Capitolo 2 - Gli effetti della crisi sulle imprese
2.2 Il sistema produttivo italiano verso l’uscita dalla crisi
2.2.1 Impatto della crisi ed evoluzione recente nei profili settoriali
Come abbiamo visto nel primo capitolo, in Italia e nell’Uem gli impulsi re-cessivi si sono concentrati nel settore delle costruzioni e in quello manifatturie-ro e, all’interno di questo, nei comparti più esposti al commercio internaziona-le, in particolare in quello dei beni di investimento. Anche alcuni settori dei servizi, specialmente quelli connessi all’attività delle imprese, hanno risentito della recessione in maniera acuta, mentre sono rimasti relativamente poco coin-volti dalla crisi quelli più direttamente legati alla domanda delle famiglie e del settore pubblico. Il lento processo di recupero emerso nella seconda parte del 2009 è risultato sufficientemente generalizzato, seppure con intensità settoriali poco omogenee e con l’importante eccezione del settore delle costruzioni, ca-ratterizzato dal permanere di una tendenza negativa.
Con riferimento all’industria, il profilo ciclico dell’indice della produzione industriale è stato simile per tutti i grandi comparti, ma l’ampiezza della con-trazione della produzione registrata nella fase recessiva (aprile 2008-marzo 2009) è stata diversa, con una concentrazione nei beni strumentali e in quelli intermedi (con riduzioni intorno al 30 per cento), mentre le componenti dei beni di consumo e dell’energia hanno registrato riduzioni meno accentuate (in-torno al 15 per cento).
Al di là delle differenze di intensità della caduta, la rapidità nella trasmissio-ne della crisi all’interno dei settori industriali è stata elevatissima. Lo testimo-La recessione
colpisce i settori più esposti alla concorrenza internazionale…
2. GLI EFFETTI DELLA CRISI SULLE IMPRESE
1L’indice di diffusione è calcolato come quota, sulla numerosità assoluta, dei gruppi (3a cifra della classificazione Ateco 2007) che presentano variazioni congiunturali positive; a loro volta, le variazio-ni sono calcolate su medie trimestrali mobili degli indici di gruppo, destagionalizzati ad hoc per que-sto specifico esercizio.
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09 gen-10 Figura 2.1 - Indici di diffusione nel comparto industriale (a) - Anni 2002-2010 (valori
percentuali)
Fonte: Istat, Indagine mensile sulla produzione industriale
(a) L’indice di diffusione è calcolato come quota, sulla numerosità assoluta, dei gruppi (3a cifra della classifica-zione Ateco 2007) che presentano variazioni congiunturali positive; a loro volta, le variazioni sono calcolate su medie trimestrali mobili degli indici di gruppo, destagionalizzati ad hoc per questo specifico esercizio.
…ma si propaga velocemente in tutti gli altri
nia l’indice di diffusione1 calcolato sulle variazioni congiunturali dell’indice della produzione industriale a livello disaggregato: se ad aprile 2008 il 65 per cento dei gruppi presentava variazioni congiunturali positive, già a luglio 2008 tale percentuale si era ridotta al 22 per cento e a novembre 2008 rappresentava meno del 10 per cento del totale, per poi risalire a partire dalla primavera, quando la tendenza positiva ha coinvolto rapidamente una quota elevata di set-tori (Figura 2.1).
Nel confronto tra il primo semestre del 2009 e il corrispondente del 2008, tutte le sottosezioni dell’industria manifatturiera, con la sola eccezione della farmaceutica, presentano variazioni negative. In un solo caso, i prodotti ali-mentari, la riduzione è inferiore al 10 per cento. Le situazioni di maggiore ca-duta (con diminuzioni superiori al 30 per cento) si sono registrate nella fabbri-cazione di macchinari e apparecchiature, nella fabbrifabbri-cazione di apparecchiatu-re elettriche, nella metallurgia e prodotti in metallo e nei mezzi di trasporto (Tavola 2.1).
