• Non ci sono risultati.

la stagione dei restauri ottocenteschi si aprì con il restauro del lanternino della navata del rosario, simmetrico di quello ancora esistente sopra l’altare barocco in testa alla navata destra14. nel 1823 fu

deliberato che l’amministrazione degli eventi e dei guadagni riguardanti il Volto Santo, fino ad allora gestita

dal comune, passasse al capitolo della cattedrale. così negli anni 1827-1828, quando era vescovo annibale Tommasi, il capitolo decise di sostenere ingenti spese per aumentare il culto del simulacro, commissionando al celebre pittore Vincenzo chialli15 la realizzazione della tavola che avrebbe dovuto coprire il Volto Santo16,

raffigurante Gesù Crocifisso con angeli (Fig. 91). lo stesso artista fu incaricato anche di affrescare l’altare

dedicato a San Francesco di paola, ancora oggi ubicato sotto le logge marini. Inoltre alcuni giovani allievi di Vincenzo chialli furono deputati di ripulire e restaurare le tavole e i quadri presenti in cattedrale.

Da un elenco delle lavorazioni conservato presso l’archivio Vescovile di Sansepolcro emerge che quegli

13 aVS, Filza 111, VII.

14 aVS, Filza 96, VI. per la fotografia del lanternino prima della demolizione cfr. aVS, Filza 97.

15 nel 1825 il chialli aveva già lavorato per il capitolo, dipingendo l’olio su tela Le anime purganti, commissionatogli dal vescovo Tommasi,

probabilmente ospitato nell’altare barocco in testa alla navata destra fino ai restauri del castellucci. la tela è ancora segnalata da Sensi nel 1998 nell’appartamento del Vescovo sebbene molto probabilmente si può supporre che l’indicazione non sia corretta. Si rimanda al saggio di Forna- sari, ivi. per la vita e le opere di Vincenzo chialli cfr. mancInI 1832, pp. 227-250 .

16 ordinariamente il Volto Santo era coperto dalla tavola dipinta da Vincenzo chialli, e veniva mostrato soltanto durante le pubbliche venera-

zioni. In queste occasioni la scultura lignea aveva il capo adornato da una corona ridondante di gemme colorate, oggi conservata preso il museo civico di Sansepolcro. Il corpo invece faceva mostra di una ricca veste realizzata dalla ricamatrice di corte del Granducato di Toscana, rosa Tarducci. Si tratta della veste che ancora oggi è possibile ammirare, realizzata in velluto cremisi e ornata da ricami d’oro intorno al collo, alle maniche e alla balza. la veste è impreziosita da una cintola in velluto piena di piastre di grandezze diverse raffiguranti scene della vita di cristo (le più grandi) e alcuni apostoli (le più piccole). cfr. canTImorrI 1901, del 13 luglio 1901.

Fig. 36 rilievo della cattedrale di San- sepolcro. Il disegno non è firmato ne’ datato, ma è plausibile l’ipotesi che l’autore fosse stato l’Ing. ettore Ga- brielli per le analogie riscontrabili con altri disegni da lui autenticati, si può collocare nei primi anni Trenta del no- vecento. aVS, Filza 97

Fig. 37 primo progetto di collocazione dell’organo nell’abside della cattedra- le, risalente probabilmente agli anni Venti dell’ottocento. piante e sezioni. aVS, Filza 112, XXIV

anni furono molto intensi per quanto riguarda gli interventi di restauro in cattedrale17. Furono costruite

