Se nel breve episcopato di mons. Domenico poltri (1749-1755)327 sono documentati (1753) risarcimenti allo
«Stanzino dietro la Sagrestia»328 e il pagamento dei materiali per l’imbiancatura della chiesa, che ci permette
di stabilire la cromaticità dell’ambiente329, all’attività di Diodato andrea degli aldobrandini (1757-1770) è
ascritto l’abbellimento degli appartamenti del Vescovado (come dimostrano le opere contrassegnate dal suo emblema) e la costruzione «di un’assai elevata loggia», presumibilmente il braccio superiore del loggiato di nord-est, oggi trasformato in ambienti di studio e di ricevimento del Vescovo330.
318 «Spesa generale fatta nel risarcim.o del Tetto della Volta della navata di mezzo e Frontispizij da capo e da piedi della chiesa catted.[ra]le nelli
mesi di lug.o, agos.o e 7bre dell’ano: 1733». Sono previsti i seguenti lavori: «… ricoprire di tegole, e coppi il frontispitio, tanto sopra il coro,
che l’altro sopra la porta maggiore, con risarcire il muro, ove bisogna all’uno e l’altro; Inoltre di rinestare la seconda, terza, e quarta corda, e rimettere di novo un’altra all’ultima sopr. la d:a porta magg:e; mutare i tre asinacci, e due Travicelle del Tetto, con rimetterli novi, e rivoltare
t.[ut]to il d:o Tetto della navata di mezzo, con rivedere t.[ut]te le Teste dell’altre corde, e riserrare ogni buca, che p. tali lavori faranno; che
sijno obligati ripulire la Volta, e’ Tetti inferiori da’ calcinacci, et altro da portarzi [sic] nelle strade app.so la chiesa, parim.: scendere t.[ut]to il legname che sarà da levarzi [sic], e non servibile nel claustro del Vescov:o» (aVS, Filza 96, ins. 2, obbligazione Faetani/ciotti e can. Guelfi,
[21 luglio 1733], c. sciolta).
319 Ivi. Il pagamento per il «lavoro fatto nel risarcire e rivedere il Tetto della navata di mezzo e aggiungere il Frontespizio da capo e da piedi come
nella scritta» è del primo ottobre (aVS, Filza 44, c. 114v). 320 aVS, Filza 96, ins. 2, obbligazione 4 8bre 1734, c. sciolta.
321 aVS, Filza 44, c. 117v. 322 Ivi, c. 124.
323 Ivi, c. 125.
324 aVS, Filza 96, ins. 2, segnato a lapis: Rifacimento scalinata della Cattedrale, c. sciolta.
325 Il sisma del 24 aprile 1741 ha epicentro nel Fabrianese con intensità 9; quello del 1745 a Spoleto (http://emidius.mi.ingv.it, cit.). «Doppo questi altri puro si feron sentire con terrore e spavento di tutti, uno la mattina delli 24 di aprile a ore 15 dell’anno 1741 e l’altro dell’anno 1745
la notte del 28 8.bre con altri più la mattina senza aver alcun di questo apportato nocumento alcuno p. g.zia speciale di m.a SS. delle Grazie»
(pIGnanI 1758, c. 156).
326 «[…] nomina p. muratore di d:a chiesa maes.o andrea di Gregorio Tricca dell’ist.a città, con obbligo di visitare con il lume bisognando spesso,
e specialm.e nell’occorrenza di pioggia continue ò impetuose, Venti et altro t.[ut]ti i Tetti, Volte, muraglie, legni, campanile, Stanze sotto e
sopr.a spettanti a t.[ut]ta la Fabbrica di d:a chiesa e trovando in essi loghi, goccie o semplici rotture di coppi, deva prontam: acomodarli, […]
ma trovandovi risarcim.ti grandi di legni, o muraglie, deva avisarlo al sud:o Sig.re operaio […]» (aVS, Filza 96, ins. 2: scrittura privata in data
P.mo 7bre 1745, c. sciolta).
327 aGnoleTTI 1973, p. 170, nota 7. 328 aVS, Filza 45, c. 69.