Il ruolo esercitato dalla parte della produzione venduta sui mercati all’espor-tazione è stato fondamentale nel determinare il segno e l’intensità delle fluttua-zioni cicliche nel biennio 2008-2009. Confrontando le componenti nazionale ed estera degli indici del fatturato industriale, deflazionate con i rispettivi indici dei prezzi alla produzione, si nota come la componente venduta all’estero abbia segnato, nel biennio 2006-2007, una crescita particolarmente robusta (con tas-si vicini al 10 per cento), per poi subire una contrazione tas-significativamente più accentuata di quella registrata dal fatturato nazionale (Figura 2.2).
Fonte: Elaborazioni su Istat, Indagine mensile sul fatturato e ordinativi; Rilevazione mensile dei prezzi alla-25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Fatturato nazionale deflazionato Fatturato estero deflazionato Fatturato totale deflazionato
Figura 2.2 - Fatturato industriale deflazionato - Anni 2003-2009 (variazioni percentuali) 2010
III IV I II III IV I (a) I II
C Attività manifatturiere -4,9 -8,3 -10,9 -1,9 2,3 1,2 1,3 -23,4 -13,7 CA Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco -1,5 -1,7 0,3 0,2 1,3 -0,2 0,7 -3,3 1,0 CB Industrie tessili, dell'abbigliamento, articoli in pelle
e simili -2,7 -0,2 -12,4 -0,4 6,9 1,9 4,6 -15,9 -6,2
CC Industria dei prodotti in legno e carta, stampa -2,9 -6,5 -6,6 -1,4 0,3 -1,9 0,3 -16,8 -11,8 CD Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla
raffinazione del petrolio -1,1 -0,2 -8,1 3,9 -1,5 -3,9 -1,5 -11,1 -7,9 CE Fabbricazione di prodotti chimici -1,3 -13,5 -7,7 5,9 6,5 -2,5 1,7 -20,0 -4,7 CF Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di
preparati farmaceutici 3,5 -0,6 -3,5 1,4 2,4 0,6 2,7 0,4 1,0 CG Fabbricazione di articoli in gomma e materie
plastiche e di altri prodotti della lavorazione di
minerali non metalliferi -5,1 -11,6 -10,9 0,7 1,8 -0,8 -1,3 -26,5 -14,3 CH Metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo
esclusi macchinari e attrezzature -1,8 -13,6 -18,0 -5,4 2,9 2,7 -0,7 -34,2 -23,5 CI Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica
e ottica -2,2 -4,0 -5,0 -0,6 -0,4 2,6 3,6 -13,3 -8,3
CJ Fabbricazione di apparecchiature elettriche e
apparecchiature per uso domestico non elettriche -5,6 -15,1 -17,1 -8,8 7,3 8,1 4,1 -35,6 -21,3 CK Fabbricazione di macchinari e apparecchiature n.c.a. -6,9 -12,4 -17,5 -10,1 2,0 2,5 2,8 -35,7 -27,8 CL Fabbricazione di mezzi di trasporto -8,8 -16,8 -12,2 -1,8 10,2 -2,8 -0,2 -32,6 -15,8 CM Altre industrie manifatturiere, riparazione e
installazione di macchine e apparecchiature -4,0 -2,8 -10,1 -3,9 2,0 2,5 0,7 -16,5 -12,0 Variazioni semestrali percentuali
sullo stesso semestre del 2008 su dati corretti per gli
effetti di calendario 2009 Variazioni trimestrali percentuali sul trimestre
precedente su dati destagionalizzati
ATTIVITÀ ECONOMICHE
2008 2009
Tavola 2.1 - Indice della produzione industriale nel settore manifatturiero - Anni 2008-2010 (variazioni
percentuali)
Fonte: Istat, Indagine mensile sulla produzione industriale
(a) Variazione del trimestre dicembre 2009-febbraio 2010 rispetto al trimestre settembre-novembre 2009.
Fonte: Elaborazione su dati Istat, Indagine mensile su fatturato e ordinativi; Rilevazione mensile dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali
Stesso risultato si ottiene confrontando l’andamento della produzione indu-striale e delle esportazioni in volume2 per ciascuna sottosezione del settore mani-fatturiero (Figura 2.3). Tra il primo semestre del 2008 e lo stesso periodo del 2009 le performance settoriali peggiori in termini di produzione si accompagnano alle più forti contrazioni delle vendite all’estero. Sono da segnalare, in particolare, i set-tori delle macchine e apparecchiature e della metallurgia (comparti che rappresen-tano rispettivamente circa il 20 e il 12 per cento del totale delle vendite all’estero dell’Italia), per i quali la caduta dell’ordine del 35 per cento del livello della pro-duzione si associa a una flessione di oltre il 30 per cento delle esportazioni.
