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Il primo mandato presidenziale di Chirac 1995-

In questo arco di tempo Jacques Chirac è Presidente della Repubblica francese , mentre Primo Ministro è Alain Juppé.

Il partito neogollista doveva riorganizzarsi ed elaborare una propria linea di

124 Cfr. Jérôme Pozzi, op. cit., p.14 125 Ivi.

126 Ivi. Per approfondimenti sul dibattito riguardante il trattato di Maastricht, cfr. École nationale d’administration, ENA, “Mise en oeuvre du traité de Maastricht et construction européenne”, I et II Tomes, Promotion Antoine de Saint-Exupéry 1992-1994, La Documentation Française, Paris, 1994

azione di fronte alla politica europea del suo leader, caratterizzata dalla scelta di dare vita ad una difesa europea dipendente dalla NATO, di consentire l’allargamento della Comunità Europea, di permettere la ratifica del Trattato di Amsterdam ed, infine, il passaggio verso la moneta unica. Un evento importante fu rappresentato dalla Conferenza Intergovernativa di Torino del 1996, la quale spinse l’RPR ad esporre la sua visione d’Europa.127

Il dibattito fu gestito dalla nuova direzione del partito e si svolse sulla base di un rapporto stabilito da Pierre Lellouche ed adottato il 7 febbraio 1996 dall’ufficio politico.

Quest’ultimo era favorevole alla riforma della presidenza del Consiglio e dell’architettura comunitaria, parlando di un’Europa a geometria variabile. La concezione dell’ufficio politico dell’RPR venne riassunta da Maricot con i seguenti termini: “il se contente d’évoquer une Europe à géométrie variable, organisée sur deux niveaux distincts: une union de droit commun, avec les Quinze, avant l’élargissement; et, au sein de ce groupe, un noyau dur de pays autour de la France et de l’Allemagne”128.

Il dibattito sulla CIG terminò con l’adozione delle conclusioni presenti in un documento che prese il nome “Pour une Europe gaulliste”.129

Dal punto di vista istituzionale l’RPR voleva che il Consiglio divenisse l’organo decisionale più importante e che i parlamenti nazionali fossero associati al processo.

Inoltre, desiderava un sistema bicamerale che comprendesse il Parlamento europeo ed un’alta Camera, e la riduzione dei poteri della Commissione

127 La Lettre de la Nation, n°325 du 5 Janvier 1996, “Opinion: le retour de la France dans le monde”, par Pierre Lellouche, p.16, riportata da Maricot, op.cit., p. 312. Per ulteriori informazioni, cfr. Anne Dul- phy, Christine Manigand, « La France au risque de l’Europe », Paris, Armand Colin, 2007

128 Maricot, op. cit., p. 313. Per approfondimenti, cfr. Gérard Bossuat, Pierre Gerbet, Thierry Groisbois, « Dictionnaire historique de l’Europe unie », Paris, André Versaille, 2009

129 Texte adopté au conseil national du RPR, le 23 mars 1996, 23 pages. ..riportato da Maricot, op. cit., p.313

europea.

Il documento terminava anche con l’iniziativa delle cooperazioni rafforzate negli affari interni e nella giustizia.130

In questo contesto, si assistette ad un altro avvenimento chiave, Chirac sciolse l’Assemblea Nazionale il 21 aprile 1997.

Spiegò tale scelta col bisogno di preparare la Francia ad affrontare i dibattiti e l’avvenire europeo.

Chirac mise in evidenza gli obiettivi che dovevano essere perseguiti nel breve periodo, ossia il passaggio alla moneta unica e la riforma delle istituzioni comunitarie.

In seguito alla sconfitta delle elezioni legislative, l’RPR fu vittima dei dibattiti interni, che spinsero gli oppositori di Chirac ad impadronirsi della direzione del partito nel giugno 1997.

Si trattava dei sostenitori di Balladur, di Séguin e di Pasqua.

