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Il dilagare della crisi 2008-2009 : gli interventi degli Stati Uniti e dell’Unione Europea

Uniti 2002-2007 I primi segnali dell’Europa e la percezione della crisi da parte francese.

3.1.1 Il dilagare della crisi 2008-2009 : gli interventi degli Stati Uniti e dell’Unione Europea

La crisi economica è divenuta più forte nel 2008, mettendo in gravi difficoltà alcuni istituti finanziari americani come “Fannie Mae” e “Freddie Mac” e causando il fallimento della banca d’affari “Lehman Brothers” il 15 settembre 2008.

434 Cfr. Christine Rifflart, « La crise immobilière aux Etats-Unis :l’éclatement de la bulle », in Revue d’économie financière. Hors-série,2008. Crise financière : analyses et propositions. pp.97-100, link http://www.persee.fr/doc/ecofi_0987-3368_2008_hos_7_1_5191

Secondo Giuseppe Mammarella, la crisi poteva essere equiparata alle crisi precedenti, poiché nasceva dalle disfunzioni del mercato e dalle scelte dei leader politici che alimentavano queste ultime: “eccessi di spesa da parte dello Stato federale nonché degli Stati dell’Unione, deregulation selvaggia di tutti i provvedimenti legislativi presi durante e dopo la crisi degli anni trenta che vincolavano le banche e i banchieri e che attraverso potenti lobby, sono stati depotenziati o addirittura soppressi aprendo nuovi archi alla speculazione…In seguito alla deregulation si sono sviluppate le operazioni più fantasiose sui prestiti immobiliari che combinati con altri- carte di credito, prestiti per acquisti auto- hanno creato “pacchetti” ad alto rischio creditizio, appunto i subprime435, nati nel 1993 e diffusi prima nel

sistema bancario americano e poi in quello mondiale. Alla base della crisi finanziaria c’era evidente quella politica e cioè enti di sorveglianza come la SEC, “Securities and Exchange Commission” e di controllo che non avevano funzionato, politici corrotti…lobby troppo potenti e troppo spregiudicate, ma anche finanzieri che pur di raggiungere profitti rapidi e cospicui, trascuravano il bene comune”.436

Negli Stati Uniti gli istituti di credito come “American International Group” e le istituzioni finanziarie “Fannie Mae” e “Freddie Mac” sono stati messi in sicurezza dall’intervento del Dipartimento del Tesoro statunitense in accordo con la Federal Reserve.437

In particolare, il dilagare della crisi ha indotto l’amministrazione Bush a intervenire in prima persona. Infatti, il Segretario del Tesoro , Henry

435 il significato della parola è sostanzialmente prodotto di qualità inferiore che non corrisponde ai prime standard e che pone il titolo nelle categorie a rischio vendite nel mercato secondario

436 Cfr. Mammarella, op. cit., pp.137-139. Per ulteriori informazioni, cfr. Franco Bruni, Antonio Villafranca, “La crisi finanziaria e il suo impatto sull’economia globale”, Osservatorio di Politica internazionale, n.30, febbraio 2012, pp.1-6 link http://www.parlamento.it/application/xmanager/ projects/parlamento/file/repository/affariinternazionali/osservatorio/approfondimenti/Nota_30_ISPI _crisifinanziaria.pdf

437 Sulla crisi, cfr. Sara Hsu, “Financial crises, 1929 to the Present”, Edward Elgar Publishing, 2013, p.115

Paulson, ha patrocinato nel 2008 un piano di salvataggio per salvare il sistema finanziario americano nel suo complesso. Inizialmente, prevedeva una quota di 700 miliardi di dollari per liberare le banche degli attivi invendibili.438

Il “Piano Paulson” è stato inizialmente respinto dal Congresso americano il 29 settembre 2008. Si prefiggeva come obiettivi principali la protezione dei risparmi e dei beni immobiliari dei contribuenti, il mantenimento della proprietà, la promozione della crescita economica e la massimizzazione degli investimenti.

Il 1° ottobre 2008 il “Senato americano ha approvato con 74 voti favorevoli e 25 contrari la nuova versione del Piano,che prevedeva 150 miliardi di dollari di crediti d’imposta” oltre ai 700 miliardi, già prestabiliti per la stabilizzazione del sistema finanziario americano”.439

Il 3 ottobre 2008 la Camera dei Rappresentanti americana ha adottato la nuova versione del “Piano Paulson”, l’“Emergency Economic Stabilization Act”, che stabiliva la quota di 700 miliardi di dollari, al fine di finanziare l’acquisto da parte del governo dei titoli liquidi, legati all’andamento dei mutui delle istituzioni finanziarie e includeva, anche, delle misure per sostenere le famiglie in difficoltà a causa della crisi del mercato immobiliare.440

La liquidità prevista dal piano di salvataggio americano è stata messa a disposizione degli istituti di credito e delle banche in difficoltà.

