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La seconda fase della crisi finanziaria settembre 2010 giugno 2011: il caso irlandese e il

Uniti 2002-2007 I primi segnali dell’Europa e la percezione della crisi da parte francese.

3.3 La seconda fase della crisi finanziaria settembre 2010 giugno 2011: il caso irlandese e il

protagonismo dell’asse “Merkozy”

Nel settembre 2010 la crisi si è estesa all’Irlanda , il cui rapporto deficit/PIL era giunto al 32%. Ciò derivava dall’effetto della “bolla” immobiliare irlandese, che ha causato una forte diminuzione dei prezzi delle abitazioni tra il 2007 e il 2008 e che ha messo in crisi il sistema bancario.493

Nel 2008 il governo irlandese, allo scopo di evitare una nuova corsa agli sportelli da parte dei depositanti e l’estensione della crisi sull’intero sistema bancario, aveva formalmente assicurato che le banche irlandesi non sarebbero fallite e che gli investitori e i depositanti non avrebbero subito perdite.494

Lo Stato irlandese, in questo contesto, aveva fornito liquidità alle banche in difficoltà con fondi pubblici con successivo incremento del rapporto deficit/PIL. Maggiore era l’esposizione debitoria dello Stato irlandese, minore era la fiducia delle istituzioni finanziarie nei confronti del debito irlandese.495

La situazione è diventata ancora più critica quando le banche irlandesi sono state costrette a chiedere alla BCE dei finanziamenti a fronte di garanzie , “collateral”, al fine di ottenere liquidità per lo svolgimento delle proprie

493 Per ulteriori informazioni, cfr. Roberto Bottiglia, “La crisi dei grandi gruppi bancari. Dimensione sistemica e aspetti aziendali”, Giuffrè, 2012,p.94

494 Cfr. Lorenzo Federico Pace, “La crisi del “sistema euro” (2009-2013): cause, fasi, players e soluzioni”, cit, p. 2164. Cfr. C. Forelle, D. Gauthier- Villars, B. Blackstone, D. Enrich, “As Ireland Flails, Europe Lurches Across the Rubicon”, in “Wall Street Journal Europe”, 27 dicembre 2010. Per approfondimenti, cfr. Enrico Giovannini, “La crescita del debito pubblico durante la crisi 2008- 2010: cause e sostenibilità”, Dossier 2, Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale di statistica presso la Commissione “ Programmazione economica , bilancio”, Senato della Repubblica, Roma, 13 luglio 2011, link http://www3.istat.it/istat/audizioni/13072011/dossier2.pdf

495 Per approfondimento,cfr. Camera dei deputati, XVI Legislatura, “La nuova governance economica dell’Unione europea” Vol.1, Dossier di documentazione n. 69, 29 novembre 2010, link http://www.federalismi.it/document/07122010102758.pdf

attività.

Il finanziamento era consentito dietro “collateral” “con un livello di affidabilità inferiore a quello richiesto dalla BCE” e in applicazione di un programma di emergenza previsto dalla Banca Centrale Europea, “Emergency Liquidity Assistance”.496

L’esposizione delle banche irlandesi verso la BCE aveva raggiunto gli 83 miliardi di euro il 24 settembre 2010 e le conseguenze economiche erano peggiorate ulteriormente, causando la recessione del Paese.497

In questo contesto “i commentatori si sono chiesti perché l’Irlanda non avesse fatto richiesta di aiuto ai fondi “salva Stati”, poiché “lo spread tra titoli decennali irlandesi e quelli tedeschi era salito al 4,5%”.498

Il 30 settembre 2010 il Ministro delle Finanze irlandese ha comunicato che “lo Stato avrebbe fornito altra liquidità al sistema bancario”, allo scopo di convincere gli investitori su una questione principale: l’Irlanda non aveva bisogno di chiedere un salvataggio all’UE e al FMI.499

Tale scelta ha prodotto sui mercati un ulteriore incremento del tasso di interesse per acquistare i titoli del debito pubblico irlandesi.500

Durante la crisi irlandese si è assistito alla costituzione dell’asse

496 Cfr. Lorenzo Federico Pace, “ La crisi del “sistema euro” (2009-2013): cause, fasi, players e soluzioni”, cit, p.2164. Cfr.C. Forelle, D. Gauthier-Villars, B. Blackstone, D. Enrich, “ As Ireland Flails, Europe Lurches Across the Rubicon”, cit. Sull’ Emergency Liquidity Assistance, cfr. Europe- an Central Bank, “ Ela Procedures”, art. 14.4 of the Statute of European System of Central Banks and of the European Central Bank with regard to the provision of ELA to individual credit institu-

tions, link

https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/201402_elaprocedures.en.pdf?10cc0e926699a1984161dc2 1722ca841