L’11 giugno 1997 il Consiglio Nazionale decise di organizzare delle sedute straordinarie per stabilire gli orientamenti politici del movimento neogollista.

Così, si formò un triumvirato, che vedeva Philippe Séguin in qualità di Presidente dell’RPR, Charles Pasqua consigliere speciale e Nicolas Sarkozy segretario generale.

Durante il Consiglio si discusse sul ruolo della Francia in Europa e sull’avvenire europeo.

I temi in questione vennero ripresi anche nell’ambito delle sedute che si svolsero il 31 gennaio ed il primo febbraio 1998, che condussero la nuova direzione dell’RPR a lanciare “ une Convention pour l’Europe”, alla vigilia della ratifica del Trattato d’Amsterdam.

130 La Lettre de la Nation, n°337, Dossier: Conseil National: “Construire l’Europe que nous voulons”, 29 Mars 1996, pp.8 riportata da Maricot, op. cit., p. 314. Per informazioni ilteriori, cfr. Robert Frank, « Une histoire problématique, une histoire du temps présent », XXe Siècle, revue d’histoire, n°71, 2001,pp.79-89, link www.persee.fr

Nella Convenzione l’RPR proponeva l’idea di una sovranità condivisa che permetteva alla Francia di brillare in Europa e nel mondo: “l’idée d’une souveraineté partagée, laquelle permettrait de laisser la France rayonner en Europe et dans le monde, de prendre la tête de la construction européenne pour disposer de son propre destin”131.

Il documento metteva in luce la necessità di costruire “une Europe politique” che consentiva il controllo della sovranità condivisa.132

Si suggeriva che il Presidente del Consiglio europeo fosse designato dai suoi membri per una durata di due anni rinnovabili una sola volta, la riforma delle istituzioni con l’estensione del voto a maggioranza qualificata, la realizzazione di una politica estera e di sicurezza comune sotto l’autorità di una personalità politica.133

Queste iniziative della nuova direzione dell’RPR erano essenzialmente utili per arrivare alla ratifica del Trattato d’Amsterdam.

Nella redazione della Convenzione dettero il proprio contributo una trentina di personalità appartenenti all’RPR come Nicolas Sarkozy, Edouard Balladur, Alain Juppé e Charles Pasqua.

Essa ribadiva l’importanza di avviare una riforma delle istituzioni comunitarie, soprattutto, il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri di fronte all’influenza della Commissione europea.

Per quanto riguarda le questioni economiche, si dava priorità alla riforma

131 Maricot, op. cit., p. 320.

132 Contribution d’un groupe de personnalités du RPR, “Nouvelle Citoyenneté-nouvelle souveraineté- nouvelle solidarité”, 11 décembre 1997, pp.7-10 riportata da Maricot, op.cit., p.320. Link di riferimento http://www.senat.fr/senateurs/barnier_michel/contrib.html

133 Sul programma di Chirac, cfr. Jacques Chirac, “Présentation par Jacques Chirac, candidat à l’élection présidentielle, de son programme de politique étrangère, à Paris le 16 mars 1995”, link http://discours.vie-publique.fr/notices/953109900.html. Il discorso di Chirac è riportato da Guille- mette Crouzet, “Histoire de la construction européenne. La France et l’Europe de François Mitterrand à François Hollande”, Université Paris-Sorbonne, Paris IV, 2014-2015, partie 2 « Débats gaullistes et conversion à l’Europe jusqu’en 1995

della Politica Agricola Comune e a quella dei fondi strutturali.

Invece, si stabilì che nel settore della sicurezza interna, dell’immigrazione e della giustizia le competenze erano dei singoli Stati Membri, senza la cessione di poteri agli organismi comunitari.

In conclusione, in materia di politica estera e di difesa si chiarì che l’Europa doveva possedere una politica estera e di sicurezza comune efficace: “face à un monde unipolare, l’Europe ne peut rester un géant économique. Elle doit avoir une politique extérieure et de sécurité com- mune, qui en ferait une véritable puissance”134.

