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Il Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo

UNA ROTTURA NELLO SCENARIO EUROPEO E DEL MEDITERRANEO?

2.3 Le priorità della Presidenza francese del Consiglio dell’UE (semestre 1° luglio-12 dicembre

2.3.1 Il Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo

L’intervento del Presidente Sarkozy avvenne successivamente in materia d’immigrazione, suggerendo il Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, adottato dal Consiglio europeo il 16 ottobre 2008.299

Già nel dicembre del 2005 il Consiglio europeo aveva adottato l’approccio globale in tale settore, sottolineando l’importanza delle questioni migratorie nel contesto europeo.

L’Unione Europea si era preoccupata di gestire la migrazione legale in uno stretto partenariato tra i Paesi d’origine, di transito e di destinazione e, al tempo stesso, di lottare contro quella clandestina.

Sfortunatamente l’UE non possedeva i mezzi per accogliere tutti i migranti che desideravano migliorare il proprio status di vita.

In questo quadro Sarkozy si rese conto che un’immigrazione mal gestita

298 Cfr. Bernard Bachelier, « Pour une nouvelle politique agricole commune », Fondation pour l’Innovation Politique, fondapol, novembre 2010, Résumé p.6 e pp.7-26, link http://www.fondation- farm.org/IMG/pdf/notefarmfondapol_politiqueagricolecommune_201011.pdf

299 Cfr. Bossuat, La France et la construction européenne de 1919 à nos jours”, Armand Colin, 2012, p.214

poteva danneggiare la coesione sociale dei Paesi di destinazione e,così, propose il Patto europeo.300

Sulla base della comunicazione della Commissione del 17 giugno 2008, il Consiglio europeo decise di adottare il patto in questione, che poneva in essere cinque impegni fondamentali: l’organizzazione dell’immigrazione legale prendendo in considerazione le priorità e le esigenze di ogni Stato membro e la lotta contro l’immigrazione clandestina, occupandosi del ritorno nel Paese d’origine o in quello di transito, degli stranieri irregolari.301

Il Patto stabilì di creare un partenariato globale con i Paesi d’origine e di transito, che favorisse le sinergie tra le migrazioni e lo sviluppo e la costruzione di un’Europa dell’asilo. Prevedeva, inoltre, il rafforzamento dell’efficacia dei controlli alle frontiere.302

Per quanto concerne l’organizzazione dell’immigrazione legale, il Patto europeo precisò che ogni Stato membro avrebbe deciso le condizioni di ammissione sul proprio territorio dei migranti regolari.

Il Consiglio europeo chiese ai Paesi della Comunità europea di applicare una politica d’immigrazione ben mirata, in funzione delle esigenze del mercato del lavoro ed, anche, concertata prendendo in considerazione il suo effetto sugli altri Stati membri.303

Tale politica doveva permettere un equo trattamento e un’integrazione armoniosa degli arrivati nella società del Paese ospitante.

Il Patto europeo esortava gli Stati membri a sviluppare l’immigrazione

300 Cfr. Giandonato Caggiano, “I percorsi giuridici per l’integrazione : Migranti e titolari di protezione internazionale tra diritto dell’Unione e ordinamento italiano”, Giappichelli, 2014,p.34

301 Cfr. Catherine Flaesch – Mougin, op. cit., p.261

302 Consiglio europeo, Progetto di testo relativo al Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, Bruxelles, 24 settembre 2008

303 Per approfondimenti, cfr. Ezio Benedetti, “Il diritto di asilo e la protezione dei rifugiati nell’ordinamento comunitario dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona”, Wolters Kluwer Italia, 2010,pp.182-185

professionale, a potenziare l’attrattiva comunitaria nei confronti dei lavoratori altamente qualificati, anche se in materia d’impiego, si doveva rispettare la preferenza comunitaria. Infine, prima di accogliere i migranti, i Paesi membri dovevano assicurarsi che disponessero delle entrate sufficienti per installarsi nella comunità d’accoglienza.304

La lotta contro l’immigrazione clandestina si sarebbe basata sul consolidamento della cooperazione degli Stati membri e della Commissione europea con i Paesi di origine e di transito, nel rispetto dell’approccio globale in materia migratoria.