due canalizzazioni per la raccolta delle acque meteoriche sotto la pavimentazione fuori della porta centrale di ingresso alla chiesa e fu realizzata una nuova canalizzazione, lungo il muro laterale della navata sinistra, dov’era situata la stalla del Sig. marini, probabilmente in corrispondenza della porzione dell’omonimo palazzo che era addossata alla chiesa. Furono demoliti i due altari all’ingresso, mentre i due fonti battesimali addossati alla controfacciata, ai lati della porta centrale furono restaurati e probabilmente anche spostati, per lasciare spazio ad un nuovo organo. Furono collocati gli otto confessionali in legno di noce lungo i muri laterali. Fu restaurato anche il tabernacolo in terracotta invetriata di scuola robbiana (Scheda 12), tutt’oggi situato accanto alla porta della sacrestia e consolidata la volta sopra il coro. ma l’operazione senza dubbio maggiormente documentata è quella, sopra accennata, della costruzione del nuovo organo ad opera della ditta Filippo Tronci di pistoia, in sostituzione del precedente, ubicato nel presbiterio, addossato alla parete della cappella delle anime. alla parete opposta, dalla parte della cappella del rosario, era invece addossata l’orchestra. Sembra che il primo progetto dell’organo ne prevedesse la collocazione nel muro curvo dell’abside, e che questa dovesse essere ampliata fino a inglobare parte del corridoio retrostante (Fig. 37). l’organo realizzato, invece, era addossato alla controfacciata e corredato da una cantoria monumentale e massiccia, opera di Francesco Tricca, sorretta da quattro colonne monolitiche di ordine dorico, lavorate dallo scalpellino Gaetano nencioni e delle quali attualmente si conservano alcune basi ed alcuni capitelli nel lapidario del chiostro (Fig. 38). Si accedeva alla cantoria da una scala a chiocciola composta da 41 gradini in pietra18 e ancora presente, situata all’interno del muro che separa la chiesa dalle logge marini. In occasione

17 aVS, Filza 96, VII in appendice Documentaria.

18 Ivi. «Vuoto fatto nella muratura di facciata per il cassone dell’organo in tutto braccia 200. (…) per numero quattro colonne di pietra d’intero

fusto compreso capitelli e basi dorici tirate a pulimento (…). per una scala a collo tutta di pietra composta di 41 scalini tirata a pulimento sotto

Fig. 38 Disegno della cantoria dell’or- gano in controfacciata. I balustrini del parapetto non sono mai stati realizzati e la scala a chiocciola è stata costruita all’interno del muro opposto della chiesa. pianta e prospetto. aVS, Filza 112, XXIV

della costruzione della scala fu rivisto e rafforzato anche il muro esterno, in corrispondenza del Tabernacolo di San Francesco di paola. Il luogo in cui fu costruita la nuova scala era però di proprietà del Sig. marini, il quale si mostrò disposto a cedere quella porzione di muro a condizione che gli fosse dato il permesso di aprire un coretto che dalla sua abitazione si affacciasse in cattedrale per assistere alla Santa messa19. Quest’apertura,

oggi non più presente, si affacciava sulla navata sinistra, a fianco del terzo altare e fu chiusa durante i restauri degli anni Trenta (Fig. 39).

la scala a chiocciola è invece in buono stato e conserva ancora intatta la deliziosa ringhiera in ferro.

In una perizia dell’ing. maestrelli, datata 11 giugno 184420 si legge dello stato in cui versavano i gradini di

accesso alla cattedrale e al palazzo Vescovile. Sembra infatti che in occasione del rifacimento del selciato della piazza adiacente alla chiesa, fosse d’obbligo intervenire anche sulla gradinata di fronte alla porta del Duomo, ormai in avanzato stato di degrado e alquanto pericolosa nelle giornate di pioggia a causa di una “ripidissima” discesa in luogo di tre gradini. nella perizia si danno quindi indicazioni a proposito della costruzione delle nuove gradinate di accesso alla chiesa e al Vescovado, ipotizzando la ricostruzione dei tre scalini mancanti che «saranno a testa quadra puliti a scarpello con la larghezza in pianta di braccia 060, e con una pendenza ciascuno di braccia 0,03 (…). l’altezza comune tanto a questi, che a quelli sarà di braccia 0,30»21.