Successivamente, il partito neogollista iniziò a discutere su come ratificare il Trattato d’Amsterdam: Charles Pasqua evocava l’indizione di un referendum, mentre Alain Juppé lo voleva ratificare per via parlamentare. Il Presidente Séguin, alla fine, decise di allinearsi alla causa europea, poiché dette soddisfazione agli “européistes” dell’RPR, ma dette soddisfazione anche ai “souverainistes”, pensando alla convocazione di un referendum per la ratifica del Trattato, dopo un periodo transitorio di cinque anni, al fine di impedire l’abbandono della sovranità nell’ambito della sicurezza e della polizia.135

Si evince che la Convenzione mostrò ulteriormente le divergenze del neogollismo e l’incapacità di ricercare l’unanimità sulle tematiche tradizionali, quali il mantenimento del Compromesso di Lussemburgo, il principio della sussidiarietà, l’aumento delle prerogative di controllo parlamentare sull’elaborazione delle norme comunitarie.136

134 Maricot, op. cit.,p.323

135 Philippe Séguin, “Discours de clotûre, Acte de la Convention pour l’Europe”, octobre 1998,p.184 136 Il Compromesso di Lussemburgo fu un accordo politico tra gli Stati membri della CEE del 1966 per

mettere fine alla crisi della “sedia vuota”. Con il Compromesso i governi dei Sei decisero che, nei casi in cui era prevista una votazione a maggioranza qualificata, ogni Stato membro avrebbe potuto porre una sorta di veto. Ciò rallentò il processo di costruzione di un’Europa sovrannazionale e federale, mantenendo una concezione intergovernativa della CEE.

In sintesi, si costituirono due diverse tendenze all’interno del neogollismo, cioè gli “européistes” con Alain Juppé, Edouard Balladur, Pierre Lellouche e Michel Barnier e gli “eurosceptiques” e “souverainistes” con Charles Pasqua e Jacques Baumel.137

Jacques Chirac, per mantenere il suo partito unito, stabilì di accettare tutti gli emendamenti e le proposte al fine di ottenere un voto favorevole per la ratifica del Trattato di Amsterdam, anche se non riuscì ad attenuare le rivendicazioni “souverainistes”, che non accettavano l’aumento delle competenze comunitarie nell’ambito dell’immigrazione e della circolazione delle persone.

Il 31 dicembre 1998 Chirac decise di non ricorrere al referendum per la ratifica, ma di ricorrere alla via parlamentare138.

Contemporaneamente alla decisione di Chirac, Charles Pasqua si allontanò dall’RPR ed annunciò, il primo gennaio 1999, la sua intenzione di condurre una lista alle elezioni europee del 13 giugno139.

Il 18 gennaio 1999 il Congresso votò il progetto di legge costituzionale che modificava la Costituzione in vista della ratifica del Trattato d’Amsterdam ed il 16 maggio 1999 il Senato approvò il progetto di legge.

source: “Retrouvailles des Six à Louxembourg. Louxembourg : Keystone, 1966. Noir et Blanc”. Link di riferimento www.cvce.eu/obj/the louxembourg_compromise-en-4dedc506-75c6-461e-b94eb4f9- 3377c7.html

137 Maricot, op. cit.,p.324.

138 Charles Pasqua accusa Jacques Chirac. Lo sospetta di aver, da lunga data, deciso di ricorrere al Congresso, per far modificare la Costituzione. Precisa, che dal 31 dicembre 1997, il Consiglio costituzionale aveva preso la sua decisione: il Trattato era contrario alla Costituzione, ma che malgrado questa decisione, il 29 luglio 1998 il Consiglio dei ministri aveva adottato un progetto di legge che modificava la Costituzione. Una decisione che doveva condurre il Presidente della Repubblica a decidere di convocare il Congresso il 31 dicembre 1998. Nel frattempo, il progetto di revisione costituzionale era stato adottato dalla Assemblea Nazionale il 25 novembre 1998, con 469 voti a favore e 66 contro, di cui 19 RPR e 5 astensioni, di cui 4 RPR. Charles Pasqua aveva posto una questione pregiudiziale, la quale ottenne solo 10 voti il 17 dicembre 1998. Alla fine, il Senato adottava il progetto con 234 voti a favore e 34 contro, di cui 18 RPR. . L’informazione è riportata da Maricot, op, cit., p. 326

139 Pasqua Charles, Tous pour la France, Déclaration de candidature de Charles Pasqua, intervention té- lévisée, le 1er janvier 1999, page 251.

