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Il dialogo pubblico privati in ordinamenti privi di normative sulla rappresentanza di interess

2.7 L’influenza dei gruppi di interesse sul processo decisionale pubblico

2.7.2 Il dialogo pubblico privati in ordinamenti privi di normative sulla rappresentanza di interess

Come sostenuto in precedenza, l’assenza di incentivi potrebbe condurre a processi decisionali che non coinvolgono i gruppi di interesse o a fenomeni di corruzione. Quando il decisore pubblico possiede un incentivo a rispettare l’interesse generale, attraverso la partecipazione dei gruppi di interesse al suo processo decisionale, dovrebbe essere più predisposto ad accettare il dialogo con i privati.

Per valutare il dialogo pubblico – privati in contesti privi di normative giuridiche di riferimento, si sono considerati incentivi nulli, in particolare in riferimento all’incentivo di reputazione. Tale incentivo verrà invece valutato nel prossimo paragrafo in riferimento ad ordinamenti che possiedono una normativa specifica in materia di promozione di interessi, nei quali il costo politico di reputazione rileva, in quanto esiste una continua e strutturata relazione dei decisori pubblici con i rappresentanti di interessi. Non essendoci qui un obbligo giuridico a ricevere i rappresentanti di interesse, il decisore pubblico valuterà discrezionalmente se accettare o meno il dialogo con i privati solo sulla base dei benefici che gli derivano dalla collaborazione. Senza considerare il caso estremo della corruzione personale, verrà quindi analizzata, attraverso l’ausilio della teoria dei giochi, la convenienza di pubblico e privati a scegliere di collaborare nell’elaborazione di una decisione pubblica.

La teoria dei giochi è uno strumento utile allo studio della relazione tra gruppi di interesse e decisori pubblici in quanto permette di individuare con maggiore chiarezza i giocatori coinvolti nel dialogo, le rispettive strategie e gli esiti dell’azione di pressione, all’interno di un contesto in cui le decisioni degli attori sono tra loro interdipendenti. Un gioco di strategia può essere definito come “un insieme astratto di regole che vincola il comportamento dei giocatori e definisce i risultati sulla base delle azioni che essi intraprendono”194. Dato che gruppi di interesse e decisori pubblici agiscono in modo da massimizzare i risultati delle

proprie strategie, possono essere assimilati a giocatori razionali195, mentre gli esiti del loro incontro corrispondono ai pagamenti delle strategie intraprese o payoffs.

In ambiti giuridici privi di normative specifiche in materia di rappresentanza di interessi, è possibile descrivere, attraverso la raffigurazione di un gioco, la situazione in cui il gruppo di interesse incontra il decisore pubblico per proporgli lo scambio tra beni informativi privati ed accesso al dialogo pubblico. L’interdipendenza tra i comportamenti del decisore pubblico e del gruppo privato deriva dal fatto che i due giocatori devono decidere se collaborare o meno al fine di definire una decisione pubblica su una determinata materia che interessa specificatamente al gruppo di interesse.

Si considerano due giocatori, il gruppo di interesse (G) e il decisore pubblico (D), due strategie per entrambi e la matrice dei pagamenti, in cui sono riportate le combinazioni delle strategie dei giocatori ed i relativi payoffs. In questo gioco il gruppo di interesse è sconosciuto, in quanto si intende valutare l’attitudine del decisore pubblico a considerare le posizioni di rappresentanti di interesse non referenziati, in assenza di normative specifiche196 che impongono alle cariche

istituzionali di permettere ai gruppi di accedere al dialogo con il pubblico. Si tratta di un gioco one shot tendenzialmente non cooperativo, in quanto si presume che tra G e D non sia possibile stringere accordi preliminari credibili che vincolino i giocatori a scegliere una determinata strategia197. Entrambi i giocatori devono decidere razionalmente se realizzare o meno lo scambio tra beni informativi rilevanti e considerazione delle posizioni particolari nella decisione pubblica. Se entrambi i giocatori decidono di intraprendere una strategia di collaborazione, lo scambio avviene attraverso un dialogo informativo che genera benefici per entrambi. Nel caso uno solo decida di collaborare e l’altro no si ottengono benefici