Tra i settori in cui la relazione appare meno diretta, si segnala l’industria ali-mentare per la quale si registra un calo della produzione contenuto a fronte di una riduzione del volume delle esportazioni relativamente meno ampia (-9,5 per cen-to), cosicché l’incidenza di questo settore sulle esportazioni totali in valore ha su-perato il 7 per cento.
Nella media dell’anno 2009, i comparti che hanno subito cadute di produzio-ne superiori al 30 per cento rappresentano il 23 per cento del totale della produ-zione, quelli che hanno avuto diminuzioni comprese tra il 10 e il 30 per cento pe-sano per poco meno del 55 per cento del totale, quelli che hanno conseguito va-riazioni annuali positive rappresentano solo il 4 per cento3(Tavola 2.2).
La risalita dell’attività industriale ha conseguito risultati relativamente limitati, se comparati con l’ampiezza della caduta, ma è stata piuttosto continua e, come già osservato, diffusa. Tra il minimo di marzo 2009 e il livello di marzo 2010 l’in-dice generale della produzione industriale ha segnato un incremento del 6,4 per cento, con un recupero assai marcato per i beni intermedi (cresciuti del 10,7 per cento) e significativo nel caso dei beni di consumo e di quelli strumentali (con in-crementi rispettivamente del 5,0 per cento e del 2,8 per cento). I comparti più di-namici nella seconda parte del 2009 e nel primo scorcio di quest’anno sono stati quello dell’industria tessile, abbigliamento, pelli e accessori, della fabbricazione di apparecchiature elettriche e per uso domestico e dei prodotti chimici.
2. GLI EFFETTI DELLA CRISI SULLE IMPRESE
CM CL CK CJ CI CH CG CF CE CD CC CB CA C -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 Produzione E s portazioni (indici in volume)
Fonte: Istat, Indagine mensile sulla produzione industriale; Statistiche del commercio con l’estero
(a) Per la descrizione delle sottosezioni si veda la tavola 2.1.
Figura 2.3 - Indici della produzione industriale e indici delle esportazioni in volume nelle sottosezioni del set-tore manifatturiero (a) - I semestre 2009 (variazioni percentuali sul I semestre 2008)
2Si tratta degli indici dei volumi dei flussi esportati derivanti dalle statistiche del commercio estero.
3Nella tavola sono stati oscurati dei gruppi i cui dati sono considerati riservati a causa del numero molto limitato di imprese inserite nella rilevazione; tali gruppi sono comunque inclusi nel computo dei pesi.
Produzione ed export allineati nella caduta in molti comparti Ancora deboli ma generalizzati i segnali di recupero…
Il settore delle costruzioni è stato fortemente coinvolto dalla crisi economica, presentando una netta contrazione dell’attività produttiva. La discesa della pro-duzione è iniziata nell’ultima parte del 2008, per poi accelerare nel corso del 2009 (-11,3 per cento in media d’anno). Al contrario dell’industria in senso stretto le costruzioni non hanno manifestato una ripresa nei mesi più recenti: negli ultimi due trimestri del 2009 l’andamento congiunturale è rimasto ancora nettamente negativo, con cali della produzione, rispettivamente, del 2,7 e dello 0,9 per cento.
La crisi economica ha coinvolto in maniera acuta anche parti importanti del comparto dei servizi. Nel 2009 il valore aggiunto dell’insieme dei servizi che com-prende commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni è di-minuito del 6,3 per cento. La flessione è stata particolarmente accentuata nel com-mercio all’ingrosso (-12,7 per cento) e in quello al dettaglio (-5,5 per cento), mentre è stata moderata nei servizi di trasporto, magazzinaggio e comunicazioni (-3,8 per cento) e in quelli di ricezione alberghiera e dei pubblici esercizi (-2,0 per cento).