Istituti finanziari e bancari come “Bear Sterns”, “Freddie Mac”, “Fannie Mae”, “American International Group” e “Citigroup” hanno beneficiato

438 Per approfondimenti sul Piano Paulson, cfr. Enrico Piero Marelli, Marcello Signorelli, “Politica economica: le politiche nel nuovo scenario europeo e globale”, Giappichelli, 2015, p.38

439 Cfr. Camera dei deputati, XVI Legislatura, op. cit., paragrafo 1.2 “Lo sviluppo della crisi nel 2008- 2009”

440 Cfr. Emergency Economic Stabilization Act, 3 October 2008, link https://www.congress.gov/110/ plaws/publ343/PLAW-110publ343.pdf

così dell’intervento del Tesoro americano e della FED, oppure sono state acquistati da colossi bancari,tra i quali “Goldman Sachs” e “J. P. Morgan Chase”.

Dal settembre 2007, come accennato prima, anche il sistema bancario europeo è stato contagiato dalla crisi dei mutui subprime.

In effetti, la banca inglese “Nothern Rock”, istituto specializzato nei mutui immobiliari, è stata toccata dalla crisi, non riuscendo a ripagare i propri clienti a causa dell’impossibilità di rifornirsi sul mercato interbancario. Di conseguenza, ha provocato il panico tra i risparmiatori che hanno preso d’assalto gli sportelli, al fine di recuperare i propri depositi.441

La “Nothern Rock” è stata nazionalizzata dalla Banca centrale britannica il 17 febbraio 2008.

In Europa vi erano altri due istituti finanziari particolarmente esposti alle ripercussioni negative della crisi: “Dexia”, banca franco-belga specializzata nei prestiti alle collettività locali, vendendo obbligazioni agli investitori o indebitandosi verso altre banche, è stata colpita dalla crisi del debito e dal clima di sfiducia generale.

Per evitare il suo fallimento il governo belga ha fornito 3 miliardi di euro e, successivamente, il 30 settembre 2008, il Presidente francese Sarkozy e il suo governo sono intervenuti per salvaguardare la banca franco-belga attraverso la “Caisse de Dépôts et Consignations”, Cassa depositi transalpina a controllo statale.442

Infine, l’altro istituto finanziario danneggiato era “Fortis”, gruppo bancario belga-olandese nazionalizzato dai governi del Belgio, dei Paesi Bassi e del Lussemburgo.

441 Per approfondimenti, cfr. Raffaele Bifulco, Orlando Roselli, “Crisi economica e trasformazioni della dimensione giuridica: la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio tra internazionalizzazione economica, processo di integrazione europea e sovranità nazionale”, Giappichelli, 2013, p. 58 442 Sul caso Dexia, cfr. Raffaele Artina, Riccardo Russo, “L’impatto della manovra sui mercati

Éric Bussière e Guia Migani hanno sottolineato l’andamento sistemico del- la crisi, che ha comportato nei fatti una perdita di fiducia, in questi termini: “La crise prend immédiatement une allure systémique, déstabilisant non seulement les établissements directement touchés mais aussi certaines banques parmi les plus saines du fait de la paralysie qui gagne les marchés de l’argent…À la fin de septembre, l’Europe est confrontée à un phéno- mène de contagion généralisée aggravé par les réactions désordonnées des gouvernements dans une sorte de sauve-qui-peut général ».443

Dai primi di ottobre 2008 l’Unione Europea ha compreso la criticità del contesto internazionale ed è intervenuta per ricercare una soluzione definitiva alla crisi finanziaria, ereditata dagli Stati Uniti.

Il 4 ottobre 2008 si è assistito al vertice di Parigi sulla crisi finanziaria internazionale al quale hanno partecipato il Presidente francese Sarkozy, il Premier britannico Gordon Brown, il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il Presidente del Consiglio italiano Berlusconi.

Nella riunione è stato approvato un documento suddiviso in cinque punti, contenente la strategia da adottare per fronteggiare la crisi: “nuove regole contabili per assicurare che i bilanci delle banche europee fossero più trasparenti”, “sostegno alle banche colpite dalla crisi a carico dei singoli Stati in pieno “coordinamento con il resto dell’Unione Europea e i partner internazionali”, maggiore flessibilità dell’Unione europea nell’adozione “delle regole sugli aiuti di stato in relazione al salvataggio degli istituti di credito”, un comportamento “più flessibile nel Patto UE di stabilità nella valutazione del rapporto debito/Pil” e, infine, sanzioni ai manager e agli amministratori degli istituti di credito, esposti a “situazioni di grande rischio”.444

443 Cfr. Éric Bussière, Guia Migani, « Les années Barroso 2004-2014 », Tallandier, 2014, p. 71 444 Cfr. Camera dei deputati, XVI Legislatura, op. cit., paragrafo 1.2 “Lo sviluppo della crisi nel 2008-

Il vertice si è concluso con l’opposizione della Germania, rappresentata dal Ministro dell’Economia Glotz e dal Cancelliere Angela Merkel, “alla creazione di un piano di salvataggio” a livello europeo.445

Il 12 ottobre 2008 l’Eurogruppo, di cui facevano parte quindici Stati aderenti all’euro, si è riunito nuovamente a Parigi. L’incontro è stato voluto da Nicolas Sarkozy, al fine di elaborare un piano di salvataggio comune per le banche, garantendo i prestiti interbancari.