In quell’occasione, tra i senatori RPR, 74 votarono a favore e 20 contro140.

Il Trattato di Amsterdam entrò in vigore nel maggio 1999 ed introdusse delle innovazioni nel campo dei diritti dei cittadini, noto come protezione dei diritti fondamentali, nell’ambito della cooperazione in materia di sicurezza e di giustizia con l’integrazione dell’acquis della Convenzione di Schengen nelle competenze dell’UE, nel settore della politica estera e di sicurezza comune, creando l’Alto Rappresentante per la PESC.141

Inoltre, accrebbe il numero delle materie in cui si richiedeva una decisione presa a maggioranza dagli Stati Membri in seno al Consiglio dell’Unione Europea .

Il Trattato di Amsterdam estese, anche, i poteri legislativi del Parlamento europeo, ampliando il campo di applicazione della procedura di codecisione e stabilendo la necessità di ottenerne il parere conforme ai fini dell’instaurazione della cooperazione rafforzata negli ambiti oggetto di codecisione.

Nel settore PESC, l’UE poteva adottare delle strategie comuni per le azioni da intraprendere.142

Nella politica di sicurezza, le missioni, che dovevano svolgersi secondo le indicazioni della Dichiarazione di Petersberg143risalente al 19 giugno 1992,

sono state incluse dal Trattato di Amsterdam nel nuovo art. 17 del Trattato sull’Unione Europea.

La Dichiarazione in questione era al centro del processo che doveva condurre allo sviluppo delle capacità operative dell’Unione dell’Europa

140 Projet de loi autorisant la ratification du traité d’Amsterdam,1998, Site: http: //www. senat. fr/leg/tas98-098.

141 Sul Trattato d’Amsterdam, cfr. Robert Adam, Antonio Tizzano, “Manuale di diritto dell’Unione europea”, Giuppichelli, 2014, pp. 21-22

142 Sul Trattato d’Amsterdam,cfr. M. Ligot, N. Catala, P. Hoguet, “A.N. Rapport d’information de la Dé- légation pour l’Union européenne”, n. 2969, 23 luglio 1996

143 Sull’evoluzione della difesa europea, cfr. Riccardo Caimmi, “L’identità di sicurezza e difesa europea: il percorso storico”, Cantagalli,2004, pp. 142-153

Occidentale, UEO, in quanto componente della difesa dell’UE e in quanto strumento finalizzato a rafforzare il pilastro europeo dell’Alleanza Atlantica.

In questa maniera gli Stati membri dell’UEO si dichiaravano pronti a mettere a disposizione, dell’UEO stessa, delle unità militari provenienti dall’insieme delle loro forze convenzionali per missioni militari condotte sotto l’autorità dell’organizzazione.

Le missioni, elencate nella Dichiarazione, erano le seguenti: missioni umanitarie e di soccorso, missioni di mantenimento della pace, peace- keeping, e missioni di gestione delle crisi e ristabilimento della pace, peace-enforcement.144

Un’altra novità fu rappresentata dal fatto che la cooperazione nell’ambito della giustizia ed affari interni si trasformò in cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale e, così, molte materie che in precedenza erano trattate secondo una logica prettamente intergovernativa, vennero esaminate secondo il metodo comunitario: per esempio il rilascio dei visti, la concessione di asilo, la cooperazione doganale.

