella 4. Associazioni selezionate.

Associazione Modalità di selezione F2F Nazionale/ sovranazionale Tematica Attività advocacy

Action AID Strategia (i) Sì* Internazionale Diritti dell’infanzia, povertà, adozione a distanza

Indiretta

CESVI Strategia (i) Sì* Italiana** Cooperazione internazionale, sviluppo sostenibile

Indiretta

Comunità di Sant’Egidio

Strategia (i) No Italiana Povertà, pace, diritti Indiretta e diretta COOPI

collaborazione internazionale

Strategia (i) Sì* Italiana** Cooperazione internazionale, progetti umanitari

Indiretta

Emergency Strategia (i) Sì* Italiana** Emergenze umanitarie,

povertà, assistenza medica nel mondo

Indiretta

Fondazione AVSI

Strategia (i) No Italiana** Cooperazione internazionale

Indiretta Greenpeace

Italia

Strategia (i) Sì Internazionale Ambiente, pace Indiretta Intersos

organizzazione umanitaria

Strategia (i) Sì Italiana** Emergenze

umanitarie, vittime di guerra

Indiretta

Mani Tese Strategia (i) No Italiana** Cooperazione internazionale

Indiretta Medici Senza

Frontiere Italia

Strategia (i) Sì Internazionale Emergenze umanitarie, assistenza medica nel mondo Indiretta Save the Children Italia

Strategia (i) Sì Internazionale Diritti dell’infanzia Indiretta Terre des

Hommes Italia

Strategia (i) Sì Internazionale Diritti dell’infanzia Indiretta UNICEF

comitato per l’Unicef italia

Strategia (i) Sì Internazionale Diritti infanzia e adolescenza

Indiretta

WWF Italia Strategia (i) Sì Internazionale Natura Indiretta Amnesty

International Italia

Caso di

partenza

Sì Internazionale Diritti Umani Indiretta e diretta Antigone Strategia (ii) No Italiana Carceri e sistema

giustizia

Indiretta e diretta Arcigay Strategia (ii) No Italiana Diritti LGBTIQ+ Indiretta e

diretta Associazione

Luca Coscioni

Strategia (ii) No Italiana Libertà civili e diritti umani

Indiretta e diretta

186 Legambiente Strategia (ii) No Italiana Ambiente Indiretta e

diretta Oxfam Strategia (ii) Sì Internazionale Povertà Indiretta

*sebbene da ricerche online risulti la richiesta di reclutamento di dialogatori face-to-

face per queste associazioni, non sono riuscita a individuare la spesa relativa nel budget

(giugno 2018).

**italiana, ma operando nel settore della cooperazione internazionale, presente in più paesi.

Sono dunque rappresentate associazioni orientate alla tutela dei diritti, associazioni ambientaliste, associazione orientate alla cooperazione internazionale; sono sia nazionali che internazionali, alcune fanno parte di un’organizzazione ombrello, nazionale o internazionale, altre sono associazioni indipendenti; alcune si professano apolitiche e neutrali, altre hanno un dichiarato

background nell’area radicale-liberale, nel mondo ARCI, o ancora sono di

ispirazione cattolica; alcune si sostentano soprattutto grazie a fondi da privati, mentre altre sono maggiormente orientate al pubblico; solo alcune si avvalgono della raccolta fondi tramite dialogatori (13 su 20). Nell’insieme, per quanto il numero delle associazioni scelte sia limitato, la loro rilevanza e diversità permette comprendere meglio l’evoluzione delle associazioni di advocacy in Italia.

Trattandosi di un’indagine esplorativa ho fatto ricorso a differenti strumenti per studiare il campo:

(i) Osservazione partecipante in Amnesty (specialmente in Italia, con attenzione a esperienze di altre sezioni, specialmente l’Inghilterra) e analisi diacronica delle tappe di crescita dell’associazione, come base di orientamento della ricerca dei punti a) e b);

(ii) I bilanci economici e sociali delle associazioni, dove ho in particolare rilevato: entrate (privato/pubblico), oneri e proventi della raccolta fondi, oneri e proventi del face-to-face (se presente); numero volontari, staff, donatori, soci (quando differenti da donatori); altri documenti, in particolare i bilanci sociali per integrare le informazioni del bilancio economico, e anche rilevare obiettivi e strategie, e eventuali altri documenti;

(iii) Le interviste semi-strutturate. Le tracce di interviste sono volte a indagare le macro-aree di interesse e la biografia degli intervistati, le tracce sono flessibili e sono state differenziate in base al tipo di intervistato prima dell’intervista, e durante la somministrazione (vedi in appendice). Quindi le domande hanno riguardato: biografie personali/riflessività, dinamiche di frammentazione/orizzontalizzazione, ibridazione (mercatizzazione, professionalizzazione, burocratizzazione) e percezione della fiducia e dell’opinione pubblica su propria attività, attività associativa e Terzo

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settore in generale. L’obiettivo generale era far emergere e comprendere (eventuali) linee di mutamento.

L’insieme finale delle interviste, osservazioni e documenti sono stati analizzati per comprendere dinamiche di mutamento. Per l’analisi delle interviste mi sono avvalsa di un software per l’analisi qualitativa dei dati (Nvivo) (Coppola 2011, 2012).