Nell’ incontro il Presidente francese, il Presidente della Commissione europea Barroso, il Presidente dell’Eurogruppo Junker e il Presidente della BCE Trichet hanno stabilito di intervenire lungo tre linee direttrici: la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà, la garanzia pubblica a tutti i prestiti interbancari per sbloccare la liquidità e la revisione delle norme contabili a livello europeo. Lo schema di garanzie sui prestiti interbancari avrebbe dovuto avere una durata fino alla fine del 2009.446

Successivamente, il 15 e il 16 ottobre 2008 si è svolto il Consiglio europeo di Bruxelles nel quale si è deciso di adottare delle misure efficaci, in modo concertato tra i 27 Paesi dell’Unione Europea, allo scopo di assicurare il buon funzionamento del sistema finanziario, dell’economia e la protezione dei depositanti. A tale proposito è stata puntualizzata la necessità di creare un meccanismo informale per allertare tempestivamente delle situazioni di crisi e facilitare lo scambio di informazioni e di valutazioni sulle medesime. Tale meccanismo, denominato “financial crisis cell”, era composto dai rappresentanti dei governi degli Stati membri, della Presidenza del Consiglio in carica, del Presidente della Commissione, del

di Ricerca Giuridica della Consulenza Legale, n.72, Banca d’Italia, Euro sistema, maggio 2013,link https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/quaderni-giuridici/2013-0072a/quaderno_72_app.pdf 445 Cfr. Camera dei deputati, XVI Legislatura, op. cit., paragrafo 1.2 “Lo sviluppo della crisi nel 2008-

2009”

446 Cfr. Éric Bussière, Guia Migani, “Les années Barroso 2004-2014”, cit, pp.73-75. Per approfondi- menti, cfr. COM(2008) 706, “De la crise financière à la reprise, un cadre d’action européen”, 29 oc- tobre 2008

Presidente della BCE e del Presidente dell’Eurogruppo.447

Altra occasione importante è rappresentata dalla convocazione del G20 a Washington il 15 novembre 2008, nel quale è stata raggiunta un’intesa su come ristabilire la fiducia sui mercati.

Il documento finale del G20 ha fissato alcuni principi sulla regolamentazione, sorveglianza e trasparenza dei mercati da applicare entro il 31 marzo 2009.448

I capi di Stato e di governo delle potenze economiche del mondo, riuniti a Washington, hanno gettato le basi di una riforma del sistema finanziario internazionale. É stato sottolineato che: “Ce sommet fixe un programme de travail globalement conforme aux options européennes: relance concertée de l’économie, régulation des marchés financiers, gouvernance mondiale améliorée et refus du protectionnisme ».449

La prima fase della crisi si è conclusa nel 2009 con la nascita di altri due Piani americani. Il Segretario del Tesoro americano, Timothy Geithner, ha presentato un Piano di stabilità finanziaria che ammontava a 2000 miliardi di dollari, “Financial Stability Plan”, per rilanciare l’economia americana attraverso tre obiettivi: nuove iniezioni di capitale nel sistema bancario, con l’impegno da parte delle banche statunitensi di usufruire degli aiuti per aumentare i prestiti, sottoposizione ad uno “stress test” per controllare il livello del capitale e ampliamento fino a 1000 miliardi di dollari del TALF, (Term Asset-backed Security Loan Facility), il Piano di prestiti varato con l’accordo della FED.450

447 Cfr. Marina Larionova, “The European Union in the G8: Promoting Consesus and Concerted Ac- tions for Global Public Goods”, Routledge 2016,p.123

448 Dichiarazione del G20, 15 novembre 2008, link http://www.uil.it/fisco/G20%20dichiarazione %20finale%20IT%20novembre%20'08.pdf

449 Cfr. Bussière, Migani, “Les années Barroso 2004-2014”, cit, p. 79. Sul medesimo tema, cfr. Paul Mentré, Conseil d’analyse économique franco-allemand, “La crise financière: les fondements de l’analyse franco-allemand », Rive Droite, 2009, p.127

Successivamente, l’11 febbraio 2009 è stato approvato dal Congresso americano un altro piano di rilancio dell’economia americana voluto dal nuovo Presidente degli Stati Uniti , Barack Obama.

Si trattava dell’ “American Recovery and Reinvestment Act”del valore di quasi 800 miliardi di dollari, fondato sui tagli fiscali per le famiglie, sulla realizzazione di opere strutturali, sull’ampliamento dell’assistenza sanitaria gratuita e sulla necessità di sostenere gli investimenti alle nuove tecnologie.451

L’anno 2009 ha visto, in ultima analisi, la convocazione del G20 a Londra, in cui i leader delle potenze economiche del mondo hanno deciso di rafforzare gli strumenti di sorveglianza per la presenza di rischi finanziari e i mezzi d’azione del Fondo Monetario Internazionale. Si è discusso, come nei vertici precedenti, sulle cause della crisi finanziaria.452

3.1.2 Misure interne della Germania e della Francia: le

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