In ultima istanza, venne istituzionalizzata la possibilità di dare vita ad un’integrazione differenziata con il meccanismo della cooperazione rafforzata: si sancì il diritto per quegli Stati Membri che intendevano perseguire delle politiche comuni a procedere anche in assenza di una volontà comune di tutti i Membri.

Dopo l’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam bisogna analizzare le divisioni del neogollismo in occasione delle elezioni europee del giugno 1999.

La campagna per le elezioni europee fece emergere la contrapposizione tra

144 Per ulteriori informazioni, cfr. Giorgio Daviddi, “Verso un’eurozona della difesa. Sviluppo delle flessibilità istituzionali nelle politiche europee di sicurezza e difesa”, Quaderni IAI, Istituto Affari Internazionali, Edizioni Nuova Cultura, 2012, p.40

le tendenze “fédéralistes” dei centristi di François Bayrou e quelle dei “ souverainistes” di Charles Pasqua e di Philippe de Villiers.

La lista di Charles Pasqua era fondata sulla difesa della sovranità nazionale e si denominava “Rassemblement pour la France et l’indépendance de l’Europe”.

In questa maniera Pasqua sperava di riunire nella sua lista i gollisti della tradizione, i membri della sinistra che si era opposta al Trattato di Maastricht, ossia i socialisti rappresentati da Jean -Pierre Chevènement. Per sconfiggere Charles Pasqua il Presidente Chirac pensò di costituire una lista che unisse il ″Raggruppamento per la Repubblica″ ed il partito della ″Democrazia Liberale″ di Alain Madelin.

I due partiti elaborarono un programma in cui si sottolineava l’importanza di dar vita a “une Europe unie des États” voluta dal Presidente Chirac. Questa concezione si presentava come una sorta di compromesso tra due modi estremi di considerare l’Europa, cioè federale e confederale. Infatti è stato osservato che: “ce programme s’inspire de la politique du Président, … une Europe unie des États qui refuse l’édification d’un État central eu- ropéen”. “Cette vision de l’Europe veut une conciliation entre le respect des identités nationales et les exigences de l’Union européenne”145.

Il programma della lista RPR-DL prese il nome di “ une Charte européenne pour l’Union”, la quale confermava che la Francia avrebbe assunto i propri oneri in Europa nel pieno rispetto del Trattato di Roma, dell’Atto Unico, del Trattato di Maastricht e del Trattato di Amsterdam146.

Le elezioni europee si conclusero con il trionfo della lista del Partito Socialista con il 21, 95% dei voti, a cui seguì la lista condotta da Charles Pasqua e da Philippe de Villiers con il 13, 05%, nella terza posizione quella

145 Maricot, op. cit., p. 332.

146 Programme de la liste RPR et Démocratie Libérale, Charte Européenne pour l’union, consultation sur: http: //. rpr. org/Euro99/home, Ivi.

che riuniva il ″Raggruppamento per la Repubblica″ e la ″Democrazia Liberale″ con il 12, 82% ed, infine, quella federalista di François Bayrou. Per terminare il primo mandato presidenziale vi sono altri elementi da analizzare: il concetto di difesa europea di Jacques Chirac e l’ultima riforma delle istituzioni comunitarie contenuta nel Trattato di Nizza.

Jacques Chirac si differenziò dal Generale de Gaulle nel modo di concepire il concetto di difesa europea, poiché ruppe con il dogma dell’indipendenza della Francia rispetto alla NATO.

Al contrario, si allineò all’organizzazione militare integrata nel dicembre 1995, accettando un trattamento atlantico della difesa europea durante la guerra in Bosnia.

La difesa europea risultava limitata e dipendente dalla Alleanza Atlantica, in effetti questo aspetto traspariva dall’accordo di Berlino del 3 e del 4 giugno 1996 e dalla Dichiarazione comune di Nuremberg del 9 dicembre dello stesso anno.147

L’impiego delle forze e dei mezzi dell’UEO avveniva sempre sotto il controllo degli USA e dell’Alleanza Atlantica.

