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Durante il secondo conflitto mondiale, quando i bombardamenti distrussero la vicina Torre di Berta54, fu

danneggiato anche il palazzo Vescovile dalle schegge delle granate, nei muri esterni ed interni e negli infissi. Il vescovo pompeo Ghezzi fece tempestivamente eseguire i lavori di restauro necessari in seguito agli eventi

gotica». cfr. SalmI 1942-44. Trent’anni dopo, quei restauri furono definiti «eseguiti secondo criteri non del tutto accettabili». cfr. DI pIeTro-FanellI 1973, p. 144.

54 cfr. uGolInI 1945, pp. 43-47.

Fig. 43 Vista della navata sinistra verso la controfacciata durante i restauri. Sul- lo sfondo si osserva la cantoria dell’or- gano ottocentesco, e in primo piano è appoggiata una delle capriate che an- dranno a sostituire la copertura voltata. aVS, Filza 97, VIII

Fig. 45 Fondazioni della nuova absi- de semicircolare. Fotografia scattata durante i lavori degli anni Quaranta. aVS, Filza 97, VIII

bellici e riguardanti sia il palazzo Vescovile che la cattedrale. la guerra infatti non risparmiò nemmeno la chiesa, rovinando parte del corridoio dietro l’abside e delle strutture di copertura: tra i restauri dovuti ai danni bellici si annoverano infatti il rifacimento del tetto nella zona presso l’organo, la richiusura di una porzione della volta lungo la navata destra e la sostituzione di una trave di grossa orditura sopra la navata sinistra, di fronte alla cappella del Volto Santo.

nel 1956 il vescovo Domenico Bornigia decise di riportare alla luce la primitiva tribuna dietro l’abside semicircolare, ormai da secoli ridotta a terrapieno, allo scopo, oltre che di riscattare un interessante esempio di architettura medievale, di ingrandire gli ambienti di servizio alla sacrestia, così da renderla maggiormente funzionale. I lavori cominciarono sei anni più tardi, con la pulitura e il ripristino del paramento murario originario e la realizzazione della nuova copertura in cemento armato55. In quell’occasione fu riportato alla

luce il paramento murario in pietra risalente al XIV secolo, successivamente intonacato, e le lesene ancora oggi in evidenza in corrispondenza degli angoli interni dell’antica tribuna. alla fine degli anni cinquanta si cominciarono anche gli scavi all’interno della cappella del monacato, con la convinzione di ritrovare i resti della tomba di piero della Francesca, che tante chiacchiere e tradizioni locali volevano ubicata in quel posto. l’esito delle ricerche non fu quello atteso, in quanto gli esami rivelarono che quello che si credeva fosse il corpo del celebre artista aretino, in realtà era la salma di un giovane uomo, la cui età non coincideva con quella di piero, morto a quasi ottant’anni.

Durante gli anni Sessanta fu realizzato il progetto di adeguamento dell’abside alle norme del concilio Vaticano II, in seguito al quale fu rimosso il polittico senese della Resurrezione di Gesù (Scheda 8), e collocato

nel museo civico, per consentire al sacerdote di celebrare la Santa messa versus populum, non voltando più

le spalle ai fedeli. In quell’occasione fu tamponata dall’interno la finestra centrale, con l’intento di eliminare il fastidio della luce diretta verso i praticanti che partecipano alle celebrazioni liturgiche.

Tra il 1977 e il 1979 si portarono a termine lavori di manutenzione e restauro conservativo della zona dietro l’abside, consistenti nella sistemazione della sala creata nell’antica tribuna trecentesca, fino ad allora rimasta stonacata, e nella revisione della relativa copertura, nella realizzazione dell’intonaco interno e nella realizzazione del pavimento e dell’impianto elettrico. Fu revisionato anche l’intonaco esterno dell’abside costruito circa trent’anni prima. Il polittico senese della Resurrezione di Gesù fu di nuovo collocato in

cattedrale, dietro l’altare maggiore, sopra l’antica mensa in pietra, facente parte dell’altare e sostituita da una nuova lastra lapidea di spessore minore. Furono traslocate le due statue robbiane dei Santi Biagio e Benedetto (Scheda 1) dal presbiterio alla controfacciata, ai lati del portone d’ingresso, dove si trovano ancora oggi.

55 per le fotografie e i documenti degli anni Sessanta raffiguranti lo svuotamento del terrapieno e la nuova copertura a lavori ultimati cfr. aGSar, F 36, 6, Sansepolcro, cattedrale, 1908-1967.

