A
LBERTOR
IVA FU UN INGEGNERE ITALIANO CHE FONDÒ LA PIÙ IMPORTANTE INDUSTRIA DI TURBINE IDRAULICHE DEL NOSTRO PAESE.
L
A STORIA DI QUESTA INDUSTRIA È STRETTAMENTE CONNESSA ALLA NASCITA DELL'
INDUSTRIA IDROELETTRICA,
CHE FU IN GRADO DI OFFRIRE ALL'
INDUSTRIA ITALIANA L'
ENERGIA ELETTRICA O IL"
CARBONE BIANCO"
CHE LE SERVIVA ALL'
INIZIO DELXX
SECOLO PER POTERSI SVILUPPARE.
1. Fra di loro, il più noto fu G. B. Pirelli, il fondatore
della omonima industria delle gomma. Ma ci furono anche Angelo Salmoiraghi, che acquistò nel 1876 la «Filotecnica», piccola azienda nata per la produzione di strumentazione ottica e fotografica, trasforman- dola nella Filotecnica Salmoiraghi, che divenne una delle maggiori azienda italiane di ottica e strumenta- zione scientifica. Cesare Saldini, che fu ingegnere progettista, consigliere comunale, docente ed anche rettore presso il Politecnico. Bartolomeo Cabella, il quale rilevò nel 1871 il «Tecnomasio Italiano», nato come laboratorio di produzione di strumentazione
scientifica, facendolo diventare un’azienda che fu im- portante protagonista dell’industria elettromecca- nica italiana.
2. Ricordiamo a questo proposito che nello stesso pe-
riodo in cui Alberto Riva si trovava in Svizzera, G. B. Pi- relli, suo grande amico e compagno di studi, stava compiendo un lungo viaggio di studio per l’Europa, dal quale avrebbe riportato in patria le idee per fon- dare la prima industria italiana della gomma. Su Pirelli si veda l’articolo di G. Lapini, Giovanni Battista Pirelli e la nascita dell'industria della gomma in Italia, «Nuova Secondaria», n. 5, Gennaio 2008, pp. 101-105.
Nuova Secondaria - n. 7 2013 - Anno XXX
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ERCORSI DIDATTICIte fra l’altro impianti termici e idraulici per la produzione di forza motrice». In attività consimili si erano impegnati diversi ingegneri milanesi di quel tempo, non ultimo Giuseppe Colombo, che era stato uno dei suoi docenti universitari. Riva seguì dunque le orme del suo illustre insegnante e cominciò a farsi le ossa con questa attività tecnico-commer- ciale, nella quale ebbe un buon successo, grazie anche alla acquisizione di altre rap- presentanze per macchine da molitura, macchine olearie e forni continui da panificazione, divenendo nel giro di una decina d’anni uno dei principali operatori del settore sulla piazza di Milano. Tale suc- cesso gli consentì, fra l’altro, di liquidare, in due successive fasi i primi due soci fino a trasformare nel 1880 la sua società nella «Accomandita ing. Alberto Riva»; a questa società egli riuscì ad associare an- che la ditta «A. Cerimedo e C.» che era proprietaria di uno storico stabilimento meccanico milanese, noto col nome di
“Elvetica” (quest’ultima fu l’antenata di un’altra grande industria meccanica mi- lanese, la “Breda”). L’accordo con la Ce- rimedo stava ad indicare il crescente bi- sogno da parte dell’ing. Riva di una offi- cina di supporto che gli permettesse un facile svolgimento di tutte quelle attività di adattamento e riparazione che deriva- vano dalla vendita di macchine e di im- pianti.
Tre anni più tardi, nel 1883, la società del- l’ing. Riva, si trasformò ulteriormente e si ricapitalizzò con l’ingresso di due ricchi soci milanesi, i fratelli Alberto ed Edoardo Amman, eredi di una famiglia di origini viennesi, attiva da decenni in Lombardia nell’industria tessile. L’anno successivo, probabilmente a ribadire il per- manente bisogno di uno stabilimento meccanico di supporto alle sue attività, l’ing. Riva acquisì una partecipazione di minoranza nella «Ernesto Galimberti e C.» una nuova società che attraverso vi- cende che sarebbe qui troppo lungo riper-
correre rinnovava le sorti di una delle pri- me officine meccaniche «industriali» milanesi, la «Paolotti & Porro», insediatasi ancora nel 1861 lungo una derivazione del naviglio. Tale storica officina si trovava ormai in forte carenza di spazi, tanto che uno dei primi atti della nuova «gerenza» fu quello di acquistare un terreno vicino allo scalo ferroviaria di Porta Genova, in un’area, allora periferica, della città, dove in quegli anni sarebbero sorte diverse fab- briche. Su questo terreno fu costruito il nuovo «stabilimento meccanico con fon- deria» della «Galimberti», la cui produ- zione comprendeva molini, ruote idro- vore, pompe, trasmissioni, ed anche tur- bine idrauliche e regolatori. Quest’azien- da, pur realizzando prodotti tecnicamente validi, non ebbe peraltro fortuna e nel 1889 fu perciò messa in liquidazione dal fondatore, il quale, per evitarne il falli- mento, non trovò di meglio che proporre un accordo per l’acquisizione della sua so- cietà da parte di Riva, che ne era appunto uno dei soci di minoranza.
Dunque, risale in sostanza al 1889, alla fu- sione fra la “Accomandita Riva” e la «E. Galimberti e C.», la fondazione di quella società meccanica, con stabilimento in via Savona a Milano, che in seguito divenne a tutti nota semplicemente come «La Riva».
Aggiungiamo che nel 1882 Riva aveva as- sunto nella sua azienda l’ing. Ugo Mon- neret de Villard; di qualche anno più gio- vane di lui, Villard proveniva da una fa- miglia di antiche origini francesi, e si era laureato al Politecnico di Zurigo, svolgen- do poi alcuni anni di lavoro in Svizzera. Rientrato in Italia si era occupato in modo particolare di turbine idrauliche, in anni in cui queste macchine (l’evolu- zione ottocentesca delle vecchie ruote idrauliche da mulino) venivano utilizzate direttamente come motrici di svariate at- tività industriali, dagli impianti di moli- tura agli stabilimenti tessili. Tra i due in- gegneri si instaurò una proficua collabo-
Alberto Riva da giovane (1869).
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ERCORSI DIDATTICIrazione ed una sostanziale divisione dei compiti: Alberto Riva si occupava preva- lentemente di importazione e vendita di macchine e impianti per l’agricoltura e l’industria alimentare, mentre Ugo Mon- neret curava l’officina e il comparto turbine.
Quest’ultimo ebbe un ottimo successo tanto che nel 1894 il nome della società fu modificato in «Accomandita Riva, Monneret &C.» Furono in tal modo ri- conosciuti i meriti di Monneret, il quale aveva in effetti compiuto una profonda riorganizzazione dell’officina e delle procedure aziendali, dell’ufficio tecnico e della formazione del personale, ponen- do le fondamenta di una azienda mec- canica di assetto moderno, che grazie a ciò fu in grado di rispondere alle richieste di produzione di turbine idrauliche che di lì a qualche anno sarebbero pervenute dal settore elettrico.