329 Si acquistano: «indaco… terra nera… terra gialla» presi «a città di castello p. colorire le colonne, cornicione, e archi della chiesa», oltre a «nove bigonci di Bianco … p. imbiancare tutta la chiesa» (aVS, Filza 45, c. 69).
anche in chiesa mons. aldobrandini fa eseguire alcune interessanti operazioni che ne prefigurano la volontà di rinnovamento.
un’indicazione un po’ raccapricciante del maggio 1761, in base alla quale risultano «slontanati dall’organo tre Depositi, cioè 2: dell’altare della Depositione, et uno dell’altare di S. Tomasso p. liberare l’organo da Topi […]»331, ci permette di capire che l’organo a tale data è
ancora collocato sulla navata destra sopra gli altari della Deposizione e di San Tommaso; mentre il 20 giugno 1763 sono segnalate «le spese occorse nel rifarsi di pianta dal Sig.re Franco rigi l’organo di Duomo a tutte spese
della chiesa»332, indicandone forse lo spostamento nel
coro.
a settembre 1764 si elencano le spese nei materiali «p.
rifare un capitello sopra il pulpito della chiesa e […] p. aver risarcito il pavimento»333.
Durante la Visita del 1767 si delinea anticipatamente
la nuova impostazione ornamentale della cattedrale, decidendo anche l’abolizione degli altari di Santa lucia e dell’assunta, detto La Madonna da imo, posti in
controfacciata, per la posizione inadeguata del sacerdote che vi dovesse celebrare volgendo «le spalle all’altare maggiore ed a quello del Sacramento, atto veramente indecente, ed improprio, p[er]ciò in occasione di volersi trà poco tempo ripulire detta cattedrale, e dare un miglior ordine agli altari, ed una maggiore uniformità, [il vescovo] ha altresì fissato che si levino e demoliscano detti due altari [...]»334.
Di maggior consistenza appaiono quindi i preannunciati interventi, realizzati nel giugno 1769, che prefigurano la cospicua fase di rinnovamento intrapresa dopo il 1770, come attestano i pagamenti a «mo clemente p. 4: altari
fatti di nuovo, ed aver fatti li ornamenti di sopra ad altri tre altari, […] p. imbiancare le mura della chiesa […]; al di lui figlio p. aver fatto li peducci alla volta delle navate […]; a m:o andrea muratore p. fare la nicchia di Santa
lucia/ al sud.o p. gl’archi fatti alla navata di mezzo», ed
anche «p. aver sbagliato mezzo capitello ad una colonna»335.
Quindi sono registrate spese di pulitura, per cornici e tele, come per la sostituzione di tendaggi, e si paga «romano p. colorire gl’altari»; tra i materiali figurano «colori fatti venire da Fiorenza […] un’oncia d’azzurro, […] lacca in Grana, Giallolino, mezz’oncia di cinabro»336.
I plastici ornamenti a stucco realizzati sotto l’aldobrandini, troveranno la loro compiuta esaltazione nella riconfigurazione della tribuna eseguita sotto mons. niccolò marcacci (1771-1778), nominato vescovo il 4
331 aVS, Filza 45, c. 73; seguono, il 3 giugno, le operazioni «p. sporre l’organo, spolverarlo, rimetterlo sù, accordarlo, e rappezzare le mandici» eseguite con l’aiuto dei chierici del Duomo.
332 Ivi, c. 74.
333 Ivi, c. 74v.
334 aVS, Visita Aldobrandini 1767, c. 280; aGnoleTTI 1984, pp. 40-41. I due altari saranno demoliti nel 1828 (aVS, Filza 96, VII, Restauri, istanze conti 1826 e seg.; cfr. saggio Brandini-Fusi, e appendice Documentaria).
335 aVS, Filza 45, cc. 76r e v.
336 Ivi, c. 76v: risultano coloriti «l’altare del crocefisso e dei SS. egidio e arcano».
Fig. 34 Scorcio dell’abside a termina- zione rettilinea allineata al campanile, ricostruita post 1352, ripresa all’inizio
dei lavori di demolizione (aVS, Filza 97, VIII, foto 1935 circa): la finestra tardo-settecentesca è già in corso di abbattimento
marzo 1770, il cui insediamento, nell’aprile 1771337, precede di pochi mesi il trasferimento del Simulacro del
Volto Santo in cattedrale, evento di eccezionale rilevanza religiosa che segna l’inizio della riqualificazione
ornamentale della chiesa per “ridurla alla moderna”338.
337 Diodato degli aldobrandini muore il 6 maggio 1770; la presa di possesso del successore mons. niccolò marcacci, per mezzo del procuratore Giuseppe pichi, proposto della cattedrale, avviene solamente il 16 aprile 1771 (cfr. aGnoleTTI 1973, p. 183).