Fig. 44 planimetria della cattedrale firmata dell’Ing. Gabrielli e datata 24 luglio 1943. Sono indicate le trasfor- mazioni avvenute nei secoli in corri- spondenza della zona absidale

Fig. 46 ritrovamento dell’antico roso- ne in facciata. aVS, Filza 97, VIII

Furono inoltre collocate le tavole dell’Ascensione del perugino (che si trovava nella cappella del Volto Santo)

e della Resurrezione di raffaellino del colle, lungo la parete della navata sinistra.

all’inizio degli anni ottanta furono realizzati alcuni interventi di manutenzione ordinaria riguardanti il restauro e la pulitura degli altari laterali in stucco, di alcune delle opere d’arte, dei confessionali lignei, delle porte e di tutte le parti in pietra. Fu inoltre restaurato l’altare barocco mediante pulitura, reintegrazione di colore nelle parti mancanti e patinatura di cera nelle parti bisognose. Il fonte battesimale esagonale fatto realizzare dal vescovo niccolò Tornabuoni, conservato nel centro del monacato dal 1858, fu ricollocato nella posizione originaria, dove rimane ancora oggi, a sinistra del portale d’ingresso alla chiesa. Gli interventi interessarono anche la revisione della struttura lignea di copertura della navata destra, l’impermeabilizzazione della falda e il rifacimento del manto. Fu inoltre richiusa la nicchia presente nel muro laterale destro in corrispondenza del vecchio Altare del SS. Crocefisso, costruita probabilmente negli anni Quaranta proprio

in occasione della demolizione dell’altare, che conteneva la statua in pietra policroma della Madonna con Bambino, oggi ubicata all’ingresso della cappella del Volto Santo56. Fu inoltre risanato il chiostro, all’epoca

fatiscente nell’intonaco, dal quale affioravano gli archi in mattoni dell’antico cortile cinquecentesco. la zona centrale, oggi pavimentata, ospitava un altissimo cedro. agli anni ottanta risale anche la sistemazione della cappella del Volto Santo cosi come la si osserva oggi: furono ripulite le pareti e tutto l’ambiente dai quadri e dagli orpelli presenti, con l’intento di enfatizzare l’importanza dell’opera lignea, fu abbassato di un gradino l’altare e spostato in avanti per consentire la chiusura della nicchia che ospitava il Volto Santo e delle

due porte comunicanti con il presbiterio e con la sacrestia. la nicchia fu chiusa con una parete in cartongesso che nascondeva anche l’occhio sopra il crocifisso, da cui filtrava luce diretta, così da scansare il disturbo visivo per chi contempla il simulacro (Figg. 50 e 51). I lavori si protrassero fino alla metà degli anni novanta con il restauro della copertura della navata sinistra e il rifacimento dell’intonaco esterno del muro verso il palazzo delle laudi. Questo restauro, che oltre alla cappella interessò lo stesso crocifisso, fu un’occasione per portare a termine interessanti studi sull’origine della sacra scultura lignea, supervisionati dall’allora Soprintendente anna maria maetzke57.

al 1996 risale il restauro del trono ligneo cinquecentesco, oggi collocato a destra dell’altare maggiore. I restauri più recenti, si tratta sempre di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, risalgono al 2005. In quell’occasione fu rivisitata ancora una volta la copertura, con sostituzione di parte del manto e

56 la presenza della nicchia contenente la Madonna con Bambino è documentata da una fotografia pubblicata in LA BADIA DI SANSEPOl- CRO 2012, Fig. 36, e da quanto descritto in BrIllI 1972, p. 18.

57 IL VOLTO SANTO DI SANSEPOLCRO 1994.

Fig. 47 Due operai eseguono il restauro di un capitello della navata centrale con la tecnica del tassellamento. aVS, Filza 97, VIII

impermeabilizzazione con uno strato bituminoso, sostituzione dei canali di gronda e dei pluviali fatiscenti. Fu revisionato l’intonaco interno ed esterno, furono pulite tutte le strutture lignee del soffitto della navata centrale e il pavimento in cotto all’interno della chiesa. Gli interventi riguardarono anche la facciata della cattedrale, con il restauro degli elementi lapidei dei portali58.

nel gennaio 2012, in occasione dei festeggiamenti per il millenario della città di Sansepolcro e della stessa cattedrale, è stata inaugurata la nuova copertura del fonte battesimale cinquecentesco (Scheda 18), opera dell’artista locale Francesco puletti. Si tratta di sei formelle in argento che narrano la storia della salvezza, intrecciata a quella della città59, nell’intento di creare un’opera d’arte parlante, in grado di raccontare la

storia locale e assimilarla al percorso verso la salvezza60. È stato inoltre risistemato il lapidario nel passaggio

che divide il campanile dalla cappella del monacato, tra i cui pezzi compare anche un frammento del fonte battesimale trecentesco ritrovato nel 1980 durante gli scavi per la collocazione del battistero del Tornabuoni61.

nel maggio della stesso anno è stata collocata in cattedrale, a destra della porta che conduce nel chiostro, la pala artini opera di Durante alberti62.

(Luca Brandini, Alessandra Fusi)