Gli indicatori congiunturali sull’attività produttiva nei servizi presentano, pur con importanti differenze di intensità, una flessione ciclica molto marcata in cor-rispondenza della fase acuta della recessione e un recupero nella seconda parte del 2009, che non sembra però essersi esteso a tutti i comparti. Ad esempio, il com-mercio al dettaglio stenta a recuperare: l’indice del valore delle vendite misurato a prezzi correnti mostra che la tendenza discendente, manifestatasi a partire dal se-condo trimestre del 2008, è proseguita a un ritmo relativamente costante per buo-na parte dello scorso anno, arrestandosi solo nel quarto trimestre grazie a un
recu-ATTIVITÀ ECONOMICHE (a)
2009 Peso del gruppo rispetto al totale
Fabbricazione di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi -58,7 0,343 Fabbricazione di altre apparecchiature elettriche -55,8 0,733 Fucinatura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli; metallurgia delle polveri -42,9 1,528 Trattamento e rivestimento dei metalli; lavori di meccanica generale -42,5 3,851 Fabbricazione di prodotti di cokeria -38,5 0,020 Fabbricazione di macchine per la formatura dei metalli e di altre macchine utensili -36,0 1,201 Fabbricazione di altre macchine per impieghi speciali -35,6 3,381 Fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori -35,2 2,487 Fabbricazione di macchine per l'agricoltura e la silvicoltura -35,1 0,969
Siderurgia -34,6 2,196
Fabbricazione di macchine di impiego generale -34,3 2,653 Fabbricazione di computer e unità periferiche -33,8 0,246
Fonderie -33,2 0,932
Fabbricazione di prodotti refrattari -32,8 0,082 Fabbricazione di materiali da costruzione in terracotta -31,5 1,444
Fabbricazione di articoli in gomma -31,2 0,892
Fabbricazione di componenti elettronici e schede elettroniche -30,5 0,156 Fabbricazione di fibre sintetiche e artificiali -30,3 0,105 Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne -0,9 1,569 Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei -0,1 0,280
Industria delle bevande -0,1 1,313
Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 0,2 0,634
Industria del tabacco 1,2 0,140
Fabbricazione di medicinali e preparati farmaceutici 1,8 2,775 Produzione di oli e grassi vegetali e animali 4,7 0,297 Tavola 2.2 - Indice della produzione industriale per alcuni gruppi di attività economica del settore manifatturiero - Anno 2009 (dati corretti per gli effetti di
calenda-rio; variazioni percentuali annue e peso del gruppo sul totale del settore)
Fonte: Istat, Indagine mensile sulla produzione industriale
(a) Sono stati considerati i gruppi con variazioni inferiori a -30 e superiori a -1 per cento; tra questi sono stati oscurati dei gruppi i cui dati sono considerati riservati a causa del numero molto limitato di imprese; tali gruppi sono comun-que inclusi nel computo dei pesi.
..con l’eccezione delle costruzioni
…e del commercio al dettaglio
pero della componente non alimentare, la quale però ha manifestato nei primi due mesi di quest’anno una nuova lieve diminuzione. Nella media del 2009, le vendi-te sono calavendi-te in valori correnti dell’1,7 per cento (Figura 2.4).
All’andamento negativo del commercio al dettaglio nel suo complesso ha cor-risposto un ulteriore spostamento delle quote di mercato a favore della distribu-zione moderna rispetto a quella tradizionale; per la prima le vendite si sono man-tenute pressoché stabili (+0,1 per cento, dopo un incremento dell’1,5 nel 2008), mentre per gli esercizi di piccola dimensione si è registrato, per il secondo anno consecutivo, un calo molto ampio del volume di affari (-2,7 per cento nel 2009 e -1,5 nel 2008).
Anche i settori più legati alle catene di movimentazione e distribuzione dei be-ni hanno attraversato, tra la fine del 2008 e l’ibe-nizio del 2009, una fase di intensa contrazione del giro d’affari. Ciò riguarda, in primo luogo, il commercio all’in-grosso e il trasporto marittimo, che hanno subito cali del fatturato dell’ordine del 15-20 per cento tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009; un risultato ancora peg-giore è stato registrato nel medesimo periodo per il trasporto aereo. A partire dal secondo trimestre del 2009 questi settori hanno segnato un recupero, più accen-tuato per il trasporto aereo e meno per il commercio all’ingrosso (Figura 2.5).