Gli stranieri presenti irregolarmente sul territorio degli Stati membri erano tenuti a rientrare nel proprio Paese di provenienza.

Ogni membro della Comunità europea si impegnava a far rispettare il suddetto principio, privilegiando il rimpatrio volontario e riconoscendo le decisioni degli altri Paesi membri.305

Infine, il Patto europeo ribadì che tutti gli Stati erano obbligati a riammettere i rispettivi cittadini che si trovavano irregolarmente sul territorio altrui.

Nel contesto dell’immigrazione il Consiglio europeo sottolineò l’importanza di costruire un’Europa dell’asilo.

Dichiarò che ogni straniero perseguitato aveva il diritto di ricevere assistenza e protezione nel territorio dell’Unione Europea, nel rispetto della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 28 luglio 1951.306

Per superare le divergenze tra gli Stati membri nell’ottenimento della protezione e dello status di rifugiato, il Consiglio europeo auspicò il consolidamento del Sistema europeo comune di asilo, istituzione prevista

304 Cfr. Ennio Triggiani, “Le nuove frontiere della cittadinanza europea”, Cacucci, 2011,p.428

305 Per approfondimenti sul Patto europeo e in materia d’asilo, cfr. Giuseppina Pizzolante, “Diritto di asilo e nuove esigenze di protezione internazionale nell’Unione europea”, Cacucci, 2012, p.74 306 Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, 28 luglio 1951, link di riferimento:

dal programma dell’Aia.307

In questo processo occorreva mantenere un dialogo costante con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Il Patto europeo si soffermò, da ultimo, sulla necessità di dare vita ad un partenariato globale che favorisse le sinergie tra le migrazioni e lo sviluppo. Facendo stretto riferimento alle conclusioni del dicembre 2005, del dicembre 2006 e del giugno 2007, il Consiglio europeo riaffermò l’approccio globale in materia d’immigrazione, perché consentiva di gestire il fenomeno della migrazione legale, di arginare quella clandestina e di assicurare le sinergie tra le migrazioni e lo sviluppo.308

Il Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo mette in atto il disegno di Sarkozy. La sua idea, a proposito del fenomeno migratorio, è ben chiara nel discorso tenuto il 9 giugno 2005 all’ Assemblea Nazionale dell’ UMP ”Per un progetto popolare: immigrazione selettiva, integrazione riuscita”: “ Mesdames , Messieurs, mes chers amis,

Le calendrier politique a voulu que l’UMP consacre sa deuxième conven- tion pour un projet populaire à la question de l’immigration et de l’intégration…D’abord l’immigration est une chance pour notre pays. Ce fut une chance dans le passé, pour la reconstruction, pour la démographie, pour la diversité. La France est multiple. C’est sa richesse et sa personnali- té. Mais est aussi une chance pour aujourd’hui , car un pays fermé est un pays qui se sclérose. Je veux établir un discours positif sur l’immigration… Ensuite il est possible de mieux organiser et choisir les flux migra- toires…Il faut reconnaître au Gouvernement et au Parlement le droit de

307 ( Informazioni sul Patto e sulle procedure in materia di asilo, cfr. Chiara Favilli, “Procedure e garanzie del diritto d’asilo”, CEDAM,2011,p.110. Sul Patto europeo, cfr. S. Bertozzi, “ European Pact on Mi- gration and Asylum: a Stepping Store toward Common European Migration Policy”, in Riv.it.dir.pub.com, 2009,p.79 ss

308 Consiglio dell’Unione europea, progetto di testo relativo al Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, 24 settembre 2008,pp.13-15

fixer chaque année, catégorie par catégorie , le nombre des personnes ad- mises sur le territoire…Je veux passer d’une immigration subie à une im- migration choisie…Enfin…Je veux que la France soit désormais systéma- tiquement la première en Europe pour proposer et bâtir une stratégie migra- toire adaptée aux enjeux du monde contemporain ».309

2.3.2 La questione del surriscaldamento climatico e l’intervento di

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