497 Cfr. Lorenzo Federico Pace, op. cit., p. 2164. Per ulteriori informazioni,cfr. F. Ferraro, “L’evoluzione della politica sugli aiuti di stato a sostegno dell’accesso al finanziamento nell’attuale situazione di crisi economica e finanziaria”, Dir. Un. Eur., 2010, 335 ss

498 Cfr. Lorenzo Federico Pace, op. cit., p. 2165. Per maggiori informazioni, cfr. B. Blackstone, “Ireland, Portugal Stir European Fears”, in “Wall Street Journal Europe”, 28 settembre 2010

499 Cfr. Lorenzo Federico Pace, op. cit., p.2165.Per ulteriori informazioni, cfr. Luigi Paganetto, “Debiti sovrani, banche e crisi dell’eurozona. Chi paga il conto?”, Eurilink, 2012

500 Per approfondimenti, cfr. Istituto Nazionale per il Commercio estero, “Irlanda”, Rapporti Paese congiunti. Ambasciate/ Consolati- Uffici all’estero, Ministero Affari Esteri, aggiornamento al 1° semestre 2010, link http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/irlanda.pdf

“Merkozy”.

Infatti, nel tentativo di pianificare un ulteriore salvataggio per gli Stati in difficoltà dell’ Eurozona, la Germania di Angela Mekel cercava di individuare nuove regole per rendere “automatica” la sanzione dei Paesi che avessero violato gli obblighi del Patto di Stabilità e Crescita. La posizione dello Stato tedesco era condivisa solo dalla Finlandia e dall’Olanda e rigettata dalla Francia e da altri Paesi, intenzionati a mantenere la decisione delle sanzioni sotto il controllo degli Stati membri. Éric Bussière e Guia Migani hanno così sottolineato: “La France soucieuse de réserver le plus largement possible les arbitrages aux États au sein du Conseil européen, l’Allemagne plus rigoureuse en matière d’automaticité des sanctions ».501

Il 18 ottobre 2010, a Deauville, il Presidente Sarkozy e il Cancelliere Angela Merkel, nel contesto del G8,hanno siglato un accordo per risolvere le divergenze emerse in materia di sanzioni.502

Nei fatti era un compromesso che nasceva dalle decisioni autonome della Francia e della Germania.

La Germania avrebbe rinunciato all’automaticità delle sanzioni a condizione che, nel caso in cui uno Stato-euro avesse richiesto un “bailout”, i titolari dei TDP del Paese in questione avrebbero subito delle perdite sul valore del titolo stesso, “haircut”.503

L’accordo in questione si prefiggeva il seguente obiettivo: “un mécanisme permanent et robuste pour assurer un traitement ordonné de crises dans le futur, comprenant les arrangements nécessaires pour une participation adé-

501 Éric Bussière, Guia Migani, “ Les années Barroso 2004-2014”, cit, p.92

502 Cfr. Sénat, “Débat préalable au Conseil européen des 28 et 29 octobre 2010”, 25 Juin 2016, link https://www.senat.fr/cra/s20101026/s20101026_2.html

503 Per ulteriori informazioni, cfr. V. De Romanis, “Il caso Germania: così la Merkel salva l’Europa”, Marsilio,2013. Cfr. G. L. Tosato, “L’integrazione europea ai tempi della crisi dell’euro”, in RD INT, 2012, p. 681 ss

quate du secteur privé et permettant aux États membres de prendre des me- sures coordonnées appropriées pour préserver la stabilité financière de la zone euro ».504.

Successivamente, nel Consiglio europeo del 29 ottobre 2010 i Capi di Stato e di governo si sono impegnati a modificare il PSC entro l’estate 2011 e ad introdurre un meccanismo permanente per la soluzione delle crisi.505

In questa riunione i Capi di Stato e di governo hanno dimostrato la volontà di voler attuare l’accordo di Deauville, decidendo che “i TDP di Paesi che richiedevano il salvataggio del fondo “salva Stati” avrebbero potuto subire perdite”. I mercati hanno reagito negativamente alla notizia dell’accordo franco-tedesco , vendendo immediatamente i TDP irlandesi e di altri Stati - euro in difficoltà.506

Il Primo Ministro irlandese Cowen e il Ministro delle Finanze Lenihan hanno criticato l’accordo in questione perché aveva, nei fatti, escluso le banche irlandesi dal mercato dei capitali.507

Il Presidente della BCE Trichet aveva espresso preoccupazione per le

504 Cfr. Déclaration franco-allemande, Deauville, 18 octobre 2010, link http://ec.europa.eu/dorie/fileDownload.do;jsessionid=87qzV62SJTJ0R13THpGywPTp2p7bFLMHk Ljx6GhNxdkRQ1btNG0W!1497273744?docId=889476&cardId=889449 Sull’accordo di Deauville, cfr. Hans Stark, “La politique internationale de l’Allemagne: Une puissance malgré elle », Presses Univ. Septentrion, 2011, p.264

