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La dinamica delle entrate

Nel documento RAPPORTO ANNUALE (pagine 51-54)

1.3 L’impatto sull’economia reale: crescita, occupazione, produzione,

1.4.2 La dinamica delle entrate

L’Italia è uno dei pochi paesi europei ad aver aumentato nel 2009 il rapporto tra entrate e Pil (Tavola 1.7). In realtà, le entrate totali sono diminuite dell’1,9 per cento, interrompendo la tendenza alla crescita degli ultimi anni. Tuttavia, a causa della caduta del Pil, l’incidenza su quest’ultimo è risultata pari al 47,2 per cento, in aumento rispetto al 46,7 per cento dell’anno precedente. La componente di gran lunga più rilevante delle entrate complessive (oltre il 90 per cento) è rappre-sentata dal prelievo fiscale e parafiscale (entrate di imposte e contributi sociali). La pressione fiscale è aumentata di tre decimi di punto rispetto all’anno precedente, giungendo al 43,2 per cento21 (si veda, nel capitolo 3, il paragrafo 3.4).

17In applicazione dell’art. 1, decreto legge 29 novembre 2008, n. 185.

18Sempre con riferimento alle misure di sostegno della domanda interna adottate in Italia, sia nel 2008 che nel 2009 si registra un notevole aumento dei trasferimenti correnti a famiglie e imprese, imputabile in gran parte agli incentivi alla rottamazione dei veicoli, per un ammontare totale nel 2009 pari a circa 2,2 miliardi di euro. Misure analoghe sono state prese nelle altre maggiori economie.

19Il contributo negativo nel Regno Unito è spiegato dal fatto che la contrazione del 2009 segue un incremento di oltre il 160 per cento nell’anno precedente.

20 Art. 6, decreto legge 29 novembre 2008, n. 185.

21Più elevata di 3,7 punti percentuali rispetto alla media dell’Ue, in progressiva decrescita negli ultimi anni. Anche la Germania fa registrare dal 2008 un aumento della pressione fiscale della stessa consistenza, posizionandosi (40,7 per cento) poco al di sopra della media Ue, mentre in Francia (43,2 per cento), Spagna (32,1 per cento) e Regno Unito (36,2 per cento) prosegue la tendenza alla ridu-zione, nonostante le dinamiche negative dei Pil nazionali.

Ripartono gli investimenti pubblici in Italia, Spagna e Regno Unito Italia: la crisi, fa scendere le entrate… … ma aumenta la pressione fiscale

1. L’ECONOMIA ITALIANA ATTRAVERSO LA CRISI

Tale risultato è l’effetto di una riduzione del Pil superiore a quella complessi-vamente registrata dal gettito fiscale e parafiscale, la cui dinamica negativa (-2,3 per cento) è stata attenuata da quella, in forte aumento, delle imposte in conto capitale, cresciute in valore assoluto di quasi dodici miliardi di euro. In-fatti, fra queste sono classificati: a) i prelievi operati in base allo “scudo

fisca-2006 2007 2008 2009 2007/2006 2008/2007 2009/2008

Spesa per consumi finali 299.260 304.181 317.281 327.814 1,6 4,3 3,3

Redditi da lavoro dipendente 163.220 163.989 169.813 171.578 0,5 3,6 1,0

Consumi intermedi 77.667 81.016 86.241 92.718 4,3 6,4 7,5

Prestazioni sociali in natura acquistate sul mercato 41.336 41.860 42.768 44.481 1,3 2,2 4,0

Ammortamenti 26.444 27.700 28.965 29.706 4,7 4,6 2,6

Imposte indirette 16.038 17.025 17.290 17.963 6,2 1,6 3,9

Risultato netto di gestione -1.370 -1.536 -1.434 -1.582 12,1 -6,6 10,3

Produzione servizi vendibili, produzione di beni

e servizi per uso proprio e vendite residuali (-) -24.075 -25.873 -26.362 -27.050 7,5 1,9 2,6

Contributi alla produzione 13.070 14.872 15.053 15.103 13,8 1,2 0,3

Imposte dirette 932 958 809 752 2,8 -15,6 -7,0

Prestazioni sociali in denaro 252.178 264.387 277.263 291.335 4,8 4,9 5,1 Trasferimenti a istit. sociali private 3.792 4.071 4.350 4.522 7,4 6,9 4,0 Aiuti internazionali (compresa IV risorsa) 12.029 12.679 12.605 13.223 5,4 -0,6 4,9 Trasferimenti diversi a famiglie e imprese 5.104 5.851 6.819 8.056 14,6 16,5 18,1

Altre uscite correnti (b) 946 966 927 991 2,1 -4,0 6,9

Uscite correnti al netto interessi 587.311 607.965 635.107 661.796 3,5 4,5 4,2

Interessi passivi 68.578 77.126 81.161 71.288 12,5 5,2 -12,2

Totale uscite correnti 655.889 685.091 716.268 733.084 4,5 4,6 2,3

Investimenti fissi lordi 34.786 35.796 34.602 37.040 2,9 -3,3 7,0 Contributi agli investimenti 22.471 25.133 22.154 24.445 11,8 -11,9 10,3 Altre uscite in conto capitale 17.254 1.587 1.612 4.285 -90,8 1,6 165,8