Un profilo ciclico del tutto diverso ha caratterizzato invece il comparto delle at-tività di informazione e comunicazione, per le quali la discesa del fatturato è ini-ziata già prima della crisi economica (segnatamente nel primo trimestre del 2008), si è accentuata nella fase acuta della recessione ed è poi proseguita nella seconda parte dello scorso anno. Nell’arco di due anni il fatturato a prezzi correnti è sceso di circa l’8 per cento, un risultato da leggere però alla luce della continua riduzio-ne dei prezzi che caratterizza questo settore.
Il settore turistico e ricettivo ha risentito in misura piuttosto rilevante del peg-gioramento generalizzato delle condizioni dell’economia. I risultati provvisori del-la rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi indicano per il 2009 un calo complessivo delle presenze (ovvero delle notti trascorse negli esercizi) del 4,1 per cento, con un’accentuazione della tendenza discendente già emersa nel 2008. La diminuzione dell’attività è stata lievemente più accentuata per la com-ponente straniera della clientela (-4,7 per cento le presenze). In termini congiun-turali e al netto degli effetti stagionali, l’andamento delle presenze è rimasto
nega-2. GLI EFFETTI DELLA CRISI SULLE IMPRESE
98 99 100 101 102 103 104 105 106
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I bim
2005 2006 2007 2008 2009 2010
Totale Alimentari Non alimentari
Fonte: Istat, Rilevazione mensile delle vendite al dettaglio
Figura 2.4 - Indice delle vendite al dettaglio - Anni 2005-2010 (numeri indice media 2005=100; medie
trime-strali su dati destagionalizzati)
La recessione accentua la crisi della distribuzione tradizionale Il settore turistico continua a soffrire
tivo fino al secondo trimestre del 2009, segnando poi un primo significativo recu-pero (+2,3 per cento) nel terzo trimestre, grazie soprattutto alla crescita registrata per gli stranieri. L’inversione di tendenza non si è però confermata nell’ultimo tri-mestre dell’anno, segnato da un nuovo calo degli arrivi (Figura 2.6).
70 75 80 85 90 95 100 105 110 115 120
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV
2006 2007 2008 2009
Commercio all'ingrosso Trasporto marittimo Trasporto aereo Poste
Servizi di informazione e comunicazione
Fonte: Istat, Rilevazione trimestrale del fatturato nel settore del commercio all’ingrosso, del trasporto marittimo, del
trasporto aereo, delle telecomunicazioni
Figura 2.5 - Indici trimestrali del fatturato di commercio all’ingrosso, trasporto marittimo, trasporto aereo, poste e servizi di informazione e comunicazione -Anni 2006-2009 (numeri indice media 2005=100; dati destagionalizzati)
95 97 99 101 103 105 107 109 111 113
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV
2005 2006 2007 2008 2009
Totale Italiani Stranieri
Fonte: Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi
Figura 2.6 - Presenze totali, italiani e stranieri - Anni 2005-2009 (numeri indice media
2. GLI EFFETTI DELLA CRISI SULLE IMPRESE
Sfruttando un panel di imprese manifatturiere co-struito e aggiornato dall’Istat per la produzione dell’in-dice mensile del fatturato industriale, emergono interes-santi elementi sui rapporti tra eterogeneità nei profili di crescita delle imprese e fasi del ciclo economico. In parti-colare, il panel si basa su circa 2.500 medie e grandi im-prese industriali (812 imim-prese grandi e 1.715 medie) os-servate nel periodo primo trimestre 2006-primo bimestre 2010. Queste unità impiegano oltre 900 mila addetti e rappresentano circa il 60 per cento delle grandi imprese industriali e quasi il 20 per cento di quelle medie.
I dati del panel segnalano, in primo luogo, come anche nella fase più acuta della crisi una quota non residuale di imprese abbia aumentato il proprio fat-turato. Ciò conferma la forte eterogeneità dei compor-tamenti delle imprese industriali e spiega i messaggi contraddittori emersi negli ultimi mesi da analisi condotte su insiemi parziali di imprese.