505 Il Consiglio europeo , con la decisione 2011/199 del 25 marzo 2011, ha utilizzato la possibilità di modificare il TFUE con una procedura semplificata ai sensi dell’Art.48 ,par.6 TUE. Per effetto di tale modifica è stato aggiunto all’Art. 136 TFUE un terzo comma, che permette espressamente agli Stati membri la cui moneta è l’euro di “istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme”, fermo restando che “la concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità”

506 Cfr. Lorenzo Federico Pace, “La crisi del “sistema euro” (2009-2013) :cause, fasi, players e soluzioni”, cit, p. 2165. Per ulteriori informazioni,cfr.C. Forelle, D. Gauthier- Villars, B. Blackstone, D. Enrich, “As Ireland Flails, Europe Lurches Across the Rubicon”, cit. Per approfondimenti, cfr. M. Walker, “Berlin Reconciles Itself to Bailouts”, in “Wall Street Journal Europe”, 30 novembre 2010. Sulla crisi, cfr. Franco Bruni, Antonio Villafranca, Osservatorio di Politica internazionale, “La governance economica tra squilibri globali e prospettive dell’Unione europea: l’interesse italiano”, Rapporti, ottobre 2011, link http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/ file/repository/affariinternazionali/osservatorio/rapporti/RA2011_01.pdf.

507 Per ulteriori informazioni sulla crisi irlandese, cfr. Sébastien Richard, Fondation Robert Schuman, “La Stratégie de sortie de crise en Irlande: Quels résultats? Quels Défis?”, in “Question d’Europe n. 329, 20 octobre 2014, link http://www.robert-schuman.eu/fr/doc/questions-d-europe/qe-329-fr.pdf

conseguenze che sarebbero derivate dall’accordo di Deauville : gli Stati membri avevano alienato la fiducia dei mercati e così la BCE, in mancanza di riforme o misure stabilite dall’Unione Europea, doveva risolvere la situazione intervenendo direttamente. Ciò avrebbe potuto mettere in discussione l’indipendenza stessa dell’istituzione.508

Durante la riunione dell’ECOFIN del 16 novembre 2010 gli Stati membri hanno esercitato delle pressioni sull’Irlanda in maniera che questa ultima chiedesse un “salvataggio” all’ UE e al Fondo Monetario Internazionale.509

Il 18 novembre 2010 i Governatori delle banche centrali europee, a Francoforte, hanno formulato un ultimatum al Governatore della banca centrale irlandese, Patrick Honohan, al fine di spingere l’Irlanda a richiedere il “salvataggio” all’UE e al Fondo Monetario Internazionale. In caso contrario “la BCE avrebbe vietato alla banca centrale irlandese di fornire liquidità alle banche irlandesi”.510

Di conseguenza, le banche irlandesi sarebbero state penalizzate perché non presentavano quella caratteristica di solidità, indispensabile per accedere al programma ELA. Ciò avrebbe causato il fallimento del sistema bancario irlandese.

Per evitare il fallimento l’Irlanda ha chiesto il “bailout” all’UE e al FMI. Il 28 novembre 2010 l’ECOFIN ha approvato un finanziamento di tre anni, corrispondente a 67,5 miliardi di euro e comprendente, anche, finanziamenti bilaterali degli Stati membri non appartenenti all’Eurozona,

508 Cfr. Frank Paul Weber, article “Trichet s’oppose à Merkel et Sarkozy”, “La Tribune”,22 octobre 2010, link http://www.latribune.fr/actualites/economie/international/20101022trib000565320/ tri- chet-s-oppose-a-merkel-et-sarkozy.html

509 Su questo aspetto, cfr. N. Shah, “Let the Bailout Begin!” in “Wall Street Journal Europe”, 18 no- vembre 2010. Sempre sulla crisi dell’Eurozona, cfr. Ginevra Cerrina Feroni, Giuseppe Franco Ferrari, “Crisi economico-finanziaria e intervento dello Stato. Modelli comparati e prospettive. Atti del Convegno dell’Associazione di diritto pubblico comparato ed europeo”, Giappichelli, 2012 510 Cfr. Lorenzo Federico Pace, “La crisi del “sistema euro” (2009-2013): cause, fasi, players e

soluzioni”, cit, p.2167. Cfr. N. Shah, “Let the Bailout Begin!”, cit. Sull’Irlanda, cfr. Giuseppe Di Gaspare, “Teoria e critica della globalizzazione finanziaria. Dinamiche del potere finanziario e crisi sistemiche”, cit, p.391

oltre a quelli dell’UE e del FMI511.