Totale uscite in conto capitale 74.511 62.516 58.368 65.770 -16,1 -6,6 12,7 Totale uscite al netto interessi 661.822 670.481 693.475 727.566 1,3 3,4 4,9 Totale uscite complessive 730.400 747.607 774.636 798.854 2,4 3,6 3,1

Risultato lordo di gestione 25.074 26.164 27.531 28.124 4,3 5,2 2,2

Interessi attivi 3.196 3.629 3.767 3.524 13,5 3,8 -6,5

Imposte indirette 220.313 227.103 216.009 206.956 3,1 -4,9 -4,2

Imposte dirette 213.867 233.170 239.740 222.655 9,0 2,8 -7,1

Contributi sociali effettivi 186.072 201.339 212.031 210.917 8,2 5,3 -0,5 Contributi sociali figurativi 3.619 3.920 3.880 4.086 8,3 -1,0 5,3

Aiuti internazionali 1.057 1.103 969 1.664 4,4 -12,1 71,7

Trasferimenti correnti diversi da famiglie e da imprese 16.804 17.131 18.196 18.489 1,9 6,2 1,6 Altre entrate correnti 6.612 6.323 6.232 5.540 -4,4 -1,4 -11,1

Totale entrate correnti 676.614 719.882 728.355 701.955 6,4 1,2 -3,6

Contributi agli investimenti 3.314 3.050 1.918 1.310 -8,0 -37,1 -31,7 Imposte in conto capitale 225 301 488 12.247 33,8 62,1 2.409,6 Altri trasferimenti in c/capitale 844 1.183 1.300 2.542 40,2 9,9 95,5

Totale entrate in conto capitale 4.383 4.534 3.706 16.099 3,4 -18,3 334,4 Totale entrate complessive 680.997 724.416 732.061 718.054 6,4 1,1 -1,9

Saldo corrente al netto interessi 89.303 111.917 93.248 40.159 25,3 -16,7 -56,9 Risparmio lordo (+) o disavanzo 20.725 34.791 12.087 -31.129 67,9 -65,3 -357,5 Saldo primario 19.175 53.935 38.586 -9.512 181,3 -28,5 -124,7 Indebitamento (-) o accreditamento (+) -49.403 -23.191 -42.575 -80.800 -53,1 83,6 89,8

ENTRATE

AGGREGATI Milioni di euro Variazioni percentuali

USCITE

Tavola 1.9 - Conto economico consolidato delle Ammnistrazioni pubbliche (a) - Anni 2006 - 2009 (in milioni di

euro a prezzi correnti e variazioni percentuali)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali

(a) Conto elaborato secondo il Sistema dei conti nazionali (SEC95) nella versione semplificata a due sezioni. (b) La voce contiene anche le acquisizioni nette di attività non finanziarie non prodotte.

le”,22per un importo di circa 5 miliardi di euro; b) i versamenti una tantum dell’imposta sostitutiva di tributi che hanno interessato alcuni settori dell’eco-nomia, in particolare quello bancario.23

Le imposte in conto capitale, nel complesso, hanno offerto un contributo posi-tivo, pari a 1,6 punti percentuali, alla dinamica delle entrate, contro un apporto nullo in Francia, Germania e Spagna, e fortemente negativo nel Regno Unito, do-ve hanno sottratto 3,1 punti percentuali all’andamento dell’aggregato (Tavola 1.8). Tutte le altre grandi componenti del prelievo fiscale sono risultate in calo: le imposte indirette del 4,2 per cento, dopo essere diminuite già del 4,9 nel 2008, le imposte dirette del 7,1 per cento e i contributi sociali effettivi dello 0,5 (Tavola 1.9). La flessione delle imposte dirette è dovuta essenzialmente al calo del gettito Ires (-23,1 per cento) rispetto al 2008, mentre quella delle imposte indiret-te risenindiret-te delle significative diminuzioni del gettito dell’Iva (-6,7 per cento) e del-l’Irap (-13,0 per cento). L’andamento dei contributi sociali effettivi riflette la te-nuta delle retribuzioni lorde, dovuta alla lieve crescita dell’importo medio pro ca-pite, che ha parzialmente compensato la flessione dell’occupazione.

La generalizzata flessione delle entrate fiscali sintetizza comunque dinamiche differenziate tra paesi: con l’eccezione delle imposte in conto capitale, l’Italia e la Germania presentano variazioni piuttosto simili. L’impatto del calo delle imposte dirette sulle entrate, circa due punti percentuali in Italia e Germania, è stato con-siderevolmente maggiore in Francia, Spagna e Regno Unito. In questi due ultimi paesi, all’opposto della Francia, anche le imposte indirette hanno registrato una flessione importante, determinando così un deterioramento complessivo delle en-trate molto maggiore rispetto a Italia, Germania e Francia.