194 G.Antonelli, et al., Economia, Giappichelli, 2003, pag. 332

195 R. Cellini, L. Lambertini, Una guida alla teoria dei giochi, Clueb, 1996. Gli autori precisano come la

razionalità richiesta nella teoria dei giochi sia rafforzata, in quanto richiede che i giocatori siano in grado anche di considerare i possibili comportamenti degli altri agenti coinvolti

196 Come nel caso della normativa sul lobbying negli Stati Uniti che verrà analizzata nel capitolo 3

197 La cooperazione non è credibile in quanto potrebbe essere solo orale; l’unica possibilità che si ravvisa per

il gioco cooperativo è quella relativa all’accordo di programma (vedi cap. 5 par. 5.6), in cui pubblico e privati stipulano un vero e proprio contratto nel quale si impegnano a prestazioni reciproche nel raggiungimento di

solo per il giocatore che non collabora, mentre se entrambi decidono di non collaborare, nessuno otterrà benefici. La scelta di quale strategia giocare avviene sulla base della valutazione degli esiti della propria decisione in relazione alla decisione razionale dell’altro giocatore. La strategia C corrisponde alla strategia di collaborazione con l’altro giocatore e la strategia NC a quella di non collaborazione; l’informazione è simmetrica e completa198 in quanto G e D possiedono una medesima conoscenza in merito ai giocatori, alle strategie ed ai loro esiti.

Per ognuno dei due giocatori è possibile implementare la strategia C o la strategia NC, realizzando un determinato risultato per ognuna delle quattro combinazioni che indicano prima il payoff del giocatore G e poi quello del giocatore D. Il gruppo di interesse può decidere di giocare C e quindi di fornire informazioni corrette e rilevanti oppure giocare NC e quindi di non fornire informazioni corrette o di fornirle irrilevanti. La scelta di collaborare o non collaborare per il decisore pubblico consiste nella decisione di instaurare o meno un dialogo informativo con il gruppo di interesse, nel quale intende valutare le sue richieste per assumere decisioni condivise; D deve decidere se permettere o meno a G di ottenere un canale di accesso, attraverso il quale G sosterrà le proprie posizioni, sulla base delle informazioni offerte a D. Per D la scelta di collaborare deriva dalla credibilità del vantaggio informativo del gruppo d’interesse, che dovrebbe possedere informazioni maggiori rispetto al decisore pubblico, data la sua attinenza all’oggetto della politica pubblica da adottare. Il decisore pubblico può decidere di fidarsi del gruppo e di riceverlo, per considerare le sue richieste, sostenute dalle informazioni - strategia C, collaborazione - o di accettare solo le informazioni senza considerare la sua posizione attraverso il dialogo, rifiutando di collaborare perché non crede al vantaggio informativo del gruppo - strategia NC, non collaborazione.

un obiettivo che soddisfa gli interessi di entrambi. Non esistono neanche pagamenti tra i due giocatori, in quanto si è ipotizzato che non ci siano fenomeni di corruzione

198 L’informazione completa e simmetrica in merito ai possibili sviluppi del gioco non va confusa con

l’informazione differente posseduta dai due giocatori in merito alla decisione da adottare: le maggiori informazioni, che costituiscono il vantaggio informativo del gruppo, vengono qui considerate come l’oggetto ed il motivo dello scambio con il pubblico. Il decisore pubblico valuta la collaborazione con il gruppo di interesse solo perché questo possiede informazioni in più sulla materia da trattare. Il gruppo offre al pubblico le sue informazioni, sostenendo che sono le migliori per definire una decisione pubblica idonea a soddisfare contemporaneamente l’interesse pubblico e l’interesse del gruppo

Nessuno dei due giocatori è a conoscenza della strategia che adotterà l’altro, quindi il gruppo non sa se fornendo informazioni corrette il decisore pubblico accetterà o rifiuterà il dialogo informativo ed il decisore pubblico non sa se accettando di collaborare con il gruppo, riceverà informazioni rilevanti o meno. Questo gioco, riconducibile al gioco non cooperativo del dilemma del prigioniero, prevede un’unica giocata, in cui ogni giocatore compie la sua mossa conoscendo il proprio payoff e quello dell’altro giocatore in tutte e quattro le possibili situazioni.

Si ottengono quindi quattro possibili situazioni: D C NC G C π-i; ω-d -i; ω NC π; -d 0,0

1 Caso (C – C): entrambi decidono di collaborare ottenendo un esito positivo.

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