In particolare, la variabilità nei tassi di crescita del fatturato (rispetto allo stesso periodo dell’anno preceden-te) aumenta a partire dalla seconda metà del 2008, rag-giungendo un picco (Figura 2.7) nel primo trimestre 2009, cioè nel punto di minimo dell’attività produtti-va. Successivamente si nota una diminuzione della va-riabilità, che conferma la presenza di effetti recessivi ge-neralizzati all’intero sistema produttivo. Nel periodo più recente, relativo al primo bimestre 2010, la varia-bilità torna a crescere, sottolineando la differente capa-cità delle imprese di cogliere i segnali di recupero dell’e-conomia nazionale e mondiale. Questa dinamica è più accentuata per le medie imprese industriali.
Le medie e grandi imprese industriali
nella crisi e nella ripresa
L’analisi della dinamica del fatturato trimestrale delle medie e grandi imprese industriali (Figura 2.8) mostra, a partire dal terzo trimestre 2008, un forte e rapido incremento delle imprese in grave difficoltà (tassi di variazione tendenziale del fatturato trime-strale negativi e superiori al 20 per cento) e una note-vole riduzione della quota di imprese con variazioni positive, seppur contenute, del volume di affari (tassi di crescita tendenziali del fatturato trimestrale infe-riori al 20 per cento). La continua e progressiva ridu-zione della quota di imprese in forte espansione (tassi di crescita tendenziali del fatturato trimestrale supe-riori al 20 per cento) raggiunge un minimo nel primo e secondo trimestre 2009.
La successiva inversione ciclica è evidente anche nel-la distribuzione delnel-la quota di imprese con crescita ele-vata, che torna a espandersi, mentre la quota di impre-se in debole contrazione resta invariata. Anche impre-se in pro-gressiva riduzione, la quota di imprese in difficoltà ri-mane significativa.
La dimensione aziendale non influenza i risultati dell’analisi, sia nella fase di entrata e persistenza della crisi, sia in quella più recente di progressivo recupero del fatturato. Al contrario, appare decisamente rilevante il posizionamento sui diversi mercati di sbocco. Le impre-se prevalentemente rivolte al mercato interno (oltre due terzi del fatturato realizzato con vendite sul mercato na-zionale) sembrano risentire in modo più contenuto de-gli effetti della crisi, mentre quelle con un forte orienta-mento ai mercati esteri (oltre due terzi del fatturato rea-lizzato con vendite all’estero) risentono prima degli ef-N 20 25 30 35 40 45 50
I II III IV I II III IV I II III IV I bim
2007 2008 2009 2010
Totale Grandi imprese Medie imprese
Fonte: Istat, Indagine mensile sul fatturato dell’industria; Registro statistico delle imprese attive
Figura 2.7 - Fatturato delle medie e grandi imprese industriali - Anni 2007-2010 (coefficienti di variazione
N
fetti della crisi e subiscono un impatto più ampio nella fase più acuta (Figura 2.9).
D’altra parte, se le imprese con un significativo orientamento alle esportazioni (quota di export sul fat-turato compresa tra uno e due terzi) appaiono le più col-pite nella fase centrale della crisi, esse si distinguono an-che per il più rapido recupero. Peraltro, le imprese con un forte orientamento ai mercati esteri presentano più elevati tassi di crescita del fatturato in ogni fase del ciclo economico, confermando, da un lato, la maggior vulne-rabilità a crisi globali delle imprese export-oriented, dall’altro, la loro maggiore persistenza nel segmento di quelle che realizzano una crescita più sostenuta.
Infine, va segnalato come la propensione all’export delle imprese del panel mostri, nel passato, una conte-nuta reattività alle diverse fasi del ciclo economico e risulti sostanzialmente stabile per grandi e medie im-prese, anche in relazione ai diversi profili di orienta-mento ai mercati. A partire dalla fine del 2008, però, si nota una significativa crescita della variabilità del-la propensione all’export per tutti i profili dimensio-nali e di orientamento ai mercati, il che sembra indi-care, soprattutto per le medie imprese con un elevato orientamento alle esportazioni, un tentativo di ripo-sizionarsi sui mercati che garantiscono le migliori oc-casioni di crescita.