Infine, per quanto attiene alle amministrazioni locali, nel 2009 in Italia queste hanno beneficiato di un aumento delle entrate a prezzi correnti di circa il 4 per cento, ma è caduta bruscamente sia la quota delle entrate fiscali di loro assegna-zione (dal 15,6 al 14,3 per cento), sia la quota delle entrate tributarie sulle quelle complessive di queste amministrazioni (dal 43,8 al 37,6 per cento).

22Legge 3 agosto 2009, n. 102 per la regolarizzazione o rimpatrio di attività finanziarie e patrimo-niali detenute all’estero da soggetti residenti.

23Art. 15, decreto legge n. 185/2008 concernente il “Riallineamento e rivalutazione volontaria di valori contabili”.

Per saperne di più

European Commission. Economic Crisis in Europe: Causes, Consequences and Responses. Luxembourg: EC, 2009. (European Economy n. 7).

http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/publication15887_en.pdf European Commission. European Economic Forecast: Spring 2010. Luxembourg: EC, 2010. (European Economy n.2). http://ec.europa.eu/economy_finance/ publications/ european_economy/2010/pdf/ee-2010-2_en.pdf

Oecd. The Financial Crisis: Reform and Exit Strategies. Paris: Oecd, 2009. http://www.oecd.org/dataoecd/55/47/43091457.pdf

Oecd. Labour Market and the Crisis. Paris: Oecd, 2010. (Economics department working paper, no. 756, 16 apr. 2010). http://www.olis.oecd.org/ olis/2010doc.nsf/LinkTo/NT0000290a/$file/jt03281945.pdf

Bank for International Settlements. 79th Annual Report: 1 April 2008-31 March 2009. Basel: Bis, 2009. http://www.bis.org/publ/arpdf/ar2009e.htm Imf. World Economic Outlok: Rebalancing growth (Apr. 2010); Crisis and Recovery (Apr. 2009). http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2010/01/ http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2009/01/

I pagamenti una tantum sostengono il gettito… …mentre calano gli introiti da imposte dirette e indirette

2.1 Introduzione

La crisi economica internazionale ha coinvolto tutte le principali economie, con un impatto particolarmente rilevante per i paesi, come l’Italia, a forte voca-zione manifatturiera e propensione all’export. Nel primo capitolo di questo Rapporto si è cercato di comprendere la natura di questa crisi e di valutarne l’im-patto sul complesso dell’economia.

In questo capitolo si analizza l’impatto della crisi sul sistema produttivo, guar-dando ai diversi segmenti, ai comportamenti che caratterizzano le differenti tipo-logie di imprese nell’attuale fase congiunturale e nel “lungo periodo”.

Le analisi qui presentate affrontano tali questioni, tenendo in dovuta consi-derazione le condizioni strutturali di partenza e l’evoluzione del sistema pro-duttivo italiano nella prima parte del decennio.

In particolare, si valutano le dinamiche caratterizzanti la recessione e il suc-cessivo recupero in un contesto di medio periodo, si mettono in risalto i feno-meni di persistenza o cambiamento che hanno percorso il sistema delle impre-se nell’ultimo decennio, cogliendone le eterogeneità interne, e si delinea una “mappa” della ripresa in corso attraverso la misurazione e l’analisi dei segmenti di imprese già proiettati a cogliere le opportunità della congiuntura positiva e di quelli più in ritardo.

Un primo tema di approfondimento riguarda le dinamiche del sistema pro-duttivo durante la crisi e la successiva svolta ciclica. La caduta dei livelli di atti-vità nel biennio 2008-2009 è stata in Italia quasi doppia che nella media dei paesi dell’Unione europea ed è sopraggiunta dopo un lungo periodo di crescita economica stentata, con segni di recupero manifestatisi solo nel biennio 2006-2007. Complessivamente, il divario di produttività del lavoro tra Italia e prin-cipali partner europei è andato ampliandosi, con un impatto del fattore dimen-sionale sempre più negativo, mentre la composizione settoriale del sistema manifatturiero italiano si è andata avvicinando a quella dei nostri principali partner. L’approfondimento dell’analisi delle tendenze settoriali e dimensionali mostra che, nel confronto europeo, il peggioramento della posizione relativa delle imprese italiane tra il 2001 e il 2007 è imputabile alle micro e alle grandi imprese, mentre quelle di piccole e medie dimensioni mostrano buoni livelli assoluti e relativi di performance.

L’utilizzo dei dati di un panel di imprese integrati con informazioni prove-nienti dalle rilevazioni Istat e dagli archivi amministrativi ha consentito di approfondire le dinamiche individuali delle imprese, la variabilità dei risultati economici e la loro recente dinamica occupazionale. Da queste emergono

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