Il vertice franco-britannico di Saint –Malo del 4 dicembre 1998 si conclu- deva con la dichiarazione di Blair, di Chirac e di Jospin: « l’Union doit avoir une capacité autonome d’action, appuyée sur des forces militaires crédibles, afin de répondre aux crises internationales, dans le respect des engagements antérieurs de défense collective »…. « l’Union européenne devra pouvoir recourir à des moyens militaires adaptés, provenant soit du pilier européen de l’OTAN, soit du cadre extérieur à l’OTAN »148.

Nel dicembre 1999 il Consiglio europeo di Helsinki stabilì la creazione

147 Gérard Bossuat, “Faire l’Europe sans défaire la France: 60 ans de politique d’unité européenne des gouvernements et des présidents de la République française 1943-2003 », P.I.E Peter Lang, 2007, p. 190

148 Cf. la déclaration du 4 décembre 1998 sur la défense européenne riportata da Gérard Bossuat, « La France et la construction de l’unité européenne de 1919 à nos jours », Armand Colin,2012,p.191.

della forza di reazione rapida europea, composta da 60. 000 persone, da 400 aerei e 100 navi, con lo scopo di assicurare le missioni previste dalla Dichiarazione di Petersberg, citata in precedenza.149

Anche questa iniziativa del Consiglio europeo di Helsinki fece emergere che la difesa europea operava sempre sotto l’influenza della NATO, ma, anche, che l’Unione Europea poteva svolgere missioni autonome.

Dopo Amsterdam sorse immediatamente l’insoddisfazione per le modifiche istituzionali, soprattutto in vista dell’allargamento dell’UE ai Paesi dell’ex Unione Sovietica.

Chirac espresse, nel luglio del 2000, a Strasburgo, il nuovo programma della presidenza francese articolato in quattro punti: “l’élargissement, la croissance et l’emploi”, “l’Europe des citoyens” et “la place de l’Europe dans le monde”150.

Questa insoddisfazione spinse i capi di Stato e di Governo a riunirsi nella CIG del 14 febbraio 2000 sotto la presidenza portoghese e, poi, nel Consiglio europeo di Nizza dell’11 dicembre del medesimo anno.

Secondo Chirac, che all’epoca era anche Presidente del Consiglio dell’Unione Europea, il Consiglio europeo di Nizza fu importante, in quanto si soffermava su alcuni aspetti che saranno, poi, presenti nel contenuto del Trattato: il numero dei commissari europei veniva aumentato, la Commissione vide i suoi poteri rafforzati ed il suo Presidente eletto a maggioranza qualificata dal Consiglio dei ministri.151

Il Trattato di Nizza fu firmato il 26 febbraio del 2001, apportò delle innovazioni, ma non riformò in maniera efficace le istituzioni europee.

149 Cfr. Consiglio europeo di Helsinki, Conclusioni, 10 e 11 dicembre 1999, link

http://www.europarl.europa.eu/summits/hel2_it.htm

150 Bossuat, “La France et la construction de l’Unité européenne de 1919 à nos jours », Armand Co- lin,2012, p. 193.

151 Sul Trattato di Nizza, cfr. Alessandro Zanelli, Giuseppe Romeo, “Profili di Diritto dell’Unione europea. Storia, istituzioni, aspetti giuridici dell’integrazione europea”, Rubbettino, 2002,pp.44-132

Si limitò a prefissare una nuova ponderazione dei voti nel Consiglio dell’UE, a modificare la composizione della Commissione europea, ad estendere la procedura della codecisione a nuovi ambiti, ad apportare dei cambiamenti nel numero dei deputati del Parlamento europeo per ogni Stato Membro.

In aggiunta, estese il voto a maggioranza qualificata per una trentina di nuovi titoli, riformò il sistema delle cooperazioni rafforzate e definì un nuovo metodo di ripartizione delle competenze tra Corte e Tribunale. Nel Consiglio europeo di Nizza fu proclamata la Carta dei diritti

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