3.3.1 La crisi finanziaria in Portogallo semestre settembre 2010- giugno 2011. Gli ulteriori interventi dell’Unione Europea verso gli Stati in difficoltà e l’emergere della seconda iniziativa dell’asse “Merkozy”: Il “Patto per la competitività”

Alla fine del mese di novembre 2010 la crisi del debito sovrano europeo si era estesa al Portogallo, causata da una limitata crescita economica , da un forte deficit della bilancia commerciale e da un debito elevato nel settore pubblico e privato.512

Il dilagare della crisi ha indotto l’Unione Europea a intervenire e così il 9 maggio 2010, contemporaneamente alla nascita del FESF, menzionato in precedenza, è stato adottato il regolamento istitutivo il MESF, Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria.513

La nascita del MESF avrebbe permesso al Consiglio, su iniziativa della Commissione, di decidere a maggioranza qualificata la concessione di aiuti agli Stati membri sotto forma di crediti. I Paesi in difficoltà, soprattutto Portogallo e Irlanda, in cambio, avrebbero dovuto essere sottoposti agli obblighi di risanamento finanziario.

Uno strumento temporaneo che prevedeva un finanziamento di circa 60 miliardi euro.

Il contesto economico e sociale del 2011 era caratterizzato da tensioni, alimentate da tre rischi che pesavano sull’economia europea e mondiale:

511 Cfr. R. Froymovich, “Irish Bailout Bonds Set to Roll”, in “Wall Street Journal Europe”, 22 dicembre 2010. Per informazioni ulteriori sulle cause della crisi del debito sovrano in Europa, cfr. Patrick Artus, Isabelle Gravet, “La Crise de l’euro. Comprendre les causes, en sortir par de nouvelles insti- tutions”, Paris, Armand Colin, 2012, pp.96-97

512 Sul tema, cfr. Adinolfi, “Il sostegno congiunto UE-FMI: è necessario un ripensamento della politica di condizionalità?”, in G. Adinolfi, M. Vellano, “La crisi del debito sovrano degli Stati dell’area euro. Profili giuridici”, Giappichelli, 2013, p.5

513 Cfr. Regolamento UE n. 407/2010 del Consiglio dell’11 maggio 2010, link http://eur- lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex:32010R0407

“aumento incontrollato dei debiti sovrani”, “squilibri monetari e finanziari” e “volatilità dei prezzi”.514

Per porre fine a tali sfide occorreva garantire in Europa un efficace sistema di governance attraverso l’adozione di nuovi strumenti finanziari.

Secondo questa logica Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, durante la seduta del vertice di Bruxelles dei Capi di Stato e di governo dell’Unione Europea del 4 febbraio 2011, hanno presentato l’iniziativa “un Patto per la competitività”.515

L’iniziativa prevedeva “l’abolizione della scala mobile, il riconoscimento dei diplomi e titoli di studio da parte dei Paesi membri , la creazione di un’imposta unica per le imprese, l’adattamento dei sistemi pensionistici , la fissazione di un limite massimo all’indebitamento e l’introduzione di regimi nazionali per la gestione delle crisi bancarie”. Inoltre, “il Presidente francese ha proposto di tenere una volta l’anno un vertice dei Capi di Stato e di governo dei 17 Paesi dell’Eurozona, per approfondire il coordinamento delle loro politiche economiche”.516

La proposta del Patto per la competitività è presa in considerazione dal Consiglio dei Capi di Stato e di governo dell’Eurozona dell’11 marzo 2011, trasformandola tuttavia nel “Patto per l’euro”, perché la rigidità che imponeva il Patto per la competitività aveva generato reazioni negative di molti Paesi.

Il Patto per l’euro mirava a consolidare il coordinamento della politica economica per assicurare la competitività e la convergenza, era aperto

514 Cfr. Francesco Alicino, Tommaso Amico di Meane, Antonella Crescenzi, Cinzia Raimondi, Maria Chiara Riondino, “Dalla Strategia di Lisbona a Europa 2020”, Collana Intangibili, Fondazione Adriano Olivetti, 2011,p.97 link http://www.fondazioneadrianolivetti.it/_images/ pubblicazioni/collana/120111100032Strategia%20di%20Lisbona.pdf

515 Cfr. Camera dei deputati, XVI Legislatura, “Il Patto per l’euro”, Dossier di documentazione,n. 163, 18 marzo 2011, link http://documenti.camera.it/Leg16/dossier/Testi/AT163.htm

516 Cfr. Francesco Alicino, Tommaso Amico di Meane, Antonella Crescenzi, Cinzia Raimondi, Maria Chiara Riondino, “Dalla Strategia di Lisbona a Europa 2020”, cit, p. 98

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