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Un’educazione di qualità per le sfide del XXI secolo

Un’educazione di qualità parte dai genitori: l’importanza della formazione genitoriale

8.1 Un’educazione di qualità per le sfide del XXI secolo

Come si è più volte avuto modo di dire, il modello tradizionale di famiglia è stato modificato e messo in crisi dall’ampio mutamento culturale ed economico della contemporaneità; ma se nel corso della storia la famiglia è sostanzialmente riuscita a farsi sempre interprete del composito assetto entro cui si è trovata di volta in volta a dispiegarsi, altrettanto non si può dire rispetto all’assolvimento dei compiti ontologici per cui è stata fondata, primariamente connessi alla funzione genitoriale (Corsi e Stramaglia, 2009).

Da almeno un ventennio, a fronte di una crescente richiesta, si stanno diffondendo forme diversificate di lavoro sulla genitorialità, per iniziativa dei servizi sociali, sanitari, educativi, del terzo settore (cfr., tra gli altri, Bottigli, 2000, 2009; Catarsi, 2003; Milani, 1994; Padoan e Frangilli, 2000;). Non si può infatti prescindere dalla constatazione che i profondi cambiamenti nella condizione sociale dell’epoca post- moderna sono stati accompagnati da importanti trasformazioni anche nei comportamenti, abitudini e atteggiamenti delle donne e degli uomini all’interno della famiglia. La famiglia estesa si è verticalizzata e le relazioni al suo interno sono diventate soprattutto relazioni tra generazioni, implicando nuove e più ridotte forme di interscambio sia all’interno della rete di parentela che delle reti amicali. A tali significativi cambiamenti sociali va aggiunta un’altrettanto profonda metamorfosi culturale riguardante l’immagine del bambino piccolo, delle sue

capacità e dei suoi bisogni materiali e psicologici e del ruolo delle prime scelte educative rispetto al suo futuro sviluppo (Cusinato, 2001).

Queste trasformazioni hanno contribuito a disegnare una diversa condizione genitoriale, tanto che oggi “il diventare genitori” sembra avere un impatto dirompente sulla vita psicologica e sociale degli individui, per molti dei quali addirittura segna il confine tra la conclusione dell’adolescenza protratta e la transizione all’età adulta. Al nuovo appuntamento i genitori spesso arrivano impreparati, senza esperienza diretta di contatto con bambini piccoli e con persone della loro generazione alle prese con lo stesso problema. Vecchie e nuove contraddizioni emergono fin dai primi mesi di vita del bambino, ciò contribuendo ad aumentare il conflitto tra le condizioni materiali in cui uomini e donne vivono la propria esperienza genitoriale e le aspettative individuali e sociali rispetto al ruolo di genitore e alla relazione da sviluppare col bambino.

Certamente, la possibilità di affrontare le sfide del XXI secolo attraverso i dispositivi offerti da un'educazione di qualità è oggi favorita dalla disponibilità ad accogliere le continue evidenze da tempo fornite dalle scienze pedagogiche, sociali, psicologiche e dalle neuroscienze, che testimoniano tutte, con dati innegabili, quanto la qualità82 della primissima infanzia influenzi significativamente la condizione dell’esistenza umana in tutte le sue dimensioni: di conseguenza, anche le sue capacità nell’affrontare le circostanze del vivere quotidiano e nella possibilità di esprimersi ed estrinsecarsi al meglio.

Per questo motivo è fondamentale assicurare un adeguato supporto a tutti coloro che si occupano di età evolutiva, per favorirne la possibile miglior comprensione ma, soprattutto, per promuovere e potenziare in essi la capacità del “più giusto” affiancamento alle giovani generazioni. Di qui la riflessione si sposta facilmente sulla questione della vulnerabilità83 delle famiglie cosiddette “normali”84, che

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La “qualità” è qui intesa come connotazione associata a processi educativi capaci di adottare approcci e strategie flessibili per rispondere ai bisogni dei propri destinatari – bisogni che la persona umana manifesta fin dalla sua nascita e lungo il corso della vita – e che rappresentano esigenze innate ed indispensabili alla crescita e dunque costantemente presenti (Margiotta, 2011a).

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Il concetto di “vulnerabilitità” rimanda alla facilità con qui il soggetto in questione può essere leso, ferito, danneggiato, e quindi alla una mancanza di adeguate difese e protezioni. Tale condizione di debolezza, che può facilmente estendersi in una dimensione anche trans generazionale, può essere transitoria o cronica e dipendere da cause di varia natura: intrapsichiche, fisiche o contestuali/ambientali (Stefanini e Martinetti, 2010, pag. 143).

inevitabilmente porta a concludere che il concetto di “normalità” non esclude a priori le difficoltà, rendendo invece auspicabili interventi di supporto e di prevenzione anche per il “normale disagio” genitoriale (Fava Vizziello e Simonelli, 2007a,b; Cambi, 2006).

Il sostegno alla genitorialità si rivela perciò oggi una parola d’ordine per i decisori politici e gli operatori di welfare, non solo in riferimento alle situazioni di disagio ma anche in stato di “normalità”, nella consapevolezza che la famiglia, soprattutto con figli nella prima infanzia e pur nella sua rapida trasformazione e nelle sue fragilità (Iori, 2001), rimane il nucleo centrale dell’organizzazione sociale, base dell’appartenenza e luogo dell’educazione e della socializzazione primaria per le persone che ne fanno parte (Milani, 2009d).

Se assumiamo, in accordo con Catarsi (2008), che la famiglia abbia un primato non solo in senso temporale (anche se è evidente che si tratta del primo ambito educativo e socializzativo con cui l’individuo entra in contatto) ma anche in senso sociale (in quanto snodo tra livello simbolico e strutturale, tra generi e generazioni e luogo, forse l’unico nella società, dove ci si prende cura della persona nella sua globalità e si possono riannodare i fili delle dimensioni affettive, cognitive ed etiche), allora i genitori devono essere considerati “risorse” significative per lo sviluppo delle persone in età evolutiva, soprattutto per le relazioni che si generano nel contesto familiare e che avranno, come ampiamente attesta la letteratura, una grande influenza nel processo di costruzione dell’identità personale e sociale.

8.2 Indicazioni della Comunità Europea in tema di educazione e cura della prima

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